sabato 27 dicembre 2014

para-Natale

Amici,
lo sapete come si chiama quella roba brutta che ti costringe a letto per quasi una settimana, con febbre, dolori, raffreddore, tosse e mal di gola e che quasi sicuro ti riempi di catarri e ti tocca pure prendere gli antibiotici?
Influenza, direte voi (l'ho detto anche io alla Pediatra quando, a inizio dicembre, ci siamo ammalate io e la piccola fata)
- Assolutamente no! Si tratta sicuramente di un virus para-influenzale dato che siete state entrambe vaccinate (n.b: sotto suo suggerimento).
- Mi scusi, non è che per caso 'sto vaccino è un po' una bufala? Mica per voler essere pignoli, ma si somigliano proprio tanto...
- Ma cosa c'entra Signora? I ceppi di virus sono infiniti!
Ecco, viene da riflettere sull'utilità di vaccinarsi su un solo ceppo. Anche perché, amici, lo sapete cosa può venire dopo 15gg dall'influenza?
La ricaduta, direte voi.
Ma bravi!
E dopo 15gg dalla para-influenza?

Lalla

P.S. Io e Matilde stiamo passando il suo primo Natale murate vive all'interno di una camera d'albergo, giorno e notte allacciate mollemente nel tepore del suo corpicino surriscaldato, nutrite solo di latte e Augmentin... non sarebbe neanche così male se non avessi una torcia infilata in gola. Fuori, i ragazzi affrontano la tormenta di neve, ogni tanto rientrano, fradici e puzzolenti, ma felici. Buone feste!


lunedì 22 dicembre 2014

Babbo Natale sono io

Bisogna che faccia qualche premessa.
Premesso che durante la scorsa primavera a scuola di Elia è stata organizzata una vendita di libri, premesso che mi lascia quantomeno perplessa che una libreria privata possa aprire uno stand in una scuola pubblica e che solo il 5% del ricavato sia devoluto alla suddetta scuola, che tutti i genitori siano moralmente ricattati e si sentano obbligati a comprare un libro dall'avviso scritto sui diari e dal fatto che il volume fosse stato già "prenotato" dalle maestre facendoci sbavare sopra i propri scolari,
ero comunque in procinto di assolvere al mio dovere di brava-madre-pecora-dalla-testa-china portandomi verso lo stand “generosamente e volontariamente” gestito da mamme allo scopo di far risparmiare alla libreria anche i soldi del commesso (io ero esentata senza vergogna da questo compito essendo incinta di 8 mesi), quando vengo a scoprire quale fosse il libro "prenotato" da Elia: un mattone di trecento pagine sul benessere fisico e mentale donato dalla nutrizione vegana, scritto piccolissimo e totalmente privo di figure... "Elia, ma sei sicuro che vuoi leggere 'sta roba? Di solito addenti il filetto di Chianina come un orso grizzly! Ma che cavolo hai scelto? Hai dato un'occhiata alla sezione ragazzi e fumetti?"
"… mamma… la maestra ha insistito che non si comprassero scemenze", e poi, con sguardo languido: "per esempio, ha proibito assolutamente "Diario di una schiappa".
Ora, premesso che la censura mi sarebbe stata sul culo anche se fossi vissuta nel medioevo e che non considero i fumetti delle “scemenze” (tantomeno se messi a confronto con la nutrizione vegana), secondo voi, che libro ho comprato a Elia?


Sicilia, fine luglio, stiamo facendo colazione sulla terrazza di una casetta sulla spiaggia, mezzi gnudi, circondati dai cespugli, di fronte a noi c’è solo il mare, e l’Africa (ma un po’ più in là).
Matilde sonnecchia nella carrozzina, Theo aggeggia col cellulare, io guardo l'orizzonte dove l'acqua e il cielo si uniscono, Elia sta smangiucchiando i suoi cereali mentre legge sereno e non sa che si sta avvicinando per lui un momento catartico.
Ad un tratto mi guarda basito: “Mamma, una cosa strana… in questa vignetta Greg racconta di quando scopre il babbo che sposta il dentino da sotto il cuscino… ma allora la fatina dei denti…” un attimo di suspence: “ …non esiste? Eravate voi a mettermi i soldi?”.
Io gli rispondo con un sorriso.
“Accidenti! Incredibile, io tutto questo tempo ci credevo proprio…”.
Ricomincia a mangiare tranquillo, l’ha presa bene, “infondo” avrà pensato “chi se ne frega della fatina dei denti”.
15’ secondi circa e sgrana gli occhi: “Oioi… e BabboNatale?! Non esiste neanche Babbo Natale?? Eravate sempre voi??”.
Sorrido di nuovo:” Amore, se mi fai questa domanda, allora puoi risponderti da solo”.
Rimango in attesa, mi dispiace che sia arrivato questo momento, che stia crescendo. Ho paura che sia deluso o magari si arrabbi, ma il Re dei Sugolini è sempre meglio di come mi aspetti (tenete conto che mi ha viziata: io mi aspetto parecchio).
“Davvero???... ma grazie!” E’ quasi commosso: “Erano bellissimi i regali, meglio di quelli che chiedevo nella letterina! Me li avete fatti voi due!? Ma che bravi! E anche le impronte di Babbo Natale, gli indizi che lasciava… io ci credevo proprio, siete stati bravissimi! Grazie, grazie davvero!”.
La mattinata è proseguita ricordando tutte le soprese, i regali che gli avevamo fatto negli anni e come gli erano piaciuti. Ci avrà ringraziato un centinaio di volte.
E’ stato un momento dolcissimo, proprio come il Natale. A luglio.

Come mai mi è capitato un figlio così? Sarò stata una santa nella mia vita precedente? (Una volta provata l’inesistenza della fatina dei denti, risulta altamente probabile l’esistenza della reincarnazione e delle sante). E un’altra cosa: Babbo Natale esiste e non ho mai detto il contrario. Diciamo che si fa un po’ aiutare. Secondo me sono quei furbi degli elfi che lavorano poco e infatti adesso vi lascio e me ne vo ad impacchettare una trentina di regali…
auguri.
Lalla
P.S. per chi non l’avesse capito, Greg heffley è il protagonista di “Diario di una schiappa” di Jeff Kinney.

domenica 9 novembre 2014

si riparte, grazie ragazze

Questa settimana la sveglia ha ricominciato a suonare a un'ora improbabile, inizia quindi tutta una procedura ad incastro che ci porta in meno di un'ora ad evacuare, tutti e quattro, lavati, vestiti e "mangiati". Avrei un sacco di discorsi da fare sull'argomento, probabilmente troppi, come al solito.
Ma ho davvero poco tempo, è domenica e ne ho rubato fin troppo ai miei ragazzi, perciò aggiorno al volo questa pagina caricando il work-in progress (come si vede che ho studiato inglese...) del mio ultimo ritratto, solo poche immagini e il risultato, fotografato or ora, col colore fresco.
 
