tag:blogger.com,1999:blog-41784496985998893782024-03-17T15:35:52.674+00:00il Re dei Sugolinisull'arte, la pittura, la ceramica e il restolalla ilaria.gonnelli12@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/13167849010862103346noreply@blogger.comBlogger254125tag:blogger.com,1999:blog-4178449698599889378.post-25413842449111435672024-03-17T09:44:00.009+00:002024-03-17T15:35:20.998+00:00tutto quello che verrà<p></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Tutte le età sono belle, ma al di là dei luoghi comuni e dei
punti di vista politicamente corretti: ce ne sono alcune più belle di altre.</span></div><span style="font-family: inherit;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Ne esiste una, oserei dire, "perfetta" in cui si è ancora abbastanza piccole dal credere
che il mondo sia composto di persone gentili e rispettose e che tutto andrà sempre
bene. Un’età in cui prevalgono curiosità e speranza, non timore. E dove si è già
abbastanza grandi per aver capito cosa ci piace ed aver elaborato sogni
complessi. Un’età che purtroppo, incaute, desideriamo abbandonare perché smaniose
di crescere convinte come siamo che il futuro non potrà altro che darci la
possibilità di realizzarli.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Quindi, un’età destinata a durare pochissimo e a scontrarsi con gli imminenti cambiamenti
fisici, chimici e mentali dell’adolescenza; per alcune tanto violenti dal
mettere in discussione tutto.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">In ogni caso, anche l’età del sentirsi inadeguata e strana, passerà.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Arriverà quella adulta in cui si intraprendono avventure, si imbastiscono
progetti e si costruiscono cose, le occupazioni, il grande amore, i rapporti
umani, la propria casa e magari si lavora ancora incessantemente per inseguire gli
stessi sogni, quelli che avevamo immaginato nell’età perfetta. Magari solo un
po’ rivisti e più concreti.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Poi arriverà l’età delle scoperte, dove i rapporti umani si rivelano quasi
sempre rapporti di comodo, dove tante persone del mondo mostreranno la loro
vera faccia di egoismo e indifferenza. Dove ce ne saranno alcune che tenteranno
solo di sfruttarci e poi distruggerci, noi e i nostri sogni.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">La disillusione rischierà di schiacciarti, ma invece no, andrà bene comunque
perché come tutte le età anche quella passerà.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Arriverà l’età della maturità e della consapevolezza, quella in cui ti renderai
conto che, se hai agito con impegno, coraggio, gentilezza e onestà, niente sarà
stato inutile e che in fondo non hai perso i tuoi sogni. Sono ancora lì
con te, a portata di mano. Forse non sono proprio gli stessi che avevi a dieci
anni, ma a dire il vero: neppure tu sei proprio la stessa. Magari sono cresciuti con
te, si sono evoluti e adesso sono perfino migliori.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Certo: ci vuole fortuna, non solo impegno.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Quella ti auguro, mia Piccola Fata, tanta, tantissima fortuna. La stessa che ho
avuto io e che mi ha concesso di continuare a sognare liberamente, scrivere, dipingere ed anche essere la tua mamma. Avere una figlia o un
figlio significa sdoppiare il proprio interesse, allontanarsi da sé stesse e
guardare da fuori la vita di un’altra persona, una persona più
importante di te. Diventare spettatrice oltreché attrice. Anche questo ti
auguro di provare un giorno perché è qualcosa di potentissimo, ma solo se lo
vorrai. Perché, innegabilmente, diventare madre complica le cose. Si rimane
fregate: la propria felicità non dipende più solo dalla fortuna e dall’impegno
personale, ma soprattutto dal riflesso di quella della propria prole. Potrà sembrare
poco femminista, ma che posso farci? Per me è un istinto naturale: da
quando vi ho messo al mondo le cose devono andare bene per voi e solo così sento
che stanno andando bene anche per me.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Eh, lo so, non è giusto caricare te e il Re dei Sugolini di questa
responsabilità, ma infatti tranquilla: io non ho intenzione di dirtelo. Ti
prometto che quando attraverserai età sfortunate io cercherò di rimanerti accanto
(o di spostarmi da una parte, se lo preferirai) e non verrò mai a dirti che vederti
delusa o infelice mi sta facendo soffrire. Le età di merda (alla faccia del “tutte
le età sono belle”) fanno già abbastanza schifo senza bisogno che una madre ci
metta il carico da undici. In cambio vorrei chiederti, se posso, di non
arrenderti mai, di lottare e avere fiducia. I momenti difficili, le
disillusioni peggiori: tutto passerà. Dalle cadute più rovinose ti rialzerai
più forte e io, se tu lo vorrai, sarò lì a porgerti una mano.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Non ho più dieci anni e sarei un’imbecille se ti promettessi che tutto andrà bene
proprio come vorrai, anzi, posso rivelarti in piena coscienza che non accadrà
di certo. Purtroppo, te lo confesso, un’altra cosa che una persona ansiosa come
me diventa partorendo è: "apprensiva". Su questo aspetto lavoro quotidianamente,
non voglio opprimere te ed Elia con le mie preoccupazioni e quindi adesso ti dico che con
tanto coraggio e, ribadisco, la giusta dose di culo, le cose evolveranno, si
sistemeranno e magari andranno perfino meglio di come ti eri immaginata. La
vita, scoprirai, possiede una certa ironia e sa essere molto fantasiosa.
Lasciati sorprendere, figlia mia.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Ma non scordarti mai di come sei adesso, di quello che hai provato nella tua
età perfetta, rimani amica di questa meravigliosa Piccola Fata come io lo sono
rimasta della mia piccola lalla. Questo è il segreto, sai?</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Se i miei sogni si sono avverati, si stanno avverando e so che si avvereranno
ancora, molto lo devo a lei. A quella bambina di dieci anni che ogni giorno immaginava
storie con le sue Barbie e scriveva i suoi racconti su diari segreti, che osservava
il mondo con occhi curiosi (soprattutto il mondo della sua famiglia, fatto di tante
donne) e lo disegnava con cura chiusa nella sua camera. Ancora e ancora. Quella
piccola lalla che immaginava di diventare una celebre scrittrice, un’artista
famosa e avere una figlia con le trecce. Che celebre e famosa non è diventata,
ma chissenefrega perché ha imparato, sta imparando, che l’approvazione degli
altri e il sentirsi dire “brava” non sono così fondamentali se riesci a darteli
da sola. Che, inaspettatamente, ha partorito anche un figlio adorato e, nota
bene, quella bambina con le trecce sei tu. Arrivata quando mai avrei creduto,
dopo una lunga serie di aborti e aver detto la parola “basta”. E invece, a sorpresa:
ecco la Matilde! Che culo, per l’appunto.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Ma il mio babbo, accanito giocatore di carte, alle nostre continue lamentele
sulla sua fortuna sfacciata rispondeva convinto: “Tre volte culo è classe.”</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Allora un po’ di classe ce l’ho anch’io e la stessa, credo e spero, saprai trovarla
anche tu.</span></div></span><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">lalla</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYpSvscPljinmT8KRcittJuNZRAkA4eaWxSGgjhva7qDweNn6weDG30yvvudRdiM3YOH7OD3KJf0ghOUuZxE9Mw6qhWSh9hwr0SlQyKEIMu4kWxLmSpV-zZ7swXwxDVfFj5Rbk6rydB_mof5rG6XYSatzpZyNuSxaaKocd5sYNRL78OTpuf9HedJJAwWQ/s1000/tutto-quello-che-pic.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="1000" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYpSvscPljinmT8KRcittJuNZRAkA4eaWxSGgjhva7qDweNn6weDG30yvvudRdiM3YOH7OD3KJf0ghOUuZxE9Mw6qhWSh9hwr0SlQyKEIMu4kWxLmSpV-zZ7swXwxDVfFj5Rbk6rydB_mof5rG6XYSatzpZyNuSxaaKocd5sYNRL78OTpuf9HedJJAwWQ/w400-h400/tutto-quello-che-pic.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">"Tutto quello che verrà", olio su masonite, 60x60 cm, marzo 2024</td></tr></tbody></table><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi86AMe1QZl9ddGT_Q_Icd2gKOOIDxs9WraZ3gsl-ccjcqSvmILyZIypgW5itGZ3Fq33iICk-4CjOSDnSaMVQpoQ-v8Z8ANWx2qZGSqBQya4BymLyBJpyny9eW0PujXA9QJPBPV0KjVIgf6OeOTrH6Bx1vCYk9HTNr9bu8fl6pdKn67lqPXITiS4QFtbgY/s1300/tutto-quello-che-volto-pic.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="867" data-original-width="1300" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi86AMe1QZl9ddGT_Q_Icd2gKOOIDxs9WraZ3gsl-ccjcqSvmILyZIypgW5itGZ3Fq33iICk-4CjOSDnSaMVQpoQ-v8Z8ANWx2qZGSqBQya4BymLyBJpyny9eW0PujXA9QJPBPV0KjVIgf6OeOTrH6Bx1vCYk9HTNr9bu8fl6pdKn67lqPXITiS4QFtbgY/w400-h266/tutto-quello-che-volto-pic.jpg" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQmGvLAWRleX4lSE3Wt1hFGvQAvMkgCkd3ligDWZQJijSc1fbkSn5h7pHgXOQsTnoDQWzpeCWHrZuwF_cEce-6_c7T3mr5NxNTERxSG96TwBHuH3PsNXVekHXvo0j8UbW7LatTQhbXv-dSjtUHX5fJji-IUjB_AE8RNqkmWYmj1akL20raofkZVqmcKXM/s1350/tutto-quello-che-mano-pic.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1350" data-original-width="900" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQmGvLAWRleX4lSE3Wt1hFGvQAvMkgCkd3ligDWZQJijSc1fbkSn5h7pHgXOQsTnoDQWzpeCWHrZuwF_cEce-6_c7T3mr5NxNTERxSG96TwBHuH3PsNXVekHXvo0j8UbW7LatTQhbXv-dSjtUHX5fJji-IUjB_AE8RNqkmWYmj1akL20raofkZVqmcKXM/w266-h400/tutto-quello-che-mano-pic.jpg" width="266" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnDP1blqhlVOkpsrgFTIhSxnvXPw6hhrW2qXamZmRTYBaYDrfsGE8W8Gm81lPxBE_BnG7N0VzLfedSj3ut7uplfsLOSj19oS_WFJvk1mxJw9SX1EgZBSr26jJwCZq5QPBNCXNi5Sz-7DNUj-KwJxNkRHrfF06CnR1PegWO89ttXoslf8mA1BisZjcSWjk/s1300/tutto-quello-che-mani-pic.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="957" data-original-width="1300" height="295" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnDP1blqhlVOkpsrgFTIhSxnvXPw6hhrW2qXamZmRTYBaYDrfsGE8W8Gm81lPxBE_BnG7N0VzLfedSj3ut7uplfsLOSj19oS_WFJvk1mxJw9SX1EgZBSr26jJwCZq5QPBNCXNi5Sz-7DNUj-KwJxNkRHrfF06CnR1PegWO89ttXoslf8mA1BisZjcSWjk/w400-h295/tutto-quello-che-mani-pic.jpg" width="400" /></a></div><o:p></o:p><p></p>lalla ilaria.gonnelli12@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/13167849010862103346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4178449698599889378.post-79433448081059963402024-02-17T09:41:00.001+00:002024-02-17T09:48:04.827+00:00conversazioni distopiche pre-scrutinio<span style="font-family: inherit;">Pomeriggio di febbraio in una scuola semideserta. <br />Ciondolo come gli/le altre/i insegnanti in fase digestiva e attesa semi-vegetativa che si liberi un'aula per procedere allo scrutinio.<br />Nel salone centrale e in bella vista, mi si avvicina collega eccentricamente festosa e urlante: "Ilariaaa!!!!"<br />Mi scuoto dal torpore e saluto gentilmente.<br />"Ma tu per caso stai scrivendo il tuo terzo librooo?!"<br />Un po' imbarazzata per il tono altissimo che attira l'attenzione delle/i presenti, ma grata per l'interessamento, rispondo cauta: "L'ho già pubblicato."<br />E quella, giuliva: "Posso consigliarlo a una studentessa?"<br /><i>Perché mai questa proposta? </i><br />Il mio cervello ancora mezzo in catalessi e già settato sul dovere che l'attende, fatica a cogliere immediatamente il senso della conversazione, in ogni caso: "Veramente io evito di pubblicizzare i miei libri nelle classi."<br />Gesticola con fare comprensivo: "Certo, fai bene." Poi aggiunge, quasi preoccupata: "Ma li pubblichi senza uno pseudonimo, proprio così col tuo nomeee???"<br />Quando le rispondo guardinga ammetto che il mio livello di gratitudine è drasticamente scemato: "Beh, sì, non mi sembra di aver fatto niente di male scrivendo dei libri."<br />Mi rassicura: "Ma certo... in ogni caso, lei potrebbe acquistarlo?"<br />"Come tutti... sono su Amazon," e mi informo: "Quale volevi consigliarle?" <i>Ammesso che la signorina esista davvero.</i><br />Si affretta a prendere le distanze con gesti teatrali: "Ah, non saprei proprio, io non li ho mica letti," e con fare ammiccante: "Sai, non sono il mio genere."<br /><i>OK, quindi dove vogliamo andare a parare? </i><br />La guardo muta, dandole il permesso di concludere solennemente: "Io leggo Guerra e pace."<br /><i>Perfetto.</i><br />Ora, magari la collega in questione vorrebbe solo essere gentile, è una tipa vivace, sono io a essere cattiva, ammettiamolo: il risveglio disarmonico dallo stato letargico non mi ha fatto bene. <br />Una piccola stronzissima parte di me avrebbe tanta voglia di risponderle acidamente: "Allora perché non consigli Guerra e pace alla tua studentessa?"<br />Ma per fortuna sono anche persona educata e francamente impegnata in questioni più serie, quindi recupero lucidità, ringrazio con ampio sorriso e mi dirigo a fare lo scrutinio.<br /><br />lalla</span>lalla ilaria.gonnelli12@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/13167849010862103346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4178449698599889378.post-1995577420441649302024-02-07T07:40:00.010+00:002024-02-07T07:48:35.533+00:00bellezza e(è) libertà<div class="separator" style="clear: both;"><div style="text-align: justify;">Parma, 2004.<br /><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyZ2EV5WtE1m_LV0SMrEK64KaTvDsogdqubVHqRKgMc06feQ06wtqpd63PtaqkSj4fLp-3aw6hdGKQ5KUUoSUbReHZKZ33NY7euBPnWw_cpR8YvsPkLW02rZd6ikdajL3_uS4eCzpbxwSQRApYc8zoCp_ukuCwnz6IGM8_xVXekNon7Nr1G02Pmqo2sD4/s1496/lalla-2004-cerimonia-parma.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyZ2EV5WtE1m_LV0SMrEK64KaTvDsogdqubVHqRKgMc06feQ06wtqpd63PtaqkSj4fLp-3aw6hdGKQ5KUUoSUbReHZKZ33NY7euBPnWw_cpR8YvsPkLW02rZd6ikdajL3_uS4eCzpbxwSQRApYc8zoCp_ukuCwnz6IGM8_xVXekNon7Nr1G02Pmqo2sD4/w320-h400/lalla-2004-cerimonia-parma.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ogni tanto razzolo nel pc e scovo qualche vecchia foto. Questa tutta in ghingheri davanti all'ingresso di un alberguccio emiliano inizialmente mi aveva un po' intristito. Il fatto è che, porca miseria, in questo scatto sembro Monica Bellucci al lido di Venezia! <br />Mi sono ricordata che quando ero così "in forma" era perché mi privavo del cibo per mesi e mesi cercando di essere abbastanza magra e bella per la persona che avevo accanto. Sinceramente, un po' per scherzo e molto sul serio, ha sempre tentato di non farmi sentire del tutto alla sua altezza. Mi diceva che avevo un modo di fare poco femminile, che qualche volta gli sembrava di stare con un maschio. Io non è che ci credessi davvero, ma a ripensarci, che rabbia! <br />Ok, poi ho continuato a scorrere le foto e ne ho trovate molte altre dove rido sguaiatamente con la qualunque e mi scateno in pista peggio di Bella Baxter. E allora mi è tornata l'allegria.<br /><br /></div><span style="font-family: inherit;"><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvrtZTcmJOjLRNE_A5CD98cq9BVbCQ-OFcP1lFLNddQEo5B2NYzKClxA2UymW2U36Jz5R-Jd3BWVl_FR4Cic4k3rk1qhqbLokOjz4XWuWNru1H2EEVyY36-Q5f3CCjW8uQ-gE78vMvl00Uco6GLLrP1f_1UphLmrYmhx55T4bEbFqQNyYqXovtY-inLFk/s1039/IMG_6810b.jpg" style="background-color: #fbf8df; font-family: inherit; margin-left: 1em; margin-right: 1em; white-space-collapse: preserve;"><img border="0" data-original-height="1039" data-original-width="832" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvrtZTcmJOjLRNE_A5CD98cq9BVbCQ-OFcP1lFLNddQEo5B2NYzKClxA2UymW2U36Jz5R-Jd3BWVl_FR4Cic4k3rk1qhqbLokOjz4XWuWNru1H2EEVyY36-Q5f3CCjW8uQ-gE78vMvl00Uco6GLLrP1f_1UphLmrYmhx55T4bEbFqQNyYqXovtY-inLFk/w320-h400/IMG_6810b.jpg" width="320" /></a></div></span><div style="text-align: justify;"><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjL75IXB4PbIP1K4qtq2VIIQelT9yJJZIoS_eUMsxrgUkoM5yGw1_lq8-Wlxu-Ak2ZZJaenPbYD0XYiJpmI_w14BFlcE8ZsolRWr2cQBPtPZo375r_Abpq8VzW7fxT2We_KNWB4GnJsQYonEjQzd775a7-SYMU-vC0mDH2YYajkRZjtvebnC8kacBJuCuA/s879/IMG_6832bbq.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjL75IXB4PbIP1K4qtq2VIIQelT9yJJZIoS_eUMsxrgUkoM5yGw1_lq8-Wlxu-Ak2ZZJaenPbYD0XYiJpmI_w14BFlcE8ZsolRWr2cQBPtPZo375r_Abpq8VzW7fxT2We_KNWB4GnJsQYonEjQzd775a7-SYMU-vC0mDH2YYajkRZjtvebnC8kacBJuCuA/w320-h320/IMG_6832bbq.jpg" /></a></div><br />Ricordo bene anche le gomitate che mi tirava sotto il tavolo quando secondo lui alzavo troppo il tono della voce o chiacchieravo a vanvera. La sua supponenza nei confronti della mia pittura e del mio modo di scrivere. Tanti sforzi inutili per sottomettere e imprigionare me che probabilmente hanno finito per frustrare lui. In fondo non gli ho mai dato troppa retta, la mia natura, solo all'apparenza mite, è profondamente disubbidiente e libera. <br />E la dieta dimagrante l'ho fatta anche prima di lui (perché è soprattutto la società a farti sentire inadeguata) e l'ho rifatta pure dopo, sia chiaro, dovrei rifarla anche adesso, ma per questioni di benessere e salute va bene, non per inseguire un merdoso standard imposto da qualcun altro.</div></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">lalla</div>lalla ilaria.gonnelli12@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/13167849010862103346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4178449698599889378.post-71634336569077027852024-02-02T18:45:00.014+00:002024-02-03T14:39:55.949+00:00torna quando vuoi<p><span style="font-family: inherit;">Che cosa strana l’inconscio, non trovi?<br />Nel mio caso spesso e volentieri lavora contro di me sostenendo simpatici sensi di colpa
e immancabili ansie da prestazione; stanotte pareva dello stesso avviso. Invece.<br />Come sai in questo periodo siamo di scrutini, quelli del primo quadrimestre e io
potrei concedermi di dormire se non fosse che ci sono già in ballo decisioni
importanti come la composizione delle commissioni (i miei studenti e le mie
studentesse mi fanno una corte spietata perché li porti all’esame, ma quest’anno,
non so se lo sai, anche tuo nipote Elia deve sostenere la maturità nella mia
scuola; diciamo che la situazione è più complicata del solito e dovunque mi volti
rischio di far danni e scontentare qualcuno). Tanti, tanti pensieri. A metà
nottata mi sono ritrovata con l’occhio pallato. I miei intorcinamenti cerebrali,
ti confesso, non ti riguardavano (ero così presa dai miei doveri di insegnante
e di mamma che mi stavo scordando quelli di figlia). <br />Ma per fortuna dopo un po’ mi
sono addormentata di nuovo e ho iniziato a sognare: un gruppo di persone
allegre, tipo quasi a braccetto, chi fossero non mi interessa, ma a due metri
da me e un po’ spostato sulla sinistra c’eri tu. Tu ancora vigoroso e forte, ma
non troppo in sovrappeso. Neanche troppo imbiancato, diciamo un tu cinquantenne, praticamente mio coetaneo.<br />Ti ho riconosciuto e mi sono sentita fortunatissima di poterti
incontrare di nuovo: “Che bello che sei venuto, era tanto tempo che non lo
facevi.” Anche tu mi hai riconosciuto e mi hai sorriso. Sapevo che era un sogno e sapevo anche che avevamo poco tempo a
disposizione così ti sono venuta subito incontro e ti ho abbracciato. Ho percepito fisicamente il nostro contatto (ed è strano, nei sogni di solito vedo
ciò che succede “da fuori” e non riesco ad utilizzare davvero i sensi). Invece
ho sentito la solidità del tuo corpo e, deliziosa, la tua barba sulla mia guancia.
Come allora, forse un pochino più dura di allora perché in effetti la tua era
molto soffice, ma l’ho sentita. Chiaramente. Ho fatto bene ad abbracciarti, è stata
una sensazione bellissima. Ma è durata solo un attimo, poi mi sono svegliata. <br />Se
avessimo avuto ancora un po’ di tempo, magari anche solo una frazione di secondo,
che nel sogno si sarebbe dilatata, avrei potuto raccontarti tante cose su di
noi e su quello che facciamo. Rassicurarti sul fatto che stiamo tutti bene e ricordarti
che devi aver fatto qualcosa di davvero buono se ancora oggi, dopo otto anni,
ti portiamo con noi. Forse avrei potuto utilizzare quel poco tempo che avevamo
per confessarti che la mamma ti guarda ancora con lo stesso sguardo, so che ti
avrebbe fatto piacere perché sei sempre stato un inguaribile romantico. Invece
no, non ho potuto fare a meno di essere egoista: avevo tanto bisogno dal tuo
abbraccio e me lo sono preso. Mi ha riempito di soddisfazione, ha sciolto
ogni nervosismo e tensione, ha riportato la mia mente alle cose belle e giuste.
È stato un dolcissimo modo di passare la giornata ogni tanto toccarmi la guancia
e ricordare quella carezza ispida. Grazie.<br />Grazie di essermi venuto a trovare proprio per
il tuo compleanno. </span><span style="font-family: inherit;">Caro babbo, torna quando vuoi.</span></p><p><span style="font-family: inherit;"><br />lalla</span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1Xv4fUZtL4xqQOJRl1OZ_oyxXP28JSZR_b2jj71dNnBwmbrlukddLjHfhQuveBVVmakUQfzBzh_ZfchOTQM498g4c3msSCjDYn2enJX0nATvNr7x1eqzCLYdwiFsi6SdJHrZ_QmGVKZoS53F054wC5lWmI5z6uET_DiAe8msgVlIAjTDA95xebkzU56E/s2648/lucia-e-beppe5.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2095" data-original-width="2648" height="316" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1Xv4fUZtL4xqQOJRl1OZ_oyxXP28JSZR_b2jj71dNnBwmbrlukddLjHfhQuveBVVmakUQfzBzh_ZfchOTQM498g4c3msSCjDYn2enJX0nATvNr7x1eqzCLYdwiFsi6SdJHrZ_QmGVKZoS53F054wC5lWmI5z6uET_DiAe8msgVlIAjTDA95xebkzU56E/w400-h316/lucia-e-beppe5.jpg" width="400" /></a></div><br /><span style="font-family: inherit;"><br /></span><p></p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>lalla ilaria.gonnelli12@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/13167849010862103346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4178449698599889378.post-58184101602501411352023-11-04T19:39:00.007+00:002023-11-05T09:52:08.589+00:00Madre Natura<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Mentre dipingevo provavo così tante cose. Avrei dovuto dirvele allora, ma in fondo è proprio quello che stavo cercando di fare con i colori. Adesso forse no, forse è diventato superfluo. E mi fa fatica per una questione di principio e cioè la presunzione di pensare che questo mio quadro possa parlare da solo. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Da molti giorni lo guardo e in effetti a me parla. </span></div><div><span style="font-family: inherit;">Ma forse a voi no e allora magari potrei darvi qualche suggerimento, così tanto per capire dove andare a parare, tanto per portavi sulla mia stessa lunghezza d'onda, ma poi basta. Che una volta finite, le immagini diventano di chi le guarda e che ognuno si lasci dire da loro ciò che vuole. Anche niente, se gli garba il mutismo.</span><div><span style="font-family: inherit;">In ogni caso, ora ci provo.</span></div><div><span style="font-family: inherit;">Come molti dei mei lavori, anche questo ha a che fare con la Bellezza.</span></div><div><span style="font-family: inherit;">Ha a che fare con la bellezza dell'unicità e della verità. La mia verità, la nostra. Quella di tutte noi.<br />Ha a che fare con la bellezza dei miei affetti reali e per questo ho chiesto a mia sorella Silvia di posare per me.</span></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfZOs1WXSx9w_Yq-SQWWG7Jd2Jxc1ySscSFjoieMCc7EIrASXZdDRNmWuJkQP10HXgBvMF7xLqGgXPSA2Fizer1kMV6-vTnn7W9twWevyHFpBCEr1EFJE-RoE274X59oi8PM6O5OK3-CZqJqC1n_ToZ-B-MBDoSJE8PbNSHQtmrWVlaoY2j3njzEcyze0/s1500/Madre%20natura%20melograna%20-pic.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="1047" data-original-width="1500" height="279" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfZOs1WXSx9w_Yq-SQWWG7Jd2Jxc1ySscSFjoieMCc7EIrASXZdDRNmWuJkQP10HXgBvMF7xLqGgXPSA2Fizer1kMV6-vTnn7W9twWevyHFpBCEr1EFJE-RoE274X59oi8PM6O5OK3-CZqJqC1n_ToZ-B-MBDoSJE8PbNSHQtmrWVlaoY2j3njzEcyze0/w400-h279/Madre%20natura%20melograna%20-pic.jpg" width="400" /></span></a></div><span style="font-family: inherit;">Ha a che fare con la bellezza della memoria, dei segni del tempo e delle cicatrici. Che sono magnifici trofei, ricordi di fibre ricucite, di dolori superati, di corpi e di spiriti sopravvissuti. Di voglia di vivere e di andare avanti. Nel 2009 Silvia è stata da Veronesi a Milano e lì le hanno tolto un tumore al seno grosso come un frutto. Tutto in una solo volta: asportazione e ricostruzione; l'intervento è durato più di sei ore. In famiglia siamo talmente poppone che con una mammella sono riusciti a rifarne due e non è che adesso si ritrovi piallata. Le dissero che dopo un taglia e cuci così estremo probabilmente i capezzoli sarebbero morti, ma in famiglia siamo anche parecchio sterpigne e così quelli sono sopravvissuti proprio bene. Non solo: la cicatrice intorno all'aureola si è accresciuta e naturalmente sfrangiata creando un effetto particolare che li fa somigliare a due splendidi fiori.</span></div><div><span style="font-family: inherit;">Questo dipinto ha a che fare con la bellezza di una grande quercia, dal tronco forte e robusto, dalla chioma ombrosa e frusciante nel vento, dalle frasche cariche di bacche nutrienti.<br />Ha a che fare con la fertilità e la prosperità tanto quanto un'antica venere preistorica. </span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTi5jMVRWUfN-g1GI2XadeBLOFeTxXXsh_Fyo5jag085aDr4kTNJ7GaEWq_qRJ5tu4Yibnr8eJX7hWAyWgNhttEHNkIF4c5iiUQkwcVaOj6yrHH0sW64yFsWGs3vwJNXTl_17__jplMh2VCcYxFJqZxKUCmQrFgO8hFviJ0ao5OMLuN2jJZc25sO-kaGk/s1500/madre%20natura%20volto-pic.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="1500" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTi5jMVRWUfN-g1GI2XadeBLOFeTxXXsh_Fyo5jag085aDr4kTNJ7GaEWq_qRJ5tu4Yibnr8eJX7hWAyWgNhttEHNkIF4c5iiUQkwcVaOj6yrHH0sW64yFsWGs3vwJNXTl_17__jplMh2VCcYxFJqZxKUCmQrFgO8hFviJ0ao5OMLuN2jJZc25sO-kaGk/w400-h266/madre%20natura%20volto-pic.jpg" width="400" /></span></a></div></div><div><span style="font-family: inherit;">Chi meglio di mia sorella poteva interpretare per me Madre Natura? </span></div><div><span style="font-family: inherit;">Lei che ha dato alla luce quattro figlie e che vive circondata da animali di ogni tipo e in continua riproduzione, lei che adora il cibo e l'abbondanza.<br />Lei che rinchiude in sé ogni aspetto della natura: quello terribile e sublime amato da Turner e quello pittoresco e rassicurante preferito da Constable. Lei che qualche volta ha quel suo modo aggressivo di porsi, che sembra esplodere come una grandinata d'estate per devastare i raccolti. Lei che con me ha saputo tante volte anche essere mite, l'amica più fidata al mondo e farmi sentire al sicuro come un pulcino in un nido di rondini a primavera. </span></div><div><span style="font-family: inherit;">Lei che è la mia bellissima sorella grande.</span></div><div><span style="font-family: inherit;"><br />lalla</span></div></div><div><br /></div><div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8xyvqttnsI01x137hLRKeFV9fvrIc0wHYFUjKv2p2SiweBEXL9F7x-RdSn0uwT9jJdm51dOxK-QmKNUBzgPPip3895vtccIn0EhRzF2ai1PBDOYQJmKYW_BEGDRni2sq0nexG_leoSNgmulwMwZ62aHEYN3fm1mfUS53bLWk4bOSE66tpU7bRUha8nBk/s1500/Madre%20Natura-pic.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1077" data-original-width="1500" height="288" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8xyvqttnsI01x137hLRKeFV9fvrIc0wHYFUjKv2p2SiweBEXL9F7x-RdSn0uwT9jJdm51dOxK-QmKNUBzgPPip3895vtccIn0EhRzF2ai1PBDOYQJmKYW_BEGDRni2sq0nexG_leoSNgmulwMwZ62aHEYN3fm1mfUS53bLWk4bOSE66tpU7bRUha8nBk/w400-h288/Madre%20Natura-pic.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">"Madre Natura", olio su masonite, 70x50 cm.</td></tr></tbody></table><br /></div>lalla ilaria.gonnelli12@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/13167849010862103346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4178449698599889378.post-34625983869435169422023-11-02T08:05:00.015+00:002023-11-02T08:28:49.513+00:001,2 e 3: Giallo Cristina!<p><span style="font-family: inherit;">Quando sono in balia dei romanzi, scrivo sul blog più raramente; mi dispiace, ma evidentemente il mio cervellino dislessico desidera e può sopportare un carico massimo di letterine al giorno. Peccato, la prossima volta chiederò in dotazione un cervello più efficiente, ma per adesso tocca adattarsi. <br />Non ho più postato aggiornamenti sui miei romanzi, ma rimedio subito.<br />Il 3 ottobre sui social avevo scritto questo:</span></p><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlCvMakJPkHHqUKQ4hCH9oAe9JgcJaPsPtZqz6pqN2dttGqDsM8eTOPIKLbWi4jgUB65IpkmlpYV3EBei2PGMyFPfxkZDUbPe88Hsrp6fKWO_CuPuxLi8kbezD3aQQzpvhQFBYs_ZVoBb1dVNd7wQRw9z5R8lfRHnHL8HttkVzVeIjnjFmXB7yVEGo3qg/s1626/cpmputer-copertina.jpg" style="background-color: white; margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center; white-space-collapse: preserve;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="1035" data-original-width="1626" height="255" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlCvMakJPkHHqUKQ4hCH9oAe9JgcJaPsPtZqz6pqN2dttGqDsM8eTOPIKLbWi4jgUB65IpkmlpYV3EBei2PGMyFPfxkZDUbPe88Hsrp6fKWO_CuPuxLi8kbezD3aQQzpvhQFBYs_ZVoBb1dVNd7wQRw9z5R8lfRHnHL8HttkVzVeIjnjFmXB7yVEGo3qg/w400-h255/cpmputer-copertina.jpg" width="400" /></span></a></p><div class="xdj266r x11i5rnm xat24cr x1mh8g0r x1vvkbs x126k92a" style="background-color: white; color: #050505; margin: 0px; overflow-wrap: break-word; white-space-collapse: preserve;"><div dir="auto"><span style="font-family: inherit;">"Sto ultimando la copertina del terzo volume della Saga dei Colori e la mia espressione nella foto è del tutto veritiera perché lavorare a questo progetto mi rende felice. Lo sarei ancora di più se le mie storie trovassero i canali giusti per arrivare a un pubblico più vasto, ma in ogni caso, quanto ho fatto bene a imbarcarmi in quest'avventura tre anni fa! </span></div><div dir="auto"><span style="font-family: inherit;">Mi sono concessa il lusso di vivere un'altra vita.</span></div><div dir="auto"><span style="font-family: inherit;">E ormai sono tante. </span></div><div dir="auto"><span style="font-family: inherit;">Ho iniziato come piccola disegnatrice asociale e <a style="color: #385898; cursor: pointer;" tabindex="-1"></a>prodigiosa inebriata dal potere della sua mano destra e poi sono diventata (non strettamente in ordine cronologico, né di importanza) una studentessa attratta dal sapere, un'amante della natura schiava dei gatti e padrona del mare, una figlia devota alla propria famiglia, un'architetta affascinata dal risolvere e dall'immaginare, una ragazza e moglie invaghita di un uomo, una ceramista ammaliata della creta duttile tra le proprie dita, una scultrice sedotta delle sue creazioni, una madre incantata dai propri figli, un'insegnante appassionata della sua materia e affezionata alle sue classi, una pittrice rapita dal tormento e dall'estasi che solo l'olio le può procurare, una single innamorata di sé stessa, una viaggiatrice meravigliata dalla scoperta. Anche una scrittrice stregata dai propri personaggi.</span></div><div dir="auto"><span style="font-family: inherit;">Me le sono godute (e me le godo) tutte le vite vissute fino ad adesso e non vedo l'ora di viverne ancora</span><span style="font-family: inherit;">!"</span></div></div><div class="x11i5rnm xat24cr x1mh8g0r x1vvkbs xtlvy1s x126k92a" style="margin: 0.5em 0px 0px; overflow-wrap: break-word;"><div dir="auto" style="text-align: justify; white-space-collapse: preserve;"><br /></div><div dir="auto"><div style="text-align: justify; white-space-collapse: preserve;"><span style="background-color: #fbf5da; font-family: inherit;"><div dir="auto"><span style="font-family: inherit;">Che entusiasmo, eh? Brava lalla!</span></div><div dir="auto"><span style="font-family: inherit;">Ma sappiate che chi sceglie di essere multitasking si autocondanna a compiere una serie infinita di errori e leggerezze.</span></div><div dir="auto"><span style="font-family: inherit;"><span>Il 21 ottobre, ormai in dirittura d'arrivo, stavo ritoccando la bozza su KDP quando mi sono messa a chiacchierare con </span>la mia Piccola Fata (e apprendista Strega)<span> e, invece di "salva come bozza", ho cliccato per sbaglio su "salva e pubblica" e... Ta-Tan: pubblicato!</span></span></div><div dir="auto"><span style="font-family: inherit;">Lì per lì, il panico, ma in verità poco male perché non mi si fila nessuno e così sono riuscita, in segreto, ad apportare ancora piccole modifiche fino al 31 ottobre senza che nessuno acquistasse copie troppo farlocche. </span></div><div dir="auto"><span style="font-family: inherit;">La notte delle Streghe mi è sembrata un momento propizio per pubblicizzare l'uscita e così mi sono divertita un sacco a vestire e fotografare una Barbie della mia collezione per farmi dare una mano. </span></div><div dir="auto"><span style="font-family: inherit;">Ti diverti ancora a giocare con le Barbie come una bambina? </span></div><div dir="auto" style="text-align: left; white-space-collapse: collapse;"><div style="text-align: justify; white-space-collapse: preserve;"><span style="font-family: inherit;">Di più.</span></div></div></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center; white-space-collapse: preserve;"><span style="background-color: #fbf5da; color: black; font-family: inherit; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1680" data-original-width="1200" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicxzpWsIXEmeeF4Bi8k8MjJI9JieoZ5In-cvhDQEnujvY58RDlr-clEDXoWKGmJOSJCF-bQa5besINe7oo354_yizhJ7QN8sw05gXt4LbYkztKDIhehuwE0M-ZhqZtDUUOZpFGowoGe6anyHyOF0uOJXtOvCvwO_PizVfPsPxVtJL3nmjh-thVpzYPLOM/w286-h400/barbie-giallo%20cri2g-pic.jpg" width="286" /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify; white-space-collapse: preserve;"><br /></div></div><span style="background-color: #fbf5da; font-family: inherit; white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Felicità, gioco e divertimento: sono proprio espressioni adatte al mio modo di vivere.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Questo progetto di diventare anche una scrittrice di commedie romantiche sicuramente non è qualcosa di abbastanza adulto e razionale, me ne rendo conto, fa acqua da tutte le parti (prima fra tutte il fatto che non abbia praticamente tempo per portarlo avanti e debba farlo rubando preziose ore di sonno notturno), ma è un' esperienza che mi regala una soddisfazione enorme. E magari mi regala anche occhiaie profondissime e tanta spossatezza durante le altre attività diurne, questo è vero, ma d'altronde, quale passione viscerale non lo farebbe? Perché dovrei privarmene? </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Non preoccupatevi che ogni tanto mi fermo e mi riposo, mi tocca farlo per forza quando il mio corpo si lamenta e la stanchezza diventa insopportabile. Negli anni la resistenza sta inesorabilmente diminuendo e i tempi di recupero aumentando, anche di questo mi rendo conto. Peccato, la prossima volta chiederò in dotazione un fisico più resistente, ma per adesso tocca adattarsi.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">In fondo tra poco più di una settimana sarà il mio quarantottesimo compleanno e allora io credo che vada bene così. Quando lo vorranno, concederò alle mie membra un po' di riposo, ma sarebbe sciocco frenare la mia natura creativa e risparmiarmi proprio adesso; certamente sentirò il bisogno di farlo presto, ma finché avverto tutta questa spinta, tanto vale cavalcarla, no?</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Brindo a quel pizzico di sana follia che porta le persone a ideare pazzi progetti e alla forza di spirito che serve per portarli avanti fino in fondo. E brindo anche alle occhiaie, le mie me le sono guadagnate in anni di infaticabile lavoro e alla fine su una Strega stanno pure bene!</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">lalla</span></div></span></div>lalla ilaria.gonnelli12@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/13167849010862103346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4178449698599889378.post-89986502340053723492023-09-01T09:55:00.004+01:002023-09-01T14:24:44.738+01:00Non amo stare ferma<p><span style="font-family: inherit;">Non amo
stare ferma.<br />Sono sempre stata una persona che progetta e che fa. Progetti piccoli, progetti
grandi. Possibilmente portati fino in fondo perché odio lasciare le cose a
metà.<br />Come un libro che leggo, che magari un po’ non lo capisco e mi sta ricrescendo
in mano, ma che devo per forza finire, anche a costo di avanzare poche pagine per
volta. Perché magari sul finale poi si riprende, io che ne so?<br />Come per un film che vedo, che se mi fa già cagare dopo due minuti netti ce la
faccio a spengerlo, ma quando varco la soglia dei dieci ormai è fatta: mi tocca
arrivare fino in fondo. Almeno per capire gli autori dove volessero andare a
parare. Che un filmuccio un può spento può sempre nascondere un messaggio, una
svolta, ribaltare la situazione e recuperare negli ultimi minuti. O forse rimanere
“uccio”, ma spingermi in ogni caso a una riflessione, a un pensiero. Insomma:
lasciarmi qualcosa.<br />Quando accade… perché accade, credetemi, che sorpresa e che soddisfazione
immensa!<br />Tante cose della vita, anche le più leggere o inaspettate, spingono a riflettere
o lasciano qualcosa, purché si sia abbastanza curiosi e disposti ad aprire la
mente. Se non ci credete, provate a guardarvi intorno con più attenzione o ad
arrivare in fondo alle cose per scoprirlo. Anche a quelle che non capite alla
prima perché sarebbe un peccato desiderare che tutto fosse semplice e dare
giudizi affrettati.<br />Dicevamo: quando accade, è una sorpresa e una soddisfazione immensa.<br />Ora, per film, libri o mostre che andiamo a visitare, non è davvero merito
nostro ciò che accadrà. L’unico merito è appunto essere spettatori onesti e
aperti. Creano altri, scrivono altri, a noi non resta che fruirne e saper
cogliere una possibilità.<br />Creano altri, scrivono altri, ma mica sempre.<br />Io un po’ di cose le faccio. Ne ho sempre fatte e sempre ne farò. Perché appunto
non riesco a stare ferma; la mia mente, le mie mani, non ce la fanno proprio. Progetti
piccoli, progetti grandi, progetti enormi. Non è una passeggiata portarli tutti
in fondo. No, per niente. Ma non posso fare altro, non è una scelta quella di
creare, solo chi nasce irrequieto come me lo sa: è una necessità. Con la
sottile speranza, lo confesso, di riuscire anche io a regalare ogni tanto quell’effetto
di sorpresa e soddisfazione. Così a casaccio, a gente sconosciuta. Che se
davvero ogni tanto ce la facessi, in una vita, non sarebbe mica poco, eh?<br />E’ tutta l’estate che penso a un nuovo progetto pittorico, per adesso il quadro
danza nella mia testa, spero di trovare presto la forza di fargli prendere una
forma terrena. Come sempre, inizierò a dipingere solo quando davvero sentirò di
aver bisogno di dipingere. Al momento giusto, non un minuto prima, né uno dopo.