 Fare questo dipinto è stato bellissimo e devo ringraziare tre femmine speciali:
Virginia, che è un'amica particolare e che ha molta fiducia in me. Grazie.
Teresa, che è una delle bambine più belle che io abbia mai visto. "Bella" nel senso migliore e più completo del termine: ha occhi mielati dallo sguardo dolce, una bocca carnosa, morbida e pura, i capelli di seta, la pelle di porcellana ed espressioni solari. E' limpida. Un'autentica Principessa dei Sugolini! Grazie.
Matilde (strano che ancora non l'avessi nominata...). Nell'ultima settimana, a causa del mio rientro in classe, è stata ripetutamente e impietosamente abbandonata al nido. Nel suddetto luogo ella viene nutrita di pappe insipide e non può far altro che "bacheggiare" distesa mentre gli undici compagni (più grandi di lei) la travolgono a turno, le rubano i giochi e la contaminano di virus. Nessuna sorpresa quindi se nel lasciarla Theo nota ogni giorno il suo sguardo triste e rassegnato, lo stesso che registro io al mio arrivo e che suppongo mantenga per tutte e quattro le ore di soggiorno, alla faccia del "socializzare fa bene a tutte le età". E, nonostante tutte queste cattiverie che le facciamo, per noi ha solo sorrisi, dorme l'intera nottata e si fa pure un sonnellino di quasi due ore nel pomeriggio al solo scopo di far dipingere me.
Grazie.


 lalla

"Teresa", olio su masonite, 35x50 cm.

venerdì 17 ottobre 2014

per fortuna nel mondo ci sono le fate

L'umanità non è tutta una tristezza.
I bambini non sono tutti botoli urlanti, le donne non sono tutte prostitute isteriche e perfino gli uomini, nel loro piccolo, posso essere grandi.

Nascoste nella folla ci sono menti creative, persone generose ed esistenze inusuali, basta guardare con attenzione (e pochi lo fanno) per scovare tante piccole e grandi diversità che rendono questo minestrone di gente decisamente più saporito. Per esempio, ci sono molte splendide fate su questa terra, lo so per certo perchè una la sto osservando da vicino proprio adesso. Quello di cui parlo è vero, non vi racconto che abito insieme al Re dei Sugolini e alla Piccola Fata così tanto per dire, io ci credo. E va bene, forse sono un po' strana, e allora? Io a cambio non lo voglio fare, mi tengo me stessa, stralunata e con gli occhi abbastanza limpidi da poter vedere la parte bella della vita. Kandinskij diceva: "così come esistono sordi che non possono ascoltare la meraviglia della musica, allo stesso modo esistono degli insensibili che, anche vedendola, non potranno mai apprezzare la mia pittura". Aveva proprio ragione, anche questo lo so per certo perchè l'ho visto con i miei occhi: orde di turisti annoiati passare "indenni" davanti a una delle sue splendide composizioni astratte, con lo sguardo vacuo di chi sta pensando solo all'hamburger di McDonald's che lo aspetta all'uscita. Poveretti, ma che ci vanno a fare nei musei se sono "ciechi"? Vadano diretti al McDonald's, è meglio, si risparmierebbero il biglietto, il mal di schiena e di far fare la coda a me! Io mi ci tuffo nei quadri di Kandinskij, mi lascio catturare dalla danza di ogni singolo colore, uno alla volta, fino a scivolare nel profondo, insieme al blu...
non sono l'unica, sapete? In verità noi "strane" siamo un piccolo club.
A Parigi abita Giorgia, ha un incredibile talento nel vedere le fate e tutto l'altro mondo di cui vi parlo sempre. Ha regalato a Matilde un suo piccolo capolavoro, un acquerello meraviglioso, pieno di dolcezza, armonia e sogno (potete ammirarlo qui).
Non sapevo come ringraziarla e così ho deciso che l'unico modo era contraccambiare. Durante il viaggio ho scattato qualche foto rubata, ma soprattutto l'ho osservata con attenzione. E' un animale particolare, ha immensi occhi da cerbiatto che scrutano il mondo un po' impauriti, ma adatti a captarne le sfumature magiche, ha capelli di seta che volano leggeri ad ogni spostamento d'aria, parla in un sussurro e spesso si ritrae, profuma di pulito e fresco, non so se pesi veramente, ma mi è venuto di chiedermelo, forse è un'elfo dei boschi anche lei...
il ritratto perfetto avrebbe dovuto farglielo Carl Larson, ma essendo parecchio defunto ho deciso io di provare con un acquerello. Ora, va detto che solo uno stupido regalerebbe un CD ad un compositore, inoltre Giorgia è la compagna di quello che considero uno dei più grandi disegnatori viventi che conosco, capace tra l'altro di fare questo... io non sono Luigi, non sono Giorgia, nè tantomeno
Carl Larson, sono solo io, quella strana.
Spero che apprezzi il pensiero.


lalla

"Giorgia", acquerello su carta cotone.

lunedì 6 ottobre 2014

provando a rimanere concentrata

Non scrivo molto ultimamente, lo so.
E' che mi vergogno un po' della gioia che provo. Cioè, non è che proprio "mi vergogno", però insomma, tutti intorno a me sono pieni di problemi (e anche io, per carità), ma il punto è: a chi interessa veramente di rileggere ogni due per tre la solita tiritera su come sono stupendi Elia e Matilde?

E l'altro punto è: di che altro posso scrivere se a me interessano veramente solo Elia e Matilde?
Va bene, va bene: basta svuotare la mente, spostare l'attenzione e concentrarsi, ci provo:

SCUOLA. La situazione è attualmente in standby, io sono in "congedo parentale" a casa, ma invece di spassarmela, sto tentando di rompere le scatole al Ministero per l'ingiusta sparizione dei posti che erano stati messi a bando nel concorso, per la prima volta in vita mia ho anche contattato un avvocato, che a dire il vero non mi pare molto coinvolto: "Non capisco: lei è stata assunta, no? E allora che vuole?". "O.K., però scusi: io ho partecipato a un concorso nazionale sapendo che c'erano 3 posti a Firenze nell'organico di diritto per le scuole superiori. Ho vinto, voglio uno di quei tre posti, non voglio insegnare alla scuola media. Se mi fossero piaciute le medie, mi sarei specializzata in un insegnamento diverso e avrei fatto i miei 10 anni di precariato alle medie". Capisco che da fuori può sembrare una questione di lana caprina, per altro il mestiere in questione genera nelle masse associazioni celebrali fuorvianti ( insegnante di scuola media = fannullone mangia stipendio che lavora poco e fa 3 mesi di ferie, insegnate di scuola superiore = fannullone mangia stipendio che lavora poco e fa 3 mesi di ferie, quindi, per la proprietà transitiva: insegnate di scuola superiore = insegnante di scuola media).
Proverò con una metafora: un Chirurgo Andrologo (vedete, il nome stesso incute già molto più rispetto) che esercita e ama il suo lavoro da 10 anni, partecipa ad un concorso nazionale sapendo che ci sono 3 posti a Firenze. Vince, ma gli comunicano che i tre posti sono spariti e lo assumono come Pediatra. Non fa pediatria dall'Università, poveraccio, non è detto che gli riesca nemmeno bene...
così è più chiaro, vero?
Detto ciò, il 3 novembre entrerò in classe e tutti noi, alunni compresi, potremmo finalmente scoprire se mi riesce bene questo nuovo mestiere.


VIAGGI: Siamo tornati ieri sera dalla Francia (2 giorni Parigi e 2 giorni a Bouges per un festival di fumetti). Un giorno siamo stati a Dysneland (l'avevamo sempre scansata come la peste, ma volevamo fare una sorpresona a Elia), non so se ne è valsa davvero la pena, l'ingresso è carissimo anche se acquistato sul sito francese dove costa meno (bastardi!), va detto che Elia si è divertito molto, ma infondo si è divertito forse di più a far dediche accanto al babbo al Festival di Fumetti. In compenso io e Theo accompagnandolo a turno nelle attrazioni ce la siamo vista brutta un paio di volte. La "tower of terror", che credevo essere una specie di "casa dei fantasmi", si è rivelata l'esperienza più agghiacciante della mia vita, con tanto di caduta libera e rimbalzo in ascensore per circa 6 minuti, per poco non mi uscivano le budella dalle orbite. A Elia la sensazione è piaciuta: "mi sentivo senza peso come se volassi".
Parigi è sempre bellissima, anche solo passeggiando per le strade senza una vera meta e in più il tempo è stato fantastico. Invece sono sempre più convinta che la tanto acclamata cucina francese sia veramente orrenda (per lo meno per me: ogni tipo di carne/carboidrato/verdura, spesso camuffata e ridotta a strane sembianze, navigava in un lago di poltiglia grassa e cremosa, persino l'insalata era affogata nella vinagrette di panna, e che dire dei voulevant grigi giganti ripieni di gamberi, funghi e della solita cremina infida? A me la "mare e monti" faceva schifo persino negli anni '80! Mi ci vorrà un mese per rimettere in sesto il fegato, ma va bene così, anche questo fa parte del viaggio e della scoperta.
Il volo è andato bene, stranamente avere i bambini accanto mi fa sentire più forte e al sicuro. Poco prima di partire ho letto un articolo sui neonati in aereo: l'autore cercava di rispondere alla domanda:"perchè i bambini piangono al decollo o all'atterraggio?" Mi verrebbe di rispondere: "perchè non sono Matilde". Lei non ha pianto mai, ha fatto solo sorrisi e gridolini di gioia... Ops! Scusate: ci sono ricascata. Rimani concentrata, rimani concentrata.

FUMETTI E ARTE: I festival di fumetti mi fanno un effetto strano: vedere all'opera così tanti autori pieni di talento, da una parte li invidio e "mi stroncano" l'autostima perchè hanno quel friccichino che a me manca, dall'altra mi fanno comunque venir voglia di disegnare. Elia ci va a nozze, è un ambiente che adora. Ed è  giusto così, ha la mente creativa di Theo, tutti gli "addetti ai lavori" ne rimangono colpiti... va bene, va bene, basta complimenti al piccolo Re! Concentrata, concentrata!
Ma c'è poco da fare, l'uomo può fare grandi cose, può creare (si, creare: proprio come Dio) e non solo distruggere (per fortuna). Provate a passeggiare nell'ile de la citè intorno a Notre Dame e ad osservarne la struttura di archi rampanti, di guglie e di pinnacoli contro il cielo azzurro, sembra quasi qualcosa di vivo, un'enorme insetto, e l'abbiamo fatta noi.
A Bourges ho visitato il museo monografico di un pittore astrattista di cui non avevo mai sentito parlare (forse fanno bene a spedirmi alle medie), un certo Maurice Esteve. La collezione era gradevolmente allestita in un antico monastero medioevale. Le sue opere sono portali cromatici da attraversare. Un'immersione nei colori davvero piacevole e poi, scusate se mi ripeto come un giocattolo rotto: ma vuoi mettere la compagnia?

lalla
P.S. In questa foto io sono vecchia, Elia è dolcissimo e puro, Matilde è... è...
qualcuno al mondo conosce un'altra bambina che si mette in posa davanti alla macchina fotografica all'età di 5 mesi???