La pittura non è uno scherzo per me, è una cosa seria. Non la faccio per denaro,
né per il piacere altrui. Non è prostituzione. Non è fatta solo di masonite e
colori a olio, è fatta delle mie sensazioni e dei mei pensieri. Chiaramente può
non incontrare il gusto altrui, ma almeno è sincera e mia.<br />Prima o poi spero di riuscire a riassume il mio lavoro in una mostra e di darle
il nome REALISMO INTIMO perché è quello di cui parla: la mia realtà. Niente di
più, niente di meno.<br />Vedi? Un altro enorme progetto… non riesco proprio a stare ferma!<br />Intanto scrivo molto.<br />Anche i libri sono progetti enormi, che richiedono mesi e mesi di lavoro. E
tanto coraggio.<br />Quando crei qualcosa, diventa la tua vita stessa, lo ami e lo odi. Lo temi.
Temi di non essere capace di farlo arrivare con te dove volevi effettivamente andare.
Temi che ti trascini via, lontano, che prenda il sopravvento. Quanta fatica nel
tentativo di dominarlo. Che sia un quadro, che sia un libro, che sia un post
come questo. Che non si perda il senso, è importante. Ma anche che non si
capisca subito, a una prima occhiata distratta, che pretenda un po’ di interesse
sincero da parte dello spettatore e del lettore. Che riesca a catturare, a portare.<br />Non credo che nessuno di noi (gli irrequieti che non sanno stare fermi, quelli
che hanno bisogno di progettare e di fare, quelli che creano) che nessuno di
noi, possa mai sapere se alla fine ce l’ha fatta davvero. Il creatore è
condannato all’incertezza e alla perenne insoddisfazione. E’ condannato a
provarci e può solo sperare di poter regalare al fruitore quella scintilla di
sorpresa e soddisfazione.<br />Solo questo mi viene concesso e solo a questo posso appellarmi nei momenti di
fatica, vergogna, ripensamento, autostima a terra e paura: solo alla speranza.
E magari neanche a quella perché se la perdo non è che cambi molto. Ve lo
confesso in piena sincerità: pure se fossi certa che quello che faccio fa schifo a tutto il mondo, io al mondo chiederei scusa, mi dispiace (un giorno ci
penseranno altri a bruciare i miei quadri, strappare i miei libri e cancellare
questo blog), ma io non potrei comunque fare a meno di progettare, fare e
arrivare fino in fondo ancora una volta.</span></p><p class="MsoNormal"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: inherit;">lalla<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal"><span style="line-height: 107%;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvPUmxIXRQqGiQiqrFxp_MrWtGQ37cU0pxA9pwTNRKOl-qJVxrJwz2GaGDQ7RYNJOY9iLv94VWALotJ3l8FWM86_w9S6QkeNJBVHsqd68hxHdou5p18dNN90f-VkbSmzGNODHI3_yyB9Dy8Q5GVjEc7aNCkNazZdF2XzQJhP2Muh1wdh6ggQphlDCRofs/s1800/io-blog.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1800" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvPUmxIXRQqGiQiqrFxp_MrWtGQ37cU0pxA9pwTNRKOl-qJVxrJwz2GaGDQ7RYNJOY9iLv94VWALotJ3l8FWM86_w9S6QkeNJBVHsqd68hxHdou5p18dNN90f-VkbSmzGNODHI3_yyB9Dy8Q5GVjEc7aNCkNazZdF2XzQJhP2Muh1wdh6ggQphlDCRofs/w400-h266/io-blog.jpg" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: inherit;">P.S. Che il mondo lo desideri oppure no, la mia “Saga
dei Colori” va avanti; la prima bozza del mio terzo libro, “Giallo Cristina”, è
quasi terminata. </span></p>lalla ilaria.gonnelli12@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/13167849010862103346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4178449698599889378.post-11157285798299771392023-04-02T09:45:00.003+01:002023-04-02T09:50:50.940+01:00anche io ho bisogno di carezze<p><span style="font-family: inherit;">Tante
persone sono profondamente egoiste (e deboli), io non ho mai voluto essere come
gli altri.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Però detto così non è del tutto vero: io non ce l’ho mai fatta a essere come
gli altri, non ho mai potuto. Non potevo già alle elementari, figuriamoci
adesso.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Ognuno ha la sua natura. Voglio dire: da un certo punto di vista, ma beati
quelli che se la spassano!<br /></span><span style="font-family: inherit;">Io non obbligo me stessa a stare sempre attenta e a prendermi cura degli altri,
lo faccio e basta, perché sono fatta così. Ho bisogno di cercare di fare sempre
la cosa giusta per tutti. Il ché è abbastanza impossibile, ma comunque devo
provarci. E ho perennemente paura di sbagliare, di turbare il resto del mondo,
di disturbarlo. Io sono un essere disturbante, lo sono sempre stata. Socialmente
strana, disomogenea.<br /></span><span style="font-family: inherit;">La mia disomogeneità mi regala il dono di essere incompresa. Così le
persone, anche quelle che mi apprezzano, non mi vedono mai per quella che sono, mi fraintendono, non mi
capiscono. Posso risultare invadente e inadeguata. Probabilmente lo sono. Esibizionista?
Sicuramente lo sono. Basta che una sola persona mi faccia notare quanto io sia stonata per essere ferita, anche
con uno sguardo o una sola parola, anche da chi non conta nulla. <br />Perché, tra le tante, sono pure ipersensibile e se sapeste q</span><span style="font-family: inherit;">uanto fa male...<br />ma poi mi rialzo e me ne vado dritta (e sola) per la mia strada perché sono pure
fiera della mia diversità (e perché in fondo non potrei fare altrimenti).<br /></span><span style="font-family: inherit;">Per fare questa vita fuori dagli schemi dovrei essere più forte di quella che
sono, ma forse questa forza non esiste. Forse nessuno lo è.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Forse nessuno può procedere dritto (e solo) per il mondo senza vacillare ogni
tanto.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Ma prima che forte, e prima di ogni altra cosa, desidero essere sincera. Non
posso esserlo ogni giorno con le persone che mi fraintendono e che si aspettano
altro da me. Per loro io sono (e devo essere) quella forte e premurosa, quella disponibile.
Quella che sorride sempre.<br /></span><span style="font-family: inherit;">In verità, non sempre. Ogni tanto mi sento un po’ mesta e sola. Ma questo non
posso dirlo a nessuno perché nessuno vuole sentirselo dire da me. Ma almeno a
me stessa posso dirlo. E posso ascoltarmi.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Detesto il contatto fisico con gli sconosciuti, ma adoro coccolare le persone
che amo. Mio figlio ormai è un gigante, eppure ancora non si scansa del tutto
se ogni tanto lo abbraccio. Mia figlia mi stringe forte quando lo faccio, ogni
giorno. Più volte al giorno.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Ma entrambi stanno crescendo e (è bene che io me lo ricordi sempre) non sono su
questa terra per me, devono esserlo per loro stessi. Sono io ad averceli messi
e sono io a prendermi cura di loro. Un giorno se ne andranno entrambi, così come
se ne vanno i miei studenti e tutte le persone di cui mi prendo cura.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Va bene così, razionalmente sono convinta di poter bastare a me stessa, che il
mio valore di essere umano non dipenda dall’avere accanto una persona e, a
dirla tutta, neanche da aver messo al mondo la mia prole.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Ma ogni tanto vacillo. Sono gli ormoni, quelle merde!<br /></span><span style="font-family: inherit;">Ogni tanto devo ammettere con me stessa che mi gratificherebbe molto piacere a
qualcuno che non fosse geneticamente obbligato a farlo.</span><span style="font-family: inherit;"> </span><span style="font-family: inherit;">Ogni tanto mi chiedo quanto possa essere bello
essere visti per quello che si è veramente e piacere lo stesso. <br />State tutti
fingendo o a qualcuno succede davvero?<br /></span><span style="font-family: inherit;">Quanto è bello? Raccontatemelo, voi che potete. V</span><span style="font-family: inherit;">oi che sapete chiedere e prendere, oltre che dare.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Sappiate che anche alla mia pelle (e alla mia anima) piacerebbe essere toccate e carezzate. Io non
mi scanserei mai, non l’ho mai fatto. Eppure, nella mia vita, in così pochi mi
hanno accarezzato. Perché mi hanno sempre frainteso, perché nessuno si è mai reso
conto di quanto ne avessi bisogno.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Di quanto, oltre ad amare, mi piaccia essere amata.</span></p><p><span style="font-family: inherit;">lalla</span></p><p><span style="font-family: inherit; line-height: 107%;"><span style="font-family: inherit;">P.S</span></span><span style="font-family: inherit;">. non c’è da preoccuparsi, è solo la primavera, presto gli ormoni si
arrenderanno e io tornerò stoicamente padrona della mia vita. Nell'attesa, come sempre ci ha pensato la mia migliore amica a darmi ciò di cui avevo bisogno.</span></p><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLAuTIEuBigr00utiYdjZySYEOtbDzsu45f_1kc1xP2be3yJ9gzWF900C655pwpbDdt40fsD8J_r_lx0aJseZy9wYw_uxljPplfKj4ZjPFvhHdDux-7ezM5b_vDB6_wFrCDgLm5EWhZv0GT8fXjD-pvMwpI1EGBFk3kokif5efLiH2Wk9frza0lJGr/s1200/carezzarmi-volto-fin.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1200" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLAuTIEuBigr00utiYdjZySYEOtbDzsu45f_1kc1xP2be3yJ9gzWF900C655pwpbDdt40fsD8J_r_lx0aJseZy9wYw_uxljPplfKj4ZjPFvhHdDux-7ezM5b_vDB6_wFrCDgLm5EWhZv0GT8fXjD-pvMwpI1EGBFk3kokif5efLiH2Wk9frza0lJGr/w400-h400/carezzarmi-volto-fin.jpg" width="400" /></a></div></span></span></span><div><span style="line-height: 107%;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCGFUSac_GAJt_gQxHc38pGH3e3pGt1F5O_Kz77wXftzfdaBX-rJv8TE0JCwSzE-HijQSViIIbab_LPRnaK96x0Put5BAon-w-OjRB9iQT29yGifC_4WQIT3OCLOl0ymy_nraZeRlTJNmYxxOkLjbiphANYUNWtBR1e3yNswz4-OM4OJtbfJe_OnRP/s1200/Accarezzarmi-pic-fin.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1200" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCGFUSac_GAJt_gQxHc38pGH3e3pGt1F5O_Kz77wXftzfdaBX-rJv8TE0JCwSzE-HijQSViIIbab_LPRnaK96x0Put5BAon-w-OjRB9iQT29yGifC_4WQIT3OCLOl0ymy_nraZeRlTJNmYxxOkLjbiphANYUNWtBR1e3yNswz4-OM4OJtbfJe_OnRP/w400-h400/Accarezzarmi-pic-fin.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">"Carezzarmi", olio su masonite, diametro 50 cm.</td></tr></tbody></table></span></div>lalla ilaria.gonnelli12@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/13167849010862103346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4178449698599889378.post-24715085219220312682023-02-05T11:37:00.017+00:002023-02-07T06:49:25.493+00:00Caro babbo, ancora buon compleanno<p><span style="font-family: inherit;">Caro babbo, ormai dal 2016 questa settimana è strana e in
essa succedono cose strane. Ogni anno provo a festeggiare più la tua nascita che commemorare la tua morte,
ma le due date sono così vicine… di fatto si sono trasformate in un unico lunghissimo
giorno.</span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: inherit;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: inherit;">Questo 2 febbraio avresti compiuto ottant’anni, un bel
compleanno importante, se non fosse che da sette anni non ne festeggi più. Ma te
l’ho detto, ci provo io a farlo per te.<br />
Ogni anno arrivo a questa settimana (che è anche la prima di scrutini) più
stanca e stressata, ma in mezzo alle miriadi di cose a cui stare dietro,
giovedì (che era il mio giorno libero a scuola) ho imbastito di portare i
figlioli a sciare alla Doganaccia. Una roba rilassante tipo tre ore di auto per
tre ore di sci. <br />
Ma stattene a casa a rassettare che è meglio! Questo, come noto, il meno
possibile.<br />
Ho pensato che fosse una cosa romantica far salire Matilde sugli sci per la
prima volta proprio per il tuo compleanno ricordando le splendide settimane
bianche che mi hai regalato da ragazza.<br />
Però sono partita un po’ prevenuta. Conosco Matilde e immaginavo scenari di
tregenda (tipo vomito a spruzzo stile Esorcista nei tornati sopra Pistoia e scenate
di disperazione e odio feroce verso di me nei primi tentativi sugli sci). Conosco
anche me stessa e sapevo di essere davvero molto stanca, temevo di non trovare tutta la pazienza necessaria per accompagnare la novella Compagnoni. Di
non saper reggere bene la giornata e quelle seguenti. Insomma, di fare qualche cazzata. <br />
E infatti tranquillo che la prima l’ho fatta subito: dopo una mezz'oretta di macchina
mi sono resa conto di aver preso solo il mio documento e non quello dei figli…
e se poi me lo chiedessero per lo skipass? <br />
Alle 8:20 ho girato il culo della Multipla sui viali fiorentini completamente
tappati dal traffico e mi è presa una specie di crisi di nervi. Ero convinta di
perdere l’intera mattinata (e quindi l’intera giornata) nel tentativo di tornare
a casa e ripartire. Ero incazzatissima con me stessa e col mio cervello
fallace. <br />
Accidenti a me che non riesco mai a tenere tutto sotto controllo!<br />
Ma “tutto” è tanto davvero, credimi. Il lavoro, la famiglia, la casa… la
gestione e l’organizzazione di ogni singolo impegno è sulle mie spalle. Solo
sulle mie. Sempre.<br />
A questo giro, mettiamoci anche la gatta in procinto di partorire e che da
mercoledì sera miagolava insistentemente. Non è una novizia, ma ero preoccupata
e prima di partire l’ho chiusa in bagno con tutto l’occorrente augurandole
buona fortuna.<br />
Insomma, scusami se ogni tanto mi perdo per strada qualche pezzo, poi lo
recupero. Anche tu ne perdevi, sai? Anche se non lo volevi mai ammettere.<br />
Torniamo a giovedì, urlo e mi dispero in auto (con la Matilde che ha già
cominciato a vomitare prima ancora di aver lasciato il centro città), ma riesco
a recuperare i documenti e ritornare sul tracciato perdendo “soli” quarantacinque
minuti.<br />
All’arrivo a Cutigliano eravamo in tempo per la funivia delle 10:30, dai, non andava
così male… e quindi la macchinetta del parcheggio, tanto per ristabilire un po’
di incazzatura, ha pensato bene di fregarmi dodici euro, maledetta stronza!<br />Chissenefrega: arrivati in cima, c’erano un sole splendido e una neve da
favola.<br />
La giornata è poi proseguita come previsto, poca pazienza mia, crisi di nervi e
rabbia della piccola comprese. L’ho trainata per ore sul camposcuola con le mie
mani, sciando a spazzaneve al contrario e tutto sommato così non andava malaccio.
Poi le ho preso un’ora il maestro per sbloccarla (e concedermi almeno due rosse
fatte nella direzione giusta e ad alta velocità), ma quello le ha fatto battere
una bella musata e dopo si rifiutava ancora di più. A quel punto non sono riuscita
a mantenere la calma e quando si impuntava urlandomi contro, anche io le ho
risposto male. Dopo mi sono sentita terribilmente in colpa. Poi mi sono ricordata
di te che prendevi la Chiara a racchettate in testa perché si era bloccata su
un “muro” (in seguito si scoprì che aveva pure la polmonite, poverina). Eppure ti
consideriamo un bravo babbo lo stesso. <br />
Insomma, forse anche i miei figli mi perdoneranno di aver sclerato un pochino qualche
volta. Ci spero.<br />
Mi consola anche che alla fine della giornata al Piccola Fata abbia accettato
di tornare l’anno prossimo (probabilmente più allettata dagli scivoloni sulla
neve e dalla polenta fritta con ragù del rifugio, che dalle piste).<br />
In tutto questo, Elia si è divertito molto e posso giurarti che, aspettandolo alla
fine di un curvone della splendida pista Faggio di Maria (che vista c’era dal
cucuzzolo!), l’ho guardato sciare e mi sono commossa: mi sembrava di vedere te.
In questi quattro anni senza salire sugli sci il suo corpo è cambiato, è diventato
grande e grosso e ora curva “di potenza” restando rigido come un legno, proprio
come facevi tu.<br />
L’ultima pista me la sono fatta da sola pochi minuti prima che chiudessero gli
impianti, ho lasciato la prole a giocare su un monte di neve e l’ho discesa tutta
di fila. Me la sono mangiata. Sono passati così tanti anni da quando ci portavi
sulle Dolomiti e io non sono certo una sportiva, ma scio ancora come una volta.