domenica 24 agosto 2014

l'universo è tutto mio

Ieri, colta da un momento di scoramento,  ho scritto questa lettera pietosa alla redazione di “Orizzontescuola” e loro me l’hanno pure pubblicata in quattro e quattr’otto, con un titolo tremendo, così adesso risulta anche sgrammaticata dato che ogni accento si è trasformato nella parola “&egrave” : http://www.orizzontescuola.it/news/immissione-ruolo-s-ma-non-nella-classe-concorso-che-amo-lettera
Non c’è da preoccuparsi, il momento di scoramento è durato poco.
Quest’anno ho lanciato molte volte la monetina, è una questione di probabilità: prima o poi doveva uscire croce. Per quanto mi riguarda il bilancio è talmente positivo che lo rimarrebbe anche se cancellassero da un giorno all’altro l’intero Ministero dell’Istruzione!
Sono così fortunata… ogni giorno balla di fronte ai miei occhi l’intero universo, posso toccarlo, assaggiarlo e baciarlo. Metto due foto che ho fatto in vacanza, tanto per cercare di rendere l’idea, ma so già che sarà inutile perché non c’è niente da fare, quello di cui parlo non si vede, ma si sente.
Quello di cui parlo è solo mio.

lalla

P.S. e a proposito della scuola, non mi do per vinta, voglio fare del mio meglio anche alle medie e intanto continuare a combattere, un giorno tornerò al liceo.
Elia sembra "Ophelia" di Millais, Matilde se la ride nel sonno...

giovedì 17 luglio 2014

adesso mi faccio la doccia

Quando nacque Elia rinunciai a tutto per accudirlo, mi sentivo perfino in colpa a farmi una doccia se in casa non c’era anche Theo. In quel momento mi sembrò giusto così, mi sentivo un po’ inadeguata come tutte le mamme per la prima volta, volevo sinceramente fare del mio meglio e così gli hobby furono i primi a saltare. Ripresi a dipingere quando aveva un anno e a dire il vero la pittura non mi era neanche mancata. La mia mente era totalmente soggiogata dal piccolo Re.
Per Matilde chiaramente non poteva essere lo stesso, nella mia testa c’era già lui. Adesso, per intenderci, la doccia la faccio. E questo, credetemi, è un gran bene per lei, un gran bene per Elia e un gran bene anche per me.
Diciamocela tutta: io scrivo tante bischerate ma dipingo poco, la verità è che non ricevo più di 2-3 commissioni l’anno. L’ultima è arrivata, inaspettata, la settimana prima che Matilde venisse ad abitare su questa terra. Non potevo rifiutare la possibilità di passare una manciata d’ore facendo la cosa che preferisco di più al mondo e così ho accettato.
Poi mi sono ricordata di quello che era successo la prima volta che sono diventata mamma e ho avuto paura. Come faccio se una volta nata la bimba mi assorbirà completamente? Come dico al mio committente che non posso fare nulla di ciò che ho promesso? Per di più c’era un vincolo di tempo: entro il 12 luglio…
Ecco, va detto che il 12 mi ha sempre portato bene e poi, come già detto, stavolta mi faccio la doccia.
E’ stata un’esperienza diversa dal solito. Ho iniziato con Matilde addormentata nella carrozzina accanto a me, un po’ ansiosa e in colpa, come se le stessi facendo un piccolo torto, poi, piano piano, mi sono rilassata. Lei mi ha permesso di lavorare anche più di 2 ore di seguito, talvolta standosene sveglia a guardarmi e facendo versini d’approvazione. Tutto si è svolto in un clima di grande dolcezza.

Gemma, la splendida bimba che ho ritratto, ha fatto la sua parte.
Ci sono persone che arrivano precedute da una storia. La storia di Gemma, giustamente ricordata su una parete della neonatologia di Torregalli, è quella di una vera combattente. E’ nata piccola piccola, ma con tanta voglia di vivere, in quel reparto ha ballato tra la vitta e la morte con una classe tutta particolare e nonostante sia passato qualche anno, le infermiere ancora se la ricordano. Lo so per certo perché quando anche io e Matilde bazzicavamo in quelle stanze c’è stato modo di verificare.
Ci sono persone che arrivano precedute da una fama. La fama di Gemma, erroneamente fomentata dalle sue maestre del nido, è quella di una bimba troppo agitata, forse iperattiva (“si sa: molti prematuri lo sono”). Lo saranno anche in molti, ma lei no, non è così.
Io l’ho osservata poche ore, lo so, però mi ha colpito una cosa: più che altro era lei a osservare me. E’ una bambina curiosa e attenta, ha voglia di esplorare. La sua non è agitazione, è fame di notivà e di scoperta. Ed è anche riflessiva e adulta, ti guarda come se sapesse già tanto di come vanno le cose su questa terra, e probabilmente è vero. Gemma ha la fortuna di essere molto amata dai suoi genitori, ma i più fortunati sono loro perché lei li stupirà. 


lalla
"Gemma", olio su masonite, 35x50 cm.

giovedì 10 luglio 2014

un altro mondo

C’è un altro mondo dove una piccola fata di due mesi non piange quando si sveglia.
Per prima cosa si stira come una micia, quindi scruta intorno a sè con occhi furbetti, se incrocia il vostro sguardo vi saluta ridendo sonoramente e infine  vi seduce con gorgoglii e squisiti vocalizzi da sirena. Non è proprio possibile che non ottenga ciò che vuole.
Inoltre, quella stessa piccola fata, vi permette di fare tutto ciò che voi volete: dormire almeno sette ore di fila, passare intere giornate all’aperto o in uno studio a dipingere (!!!). Anche per questo, sarebbe oltremodo ingiusto, oltre che impossibile, non prenderla in braccio e porgerle il seno quando, educatamente, ve lo chiede.
Un altro mondo dove un grande Re di quasi nove anni non impazzisce di gelosia, ma continua ad essere educato, geniale ed adorabile come sempre. Con voi è persino comprensivo, si fa un po’ da parte, vi lascia  il tempo e lo spazio per prendervi cura della sua sorellina, eppure vi  guarda ancora con gli occhi dell’amore, e non è poco considerando che alla vostra poppa c’è attaccato qualcun altro.
Un mondo dove se al mattino vi specchiate sconsolata prendendo coscienza che qualsiasi indumento decidiate di indossare sembrerete comunque un sacco sfatto, il vostro compagno vi abbraccerà e vi sbaciucchhierà dicendovi che siete bellissima. Voi sapete benissimo che l'unica a non esserlo, in quella casa, siete voi e questo dona alla bugia un sapore particolarmente dolce.
E’ il mondo di Matilde, Elia e Theo.
In quel mondo c'abito io.

lalla

venerdì 6 giugno 2014

gemelli diversi?