Ad un certo punto il tracciato spianava leggermente, mi sono messa dritta con
le mani aperte per percepire tutta la velocità, ho guardato il cielo, la luce
che filtrava tra gli alberi, la neve, ho ascoltato il silenzio e ti ho augurato
buon compleanno.<br />
<br />
Ti confesso che il giorno 3 pensavo di non riuscire a muovere un muscolo,
invece guarda, ho ancora un discreto fisichino perché mi sono alzata piuttosto
pimpante (nota bene che tua nipote di otto anni era piena di acido lattico).<br />
Ma insomma, quello passa, invece la gatta era ormai oltre il termine, si
lamentava e non era riuscita ancora a partorire un bel niente e su quel fronte
ero davvero preoccupatissima.<br />
Ma era venerdì e c'erano inesorabili impegni scolastici, quindi a malincuore l’ho
rinchiusa di nuovo in bagno e sono andata a fare lezione; intanto ho chiamato
il veterinario e mi sono accordata per portargliela alle 15.30 se ancora non fossero
nati. Alle 14.15 sono tornata da scuola e ho passato un’ora insieme alla gatta sul
pavimento del bagno accarezzandola, massaggiandola e sperando che riuscisse finalmente
a partorire. Ma lei poverina soffriva molto e mi guadava facendo le fusa e miagolando
come per dire: “Fai qualcosa tu”.<br />
E io che altro potevo fare? Alle 15.30 l’ho affidata al veterinario (lui le ha
fatto una puntura d’ossitocina e mi ha detto che se non avesse partorito entro
le 17.00, l’avrebbe operata) e io sono corsa a fare gli scrutini.<br />
Alle 18.30 sono tornata a prenderla, anzi, a prenderli. Ho messo nel trasportino
la mia povera Daenerys squartata, deprivata degli organi riproduttivi e completamente
inerte (ancora sotto l’effetto dell’anestesia) e in una scatola di cartone
piena di cotone tre piccoli micetti bianchi.<br />
Il dottore mi ha detto che potevo provare ad allattare i piccoli con una
siringa e di tenerli al caldo nella scatola magari accanto al termosifone (ma
quello mica sta aperto tutta la notte!). Mi ha anche detto che avrei potuto provare
ad attaccarli alla mamma la mattina seguente, non prima perché altrimenti così
incosciente li avrebbe schiacciati.<br />
“I cuccioli posso portarli nel letto con me, così li tengo al caldo?”<br />
“Ma sono minuscoli, anche lei potrebbe schiacciarli!”<br />
Bravo questo dottore, ma un po’ fissato con lo schiacciamento, non è che mi
metto a rotolarmi come una scema con tre topini di dieci centimetri sotto le
coperte e comunque avevo intenzione di tenerli accanto a me in una cestina.<br />
Una volta arrivata a casa per fortuna ero sola (i figlioli erano dal padre). Ho
messo la scatola con i cuccioli sul termosifone e ho sistemato la gatta in una
cesta. Giuro, così rigida e fredda, faceva paura. Uno dei gattini era arrabbiatissimo,
aveva molta fame e cercava di arrampicarsi fuori dalla scatola, ma in compenso
la mia proposta di abbeverarsi dalla siringa lo ha fatto incazzare ancora di
più. La femminuccia era più tranquilla e metà siringa l’ha ciucciata. L’altro
maschietto era quasi morto, freddino e inerme, non era proprio possibile nutrirlo
così e mi sono resa conto che al giorno dopo non ci sarebbe arrivato mai. E
forse, neppure gli altri. Tenerlo nella mia mano boccheggiante mi ha dato un
senso di capogiro, l’idea di lasciarlo morire così, per inedia, mi ha disgustato.<br />
Ho preso una decisione: dovevo subito tentare di far attaccare i gattini alle
mammelle di Daenerys (anche per sviluppare la lattazione e fargli prendere il
suo odore). Potevo manovrare io la situazione per tutta la notte, tra una “poppata”
e l’altra li avrei tenuti al caldo nel mio letto. Non avrei potuto sostituirmi
a mamma gatta, ma dovevo almeno provare a darle una mano. Provare a fare
qualcosa. Dormire in certi casi, è un bidogno trascurabile. D’altronde, sette anni fa passammo
la stessa notte al tuo capezzale. Ho provato ad accompagnare loro verso la vita
con la stessa dedizione con cui accompagnammo te verso la morte.<br />
Io sono fallibile, è vero, ma anche molto determinata: ho passato la nottata
come previsto e cioè sveglia sul pavimento del bagno oppure sveglia nel mio
letto e nessuno è stato schiacciato da nessuno, sia chiaro. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Il più vivace si è attaccato in due secondi,
la femminuccia ha penato un pochino di più (era anche un po’ sazia); a forza di
massaggini e di inserirgli un capezzolo a forza in bocca, verso le 4.00 anche quello
morticino è riuscito a poppare (sostenendogli la testa) e, alle 7:00, anche senza
sostegno.<br /><span style="font-family: inherit;"><br />La gatta ha iniziato ed essere davvero vigile al mattino di sabato 4 e ha preso a leccarli,
così alle 10:00 glieli ho affidati sperando in bene; mi sono fatta una doccia e
sono salita in auto per venire a San Giovenale e ricordarti insieme al resto
della famiglia.<br /></span></span><span style="font-family: inherit;">Guidando in autostrada da sola mi sono commossa di nuovo. Mi succede qualche
volta tra il casello di Firenze sud e quello di Incisa perché per tutto il
liceo e l’università abbiamo percorso quel tratto di strada insieme, ogni mattina
e ogni sera, io nel posto del passeggero e tu alla guida.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Spesso ti ricordo così, col volante in mano. Le chiacchierate (e le litigate) che
facevamo, io e te zitti praticamente mai. E ricordo perfettamente la sensazione
di stare seduta su quel seggiolino completamente rilassata, perché in verità io
mi fidavo ciecamente di te. Anche se guidavi in modo un po’ troppo aggressivo
andando sotto al culo delle auto prima di sorpassarle. Anche se sospettavo che non
rispettassi la distanza di sicurezza, ma sarebbe stato chiedere troppo. D'altronde, ritenendoti infallibile e
immortale, era chiaro che il pensiero di poter commettere un errore o di non poter reagire in
tempo a quello di un altro, non ti sfiorasse neppure. Ti è andata
sempre bene, in auto.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Però babbo, come purtroppo la storia ci insegna, anche tu non eri immortale.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Eppure, in un certo senso lo eri e lo sei. O meglio, lo sarai finché anche io
vivrò. <br />Fino ad allora non preoccuparti: ci penserò io a portarti con me su
quell’autostrada, come per tanti anni hai fatto tu.</span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: inherit;">lalla</span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: inherit;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: inherit;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrcg_onzE00yUes5aY2p8EggjJiKJ5YrLQSpxFG-kzShVgy930s4XXlKTqP-VZgXxbkmQ5SjbTC_SCWw1E4QNfsOQ9WPCv0m2dX11MEJJPA1ukKoBpPG79tCBwqolNtUpyXuFlzVs1fzc38GXn3KSjE4KGSQiFF6icU3KAPPKI4ip4AMy3mtkc41fC/s1250/MICETTI-PIC.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="1250" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrcg_onzE00yUes5aY2p8EggjJiKJ5YrLQSpxFG-kzShVgy930s4XXlKTqP-VZgXxbkmQ5SjbTC_SCWw1E4QNfsOQ9WPCv0m2dX11MEJJPA1ukKoBpPG79tCBwqolNtUpyXuFlzVs1fzc38GXn3KSjE4KGSQiFF6icU3KAPPKI4ip4AMy3mtkc41fC/w400-h320/MICETTI-PIC.jpg" width="400" /></a></span></div><span style="font-family: inherit;">P.S. Oggi è il 5 e i gattini sono ancora vivi, non so se Daenerys riuscirà a prendersi cura di
loro oppure se presto si sdegnerà e deciderà di abbandonarli alla morte. Sarebbe
comprensibile dato che soffre molto durante l’allattamento, ma io spero che resista
e che loro se la cavino. Lo spero per lei che è sempre stata un’ottima mamma e
che così potrà godersi i suoi ultimi cuccioli fino allo svezzamento. E lo spero
per te che sei nato e morto in questi stessi giorni. Se quei piccoli animaletti
possiedono anche solo la metà della tua voglia di vivere, ce la faranno e per
questo portano tutti il tuo nome: Beppe, Beppino e Giuseppina (detta Giusy). </span><o:p></o:p><p></p><p class="MsoNormal"><br /><span style="font-family: inherit;"><br /></span></p>lalla ilaria.gonnelli12@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/13167849010862103346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4178449698599889378.post-73592375232344289662023-01-01T19:11:00.006+00:002023-01-02T09:03:48.892+00:00amarmi<p></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Il piacere non è una questione da sottovalutare.</span></div><span style="font-family: inherit;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">E' uno dei più grandi motori della vita. La piccola dose di droga
che il nostro corpo anela. La piccola dose per cui facciamo tutto. Siamo tutti
dei tossicodipendenti in cerca di una ricompensa. Il piacere fisico, il piacere
psicologico. Per un’atea come me, non c’è molta differenza. Siamo anima e
corpo, indissolubili. Nutro l’uno, nutro l’altra. Muore l’uno, muore l’altra. E
viceversa.</span></div></span><p></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOSXIxDwhNjgNCPWLd1_7s8d8PqFiCHC6ei8WlnGup5ZVzLUcdJk9f3-q20KcJIsmr8vG5bzYUdmK2M5ko3m6iMkMTQTFTHewvBzo1jwOxsagwmjy0oMdXiQl6eynILjt-s1Vx5QTAcwrBxhW89kX2KCsuZ3ss0_grYnJPiw7u8yR2CHZzoS9FGfs4/s3456/lalla-Venere-amore-Bronzino.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3456" data-original-width="3432" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOSXIxDwhNjgNCPWLd1_7s8d8PqFiCHC6ei8WlnGup5ZVzLUcdJk9f3-q20KcJIsmr8vG5bzYUdmK2M5ko3m6iMkMTQTFTHewvBzo1jwOxsagwmjy0oMdXiQl6eynILjt-s1Vx5QTAcwrBxhW89kX2KCsuZ3ss0_grYnJPiw7u8yR2CHZzoS9FGfs4/w398-h400/lalla-Venere-amore-Bronzino.jpg" width="398" /></a></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: inherit;">In Arte, la prima allegoria del sesso arriva a metà
del Cinquecento a Firenze con Agnolo Bronzino. Venere e Cupido
si baciano e si toccano lascivamente davanti ai nostri occhi. Intanto si
ingannano: l’una cerca di sottrarre una freccia dalla faretra del
figlio, l’altro di rubare la tiara della madre. Maschere teatrali ammiccano al
travestimento, al risveglio dei sensi, all’interpretazione di ruoli. Il Tempo (con
la sua clessidra) incornicia con un drappo la scena e ricorda il mutare delle
sensazioni e il degenerare delle emozioni. Le allegorie della Gioia (un bimbo
con i sonagli alle caviglie e dei fiori destinati ad appassire presto), della
Gelosia, della Follia, circondano i due protagonisti. La virtuosissima tecnica
di Agnolo (fatta di linee curve, superfici levigate e colori smaltati) indugia
sui corpi sinuosi, sui glutei sodi, sui volti perfetti e su ogni raffinatissimo
dettaglio. L’opera oggi si trova a Londra e posso confermare che tanto stile e bellezza dal vivo sono ipnotiche. Il sesso è spiegato e raccontato (in
modo intellettualistico per l’utenza ristretta della corte medicea) come qualcosa
di delizioso, ma pericoloso: un piacere temporaneo e ingannevole, che può
portare alla rovina e alla disperazione. Periodo difficile il Manierismo, ansie
da prestazione artistiche, crisi religiosa e politica, gente un po’ ripiegata
su sé stessa e poco allegra. <o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal"><span style="line-height: 107%;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_1-fBz2gXMnuJMeSjGoHDVr9b9fVQmjUCVg0ocY_Nf7hV6Wj3AQ1LtkDzJwNgWuXEbS6BkepJmL1Fx60oJSC14CyCuuH95PDvSOGmdSKteeuJcBOerjJIIZ20DKfX3fwXBf8lKR12hEA0y9Gm9oYYEXZM52TY_U8Vdcj_HnDMzZs07StAkQi2bu36/s3870/lalla-Teresa-Bernini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3870" data-original-width="2709" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_1-fBz2gXMnuJMeSjGoHDVr9b9fVQmjUCVg0ocY_Nf7hV6Wj3AQ1LtkDzJwNgWuXEbS6BkepJmL1Fx60oJSC14CyCuuH95PDvSOGmdSKteeuJcBOerjJIIZ20DKfX3fwXBf8lKR12hEA0y9Gm9oYYEXZM52TY_U8Vdcj_HnDMzZs07StAkQi2bu36/w280-h400/lalla-Teresa-Bernini.jpg" width="280" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; text-align: left;">Una cinquantina d’anni dopo, il piacere ci viene mostrato
in tutto il suo splendore e, finalmente, senza controindicazioni. Lo fa il
grande Gian Lorenzo Bernini nel gruppo scultoreo dell’estasi di Santa Teresa.
L’angelo trafigge compiaciuto Teresa e la santa viene travolta da un’ondata di sensazioni
fortissima che ne scuote il volto e le membra, lasciandola senza
forze. Non si trattava di una provocazione, né di blasfemia e, nonostante
l’epoca inquisitoria (nel Seicento i Gesuiti bruciavano le persone senza farsi troppi
problemi), l’opera non fu assolutamente messa in discussione. Il grande
spettacolo barocco sfruttava le sensazioni di meraviglia suscitate nello spettatore,
lo coinvolgeva emotivamente al solo scopo di veicolargli la certezza che esistesse
un’unica e sola grande chiesa cristiana, quella di Roma (cosa ovviamente falsa,
dato che il protestantesimo le aveva sottratto mezza Europa). Ma Bernini e
compagnia avevano capito benissimo che per veicolare un messaggio di propaganda
alle grandi masse, non serviva tentare di convincerle con un ragionamento
razionale (più o meno comprensibile o giusto), ma trascinarle emotivamente.</span></div><span style="font-family: inherit;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">E, tornando alla nostra Teresa trafitta, come si fa a rappresentare un’estasi
religiosa? Cos’è un’estasi religiosa? Come puoi spiegarla a una massa di fedeli
peccatori e ignoranti? Datemi retta, meglio farla sentire, che spiegarla. Gian
Lorenzo non era un santo, ma un genio. L’unica cosa che potesse avvicinare lo
spettatore a un concetto tanto difficile (e labile), era farlo attraverso la
rappresentazione di un’estasi fisica (conosciuta da tutti). E grazie al suo
infinito talento funziona benissimo. Ogni volta che mi ci trovo davanti, nella chiesa di Santa Maria della Vittoria a Roma, avverto la stessa ondata di
emozioni in ogni fibra del mio corpo e lo ringrazio. Fatelo anche voi,
lasciatevi trascinare dal piacere artistico senza vergogna perché siete nel
giusto. Il piacere non è un peccato, il piacere è nutrimento per il corpo e lo
spirito di noi persone imperfette e comuni, ma non banali. Per noi che santi
non siamo.</span></div></span><span style="font-family: inherit;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">E a proposito di questo, ecco uno scritto della Santa, tanto per scagionare
Gian Lorenzo e tutti noi:</span></div></span><p class="MsoNormal"><span style="font-family: inherit;"><span face=""Arial",sans-serif" style="color: #202122; line-height: 107%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><i>«Un giorno mi apparve un angelo bello oltre ogni
misura. Vidi nella sua mano una lunga lancia alla cui estremità sembrava
esserci una punta di fuoco. Questa parve colpirmi più volte nel cuore, tanto da
penetrare dentro di me. II dolore era così reale che gemetti più volte ad alta
voce, però era tanto dolce che non potevo desiderare di esserne liberata.
Nessuna gioia terrena può dare un simile appagamento. Quando l'angelo estrasse
la sua lancia, rimasi con un grande amore per Dio.» </i><span style="font-size: x-small;">(</span></span><span face=""Arial",sans-serif" style="color: #202122; font-size: x-small; line-height: 107%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Santa Teresa d'Avila, Autobiografia, XXIX, 13</span></span><span face=""Arial",sans-serif" style="color: #202122; line-height: 107%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><span style="font-family: inherit; font-size: x-small;">)</span><o:p style="font-size: 10pt;"></o:p></span></p><p class="MsoNormal"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWBr8v1dHDwm2gj5fr-ur1hABdYEvcoieJs3pFUTcQngtz_Nlj6pxpUgusSEUMW3WxQBFQ0h25Hip2hkmHJDohFAqb-8V5kMaLEWDK1Dsj9adZ7XHiW_mVQeB3_GKch2Xb99fBBAcpyzqynEb9gREpphtQEFIoa_xrS1FQYpXTsvqC00_5Gxis0h-1/s3696/lalla-Giuditta-Klimt.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3696" data-original-width="3192" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWBr8v1dHDwm2gj5fr-ur1hABdYEvcoieJs3pFUTcQngtz_Nlj6pxpUgusSEUMW3WxQBFQ0h25Hip2hkmHJDohFAqb-8V5kMaLEWDK1Dsj9adZ7XHiW_mVQeB3_GKch2Xb99fBBAcpyzqynEb9gREpphtQEFIoa_xrS1FQYpXTsvqC00_5Gxis0h-1/w345-h400/lalla-Giuditta-Klimt.jpg" width="345" /></a></div><span style="font-family: inherit;"><p class="MsoNormal"></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Per incontrare il più grande cantore del piacere,
facciamo passare tre secoli e spostiamoci a Vienna, durante la Secessione
Viennese. </span></div><span style="font-family: inherit;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Il magnifico Gustav Klimt, anima guida di Ver Sacrum, era una sorta di
seduttore seriale. Per capirsi, amava fisicamente le sue modelle perché sopra
ogni cosa inseguiva il piacere, voleva provarlo e rappresentarlo. Per Gustav le
donne sono misteriose, pericolose e potenti. E anche il sesso è pericoloso, ma
senza rimorsi, il pericolo gli piace. Lo brama. Desiderio e paura, dolore e
piacere. Insieme hanno sempre funzionato benissimo e per sempre funzioneranno
(non a caso un romanzetto rosa-fantasy come Twilight ha venduto milioni di
copie).</span></div></span><span style="font-family: inherit;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Guardiamo Giuditta I, ho avuto la fortuna di poterla di nuovo ammirare a Roma
questa primavera. Porta ancora tra le mani la testa di Oloferne, ma di lui
(come del messaggio religioso) a Klimt importava poco e questo trofeo macabro
lo relega in basso a destra, chissenefrega se gli spettatori manco lo notano.
Non ci credete? Si divertiva a esporre la seconda versione, Giuditta II anche
come Salomè. La prima è un’eroina religiosamente positiva, l’altra negativa, ma
sono entrambe donne seducenti e assassine, questo gli interessava. Il vero
protagonista del quadro è il piacere. La questione è che Giuditta ha appena
ucciso un uomo e le è piaciuto parecchio. Dischiude le labbra, le palpebre
vibrano e la donna lupa, splendida e invincibile, gode davanti ai nostri occhi.
Puro sesso.</span></div></span><span style="font-family: inherit;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">I quadri di Klimt facevano scandalo, sia chiaro, ma per fortuna niente roghi.