Di solito non metto foto su questo blog... avrei tanto voluto farle un ritratto, ho così voglia di dipingere che mi pizzicano le mani!
Ma qui il ristorante è sempre aperto e la piccola cliente ne approfitta "a richiesta" (che significa: continuamente). Pazienza.

Elia come Johnny Stecchino insiste nel dire: "non me somigghia pe' niente". 
Che dite, sono io ad essere visionaria?
Per chi avesse dei dubbi (legittimi) quello in alto è sempre il Re dei sugolini, quella in basso la piccola fata. Nell'ultima foto sono finalmente insieme.


lalla

martedì 3 giugno 2014

la mia piccola appestata sa farsi amare

Mentre aspettavo Matilde ero molto preoccupata di cosa sarebbe successo a Elia.
Mi immaginavo che per la gelosia sarebbe andato fuori di testa, che non sarebbe stato in grado di assorbire questo cambiamento.
Forse non è proprio vero, forse mi preoccupavo di più di non essere io in grado di assorbire questo cambiamento, di non saper presentare nel modo giusto Matilde ad Elia, di non sapere come fargliela conoscere e amare, di non poter far sentire speciale e unico ciascuno dei miei figli, anche se in coppia.
Per due motivi mi sbagliavo.
Primo, perchè il piccolo Re è sempre meglio di come io possa aspettarmi, e io sono una che si aspetta parecchio.
Secondo, perchè non era solo compito mio affrontare questa situazione e anche Matilde è già meglio di come io potessi aspettarmi. Diciamo che a Matilde ed Elia stanno pensando Matilde ed Elia, io devo solo starmene buona buona da una parte a guardare.
Il loro primo incontro è avvenuto nel reparto di neonatologia. Lei era nell'incubatrice, completamente nuda, con un ago nel braccio, un tubicino nel naso e un sensore al piede. Lui non poteva entrare nella zona asettica, è rimasto al di là di un vetro, nel corridoio, e io gli ho indicato la sorellina. Non potrò mai dimenticare il suo viso, il modo in cui si è illuminato, il sorriso aperto, l'emozione sincera "E' bellissima". Elia è un bambino senza malizia, un puro. Se qualcosa non gli torna, te lo dice senza filtri, ma se invece dice "bellissima" significa che pensa "bellissima" e se sorride è perchè è felice.
Mi ha così sorpreso, lui che a mio parere ignorava persino l'esistenza dei bimbi minori di tre anni, così ho deciso di farmi da parte. In questo mese non l'ho mai forzato con frasi del tipo "dai un bacino alla sorellina". Lascio che ogni moto di interesse, di dolcezza, o anche di stizza, nasca spontaneo. Per adesso funziona.
Matilde fa la sua parte così bene che ho il sospetto che ci sia della premeditazione.
La mia piccola fata è nata identica al padre, perchè anche lui era uno da far innamorare, e quel giorno, nell'incubatrice, era bellissima e indifesa, suo fratello non avrebbe mai potuto provare sensazioni diverse dalla tenerezza. In seguito, ha iniziato un processo di "eliizzazione", somigliando al piccolo Re ogni giorno di più, deve aver pensato che anche io fossi una da far innamorare. La somiglianza è diventata tanto impressionante al punto di farmi credere di aver partorito due gemelli a nove anni di distanza! Non è tutto, il giorno del suo primo complemese ha davvero esagerato: a colazione ha guardato Elia negli occhi e poi gli ha sorriso, anzi, gli ha riso sonoramente in faccia. E lui si è strutto di nuovo, rigonfio d'orgoglio "mi ha riconosciuto, ha sorriso davvero per la prima volta proprio a me!".
Brava Matilde! Esiste un'altissima probabilità che quello non fosse un sorriso vero e che tu non abbia riconosciuto proprio nessuno, ma dovranno spellarmi viva prima che io ammetta una cosa del genere.
E infine, mia piccola fata, hai perfino capito di essere troppo bella, tutti quei parenti che non facevano altro che farti regali e complimenti, devi aver pensato che a Elia potesse dar fastidio... così da tre giorni ti sei ricoperta di bolle, prima le orecchie, timidamente, poi le guance, infine tutto il collo fino al seno.
"Hai visto Elia che ora Matilde sembra un rospetto?" E lui, baciandola sulle pustole,"Ma no, Mamma, è sempre bella, è come se avesse le lentiggini". Finchè dura...
All'ospedale la dottoressa ha detto che stai smaltendo gli ormoni assunti in gravidanza attraverso la placenta e ci vorrà circa un mesetto (forse le dieci confezioni di progesterone che mi sono sorbita sono un po' pesantine da buttar giù...). Ho scherzato "quindi dottoressa non devo preoccuparmi, la diagnosi è solo bruttezza per 1 mese"
"Ma che dice Signora? E' una bambina bellissima".
Non lo dica a voce alta dottoressa, lo so che questa piccola appestata è bellissima, ed è anche furba, sa già come farsi amare.


lalla

lunedì 12 maggio 2014

benvenuta Principessa dell'isola dei sugolini!