Non a caso, Vienna era la città di Sigmund Freud e della sua psicoanalisi (che
spiega qualsiasi aspetto della mente legandolo al sesso).</span></div></span><p></p></span><p></p><p class="MsoNormal"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidNmrEb6_q9JLUaxzZbgRIEnB1XiWC71XpCjpDp2DvlHKZ_aWKU-IaRS3rDv7cLS867sgHerxdKAeRSJsYAt_1s9rEykQy6Mx_j0ZNeu6gKPk1WP2wEr3TaG5ImGcOiLVfyejcWAwhTQFQmPQoSzrE_IyTH8gfyRTn0OTEU4jwWM8lNaskZbOmLQbd/s2000/volto-amarmi.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1334" data-original-width="2000" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidNmrEb6_q9JLUaxzZbgRIEnB1XiWC71XpCjpDp2DvlHKZ_aWKU-IaRS3rDv7cLS867sgHerxdKAeRSJsYAt_1s9rEykQy6Mx_j0ZNeu6gKPk1WP2wEr3TaG5ImGcOiLVfyejcWAwhTQFQmPQoSzrE_IyTH8gfyRTn0OTEU4jwWM8lNaskZbOmLQbd/w400-h266/volto-amarmi.jpg" width="400" /></a></div><span style="font-family: inherit;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">E veniamo al mio, di
piacere.</span></div></span><span style="font-family: inherit;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Non ho bisogno di un angelo che mi trafigga, per ottenerlo. Non ho bisogno di
un uomo che mi possieda, per raggiungerlo. E neppure di ucciderne uno come
Giuditta.</span></div></span><span style="font-family: inherit;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Posso più semplicemente fare tutto da sola, assecondando la mia natura.</span></div></span><span style="font-family: inherit;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Sono l’unica persona autorizzata ad usare ed abusare del mio corpo. Per questo
non gli concedo quasi mai riposo. Lo torturo privandolo del sonno per scrivere
o lo logoro attraverso estenuanti sedute pittoriche nelle quali combatto, patisco
e quasi perisco. Ma infine, quando mi salvo… oh, se solo potessi farvi sentire quanto
è dolce il sapore nella mia bocca.</span></div></span><span style="font-family: inherit;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Porto il mio corpo (e la mia mente) allo sfinimento e lo faccio solo per il mio
piacere. O meglio, per far cessare l’esigenza, la sete. Perché in effetti un
tossicodipendente soffre senza la sua dose quanto un assetato patisce senza la
sua fonte. Il piacere è l’appagamento di un bisogno. L’unico modo di trovare la
pace.</span></div></span><span style="font-family: inherit;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">La mia è una pace meravigliosa e che provo spesso, ma purtroppo (o per fortuna)
breve. Mi nutro dell’amore per la mia famiglia e per i miei figli, ma non mi
basta. Mi nutro dell’impegno nel mio lavoro e delle gratificazioni con i miei
studenti, ma non mi basta. Mi nutro di cibo, di sensazioni, di scoperte, di viaggi
e di Arte, ma non mi basta. Mi nutro della mia scrittura, ma non mi basta. Mi
nutro della mia pittura, ma niente mi basterà mai perché la vita mi piace tutta.</span></div></span><span style="font-family: inherit;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Mi sazio e in breve tempo avverto un nuovo appetito. Allora so che è già il momento
di rimettermi in gioco. </span><span style="font-family: inherit;">E’ faticoso, sì, ogni tanto devo fermarmi per riprendere le forze.</span></div></span><span style="font-family: inherit;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Ma penso proprio
che, una volta recuperate, mi concederò di giocare e di godere all’infinito.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">E che
lo farò senza rimorso alcuno perché mi amo.</span></div></span><p></p><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: inherit;">
<br />
lalla</span></span><div><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: inherit;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhatjSFlbNlPJcz-xN6Ks9JQU3GJGug57rJf1n5vy8TLcu0O5CHetISF1FqR8g1xYMZWSUwMDRgiFGGOTiq3XDeBabs8FV1kmYMksznnDt9jj0gcoqOqRlU548qkWBiwrS_UQUGFzKTJl_YM22dqMhXxARI9Qiw69tsQB9NRc37eYnLAjSqJjTyyKAF/s2103/amarmi.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1500" data-original-width="2103" height="285" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhatjSFlbNlPJcz-xN6Ks9JQU3GJGug57rJf1n5vy8TLcu0O5CHetISF1FqR8g1xYMZWSUwMDRgiFGGOTiq3XDeBabs8FV1kmYMksznnDt9jj0gcoqOqRlU548qkWBiwrS_UQUGFzKTJl_YM22dqMhXxARI9Qiw69tsQB9NRc37eYnLAjSqJjTyyKAF/w400-h285/amarmi.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="text-align: left;">"Amarmi", olio su masonite, 70 x 50 cm.</span></td></tr></tbody></table>P.S. Il quadro non so ancora se è finito, ma oggi lalla aveva voglia di
scrivere questo post, è il primo dell’anno, non potevo certo dirle di no e il
senso del dipinto è questo.</span><br /></span></div>lalla ilaria.gonnelli12@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/13167849010862103346noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4178449698599889378.post-20728129337613842762022-11-16T12:54:00.004+00:002022-11-16T18:25:49.429+00:00per il mio compleanno: un bel sabba di streghe, una pessima influenza, ma finalmente si colora!<p><span style="font-family: inherit;">Novembre
è un mese oggettivamente di cacca: umido, buio, insalubre… uno schifo, via.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Meno male che c’è il mio compleanno a tirarmi su di morale (per questo lo faccio durare parecchi giorni, tipo una <i>festa del perdono</i>*)!</span></p><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: inherit;">
Venerdì 11 ho organizzato un bel sabba di amiche streghe per festeggiare. Lo faccio tutti gli anni e devo ammettere
che vengono proprio ganze queste cenette novembrine al femminile. Tutto molto
gradevole: la compagnia, il cibo vegetariano (credetemi che me la cavo tra i fornelli, anche
con la cucina senza grassi), l’atmosfera rilassata e un po’ cospiratoria, le
risate fino a tardi. V</span>erso la mezzanotte ho spento le candeline sui miei dolci blu (belli e buoni). <span style="font-family: inherit;">Quest’anno i regali sono stati uno spasso! (A
proposito: ma come sono belline le mie amichette che a quest'età ancora mi fanno i regali?)<br />Le vere animatrici della festa sono state sei meravigliose cocorite blu,
verdi e azzurre che mia mamma mi ha incautamente fatto recapitare a sorpresa. <i>Incautamente</i>
perché io adoro i pappagalli (e il Blu) e questa è cosa nota, ma se in
quarantasette anni non avevo mai scelto di prenderne una coppia (e sei?), ci
sarà stato un perché. <br />
E in effetti, volendo esagerare, i perché sono due. <br />
Primo, io amo la libertà, non riesco a tenere manco i miei gatti in casa,
figuriamoci quanto mi strazi un uccello (anzi 6) in gabbia. <br />
Secondo, i miei coinquilini pelosi sono dotati di artigli e di un feroce istinto
predatorio verso i volatili. <br />
L’ultima temibile assassina di casa, nonostante sia ancora una cucciolotta di
tre mesi, ha rischiato la crisi di nervi nelle dodici ore che le eteree
cocorite sono rimaste in casa. La smania di volerle (doverle) divorare l’ha
torturata, non faceva che miagolare e contorcersi disperata, la frustrazione di
non poterle agguantare era terribile. E terribile deve essere stato per loro vedersi
girare intorno una piccola leonessa famelica.<br />
Quando al mattino, all’ennesimo tentativo di assalto alla gabbia, l’ho trovata
con qualche piumetta colorata in bocca, ho deciso di chiamare la mia mamma e
rispedire a casa gli splendidi cioccolatini blu con le ali onde evitare
spettacoli macabri. Mi è dispiaciuto molto non darle soddisfazione, ma qui si
rischiava il massacro o l'infarto (in ogni caso, roba non piacevole). Adesso le splendide creature blu risiedono in campagna,
in un’enorme voliera che fu costruita per ospitare dei piccioni, meglio va’.<br />
Un altro buffo diversivo è che mi sono state regatate ben quattro sciarpe, neanche
a mettersi d’accordo!<br />
Ora, anche che io sia persona freddolosa è cosa nota, quindi le sciarpe non le
rispedisco a nessuno e me le tengo con gratitudine, sono tutte diverse e mi
torneranno utili.</span></span><div><span style="line-height: 107%;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhicHNgH4xtH0dA7ZEyJA5ih5j7ZTb2I0ejVou272xfxDxoLyU8Ly6Bp70lcml8__2IpV-aQmjm819fxNDaDlgg8iOGTvHk0qvjcbQ6LvOgNoOMtjT-KKKMy9MfEmu2XOSz7DgfrNkDWaqkBmhEFXIu67zF6wJy1Jau3IBQxyJ3Fq6ewxxgODPmeJqq/s5015/IMG_9186b.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="5015" data-original-width="3343" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhicHNgH4xtH0dA7ZEyJA5ih5j7ZTb2I0ejVou272xfxDxoLyU8Ly6Bp70lcml8__2IpV-aQmjm819fxNDaDlgg8iOGTvHk0qvjcbQ6LvOgNoOMtjT-KKKMy9MfEmu2XOSz7DgfrNkDWaqkBmhEFXIu67zF6wJy1Jau3IBQxyJ3Fq6ewxxgODPmeJqq/w266-h400/IMG_9186b.jpg" width="266" /></a></div><span style="font-family: inherit;">Sabato 12, dopo aver cucinato e festeggiato fino a notte fonda ed essermi alzata presto per risistemare la casa, ero un po' cottina, ma ho comunque imbastito un pranzetto cinese con la mia mamma e i miei figlioli. Anche loro mi
hanno fatto splendidi regali. La Piccola Fata, una spilla a forma di pesce blu
realizzata da lei con la penna 3D e impacchetta in modo fantastico (è super
creativa questa bimba) e il Re dei Sugolini, dei bellissimi guanti in pelle
(perfetti con la mia collezione di sciarpe!).<br />
Relax e coccole, che bel compleanno.</span></span></div><div><span style="line-height: 107%;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyGtxSxeVvYb5lbH_oWODk7ZPLjoHGy-lxt-4UJ6LAAL-Q660_95YYVlnLc7mgCYGjnGEDDUcLy943YljelXH05l-qp4LP6GvlPRFikdLmIEsfqhLdn3LFTuUPpxkBUuE12yb8yg7LgolRPzqZ-g0DGkpbU7m2V0QyYs_SZuLsDMH2HL-IKekTlWsk/s2009/47-elia-tinne-pic.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1500" data-original-width="2009" height="299" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyGtxSxeVvYb5lbH_oWODk7ZPLjoHGy-lxt-4UJ6LAAL-Q660_95YYVlnLc7mgCYGjnGEDDUcLy943YljelXH05l-qp4LP6GvlPRFikdLmIEsfqhLdn3LFTuUPpxkBUuE12yb8yg7LgolRPzqZ-g0DGkpbU7m2V0QyYs_SZuLsDMH2HL-IKekTlWsk/w400-h299/47-elia-tinne-pic.jpg" width="400" /></a></div><br /><span style="font-family: inherit;">Poi, domenica 13 (primo giorno del mio quarantottesimo anno), è venuta a farmi
gli auguri anche la vecchia cara amica influenza. Avete presente quella che ti
agguanta la testa, ti brucia gli occhi, ti ingolfa di muco e ti spezza le ossa?
Proprio lei. <br />
Quanto tempo... quasi non mi ricordavo più manco che esistessi e invece eccoti
qua, stronza come prima. Mascherine e distanziamento ci avevano tenute lontane,
senza offesa eh, ma per me potevamo anche esserci dette addio per sempre.<br />
Magari! Ma ti ci sei sempre trovata così bene nel mio corpo, figurati se alla
prima occasione non ci tornavi.<br />
Sappi però che io non ti avevo invitata e, passino la febbre e il resto dei
disturbi (sono una vita che me li regali), ma non ti perdono il tempo che stai
rubando alle mie classi. <br />
Per colpa tua in questi giorni non vado a scuola e sto facendo saltare
verifiche, spiegazioni, revisioni... sono ore realmente perse e irrecuperabili,
la prossima settimana si accumulerà tutto e sarà un delirio. Danneggi le mie
studentesse e i miei studenti, non solo me. <br />
E ovviamente hai impestato anche i miei figlioli. Sei pessima, sappilo.<br />
Ma oggi mi sono alzata un pelino meglio (tié) e vedo la luce in fondo al tunnel,
potresti per una volta levare le tende in tempo utile senza le consuete complicazioni? Per favore...<br />
Intanto stamani mi sono messa a disegnare (che goduria!), ora anche al computer e dopo
pranzo riprendo in mano le cose di scuola e riorganizzo il mio rientro. Non ci
voglio stare un minuto di troppo a bacheggiare nel letto, ho intenzione di fare
un sacco di cose in questo quarantottesimo anno di vita e il tempo è sempre poco
(pochissimo), quindi sarà bene darsi una smossa.<br />
Al lavoro lalla, al lavoro!<br />
<br />
Lalla</span></span></div><div><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></div><div><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: inherit;">* le "<i>feste del perdono</i>" si svolgono nel mese di settembre in alcuni paesi del Valdarno, durano circa quattro giorni, sono animate da fiere, giostre e si concludono con i fuochi d'artificio.</span></span></div><div><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: inherit;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgf7TLxN4ZU8aZM0eP-uLZ4AXuCQMHrC63DkPhQDwrvuyrd7SLO-RqYKtC2FiIM0ktKEsg_JxPWnvoYVlsbaz4MOYlYV21fox7YHRmkoY3gPTSGl0VvYyfeGpAlUS-RgCpoA7IgLcdKjQ3pa04PWeC3b8zYBko16e0kj7MrdFG3KVcIT3mEKlsq6EvN/s2079/incubo-rossoleonardo-pic.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2079" data-original-width="1500" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgf7TLxN4ZU8aZM0eP-uLZ4AXuCQMHrC63DkPhQDwrvuyrd7SLO-RqYKtC2FiIM0ktKEsg_JxPWnvoYVlsbaz4MOYlYV21fox7YHRmkoY3gPTSGl0VvYyfeGpAlUS-RgCpoA7IgLcdKjQ3pa04PWeC3b8zYBko16e0kj7MrdFG3KVcIT3mEKlsq6EvN/w289-h400/incubo-rossoleonardo-pic.jpg" width="289" /></a></div><br />Ecco la prima illustrazione per il nuovo libro "Rosso Leonardo": un
timido e febbricitante omaggio all'Incubo di Johann Heinrich Füssli, realizzato
con acquerelli e matite colorate.</span><br /></span></div>lalla ilaria.gonnelli12@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/13167849010862103346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4178449698599889378.post-82662190879022082722022-07-29T02:40:00.003+01:002022-07-29T02:59:01.361+01:0017<p>Le gravidanze, non sono tutte semplici. E partorire non è sempre una cosa naturale. Non per tutte. Mi hanno allettato e imbottito di medicinali per tenerti dentro di me e alla fine mi hanno fatta a pezzi per tirarti fuori da me. Quarantadue settimane di gestazione, tre giorni di induzione e dodici ore di dolori di espulsione.
A mezzanotte e quaranta, quando finalmente sono riusciti a dividerci, un'emorragia portentosa ha lasciato di stucco la decida di camici bianchi che girava intorno al nostro letto di dolore.
Sono quasi andata all'altro mondo, ma ormai era fatta: a quel punto tu eri già nato, un po' acciaccato, ma salvo.
Ti ho visto solo per pochi secondi, ricordo che mi sentivo così stanca, ma almeno sapevo di avercela fatta; poi mi hanno addormentata per intervenire d'urgenza e riprendermi per i capelli. Ho perso quasi due litri di sangue, tantini dato che il mio corpo ne ha poco più di quattro. </p><p>Ma non importa, non è questo. </p><p>Il giorno dopo ero sventrata e sfatta, ricucita e trafitta, in attesa di trasfusioni e gonfia come un pallone. </p><p>Ma no, non è neppure questo. </p><p>È la sensazione che ho provato rivedendoti da viva.
Non potevo alzarmi, non potevo accudirti, ma ti hanno messo sul mio cuore ed io ho provato qualcosa che, non lo so, non si può spiegare. </p><p>È questo. </p><p>Eravamo vivi entrambi, io maciullata e tu con una clavicola spezzata, ma vivi.
E tu eri così perfetto, con quella tua splendida testolina a forma d'oliva. Con quella bocca a cuore, il nasino minuscolo e le manine raggrinzite.
Mi sono sentita così forte, così fiera, così innamorata.
Ho desiderato di riuscire a raccogliere i nostri pezzi, di imparare a prendermi cura di te, di essere all'altezza. Diciassette anni fa, da allora e per sempre. </p><p>É solo questo. Buon compleanno Re dei Sugolini.</p><p>lalla</p><p>P.S. non siamo insieme in questi giorni, ma so che stai facendo una bella esperienza, stasera vengo a vederti cantare con la tua piccola rockband a Cecina, in bocca al lupo!</p>lalla ilaria.gonnelli12@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/13167849010862103346noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4178449698599889378.post-8139184878451519022022-07-19T22:03:00.018+01:002022-07-20T09:15:59.658+01:00un salto al Peggy Guggenheim, in ciabatte<p><span style="font-family: inherit;">Sapete quella storia di non mescolare il serio al faceto, il sacro al profano, la cultura bassa a quella alta, portare rispetto e tutta quella roba là? <br />Io non ce l'ho.<br />Venezia, 13 luglio, ora di colazione.<br /></span>Va detto che questo è stato in assoluto il nostro primo viaggio culturale insieme, non avevo mai portato i figli a spasso per musei (ho sempre molta paura di traumatizzarli), quindi cercavo di andarci leggera e inserire ogni giorno diversi tipi di intrattenimento.<br />“<span style="font-family: inherit;">Insomma, oggi sono previsti 30°, dopo il Guggenheim volete andare a fare un
bagno la Lido?”<br />Piccola Fata, con fanciullesco entusiasmo: “Sì!!!”<br />“Va bene, è comodo dai, si prende la linea 1 del vaporetto che parte proprio
dalla chiesa della Salute… prepariamo la
borsa con due asciugamani e l’acqua, si lascia al deposito bagagli del museo.
Mettiamoci direttamente costume, copricostume e ciabatte.”<br />Il Re dei Sugolini, con reale indignazione: “Mamma, ma ci porti in un museo
vestiti da spiaggia?”<br />“Certo che sì, Peggy era una donna di mondo, sono sicura che avrebbe capito!”<br /></span>E fu così che omaggiammo una donna ricchissima e i suoi artisti, in costume, infradito e senza vergogna, piacevolmente sopresi di
essere cromaticamente coordinati con un buon numero di opere.</p><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQyWLioj1SX8Jhvac7pXD3obM2plS3sjZ6qwNNBmNG7k1KD82-Uqw-iurnxn7dux5yRCwPB-GbWSMVP2mID1Kw75UEBlTztJ1KwYqLK0qokSXbOHXsxvEbtw3V0_uD3y-V6t_v2WET2IeiB9ErN5ewIXRo9Q1e_ufXrBJqDOKBbq1_DL8iZkFOjYuw/s4978/IMG_5812.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3319" data-original-width="4978" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQyWLioj1SX8Jhvac7pXD3obM2plS3sjZ6qwNNBmNG7k1KD82-Uqw-iurnxn7dux5yRCwPB-GbWSMVP2mID1Kw75UEBlTztJ1KwYqLK0qokSXbOHXsxvEbtw3V0_uD3y-V6t_v2WET2IeiB9ErN5ewIXRo9Q1e_ufXrBJqDOKBbq1_DL8iZkFOjYuw/w400-h266/IMG_5812.JPG" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjynRJABnThEOmLgQWscOXu1G3Z89HyQ5C8oB9E31eQbpTddd6WI9P0GNPxRfGqV50riozdYljijflDYFcayl8ZndKxAwd8CimJIYV8lJ9FzcI2Ve24CFwKU6VN7KDM_1-D7SMiqGs3sVLB99vbQ5r1SGiHTeIMS5enot0m5uu_QRNQnBDyTbEvJNFg/s4722/IMG_5814b.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3148" data-original-width="4722" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjynRJABnThEOmLgQWscOXu1G3Z89HyQ5C8oB9E31eQbpTddd6WI9P0GNPxRfGqV50riozdYljijflDYFcayl8ZndKxAwd8CimJIYV8lJ9FzcI2Ve24CFwKU6VN7KDM_1-D7SMiqGs3sVLB99vbQ5r1SGiHTeIMS5enot0m5uu_QRNQnBDyTbEvJNFg/w400-h266/IMG_5814b.jpg" width="400" /></a></div><p></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: inherit;">A dire il vero, anche per me era la prima volta al museo di Venezia (ero stata al Salom ni NYC).