Matilde è nata il 30 aprile.
Siamo tornate a casa solo sabato perchè è stata ricoverata in terapia post-intensiva per 11 giorni. 
Adesso proverò a scrivere qualcosa su quello che successo, cercando di ricordare ciò che è andato storto.
Non so se ho davvero voglia di parlarne, l'importante è che Matilde, come dice il suo nome "diventa forte durante le avversità", ha combattuto la sua prima battaglia e l'ha vinta.
Quando, in questi anni, ho manifestato le mie paure di affrontare una nuova gravidanza, 100 volte 100 persone diverse mi hanno fatto sentire una sciocca rispondendomi: "Tutto quello che ti è successo in passato non significa niente, sbagli a pensarci ancora, stai tranquilla, ogni gravidanza è diversa dalle altre".
E' vero, ogni gravidanza per me è stata diversa, ognuna, a suo modo, è stata peggiore.
Questa, alla faccia del "stai tranquilla", è stata particolarmente dura dal punto di vista psicologico: una volta superato lo spauracchio delle indagini genetiche sono cominciate le contrazioni  e la paura di un parto pretermine. Verso la fine ero riuscita a rilassarmi e si è sfiorata la tragedia.
Il 29 aprile, alle 8.30, mi si sono rotte le acque, Matilde sarebbe dovuta nascere in quella data, per altro catartica: io e Theo ci siamo sposati il 29/06/2002, Elia è nato il 29/07/2005, la gravidanza di Emma si è interrotta il 29/07/2009.
E' successo al supermercato, non è stato il classico sciacquone che mi avevano raccontato, una cosa più graduale e nella mia testa ha cominciato a riecheggiare la frase "non essere sciocca: stai tranquilla", così, per prima cosa, ho finito di fare la spesa, poi, piano piano, con la sensazione del liquido caldo che mi bagnava le cosce, mi sono trascinata a casa, quindi io e Theo abbiamo preso la valigia e siamo andati all'ospedale.
I sintomi erano chiarissimi: gravidanza a termine, contrazioni irregolari, continue perdite di liquido trasparente. Chiarissima la diagnosi: rottura del sacco. E con il tampone positivo allo streptococco era chiarissimo anche ciò he andava fatto: indurre al più presto il travaglio. Poi l'ostetrica mi ha fatto uno stik, incredibilmente è risultato negativo. Non ci poteva credere neanche lei, nuova diagnosi della Dottoressa di turno: niente rottura delle acque, solo un'abbondante "idrorrea" (?), "stia pure tranquilla e se ne torni a casa".
Nei giorni seguenti al parto ho pensato che tutta questa storia fosse stata colpa mia, non è solo una questione di ormoni, qualche volta lo penso anche adesso. E' stata colpa mia aver creduto alla dottoressa che mi ha rimandato a casa dal pronto soccorso, che mi ha fatto sentire piccola piccola, una sciocca che aveva scambiato una "idrorrea" (?) per la rottura del sacco amniotico. Colpa mia, che per non passare da pazza visonaria, da quella troppo apprensiva e rompipalle, ho chinato il capo e sono tornata via dall'ospedale con la coda tra le gambe. Colpa mia, che così facendo, ho lasciato che quasi me la facessero morire... perchè il sacco era rotto, perchè durante le 12 ore seguenti Matilde ha contratto una gravissima infezione che l'ha quasi spedita all'altro mondo prima ancora di mettere un solo piedino su questo. Colpa mia, perchè quando in ballo c'è la vita di un figlio vale sempre la pena passare da rompipalle e pazza visonaria.
Per fortuna la sera mi sono rinsavita, ho messo da parte ogni briciolo di orgoglio e, per niente "tranquilla", sono tornata nello stesso ospedale. La situazione era già precipitata, il nuovo dottore che mi ha visitato ha confermato la rottura del sacco da più di 12 ore e ha insistito per indurre immediatamente il parto, aggiungendo: "Mi dispiace per la diagnosi sbagliata che le hanno fatto Signora, tornando stasera ha salvato la vita a sua figlia". Questo spero che basti a farmi perdonare da me stessa e da te, amore mio: ho fatto un grosso sbaglio, ma alla fine ti ho salvato la vita. 
Appena nata, me l'hanno portata via. Ci sono abituata, mi portarono via anche Elia, quella volta ero io a rischiare di morire e, potendo scegliere, avrei preferito che fosse stato così anche questa volta, ma è proprio vero: "ogni gravidanza è diversa dalle altre".
Nei tre giorni seguenti l'ho guardata dormire all'interno di un'incubatrice, piena di tubicini, sembrava una bambola, non una bambina. 

E poi, finalmente, è uscita da quella campana di vetro.
Da quando me l'hanno messa tra le braccia mi è sembrata troppo bella per essere vera. Ancora adesso non mi capacito che sia reale, che sia mia figlia, non posso aver generato io tanta meraviglia. E' più probabile che l'abbia portata la cicogna o sia nata sotto un cavolo.
E' una fata questa bambina, credetemi.
Benvenuta Principessa dell'isola dei sugolini!

lalla

venerdì 28 marzo 2014

ho vinto una stupida maratona

Due anni fa, dopo molti di silenzio, è stato bandito un nuovo Concorso Docenti Nazionale (non è che i posti esistessero davvero, più che altro si trattava di uno spot politico dell’allora Ministro: “Il nuovo concorso premierà i giovani pronti ad arrichire la scuola italiana con una dimensione europea dell’insegnamento, abili nell’uso delle nuove tecnologie e in una lingua straniera, tutto sarà svolto all’insegna della trasparenza e dell'efficienza e durerà meno di un anno”.
(A dire il vero è durato molto più di lui e non è ancora finito).

Io non sono più così giovane e non parlavo una parola di ingelse, ma ho comunque deciso di partecipare.
Devo ammettere che lo spirito con cui mi sono iscritta non differiva molto da quello di quei cinquantenni un po’ patetici, con poca pancetta e tanta paura di invecchiare, che si iscrivono alla maratona per dimostrare al mondo e a se stessi che, sotto un bello strato di polvere, c'è ancora un po' di smalto.
Quando qualcuno veniva a sapere che in Toscana ci saremmo contesi 8 posti (virtuali) tra circa 1000 partecipanti, mi chiedeva: “ma che ti sei iscritta a fare a questo concorso?”
“Per vincerlo!” Immancabilmente l’interlocutore alzava il sopracciglio e mi guardava un po’ strano...
Cos’è? Non è “politically correct” dire la verità? Perchè ci si deve prendere in giro? Che si sono iscritti a fare gli altri 999, per perderlo?