<br />
La collezione è allestita nel palazzo “non finito” (è rimasto a un solo piano)
che fu l’ultima abitazione dell’ereditiera e mecenate Peggy Guggenheim. Il
tutto è davvero piacevolissimo, con quel suo affaccio sul Canal Grande e quel suo
giardino ricco di sculture. </span></p><p class="MsoNormal"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrH1lbEasVOI8f5xSZUFndtZMHNOdbkqo83ejtubxcmB9E5YnuB3gHuJfjCTY3Os1ZvbjcMAfJ03gH9ZxnniR5GMJ2499jVXE5CVMsB0ff8nlqkn552ty6Gc0hGqUMY9ZGodV_slk8cu_1tVNLmnCb_xDffNVpL93E2wMg_4JVa4F1il1kBrtoReaZ/s5184/IMG_5791.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3456" data-original-width="5184" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrH1lbEasVOI8f5xSZUFndtZMHNOdbkqo83ejtubxcmB9E5YnuB3gHuJfjCTY3Os1ZvbjcMAfJ03gH9ZxnniR5GMJ2499jVXE5CVMsB0ff8nlqkn552ty6Gc0hGqUMY9ZGodV_slk8cu_1tVNLmnCb_xDffNVpL93E2wMg_4JVa4F1il1kBrtoReaZ/w400-h266/IMG_5791.JPG" width="400" /></a></div><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiaTnX4pPI0O8gPaz2LzYhs898ZArjHWG652TDTBRSZEV3lUOADzNBUqoSV8KkG-NcyCNn4BMQZI8lbhtJ8ETyj7gG3sW8xnYDW3PvCNJsNq-KM2KMHk7Z0WklMSt2u_MYHTJPcreK4aJd0fJZ4glt4c6zF424kAoSN3OHHob-gpN62X7Scw2Sy9Z1/s5184/IMG_5732.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3456" data-original-width="5184" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiaTnX4pPI0O8gPaz2LzYhs898ZArjHWG652TDTBRSZEV3lUOADzNBUqoSV8KkG-NcyCNn4BMQZI8lbhtJ8ETyj7gG3sW8xnYDW3PvCNJsNq-KM2KMHk7Z0WklMSt2u_MYHTJPcreK4aJd0fJZ4glt4c6zF424kAoSN3OHHob-gpN62X7Scw2Sy9Z1/w400-h266/IMG_5732.JPG" width="400" /></a></div><p class="MsoNormal"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcNqYfXqsmsOeeRxLyhgVZk3r7UJsf2ygcZ32i24W6S0r5dcqiD_61Xxw2ZpNztWBWs5-LnoCsOZ-TFFgWhFO3j6hzIx2rSEmPJVXHkdGkHcGcKoievIAnqwUrrZ7u6fYhHPcieL7qDxkpE2-PeMmvKJwIRys9WHiT3AxwudvYNHs4qS17modbUNaL/s5184/IMG_5735.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="5184" data-original-width="3456" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcNqYfXqsmsOeeRxLyhgVZk3r7UJsf2ygcZ32i24W6S0r5dcqiD_61Xxw2ZpNztWBWs5-LnoCsOZ-TFFgWhFO3j6hzIx2rSEmPJVXHkdGkHcGcKoievIAnqwUrrZ7u6fYhHPcieL7qDxkpE2-PeMmvKJwIRys9WHiT3AxwudvYNHs4qS17modbUNaL/w266-h400/IMG_5735.JPG" width="266" /></a></div><span style="font-family: inherit;">Peggy è stata una donna liberissima, quasi una sorta di Groupie dell’Arte. Sì, avete capito bene: ho detto proprio "groupie" e la signora non se la sarebbe presa a male, credetemi. </span> E' stata anche una collezionista eccezionale (con l'aiuto del grande Duchamp). <span style="font-family: inherit;">A un certo punto si è sposata Marx Ernst quindi tra le sue opere ovviamente c’è tanto Surrealismo, corrente che, a dire il vero, non è tra le più vicine al mio gusto personale. Con questo non voglio
dire che vedere “La vestizione della sposa” dal vivo per la prima volta non mi
abbia toccato, anzi: Ernst era un genio diabolico e inquietante, dotato di un’eleganza
pittorica visionaria e unica (in particolare mi piace quel suo modo di torturare in alcuni
punti la materia con pennellate piccolissime e tormentose).</span></div><div><span style="font-family: inherit;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu97l6zpb4-2nOUKmlmkUvIW4sKjkhhuWZ8vDqrLgC-mL94F3QW1YI1HXkN2kNFyPQuVVs0O9tc4Ug_hUOYQ5eueIxHZZVJKuK254-pbG84x-9MDK2L22XkmSxFUrZaEX6dNBtHped5jLym8dTNEY2uRHQ5DKJydZoNhWxsUvWjE0yrZ3yDOMzcrUe/s3685/IMG_5740b.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2457" data-original-width="3685" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu97l6zpb4-2nOUKmlmkUvIW4sKjkhhuWZ8vDqrLgC-mL94F3QW1YI1HXkN2kNFyPQuVVs0O9tc4Ug_hUOYQ5eueIxHZZVJKuK254-pbG84x-9MDK2L22XkmSxFUrZaEX6dNBtHped5jLym8dTNEY2uRHQ5DKJydZoNhWxsUvWjE0yrZ3yDOMzcrUe/w400-h266/IMG_5740b.jpg" width="400" /></a></div></span><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiz42T8x98cyPX3pgfvw8UkEUSAVdF5gSiNRXSGTUMFcAW2N8BvCYEaMTuASE4szESlIHnPHbUT-PxGFHhYyknAVDzph-_4E2viBc7-nv9cnmYtdgeNEjF441lsPGGOpPtWE5PVUDCrbMxyeaO8TaqsSe_5bNwFlgEIzRrKe513Hjr-wTvWrjtIIDMk/s4852/IMG_5743.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3234" data-original-width="4852" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiz42T8x98cyPX3pgfvw8UkEUSAVdF5gSiNRXSGTUMFcAW2N8BvCYEaMTuASE4szESlIHnPHbUT-PxGFHhYyknAVDzph-_4E2viBc7-nv9cnmYtdgeNEjF441lsPGGOpPtWE5PVUDCrbMxyeaO8TaqsSe_5bNwFlgEIzRrKe513Hjr-wTvWrjtIIDMk/w400-h266/IMG_5743.JPG" width="400" /></a></div><span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;">Puliti ed eleganti anche “L’impero delle luci” e "Magia nera" di Magritte, ma lui è un po’ più
freddino, diciamocelo. D’altronde il suo è un Surrealismo atipico, basato sul
paradosso e sul ragionamento, più che sulle emozioni.<br /></span><span style="font-family: inherit;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdgCplLILdIjsGlszvvOndtZskmrf8fKT0nYIR4YMySY0suZF8BV2Lml49UY2iS2zPjCTzSj0TtmQyJFZaz3e2ds7gNGgrn9mHHU83sGMhvm6ZJGKOFBer3qLl0H1prC--AhiWL4qv2-7o6g_y2MU-I5GlEem81CcYM7JCEUZSWVUfJXpU0idnnuxL/s5184/IMG_5751.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3456" data-original-width="5184" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdgCplLILdIjsGlszvvOndtZskmrf8fKT0nYIR4YMySY0suZF8BV2Lml49UY2iS2zPjCTzSj0TtmQyJFZaz3e2ds7gNGgrn9mHHU83sGMhvm6ZJGKOFBer3qLl0H1prC--AhiWL4qv2-7o6g_y2MU-I5GlEem81CcYM7JCEUZSWVUfJXpU0idnnuxL/w400-h266/IMG_5751.JPG" width="400" /></a></div>Invece, so di darvi un dispiacere, ma Dalì quasi sempre non mi piace per niente,
sappiatelo, colpa mia che sono una brutta persona. In compenso la purezza e la leggerezza di Mirò mi piacciono un
sacco e pure quelle del suo amico scultore Candler (fantastici i suoi pezzi in
collezione!). <br /></span><p class="MsoNormal"><span style="font-family: inherit;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: inherit;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjacYV5T_oOS2hCW5mu18zvAtyRXcHzYB676D9TgKPvJ8GVUuOrNBp3tLjfEZO1BRb65b-Uk_d-JMqRcKfaCdpmUZ5tbpfDFcfdx3vc18p1BgHRjmRPdq4c1z072aVU-9hK8iInKZrV457J7lBuvIGoVJwIE3tyrgFZTaUvUAXfEZkyAA6pCi6UQU3X/s5184/IMG_5767.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3456" data-original-width="5184" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjacYV5T_oOS2hCW5mu18zvAtyRXcHzYB676D9TgKPvJ8GVUuOrNBp3tLjfEZO1BRb65b-Uk_d-JMqRcKfaCdpmUZ5tbpfDFcfdx3vc18p1BgHRjmRPdq4c1z072aVU-9hK8iInKZrV457J7lBuvIGoVJwIE3tyrgFZTaUvUAXfEZkyAA6pCi6UQU3X/w400-h266/IMG_5767.JPG" width="400" /></a></span></div><span style="font-family: inherit;">Comunque al museo non c’è solo Surrealismo, bensì una spolverata di tutte le avanguardie.
<br />
Per esempio: una bella scultura del futurista Boccioni e “La maiastra” </span>del rumeno Brancusi, <span style="font-family: inherit;">che io adoro; </span></div><div><span style="font-family: inherit;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-rR_qWgizTzb0ETJn2370sBGcoFrMHrG-u05qqpI9VvVhIG02yOsZDkmoin3WzS4yeo19mbPcq487AoDscVrFamqkKeSVIz0djwvPdYvwzuBJtwCqhJ_UhGqeRQc-P4w4NEllukNzFB0wVbpIvLSUiZDeNYuyCwtYLv1b8CCkd7aHtPfBOShQ-npA/s5184/IMG_5777.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3456" data-original-width="5184" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-rR_qWgizTzb0ETJn2370sBGcoFrMHrG-u05qqpI9VvVhIG02yOsZDkmoin3WzS4yeo19mbPcq487AoDscVrFamqkKeSVIz0djwvPdYvwzuBJtwCqhJ_UhGqeRQc-P4w4NEllukNzFB0wVbpIvLSUiZDeNYuyCwtYLv1b8CCkd7aHtPfBOShQ-npA/w400-h266/IMG_5777.JPG" width="400" /></a></div><br />non potevano mancare un po’ di pezzi
cubisti di Picasso e Braque; due fantastici quadri cubo-futuristi di Severini e
Robert Delanuay (Che festa di colori!); </span></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSGZx8YCUcpUw81MNTE-pkwNYtxi1F6N9wKB9o3zgezWrG7bpUo7lLc-mfxmMy23HkkZhL5mXzjNLA7H74p2TXdkDZL2ExTBUJsRLOD-QiTIGYhLWzU-Qx1FmydjpKSZe6E67q4rZNt2WLjRoDHwnxAtIQwcEl_z7_sXLRcRocZdwgADpITohgyD_a/s5184/IMG_5770.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3456" data-original-width="5184" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSGZx8YCUcpUw81MNTE-pkwNYtxi1F6N9wKB9o3zgezWrG7bpUo7lLc-mfxmMy23HkkZhL5mXzjNLA7H74p2TXdkDZL2ExTBUJsRLOD-QiTIGYhLWzU-Qx1FmydjpKSZe6E67q4rZNt2WLjRoDHwnxAtIQwcEl_z7_sXLRcRocZdwgADpITohgyD_a/w400-h266/IMG_5770.JPG" width="400" /></a></div><span style="font-family: inherit;">la mia stanza preferita tutta astratta con l'eleganza di De Stijl, il perfetto Suprematismo di Malevich e
il mio grande amore Vassili Kandinsky (solo due quadri, ma da urlo), ogni volta tuffarsi nei suoi colori, inseguire i suoi segni, penetrare nelle sue composizioni, per me è un viaggio fantastico come fu la prima volta.</span></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVhpShZDGJEtx3qzz-OaUkEoSmG6CnOmEO2NdBFZhmk_jcKkHZqENFRO6fCEFTwjMp8MSqV8pd6I6WoEKeONa1ktlt-O4RsbOvBICLl3HrKZDF0d5G03DCnjNtYcAFtW3hENIG7JrRmTIj5PdiqYL9ZuGm6_hvtyjuw8EDtS8BJ0fr-gDKb6Qk8-Jo/s5184/IMG_5771.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3456" data-original-width="5184" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVhpShZDGJEtx3qzz-OaUkEoSmG6CnOmEO2NdBFZhmk_jcKkHZqENFRO6fCEFTwjMp8MSqV8pd6I6WoEKeONa1ktlt-O4RsbOvBICLl3HrKZDF0d5G03DCnjNtYcAFtW3hENIG7JrRmTIj5PdiqYL9ZuGm6_hvtyjuw8EDtS8BJ0fr-gDKb6Qk8-Jo/w400-h266/IMG_5771.JPG" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVhpShZDGJEtx3qzz-OaUkEoSmG6CnOmEO2NdBFZhmk_jcKkHZqENFRO6fCEFTwjMp8MSqV8pd6I6WoEKeONa1ktlt-O4RsbOvBICLl3HrKZDF0d5G03DCnjNtYcAFtW3hENIG7JrRmTIj5PdiqYL9ZuGm6_hvtyjuw8EDtS8BJ0fr-gDKb6Qk8-Jo/s5184/IMG_5771.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a></div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEih6IlpVN-20AUZJgP5o1-oBoOtDWAdV9czmMuV4MimRz7_vL4-uuSzr9YAEQ0wndDEWZgDZplpFFaukL1_XRyGwUo9oW3qSDtA6-vET0Wk0Wsww1AwsrQt8yriPV-1PMv4Ap-XdyqDdBp2qXFi7fpjGpQO8ukrSxZ7Yd09vo8k5iKeT9I0Vt4yF4jj/s4233/IMG_5773bc.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2821" data-original-width="4233" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEih6IlpVN-20AUZJgP5o1-oBoOtDWAdV9czmMuV4MimRz7_vL4-uuSzr9YAEQ0wndDEWZgDZplpFFaukL1_XRyGwUo9oW3qSDtA6-vET0Wk0Wsww1AwsrQt8yriPV-1PMv4Ap-XdyqDdBp2qXFi7fpjGpQO8ukrSxZ7Yd09vo8k5iKeT9I0Vt4yF4jj/w400-h266/IMG_5773bc.jpg" width="400" /></a></div><p class="MsoNormal"><span style="font-family: inherit;">Piacevolissime anche le due sale con finestra sul Canal Grande, in una sculture in vetro e opere erotiche e giocose, in quell'altra, alcuni lavori di Jackson Pollock (pensavo ce ne fossero di più
dato che Peggy praticamente lo sostenne in vita con una reddita mensile a fondo
perduto). Quelli che c'erano hanno confutato in me la diceria che l’Action Painting fosse
caratterizzato da tinte fluide che non creavano effetti di spessore materico (certo
che delle volte anche i libri di testo ne sparano di cavolate: certi bioccoli!)</span></p><p class="MsoNormal"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilhwyxg3SHvziM3q35c0Y9p_HIYmH15GlSqLeOpFA-P6dttRUv_22ROja49gBQcYSVlQhtICDL927Aez_cnnhVToZB6CyS_Rbh54pjyFSQfbpYEcR9ZVk_V6r5fFRovNS4matPfz6FrplWZKt4Zbf_qXlkq997nvDK9BJaXu4kNMIGooWOhbVmJ6Hv/s4977/IMG_5787b.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3318" data-original-width="4977" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilhwyxg3SHvziM3q35c0Y9p_HIYmH15GlSqLeOpFA-P6dttRUv_22ROja49gBQcYSVlQhtICDL927Aez_cnnhVToZB6CyS_Rbh54pjyFSQfbpYEcR9ZVk_V6r5fFRovNS4matPfz6FrplWZKt4Zbf_qXlkq997nvDK9BJaXu4kNMIGooWOhbVmJ6Hv/w400-h266/IMG_5787b.jpg" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; text-align: left;">Insomma, in verità c’erano davvero tante opere da ammirare e, come sempre, tante cose da imparare. Tante ma non troppe
e così Elia e Matilde se la sono cavata benissimo, alla fine del giro non erano
stanchi (né traumatizzati mi pare), ma soddisfatti. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; text-align: left;">Dopo siamo andate al Lido e ci siamo godute un bel bagno in mare con gli occhi ancora pieni di bellezza, io e la Fata. Il Re era ovviamente con noi, ma ha preferito stare steso a rosolare sulla sabbia, non gradiva l'acqua torba e aveva paura delle meduse. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; text-align: left;">E vabbè, si sa che i monarchi sono un po' stucchini, invece noi donne magiche non abbiamo paura di nulla.</span></div><span style="font-family: inherit;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Grazie cara Peggy per averci ospitato nella tua bella casa, la prossima volta che vengo,
prometto di indossare biancheria d'ordinanza e un paio di scarpe!</span></div></span><p></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: inherit;">lalla</span></p><p></p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p></div></div>lalla ilaria.gonnelli12@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/13167849010862103346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4178449698599889378.post-8552866702106932782022-07-18T15:32:00.015+01:002022-07-18T17:36:30.123+01:00incoronata<p><span style="font-family: inherit;">Caro </span><span style="font-family: inherit;">SARS-CoV-2, <br />infine anche noi, per la prima volta, ci incontriamo.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Come sai, da marzo 2020 mi sono chiusa in casa per mesi e, anche successivamente
al primo rigidissimo lockdown, ho girato più mascherata di Zorro. Ho rinunciato
quasi completamente alla mia già miserrima vita sociale e mi sono inimicata
vari conoscenti scansandomi ad ogni tentativo di abbraccio.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Non te la prendere a male se non volevo incontrarti, niente di personale, però al
principio ti ho molto temuto, soprattutto temevo che potessi usare me come
veicolo per colpire le persone che amavo. E anche che non amavo né conoscevo,
ma che comunque non si meritavano di morire a causa mia. Sono stata un esempio
di rettitudine: totale rispetto di ogni restrizione e regola anti-Covid19.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Eppure i rischi di incontrarti c’erano comunque: da settembre 2020 ho soggiornato
in aule ricolme di giovani affetti dalla sindrome “della mascherina calante”,
ho girato tra banchi infetti e corretto disegni sputacchiati. Per due anni ho
visto ammalare la quasi totalità dei miei studenti e delle mie colleghe.
Perfino i miei figli si sono ammalati questo aprile e io l’ho magicamente scampata
perché erano dal padre.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Ma chiaramente, era solo questione di tempo, prima o poi anche io e te ci
saremmo incontrati.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Adesso che sono più incoronata della regina Elisabetta II, trovo che sia il
caso di fare insieme alcune considerazioni.<br /></span><span style="font-family: inherit;">E, nonostante i primi tre giorni di smania e dolori, disturbi intestinali e febbre
a 39° (provocate da te, sia chiaro), non sarò polemica, né lamentosa, lo giuro.
Probabilmente il fatto che oggi il termometro non superi i 38°, mi mette di
buonumore ed infatti eccomi qui tutta allegra a digitare sulla tastiera.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Comincio subito col dirti grazie.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Un enorme grazie. Di aver aspettato due anni a conoscere me e soprattutto la
mia mamma (attualmente incoronata quanto me). Diciamocelo, appena sei arrivato
eri proprio uno stronzo e non ci saremmo piaciute per niente. Hai fatto delle
stragi orribili e probabilmente avresti provato a farci fuori entrambe (soprattutto
lei). Grazie di averci dato il tempo di vaccinarci e di esser gradualmente
mutato in modo intelligente: più trasmissibile e meno letale. Non faceva comodo
neanche a te uccidere il proprio ospite, lo capisci vero?<br /></span><span style="font-family: inherit;">Quindi, per cortesia, vediamo in futuro di non ricadere in una spirale di eccessiva
violenza. Tanto s’è capito che ti trovi bene da queste parti e che sei
diventato endemico; allora rompicoglioni ok, ma assassino anche no.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Poi grazie di avermi concesso, in questi due anni e mezzo, di fare tante cose
belle nonostante te. Tante riunioni a Reggello con ridicole e fantasiose apparecchiature
“a distanza” e foto di gruppo “scomposte”, alcuni piccoli viaggetti con la
mamma e Silvia, due estati al mare e le altre stagioni comunque passate in qualche
modo sempre accanto alla mia famiglia, anche se talvolta un po’ spezzettata.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Grazie di aver aspettato, in questo luglio, che io potessi completare fino in
fondo il mio dovere (ho concluso gli esami di maturità il 9) e di scatenarti
sul mio corpo la notte del 14, dopo il ritorno da Venezia; perfino questi
quattro giorni di bella vacanza con i miei figli mi hai concesso.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Ora, va detto che in situazione di pandemia, la mia efficienza scolastica ha raggiunto
livelli paradossali: durante il primo lock-down 2020 ho avuto una polmonite
pazzesca per 45 giorni (ok, ok, non provocata da te) e ho continuato imperterrita
a far lezione a distanza e registrare video didattici su You-Tube per le mie classi;
in quel periodo surreale è stato anche abbattuto il tabù del “diritto alla
disconnessione”, sicché da allora messaggi 24 ore su 24 da studenti/sse e
colleghe/ghi (le brutte abitudini si sa, si prendono velocemente e non si
perdono mai); in questi due anni sono mancata da scuola solo tre giorni per gli
effetti post-vaccino (un lunedì d’assenza per ogni dose perché nonostante
fissassi l'appuntamento di venerdì pomeriggio sperando di smaltirlo nel week-end, era
tale la sberla di febbre e dolori che al terzo giorno ancora ero in stato
comatoso); infine nel 2022 anche io prendo il Covid-19 e mi succede a luglio, quattro
giorni dopo la maturità, in questo modo posso godermelo durante le vacanze… ma che culo!<br /></span><span style="font-family: inherit;">Meglio così, almeno per una volta zero sensi di colpa, tié!<br /></span><span style="font-family: inherit;">Ci scherzo perché penso di cavarmela, davvero.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Non dico che tu sia diventato una passeggiata, ma quale virus lo è mai stato
per me?<br /></span><span style="font-family: inherit;">Nella mia vita, ogni qual volta ho incontrato un coronavirus (uno dei tuoi
tanti cugini responsabili di quella che tutti chiamano “una banale influenza”), sono
stata da cani. Ora, vorrei capire, cos’avrebbe di tanto banale l’influenza? Cinque
devastanti giorni di febbre (di cui tre altissima) naso colante e gola in fiamme, decine di volte su di me si
è complicata in bronchite e tre volte in polmonite virale... che dici, con tre vaccini, me la risparmieresti tu?<br /></span><span style="font-family: inherit;">Invece, ogni qual volta ho incontrato un virus gastrointestinale, ha fatto festa nel
mio precario apparato digerente portandomi al limite della disidratazione (come
anche tu stai facendo, beninteso), lasciando ripercussioni sul mio fegato per
mesi...<br /></span><span style="font-family: inherit;">Sì, lo so, la colpa è anche del mio corpo: dei miei polmoni segnati dalla Pertosse
e dalla prima grande polmonite che ne derivò quando avevo sette anni (allora i
vaccini contro la Pertosse non c’erano, feci più di 60 giorni di assenza a
scuola, mi è quasi costata la seconda elementare oltre che la salute!) e del
mio fegato cronicamente in difficoltà.<br /></span><span style="font-family: inherit;">E quindi va bene così, scatenati pure, io sopporto e restiamo amici, solo due cose importanti
ti chiedo:<br /></span><span style="font-family: inherit;">1) La mia mamma deve guarire presto e bene.<br /></span><span style="font-family: inherit;">2) Non mi friggere il cervello, a quello ci tengo.</span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: inherit;">lalla<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4RvB9pwuS9p5zYrg1ZMfG0OGBmF6L4WXARREXwy8FVpNSnEFc2gFONumF-wKSYRmwGEafXp9Kq1fjGMY1OyFge9ZKWGkHjuD8mZ49gkc_6cTu_VOaWUm2wLUbZ4LmmVImfB0na9qwIbMeD9v9JtQbDN0BonX_D0I2haxEUkt3PALUaYs2MoL7cO1S/s1500/incoronata.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1500" data-original-width="1096" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4RvB9pwuS9p5zYrg1ZMfG0OGBmF6L4WXARREXwy8FVpNSnEFc2gFONumF-wKSYRmwGEafXp9Kq1fjGMY1OyFge9ZKWGkHjuD8mZ49gkc_6cTu_VOaWUm2wLUbZ4LmmVImfB0na9qwIbMeD9v9JtQbDN0BonX_D0I2haxEUkt3PALUaYs2MoL7cO1S/w469-h640/incoronata.jpg" width="469" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><span style="font-family: inherit;">P.S. Ripensandoci
caro </span><span style="font-family: inherit;">SARS-CoV-2, sai qual è
una cosa che potrebbe aver contribuito a rendermi psicologicamente così
accondiscendente nei tuoi confronti? Stamani mi sono pesata e ho scoperto di aver
perso due chili. Cioè, tu non ti rendi conto: sei riuscito in un’impresa che
neppure il lasciamento arrivò a fare!<br /></span><span style="font-family: inherit;">Shhh! Zitti e buoni! Lo so anche io che sono solo liquidi, ma lasciatemi illudere porca miseria, dopo tutto voi ve ne state da qualche parte a bisbocciare in compagnia e io me ne sto
qua, malata e sola: ho tutto il diritto di mentire a me stessa ;-)<br /></span><br /><p></p>lalla ilaria.gonnelli12@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/13167849010862103346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4178449698599889378.post-68501593734183854632022-06-04T15:58:00.009+01:002022-06-08T08:08:08.860+01:00Strega e fiera<p><span style="font-family: inherit;">Sono perfettamente consapevole della fortuna che ho.<br />Sono una persona dolce e sorridente, ma anche acuminata e dritta come una lascia. Disturbante
come una spina nel fianco. Naturalmente portata al rispondere, al non chinare
la testa. Insofferente alle costrizioni.<br />Se fossi nata in un diverso spazio temporale? Facilmente sarei stata rinchiusa
o morta.<br />Nel medioevo, mi avrebbero sposata bambina, fatta suora e poi bruciata. O
bruciata direttamente. Scusate, lo so che il passato è passato, ma la caccia alle streghe e l'inquisizione mi sono rimaste proprio di traverso.<br />Invece sono nata nel 1975, che culo!<br />E se fossi nata in un diverso spazio fisico? Facilmente sarei stata rinchiusa o
morta.<br />In un paese governato dalla sharia, anche oggi, mi avrebbero sposata bambina e
poi lapidata. O lapidata direttamente. Scusate, lo so che non essendo islamica forse questi non sono affari miei, ma anche l'infibulazione, il burka e altre porcate simili, sono parecchio indigeste.<br />Invece sono nata a Firenze, che culo!<br />In fondo, sono Strega e libera solo perché posso esserlo.<br />Eppure non è propriamente vero, il caso non basta.<br />Anche nascendo dove sono nata e quando sono nata, potrei essere manipolata, soggiogata,
rinchiusa o morta. La mia non è solo fortuna, ma forza di volontà.<br />Mi prendo i miei meriti: sono Strega e libera perché ho il
coraggio di esserlo, nonostante viva in una società (certo più evoluta di altre, ma ancora patriarcale) che non sempre mi rende la vita facile.</span></p><p><span style="font-family: inherit;">Spezzate le vostre catene, Streghe, e liberate il vostro potenziale! </span><span style="font-family: inherit;">La libertà è nostra, ma nessuno ce la servirà mai, dovremo sempre lottare per ottenerla
e difenderla. <br /></span><span style="font-family: inherit;">Ci pensate mai che per millenni a metà dell’umanità è stato impedito di creare?