Le carte in tavola sono totalmente cambiate 8 mesi fa, quando a sorpresa è inziata un’altra avventura, non una patetica maratona per dimostrare a me stessa e agli altri chissà chè, una cosa seria dove in gioco non c’era solo il mio stupido orgoglio, ma la mia vita e quella di tutte le persone che amo.
E allora gareggiare è diventato davvero difficile, perchè la mia piccola Principessa ha iniziato a diventare ogni giorno più reale, ad abitare il mio corpo e soprattutto ad ossessionare la mia mente. Ha sgomitato prepotentemente e ha scavalcato tutto il resto.
Alla fine è salita lassù, nel posto più in alto, accanto al piccolo Re.
Che fatica non far rotolare l’interesse per questa farsa di concorso sotto i piedi....
e la gestione del Miur dell’intera faccenda non è che mi desse una mano, lunghe attese di mesi tra una prova e l’altra senza sapere niente, pause, defezioni dei membri della commissione, il caos totale, alla faccia dell’efficenza...

poi, alla fine, un mesetto fa sono stata convocata per sostenere l’orale a Pistoia.
Ho fatto un po’ di conti, sarei stata incinta di 8 mesi, vabbè, i rischi legati ad un parto prematuro ormai erano scongiurati, semmai sarebbe nata pistoiese!
La strizza di essere giudicata ha fatto il resto, ha combattuto contro le tonnellate di progesterone che impastavano la mia mente e mi ha dato quel tanto di forza necessaria per la praparazione finale (su leggi/definizioni/inglese).
Il problema è che insegno da 10 anni e da 10 anni valuto i miei studenti. E se mi evessero giudicato mediocre, che fine avrebbe fatto la mia credibilità? Chi me lo dava il diritto di continuare a dire ad altri cosa è giusto (scolasticamente parlando) o cosa è sbagliato?
Pochi giorni prima un amico è stato a vedere i primi orali: “Non preoccuparti, cominci con una presentazione in power-point di 30’, poi ti fanno sedere e ti interrogano su St.Arte, Disegno, Legislazione, Informatica, Inglese... sembra un esame di maturità”
“Ma cos’è? Il classico incubo ricorrente di dover rifare l’esame di maturità dopo 20 anni?”.
Che orrore! Che paura terribile ho avuto all’esame di maturità! Ricordo ancora la sensazione che tutta la mia esistenza fosse arrivata ad un momento catartico, che tutto stesse per essere deciso...
Che sciocca! Qualcosa per fortuna è cambiato, sono andata all’orale molto più rilassata, la mia vita va ben oltre il giudizio di una commisisone esaminatrice, ho cose più importanti a cui pensare!
E adesso che ricordo meglio, 20 anni fa feci un bellissimo orale, perfino divertente, quasi un colloquio tra pari, non un'interrogazione, alla fine mi strinsero la mano... lo stesso è accaduto due giorni fa.
Che potessi imbastire una bella lezione e un’orale brillante di Storia dell’Arte e Geometria Descrittiva me lo aspettavo, ma la cosa più stupefacente è il miracolo che si è verificato: ho parlato in inglese ad un livello B2! (l’esaminatrice mi ha fatto i complimenti) Questo, devo ammetterlo, non me l'aspettavo proprio e mi ha fatto gonfiare d’orgoglio come un pallone aereostatico.
Ho combattuto con l’inglese tutta la vita, l’ho ostentatamente disprezzato, l’ho clinicamente evitato, l’ho volutamente dimenticato... 
e adesso, arrugginita e vecchiotta come sono, con la sola forza della volontà ed in soli due anni ce l’ho fatta a sbloccarmi, a colmare una vita di rifuto. Me la cavo a mala pena, per carità, ma per me è comunque una conquista enorme!
Non conosco ancora la classifica finale, ma non importa, sono uscita da quell’aula allegra come una rondine di primavera e leggera come una piuma, felice di aver vinto la mia stupida maratona e finalmente libera di lasciar posto nella mia testa solo al mio piccolo Re e alla mia dolce Principessa.
Ci conosceremo presto piccola mia, lo so che “gli esami non finiscono mai”, ma non ho intenzione di fare altre esperienze del genere nella vita, un giorno potrò raccontarti che l’ultima volta con me c’eri anche tu.

Lalla

P.S. Adesso, come da copione, a settembre mi toccerà rifiutare un posto a Massa Carrara...

giovedì 6 marzo 2014

ultime di Carnevale

Elia odia il calcio e pure giocarci, il perchè non s’è mai capito del tutto.
Forse il calcio piace troppo a BabboTheo? Ma non funziona così per i fumetti che sono la sua vita e che anche Elia adora...
Forse il calcio fa schifissimo a me? Ma non funziona così per i gatti che io adoro e che Elia cordialmente detesta...
più probabilmente ad Elia non piace giocare a calcio perché ha paura di farsi male...
Domenica 23 febbraio, ore 15.30, Elia e Theo inforcano le loro bici, mi salutano allegramente e si dirigono in una grande palestra per la festa di compleannno di un compagno di classe.
Ogni tanto messaggio Theo su WhatsApp: “come va? Si diverte?” “Si, sono sudati fradici, provano tutti gli sport”... verso le 19.00 comincio a sorprendermi di non vederli rientrare, nuovo messaggio: “E’ buio, che fate? Non è ancora stanco?” “Giocano a bandierina, non riusciamo a sganciarci”...ma...
Ore 19.30, tutti si stanno rivestendo, un amico propone l’ulimo rigore, Elia, completamente ottenebrato dall’adrenalina, si offre come portiere, il super bomber tira... e l’eroico portierino para! Evviva, penserete, si è spezzato per sempre il suo pregiudizio sul calcio!
NO, si è spezzato il radio del braccio sinistro, ed Elia è mancino, ovviamente...
non se la meritava proprio questa fregatura, pochi giorni prima aveva anche conquistato una pagella da urlo... le maestre sono innamorate di lui come tutti noi. Non c’è al mondo nessuno capace di resistere al fascino del piccolo Re.
E quando sta male è perfino più amabile, dopo il trauma, all’ospedale, non si è lamentato e non ha pianto, solo una lacrima e un velo di tristezza al momento di andare a letto, quando si è reso conto che non avrebbe potuto correre alla festa di carnevale indossando il suo meraviglioso vestito da “Sonic the hedgehog”. Ma alla fine, con un po’ di spirito, ha fatto anche quello...
 