Ci pensate mai a quante Raffaello-donna o Petrarca-femmina il mondo si è perso
per soddisfare il bisogno del genere maschile di dominare quello femminile? Ci
pensate a quanto sia stata mutilata l’Arte? Ne abbiamo persa metà.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Io ogni tanto ci penso e mi si attorcigliano le budella per l’ingiustizia. Per
la pena verso questo piccolo mondo meschino.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Mi accusano di essere femminista ed effettivamente lo sono. Fieramente.<br /></span><span style="font-family: inherit; line-height: 107%;">Cominciamo con l’eliminare la festa della donna (istituita con il nobile fine
di ricordare la morte
di centinaia di operaie nel rogo di una fabbrica newyorkese avvenuto l’</span><span style="font-family: inherit;">8
marzo nel 1908). Ormai non basta
più proprio per niente: le operaie, le artiste, le donne, le streghe morte ammazzate
nella storia, magari fossero solo un centinaio!<br /></span><span style="font-family: inherit;">Quanti femminicidi nella nostra evoluta Italia? Uno ogni tre giorni, giusto?<br /></span><span style="font-family: inherit;">Ne voglio 365 di feste della donna, porca miseria, non una!<br /></span><span style="font-family: inherit;">Ma che esagerazione lalla! Qualche maschio valevole, umano e realmente capace di
sentimenti, esiste.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Per fortuna questo è vero, ne ho conosciuti perfino io e non vorrei mai apparire iniqua: potremmo istituire
la festa dell’uomo il 29 febbraio. Ogni 4 anni mi pare pure troppo. Che portino
pazienza questi esemplari evoluti, fin troppa ne abbiamo portata noi.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Tra qualche millennio, quando finalmente saremo pari, se ne riparla.</span></p><span style="font-family: inherit;">
lalla<br /><br /></span><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhY0FLkQGA2NUxUg-KoQLdxpGKdk_ZXLs_dlId74aGyPkiLdscJBhaNAUznLjSWnEjZuKRXBPbltZ5r8aVjZX5bgzshgjmo1PDEYZudkQjaH-f2bZNTc-LyEicM_CHitwBSCioXdmKdhNNBSIQYqE9wslW07a1Gi-1ns9XLauWmSbpczXnBkhaHRU0m/s1200/1lalla-can22-pic.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1132" data-original-width="1200" height="378" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhY0FLkQGA2NUxUg-KoQLdxpGKdk_ZXLs_dlId74aGyPkiLdscJBhaNAUznLjSWnEjZuKRXBPbltZ5r8aVjZX5bgzshgjmo1PDEYZudkQjaH-f2bZNTc-LyEicM_CHitwBSCioXdmKdhNNBSIQYqE9wslW07a1Gi-1ns9XLauWmSbpczXnBkhaHRU0m/w400-h378/1lalla-can22-pic.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">la Strega allo specchio con la Sacra Canon</td></tr></tbody></table><br />lalla ilaria.gonnelli12@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/13167849010862103346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4178449698599889378.post-79146120016133107332022-04-09T18:10:00.005+01:002022-04-09T18:25:25.175+01:00leggete il mio libro, fatelo per la mia pancia!<p><span style="font-family: inherit;">Sarebbe
bello poter dire: “durante l’autunno e l’inverno sono ingrassata”.<br />Così, come facesse parte di un ciclo naturale, tipo le bestie che accumulano
prima del letargo, una sorta di dato di fatto, ma al passato.<br />E invece no, la verità è che lo sto facendo tutt’ora. E non so bene come
uscirne.<br />Mi tirano tutti i vestiti sulla pancia! Il fatto è che accumulo solo sopra (e per
sopra non intendo le tette, quelle ci sono comunque, purtroppo intendo pancia, braccia
e doppio mento). Avete presente la famosa siluette “a mela”? Nel mio caso è
sempre stata più “a lattina di Coca Cola con le poppe”… però maschio… ho la
ciambella sopra i pantaloni, ma che brutta!<br />Dio, quanto invidio le donne “a pera” e la loro cellulitica femminilità!</span></p><p class="MsoNormal"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: inherit;">
<br />
Il problema lo conosco molto bene: la mia è fame nervosa. <br />
E ne basta pure poca (visto il mio metabolismo), quindi non aspettatevi grandi
abbuffate (ma magari, della serie: ingrasso, ma almeno mi sfondo di leccornie!).
No, il mio fegato non le reggerebbe, ormai da un decennio seguo un regime
alimentare appropriato a base soprattutto di frutta, carne magra e verdure, condite
con olio a crudo. <br />
Però, da ottobre, mi sono concessa di reinserire un po’ di carboidrati (che di
solito rifuggo) e poi, soprattutto, indugio nei dolciumi al cacao (di cui,
ammettiamolo, sono diventata dipendente). <br />
Non va bene per niente.<br />
Ultimamente, mi sono perfino concessa un’Icnusa non filtrata a settimana. <br />
Il fegato, ne sono certa, non ha gradito: “per me solo acqua, orzo e tisane al
finocchio, prego”.<br />
Ma sapeste invece quanto garba a tutto il resto del mio corpo! E come riesce a
farmi staccare il cervello alla fine di una giornata scolastica estenuante e interminabile,
dodici ore connessa su Whatsap e Teams. L’intero popolo della scuola è al
capolinea, sappiatelo, sia professori che studenti, siamo tutti alla canna del
gas (io, al collo di bottiglia, evidentemente).<br />
I disturbi psicologici e alimentari non ce li ho solo io, purtroppo.<br />
Le mie sono bazzecole in confronto alle crisi attraversate dalle mie
studentesse e dai miei studenti.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: inherit;"><span style="line-height: 107%;"><br />
Ma torniamo a me e a problemi meno gravi. In questi mesi ho sbocconcellato
impunemente tavolette di cacao all’arancia, oppure mangiato una pizza e bevuto
una birra (entrambe proibite), guardando bei filmoni in pieno degrado e relax (pigiamata
e plaiddata) sul divano. Da sola, per due motivi: 1. mi vergogno a farlo in
compagnia. 2. la compagnia non esiste. <br />
Non sono mica scema: lo capisco benissimo che sono azioni consolatorie, coccole
alternative (infatti lo faccio quando non ho i figli con me). E so che non è
una cosa sana.<br />
Che si tratta di una ricerca di sollievo e piacere immediato (che funziona pure,
ma che a lungo andare mi sta condannando ad assumere la forma di un insaccato).<br />
Di cosa mi devo consolare?<br />
Volete saperlo davvero? Di due cose soprattutto:<br />
1) Del clima opprimente che la pandemia ha imposto nelle scuole. Ha distrutto tanta
della bellezza dell’insegnamento e ha reso il mio lavoro terribilmente frustrante.<br />
2) Del fatto che sono delusa che quel merdoso del genio della lampada non abbia
esaudito il mio desiderio: non ho trovato un editore, sono sconosciuta al
popolo del mondo e nessuna amante del rosa leggerà mai il mio libro!<br />
Poi c’è una certa solitudine esistenziale di fondo, che mi accompagna da tutta
la vita (come il desiderio di sfogarla sul cibo).<br />
E ora, anche una nuova guerra. Da sommarsi a tutte quelle che già c’erano.<br /></span>Infine, devo ammettere una certa ciclicità, ogni tre anni circa mi lascio
andare a una leggera, ma progressiva, trasgressione alle mie regole alimentari.
E boom: gonfio come un pallone!<br />Dopo, mi scatta qualcosa nel cervello. Una sorta di schifo per me stessa, uno
scatto d’orgoglio, che mi porta di nuovo a auto-contenermi nella mia dieta perenne:
niente grassi saturi, niente carboidrati, niente alcolici.<br />Divento isterica, questo è vero, però dimagrisco.<br />Per perdere i 6kg accumulati negli ultimi 6 mesi, mi ce ne vorrebbero almeno
altrettanti di semi-digiuno e, una volta persi, la gioiosa condanna al solito regime
di privazioni. Che fatica…</span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: inherit;"><br />
Come faccio ad uscirne? Dove la trovo la forza di impormi di nuovo la
disciplina ferrea di cui il mio corpo necessita? E quando mi scatta l’auto-schifo
stavolta? Mi sto avvicinando al temibile punto di non ritorno… aiutatemi!<br />
Ovviamente, per pandemia e guerra, non potete nulla, ma ci sono altri tentativi
di intervento possibili:<br />
1) Sei un’amica?<br />
- Leggi il mio libro, recensiscilo e consiglialo a tutto l’universo femminile!<br />
- Invitami a uscire, ci vediamo un film al cinema e poi ci beviamo una birra
insieme (linea a parte, è comunque molto più sano che farlo da sola sul divano).<br />
2a) Sei un amico? <br />
- Leggi il mio libro (o regalalo alla tua lei), recensiscilo e consiglialo a tutto
l’universo femminile!<br />
2b) Sei un amico single e belloccio?<br />
- Invitami a cena (evento mai successo in vita mia), per una volta mi metterei
in tiro (rotolini permettendo) e ingrasserei a sbafo.<br />
Che dite? Alla veneranda età di 46 anni, farei meglio a godermi la vita senza
rimorsi, arrendermi ad un certo sovrappeso e ricomprarmi il guardaroba?<br />
Uffa… ma io odio fare shopping!<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></span></p>
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: inherit;">lalla</span></span><div><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></div><div><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: inherit;">P.S. Nel disperato tentativo di raggiungere lettrici sconosciute amanti del rosa, ho cercato di creare una nuova copertina più "romantica". Di disegnare due corpi avvinghiati (lui a torso nudo e lei col vento nei capelli) non ce l'ho proprio fatta (per ora). Per la posa mi sono ispirata al manifesto del film "l'ultimo bacio" e per il profilo di lui un po' a Robert Pattinson. Il risultato mi piace, ma io non faccio testo: a me piaceva anche l'altra. Evidentemente, alle lettrici di rosa su Amazon, no.<br /></span><br />
<!--[endif]--></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.amazon.it/gp/product/B09RNS7L5V/ref=ppx_yo_dt_b_asin_image_o00_s00?ie=UTF8&psc=1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="2625" data-original-width="3560" height="295" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCmvHTPGoEBQfvwarP9q5rFLrsKkyYcI2QrxOc6DyVUIG1pL_DY7NLeGf3hUggrRbVLBW_d-HbH3r6ZjZhw52BblN1-B4ExglOXXz0vorlLTAQ5Y-C4op-LGAFPZbs2fa0szebAQi0PCkBt0G-lx1oHmO-05EfRw04JCZzCGS63ZXUAkfRZ7jFHw__/w400-h295/copertina-bacio3.jpg" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div></div><div><br /></div>lalla ilaria.gonnelli12@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/13167849010862103346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4178449698599889378.post-19468726080972605812022-04-02T15:10:00.008+01:002022-04-02T22:50:43.091+01:002022<p><span style="font-family: inherit;">C’è chi dice che chiedere scusa sia un segno di debolezza. <br />Allora io che lo faccio da una vita, a destra e a manca, e quasi sempre senza
motivo, dovrei essere considerata debole, no? E invece, mistero, tutti mi
considerano forte, una roccia. Indistruttibile.<br />E può anche darsi che io lo sia, per carità, ma questo non può essere una
valida ragione. Una ragione per essere insensibili nei miei confronti. Una ragione per fregarsene di me e dimenticarmi. Per non offrirmi un appoggio.