Lunedì 3 marzo abbiamo fatto la 3° ecografia di II livello. In realtà è da quando ho superato le 30 settimane che mi sento piuttosto serena e tranquilla, ma devo ammettere che mentre la Dottoressa ispezionava l’encefalo per l’ultima volta in evidente ricerca di magagne, brividi gelidi mi attraversavano la schiena. Non c’era motivo perchè la mia Principessa è perfetta, perfetta, perfetta!!! In quella testolina pelosa c’è già una mente capace di pensare, una mente che diventerà grande e meravigliosa come quella del piccolo Re.
La dottoressa ci ha visto particolarmente emozionati e alla fine di tutti i controlli “seri” ci ha regalato qualche visione 3D, del tutto inutile a livello medico, ma molto gratificante sul piano umano. La piccina stava giocando con le manine davanti al mento, ha la bocca carnosa e un bel nasotto da pugile schiacciato contro le pareti dell’utero... è stupenda!
Sono davvero molto felice e so che da adesso tutto andrà bene:
1)Il braccio di Elia si riattaccherà alla perfezione senza ulteriori sofferenze.
2)La nostra piccola Principessa nascerà sana come un pesce, irromperà in casa a distruggere tutti i nostri equilibri, a toglierci sonno e tranquillità, a scomporre e ricomporre la nostra famiglia rendendola ancora più bella di prima!
3)Io dovrò partorirla... ok, non è detto che sia una passeggiata di salute, con Elia non lo è stata affatto... questa incredibile foto dei miei genitori in attesa da circa 8 ore che uscissi dalla sala parto, viva o morta, mi intenerisce per due motivi: primo, il mio Babbo sfodera ancora con una certa spavalderia il suo mitologico pancione, secondo, l'immagine dice tutto sullo stato di disperazione vera in cui solo una madre può precipitare.
Scusa Mamma, perdonami per averti rimesso ancora una volta in questa situazione, ma te lo ripeto e ci credo davvero: da adesso tutto andrà bene!


lalla


P.S. Quasi dimenticavo, martedì 25 febbraio sono uscite le convocazioni del Concorsone, dovrò sostenere la prova orale il 26 marzo comodamente a Pistoia. E' da Natale che praticamente non risalgo in auto e sarò di otto mesi... vabbè, semmai nascerà pistoiese! Sinceramente, come andrà l’esame io non lo so e dalle tre righe dedicate all’argomento si evince il mio reale coinvolgimento. Mettetevi nei miei panni, allo stato dei fatti, questa è certamente la variabile della mia vita meno interessante...

domenica 19 gennaio 2014

ognuno ha il corpo che si merita

Caro corpo, 
non mi rendi la vita molto facile, lo sai
Per certi versi, e in certi momenti, hai fatto anche bene, mi hai costretto a qualche rinuncia e mi hai insegnato a vivere con i miei limiti. Tante piccole lezioni per mettere bene in fila le priorità nella vita.
Vuoi evitare di cascare svenuta e romperti il cranio ogni volta che la temperatura supera i 30° causa ipotensione ortostatica? D'estate devi bere di più, bagnarti la testa continuamente, distenderti per terra al primo capogiro anche se stai camminando su un marciapiede cosparso di cacche di cane... e io, che odio le cacche di cane, l'ho fatto e senza vergognarmi neanche tanto.
Vuoi passare i tuoi pomeriggi senza contorgerti dal dolore allo stomaco causa esofagite da reflusso? Devi rinuciare da qui all'eternità a caffè, spezie, pomodori, arance, bibite gassate... e io, che adoro le arance e anche il caffè, l'ho fatto e senza smettere di alzarmi all'alba.
Vuoi vivere senza coliche al fegato causa sofferenza epatica cronica? Devi rinuciare a tutti i sapori sfiziosi  e adottare in modo irreversibile una dieta ospedaliero/insipida senza grassi saturi e nessun tipo di alcolico... e io, golosissima buon gustaia, l'ho fatto e senza rimpiangere troppo i manicaretti.
Vuoi evitare di perdere il tuo bambino causa incontinenza uterina? Devi stare distesa come una mummia per tre mesi, imbottirti di velenosissimo Adalat e sperare... e io l'ho fatto. Lo sai che l'ho fatto, senza un lamento, senza un rimorso, senza paura. La gravidanza del piccolo Re ci è quasi costata la vita, l'allettamento e i medicinali ci hanno debilitato irreversibilmente, durante il parto
, povero corpo, sei stato letteralmente martoriato, hai perso 2 litri di sangue, ci hanno ripreso per i capelli (e meno male che li portavo già lunghi).
Non ti sto rimproverando, hai fatto del tuo meglio, alla fine la gravidanza di Elia è stata un seccesso e io ti ringrazio.
E', appunto, solo una questione di priorità.
Però, io questa volta una gravidanza fisiologica credevo di meritarmela.
Caro corpo, ho capito la lezione, non c'era bisogno di farmi venire le contrazioni al quinto mese di gravidanza anche questa volta...
io razionalmente non lo volevo un altro figlio, lo sai, avevo troppo paura, mi ci hai portato tu qui con i tuoi ormoni... ho mantenuto le distanze il più a lungo possibile, giusto due mesi a dire il vero, dopo di che come si fa a non innamorarsi e a non perdere la testa?
Dal 21 dicembre vivo quasi reclusa, praticamente in orizzontale e imbottita di pasticche, non importa, va bene così, lei scalcia e a ogni sussulto mi spedisce in paradiso, poi arriva una contrazione a riportarmi sulla terra.
Va bene, ho capito, ma non credere corpo che ti lascerò fare quello che vuoi della mia vita. Se dovrò legarmi il collo dell'utero con lo spago da polli e stare appesa a testa in giù come un prosciutto, io lo farò, se dovrò farmi sventrare come un coniglio al macello per farla venire alla luce, io lo farò.
Alla fine di tutto questo alzerò la mia testa vittoriosa e raccatterò tutti i pezzi di quello che resta di te. Ti rimetterò in forma, andiamo anche in palestra se vuoi (e lo sai quanto io la odi) perchè te lo devo, perchè non ce l'ho con te.
Mi hai portato fino a qui, mi dai la possibilità di vivere la mia vita, hai costruito Elia, cellula per cellula, e adesso stai facendo lo stesso con la mia splendida principessa.
Caro corpo, è l'ultima volta che ti chiedo uno sforzo così grande, dammi una mano e te ne sarò grata per sempre.
Se rovini tutto, non ti perdonerò mai.

lalla 


P.S. le ore orizzontali sembrano eterne, studiare è difficilissimo, questa settimana mi ha fatto compagnia anche un bel virus gastrointestinale... venerdì ho gettato i libri lontani da me e mi son concessa un po' di pace. E' stato fin troppo semplice immaginare Sofia con i capelli neri come l'ebano, le labbra rosse come il sangue e la carnagione bianca come la neve...

 "Biancaneve", matite colorate su carta cotone. Dalla serie "bambini eroi e bambine principesse".