Che tanto lei è forte, che tanto lei ha mille risorse, che tanto lei sa
cavarsela da sola, che tanto lei non ha problemi ed è sempre felice.<br />Col cazzo che non ho problemi e sono sempre felice. E non è vero che le persone
non mi feriscono, invece, mi dilaniano. Con le loro piccole coltellate di
cattiveria, e con la loro indifferenza.<br />Potrei essere una delle donne più sensibili su questa terra, ma nessuno se ne
accorgerebbe mai perché io sono “quella forte”. Solo perché riesco ad assorbire
tutti i colpi (come un pungiball) non significa che io non li senta. Solo
perché mi sforzo per non far ricadere sugli altri le mie sofferenze, non
significa che io non le provi.<br />Lasciate che vi dica una cosa: essere considerata “quella forte” può trasformarsi
in una bella rottura di palle. (Aprirei una parentesi per sottolineare che sì,
credo anche io nel potere della parola, ma scelgo coscientemente di usare l’espressione
“mi rompo le palle” perché le ho anche io, proprio come quelle dei maschi, solo
che invece che esporle in un sacchettino refrigerante, me le custodisco al
calduccio, ma pari sono).<br />E’ una rottura di palle essere sempre colei che consola, colei che organizza e tira
su il morale gli altri, colei che “si prende cura”. Non perché sia faticoso (o fastidioso)
tutto questo, anzi, aiutare gli altri è bellissimo. La rottura di palle è quando
diventa palese che non ci sarà nessuno che farà altrettanto con te. Se tra tutti i proverbi dovessi sceglierne uno che considero veramente un’emerita cazzata, sarebbe: “chi semina vento, raccoglie tempesta” (oppure “chi di spada
ferisce, di spada perisce”). Ma quando mai? Non funziona così, non è vero
proprio per niente: i prepotenti fanno del male ai più buoni, le persone sono approfittatrici
e fredde soprattutto con chi è empatico e disponibile, sono più stronze con chi
è più gentile. Non esiste alcuna giustizia divina, e neanche un cazzo di karma.</span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: inherit;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: inherit;">Ma magari è solo un problema mio di incomunicabilità.<br />
Forse riguarda solo me. Sono io a non essere in grado di chiedere, a non far
capire di cosa ho bisogno. Possibile? Davvero mostrare entusiasmo, gratitudine
e un sorriso, nel linguaggio universale, equivale a: “non ho bisogno di cure,
attenzioni e gentilezza, non preoccupatevi per me, tanto me la cavo benissimo da
sola”?<br />
Perché si fermano al mio sorriso? Che è splendido e solare (su questo siamo
tutti d’accordo), ma perché nessuno è in grado di vedere oltre? Di percepire l’urlo
disperato che lacera da dentro anche le persone più forti?<br />
Io credo che sia per questo che è una vita che cerco di
raccontarmi, a tutti, anche al gelataio. Per questo scrivo, per questo dipingo. Sono tentativi (disperati) di tirar
fuori, di comunicare. Sono richieste (spesso mal calibrate) di aiuto e di approvazione.<br />
Può darsi che tutti gli artisti in fondo cerchino questo? Superficialmente,
molti sconosciuti gli danno ciò di cui hanno bisogno. L’acclamazione della
massa. Non è granché come forma di appoggio, ma è pur sempre meglio di niente. Talvolta
è più facile ottenere un aiuto da chi non ci conosce. <br />
Le persone che mi sono state vicine, quelle che hanno vissuto con me, si sono
sempre spaventate. Anche quelle che mi amano si spaventerebbero, se non si
tutelassero. Per questo, io credo, si appoggiano a me, assorbono la mia gioia
di vivere e con me stanno bene, ma cercano di fermarsi al sorriso. Cercano di non porsi troppe
domande su quali siano i miei bisogni e, soprattutto, sul perché io senta una così forte esigenza
di creare. Perché altrimenti, se lo facessero, gli farei solo paura. <br /> </span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: inherit;">Alla fine della prima ondata di pandemia Covid-19, ho dipinto l’allegoria del 2020, avevo
bisogno di tirare fuori la frustrazione che provavo (e che provo tutt’oggi) nel
non poter più comunicare neanche attraverso la mimica facciale e col mio famigerato
sorriso. Nel non poter più leggere le espressioni complete. La pandemia ci ha
tolto anche questo, ha amputato i nostri volti, sono rimasti solo gli sguardi. Per
questo mi coprii bocca e naso con una mano e rimase solo il mio sguardo.(</span><a href="http://ilredeisugolini.blogspot.com/2020/10/2020.html">il Re dei Sugolini: 2020</a><span style="font-family: inherit;">) <br />Sono passati due anni e i nostri volti sono sempre coperti. In questi giorni ho
lavorato all’allegoria del 2022. Il nuovo anno, tanto per non farci mancare
nulla, ci ha portato vicino a casa anche l’orrore della guerra. Non mi bastava
più tentare di comunicare l’angoscia e la paura attraverso gli occhi, sarebbe
stato troppo semplice. </span></p><p class="MsoNormal"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKmn6C6WznnxYFu7AB23kzHMDJeT6HixDQL65Nxz4vGRgfzyt-izWGUyvTaVD5Hx46ha11AkU38dfVh2LwlYnjlwiRJzjc2y3pBtc6G7VN9J4YEaabDDpUGuuiLqB0cNqd8uzehsA1u09Rs58kkTwCSPWfwak1Fz5DqVl26njWHxtGNovg_K365MSd/s1334/2022-allegoria-inizio-pic.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1334" data-original-width="1086" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKmn6C6WznnxYFu7AB23kzHMDJeT6HixDQL65Nxz4vGRgfzyt-izWGUyvTaVD5Hx46ha11AkU38dfVh2LwlYnjlwiRJzjc2y3pBtc6G7VN9J4YEaabDDpUGuuiLqB0cNqd8uzehsA1u09Rs58kkTwCSPWfwak1Fz5DqVl26njWHxtGNovg_K365MSd/w326-h400/2022-allegoria-inizio-pic.jpg" width="326" /></a></div><span style="font-family: inherit;">Ho cominciato a riflettere su cosa c’è sotto. Su cosa c’è
dietro. Dietro a una rassicurazione e a una battuta fatte ai miei studenti. Dietro
a quella mascherina maledetta. Perfino dietro al più onesto dei sorrisi fatto
ai miei figli. Dietro alla mia stessa pelle. Cosa c’è dietro, cosa c’è sotto? Anche
se non lo dico, anche se non posso dirlo, anche se mi rifugio nella leggerezza;
talvolta c’è tutto quello che ho tentato di mettere in questo quadro. Disperazione
e impotenza.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Ci sono per tutti e, credetemi, ci sono anche per me, che sono “quella forte”.</span><p></p><p class="MsoNormal"><span style="mso-bidi-font-weight: bold;"><span style="font-family: inherit;">
<br />
lalla</span></span></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1G8aq7IH3DVDiDy1oU1phA_oP4RF8LEUpPoLLtm1wRDQSy1u5kUlTl9GHIjtWXdNNXwz0b-mfwdzjSrWH0_Q2fV0TuyhdZXfAAGFZKLwzUR41o-SWef8FMIMkUHhr85EpjKfphEZJ_Eto-CmJHfhw-Hm4kAAUqS5y1TtHVnDnS91mleDQsblz-KxY/s1500/2022-allegoria-pic.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1500" data-original-width="1125" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1G8aq7IH3DVDiDy1oU1phA_oP4RF8LEUpPoLLtm1wRDQSy1u5kUlTl9GHIjtWXdNNXwz0b-mfwdzjSrWH0_Q2fV0TuyhdZXfAAGFZKLwzUR41o-SWef8FMIMkUHhr85EpjKfphEZJ_Eto-CmJHfhw-Hm4kAAUqS5y1TtHVnDnS91mleDQsblz-KxY/w300-h400/2022-allegoria-pic.jpg" width="300" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="text-align: left;">"Allegoria del 2022", olio su masonite, 42 x 57 cm.</span></td></tr></tbody></table><p></p><p class="MsoNormal"><span style="mso-bidi-font-weight: bold;"><span style="font-family: inherit;">P.S. Quando penso alla composizione e dipingo, non me ne rendo conto, ma la Storia dell’Arte ha
impregnato tutta me stessa e si diverte ad inseguirmi. Una volta finito il
quadro, l’ho guardato e mi sono resa conto di essere debitrice verso almeno due
opere. </span></span></p><p class="MsoNormal"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLFnklSzGDxujuMYgrrKfyuCG3CyNHlcztHmsJPn-0hW7TC7G0hJwG0wlpF7pJc8-y7SCFNT79Y9DKWsHWyW7FF18jdoiHf7YFcWKYTwWASSIYBguIJfx54YRJrH70q66-U_6sGwCDVwXnr-WKiNYnGDXVKKddGWZW6YrgrEX9bV8k9mU6XFZGl0yN/s1200/Edvard_Munch_Urlo_1893_Oslo-942x1200.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="942" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLFnklSzGDxujuMYgrrKfyuCG3CyNHlcztHmsJPn-0hW7TC7G0hJwG0wlpF7pJc8-y7SCFNT79Y9DKWsHWyW7FF18jdoiHf7YFcWKYTwWASSIYBguIJfx54YRJrH70q66-U_6sGwCDVwXnr-WKiNYnGDXVKKddGWZW6YrgrEX9bV8k9mU6XFZGl0yN/w314-h400/Edvard_Munch_Urlo_1893_Oslo-942x1200.jpg" width="314" /></a></div><span style="font-family: inherit;">“L’urlo” di Edvard Munch (per aver rappresentato un grido esistenziale muto) e “La cantante con un guanto” di Edgar Degas (per quell’inusuale braccio
in primo piano e per la bocca aperta). E vabbè, loro sono entrambi dei grandi e mi
perdoneranno, lo so.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfMMRqftsEmAKNO7Km4jWAXbAX8bfbGPPDPZqJXKWdkCt0677PYVFFOYXgUATtC4Bw0IYacriXHI12sA7-gHox4MxT8l7vkE4FMnh2y5cTgp0baJfDDD8qda6W9WnAIOMk8bf3T5FjsahJcoK7RjfjC3Yc4n_F3hS0rb7uQWkY-1lAwqdLyfjLgmZc/s2010/Edgar_degas-singer_with_a_glove.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2010" data-original-width="1550" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfMMRqftsEmAKNO7Km4jWAXbAX8bfbGPPDPZqJXKWdkCt0677PYVFFOYXgUATtC4Bw0IYacriXHI12sA7-gHox4MxT8l7vkE4FMnh2y5cTgp0baJfDDD8qda6W9WnAIOMk8bf3T5FjsahJcoK7RjfjC3Yc4n_F3hS0rb7uQWkY-1lAwqdLyfjLgmZc/w309-h400/Edgar_degas-singer_with_a_glove.jpg" width="309" /></a></div></span><p></p><p class="MsoNormal"><span style="mso-bidi-font-weight: bold;"></span></p>lalla ilaria.gonnelli12@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/13167849010862103346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4178449698599889378.post-82979585093393863502022-03-25T19:35:00.016+00:002022-03-26T14:34:54.447+00:00fuitina a Roma, da Klimt<p>Giovedì scorso ho trascinato la mia mamma in una fuitina a
Roma (un po’ in extremis per visitare la mostra di Klimt). E sono riuscita a
farlo nonostante numerosi segnali astrali avversi consigliassero vivamente di
desistere.<br />Della serie, sai quando cominciano ad andare tutte storte e una persona normale
pensa: “Madonnina santa, forse è meglio lasciar perdere”? E io invece nulla,
perché sono più cocciuta di una mula!<br />Prima di tutto, negli ultimi due mesi la mia compagna d’avventure ha avuto alcuni
simpatici problemini tipo mal di schiena, sciatica e versamento al ginocchio. Ho
aspettato fino all’ultimo che si rimettesse in sesto.<br />A quel punto, l’unica data papabile prima della chiusura risultava essere giovedì
17 (bellina, superstiziosi, vero?). Ma il giovedì è il mio giorno libero e per
una volta ho deciso che avrei evitato di passarlo a correggere verifiche e
preparare lezioni. Dopo quel primo innamoramento in una mostra a Firenze di
circa trent’anni fa, non è mai successo che Klimt venisse in Italia e io non
passassi a salutarlo. Vai di 17 e chissenefrega!<br />Poi, tre giorni prima, vengo convocata a sorpresa per un consiglio di classe
straordinario. Ebbene, per la prima volta nella storia (sì, perché di solito
non me ne perdo uno, nonostante il part-time), chiedo di essere dispensata per “motivi
di famiglia”… e funziona!<br />E quindi eccoci al fatidico 17, appuntamento alle 8.40 alla stazione di Santa
Maria Novella, ma arriviamo e troviamo il caos totale: gente ammucchiata
ovunque, tutti i locali cancellati e le alte velocità con un ritardo variabile
tra i 70 minuti (le frecce) e i 110 minuti (Italo). Il delirio! Ma che è
successo?<br />Si è rotto un binario a Rovezzano.<br />Ma come? Proprio oggi che avevo deciso di risalire in treno dopo tre anni!!!<br />Niente, chi la dura la vince, mi inginocchio davanti al capotreno di un Italo
in partenza 30 minuti in ritardo rispetto al nostro programma (ma che di fatto
sarebbe stato il treno di due ore prima). Fisicamente lo faccio solo io (per
questioni di versamento), ma anche la mamma partecipa al coro di lamenti e
suppliche. Si aggiunge una terza signora a cui salterebbe una visita medica. E’ una scena pietosa. Quello, prima tenta di negarci la possibilità,
poi ci chiede di pagargli 50e per convertire il biglietto (costato 50e), ma alla
fine, alla mia obiezione: “Guardi, io non glielo dico per fare confronti, ma
sulle frecce stanno facendo salire tutti”, cede e ci fa passare indicandoci due
posti nella carrozza di testa con la sibillina frase “lo fate a vostro rischio
e pericolo”. Bo, neanche avesse intenzione di deragliare a nostre spese…</p><p class="MsoNormal">
Alla faccia del malocchio e delle gufate, arriviamo a Palazzo
Braschi con soli cinque minuti di ritardo e ci lasciamo ammaliare dalla mostra. E’ un po’ furbesca, incentrata su molti
altri artisti della Secessione Viennese e di Ver Sacrum (alcuni davvero
interessanti). Di veri e propri quadri di Klimt ce ne saranno al massimo una
decina (in ogni caso, dieci bastano e avanzano per giustificare il viaggio e ci
sono anche parecchi godibilissimi disegni).</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdWsBaU19059Yj8yYzzIb-03x637-hHrNsoZgEQlRuJreyn7F_zYenxDBdXfYQWb4ypXL4SJybNGDuYjLFB3butaHAwi19WgYfO3fSNzsakRr7qNvWou20hgK1OxltAmeY-AyeZYtrXehzNbwh_gTza0DIkNPYeXZflvow5V-SQ-6b4Ft4SIX3qmBI/s4749/IMG_3643.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3216" data-original-width="4749" height="271" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdWsBaU19059Yj8yYzzIb-03x637-hHrNsoZgEQlRuJreyn7F_zYenxDBdXfYQWb4ypXL4SJybNGDuYjLFB3butaHAwi19WgYfO3fSNzsakRr7qNvWou20hgK1OxltAmeY-AyeZYtrXehzNbwh_gTza0DIkNPYeXZflvow5V-SQ-6b4Ft4SIX3qmBI/w400-h271/IMG_3643.JPG" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqt3ngRJR-eHiT2AcbyMhPF6EmDU-eaTX6F0Y7eE3fc768bj3M9ITl7TpcAnYQxl7ICqacQu5hRTaWk5boSQbMDvoX77MUp__6Yq6XCJLDHVTtInxVyevq_kZdHNdy4233G1cXZ1by0nmauQ1TX1JWHCjwWcPo9eFRr3srWq_J4hwW0hGrTpbVBHZ6/s5184/IMG_3599.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><br /><img border="0" data-original-height="3456" data-original-width="5184" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqt3ngRJR-eHiT2AcbyMhPF6EmDU-eaTX6F0Y7eE3fc768bj3M9ITl7TpcAnYQxl7ICqacQu5hRTaWk5boSQbMDvoX77MUp__6Yq6XCJLDHVTtInxVyevq_kZdHNdy4233G1cXZ1by0nmauQ1TX1JWHCjwWcPo9eFRr3srWq_J4hwW0hGrTpbVBHZ6/w400-h266/IMG_3599.JPG" width="400" /></a></div><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7DfuDMdGhiYwIPxVILNE0fLH3KF8N2g1YCmyMKaVPsWOgKAiBzkIcuv7LNWJPsNL8r0sRA14-F3W2DSw8v6CWa9syWPreyYo1BJjuNfojoaGKZaxhIkrJXDcrtR0UrHsOUuB2GWRfbAq8efu-owdLJyylr5Ck7rPvh7vuKciz1N68BKYVUu73OvX5/s5184/IMG_3589.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3456" data-original-width="5184" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7DfuDMdGhiYwIPxVILNE0fLH3KF8N2g1YCmyMKaVPsWOgKAiBzkIcuv7LNWJPsNL8r0sRA14-F3W2DSw8v6CWa9syWPreyYo1BJjuNfojoaGKZaxhIkrJXDcrtR0UrHsOUuB2GWRfbAq8efu-owdLJyylr5Ck7rPvh7vuKciz1N68BKYVUu73OvX5/w400-h266/IMG_3589.JPG" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWjIxmC6L1jOpkiCnfoCwkBkWUV3TSzaxMOssjaUW3deUSdKbM_7mkj6nRpLxR3Jx1h9rp1IKFbEJX4EirUbyAjoEj-YyNcXooeKu9j1vYaiYnqZRfNhtg4boH_QbRVf3dhX8TpxMKjnSdrYFFC9DRMirBmAgT1ye3-toI4q39xxEa7a7J5HOyCDpZ/s5184/IMG_3596.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3456" data-original-width="5184" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWjIxmC6L1jOpkiCnfoCwkBkWUV3TSzaxMOssjaUW3deUSdKbM_7mkj6nRpLxR3Jx1h9rp1IKFbEJX4EirUbyAjoEj-YyNcXooeKu9j1vYaiYnqZRfNhtg4boH_QbRVf3dhX8TpxMKjnSdrYFFC9DRMirBmAgT1ye3-toI4q39xxEa7a7J5HOyCDpZ/w400-h266/IMG_3596.JPG" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIN6Xn1-7ydebyezWLfVUOrxsN5cXIv6y59N0sOxFEIUEthPKxxX6dxhPdI1wF92_y3onJnAS1-FW9h51BCes8ByrOic-Vl73NHo2oasT0XYfXEotN8TcXA1m9LEIULnHWNJoXRB54Hus1cQBAL5b5rNotWjXF7YfX9IsPS1QbBxctRLgBTi-sAEsy/s4702/IMG_3616.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3134" data-original-width="4702" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIN6Xn1-7ydebyezWLfVUOrxsN5cXIv6y59N0sOxFEIUEthPKxxX6dxhPdI1wF92_y3onJnAS1-FW9h51BCes8ByrOic-Vl73NHo2oasT0XYfXEotN8TcXA1m9LEIULnHWNJoXRB54Hus1cQBAL5b5rNotWjXF7YfX9IsPS1QbBxctRLgBTi-sAEsy/w400-h266/IMG_3616.JPG" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSYYtBOxKPlWq11HZg_EJUzJ_1r0fSKUgRhg-3yBX5WdMJD_BAucmuxLr-u-sTaNw3H5wEEFCfdPACcWqLpr0yiinJEFNwOnK66F04CzgY1tse_Xjrisg-k6pMiiA2m_rFSxMjJwyMA8LsCiw2KKuI6B_36QoaI9mhshpHXPA-Ux83o3L055pt0Lem/s5184/IMG_3597.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3456" data-original-width="5184" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSYYtBOxKPlWq11HZg_EJUzJ_1r0fSKUgRhg-3yBX5WdMJD_BAucmuxLr-u-sTaNw3H5wEEFCfdPACcWqLpr0yiinJEFNwOnK66F04CzgY1tse_Xjrisg-k6pMiiA2m_rFSxMjJwyMA8LsCiw2KKuI6B_36QoaI9mhshpHXPA-Ux83o3L055pt0Lem/w400-h266/IMG_3597.JPG" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2-Rm1Rm0JPyQjsU8dG8H0mV_3I6Eqb39Ujw984b5oVukRXeLdeLvvCJSHxfz_eKWz5KLEygjCvCJGFKWHtUzm9Em1dVLFjJF0OlBI0vqsIrn-I4B4GpmhyAgkLtpEGGSpxcNBLwWj-SKsQDCaOfyzhp8seCObaoNJDgmDMBzzsSTWtnHDpUJ5Jl0w/s4959/IMG_3604.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3306" data-original-width="4959" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2-Rm1Rm0JPyQjsU8dG8H0mV_3I6Eqb39Ujw984b5oVukRXeLdeLvvCJSHxfz_eKWz5KLEygjCvCJGFKWHtUzm9Em1dVLFjJF0OlBI0vqsIrn-I4B4GpmhyAgkLtpEGGSpxcNBLwWj-SKsQDCaOfyzhp8seCObaoNJDgmDMBzzsSTWtnHDpUJ5Jl0w/w400-h266/IMG_3604.JPG" width="400" /></a></div><br /><p class="MsoNormal">L’allestimento è molto in stile secessionista, con luci sacrali a effetto,
pareti violacee e inserti dorati ovunque. Chissenefrega, a me basta che si vedano
bene le opere e di trovarmi a solo un metro di distanza di fronte a “Giuditta”,
dove si è trovato lui, il genio, per cadere in uno stato d’eccitazione.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgb2fDPAM5zLSNoq5k9hZ3derHGo4xN3O5Vhn4RT1HQFbaDG-kNRnQcoXaZyWBicRz_bHUVuEgXybBn-dUu31Vi3dfB2sNZnqKUng2fQWO1eOXE9pJyIhVdXyi7INs4STZp7cDQuFWHldM4Rrd9muGdccl4h7UqmofE7u0L88Y0Y3l8yXw17tDGL5NK/s5015/IMG_3611b.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="5015" data-original-width="3343" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgb2fDPAM5zLSNoq5k9hZ3derHGo4xN3O5Vhn4RT1HQFbaDG-kNRnQcoXaZyWBicRz_bHUVuEgXybBn-dUu31Vi3dfB2sNZnqKUng2fQWO1eOXE9pJyIhVdXyi7INs4STZp7cDQuFWHldM4Rrd9muGdccl4h7UqmofE7u0L88Y0Y3l8yXw17tDGL5NK/w266-h400/IMG_3611b.jpg" width="266" /></a></div><p class="MsoNormal">Ma come sono potenti le donne di Klimt?<br />Magnifiche regine, sensuali assassine, pericolose sirene tentatrici. Spaventose
e magnetiche. Quanto le avrà amate, osservate e desiderate il grande Gustav per
riuscire a ritrarle così?<br />Con quelle linee deformanti ed elegantissime. Con quegli sguardi vibranti e lascivi.
Ha saputo regalare all’umanità l’idea stessa della sensualità femminile.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCPEk72HqivPpdlw64WuaFIxXbvW1chkXe2zlJCNxTNQvmb5mIUpAgm2Iqk0l6LG_0Uac7ha7uh0Ndh4FZIkCO_-Q2-E1aMXnitAxW49f4TKT3Hz9_mrU-7Ywv0akltcSTZ0mPyspu3PfWir5KzeF9zTcOzX5HJEMUXKLvAI0r6zB6THG1DpFIMOxR/s4204/IMG_3620b.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4204" data-original-width="2803" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCPEk72HqivPpdlw64WuaFIxXbvW1chkXe2zlJCNxTNQvmb5mIUpAgm2Iqk0l6LG_0Uac7ha7uh0Ndh4FZIkCO_-Q2-E1aMXnitAxW49f4TKT3Hz9_mrU-7Ywv0akltcSTZ0mPyspu3PfWir5KzeF9zTcOzX5HJEMUXKLvAI0r6zB6THG1DpFIMOxR/w266-h400/IMG_3620b.jpg" width="266" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhytabnXxoZn9GsEGW5--XCaQVi1_SKstdM2L4rvADcpX0kVXVVmsv7ck0DwsvqyDdkkp0ie-u6ZazHgomGfp1JHvXFGexQCb6gU69vdWEjNaWrGEf032bI0k0RgVHk-ITVFxP3-Alkeovf5iFKmehsbH2pNYMFDUIK-DHKPhd9Xx13u9foSHLjyWcl/s3277/IMG_3623b.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3277" data-original-width="2185" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhytabnXxoZn9GsEGW5--XCaQVi1_SKstdM2L4rvADcpX0kVXVVmsv7ck0DwsvqyDdkkp0ie-u6ZazHgomGfp1JHvXFGexQCb6gU69vdWEjNaWrGEf032bI0k0RgVHk-ITVFxP3-Alkeovf5iFKmehsbH2pNYMFDUIK-DHKPhd9Xx13u9foSHLjyWcl/w266-h400/IMG_3623b.jpg" width="266" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnf9suqHa-kWYHI3szuw0lR5l5bfWB5ALkTn3AG4XxFnmVidbzWeRrc7023fJLAOpX5ztJONih0UMQxcQuyHfjvVpUS2q8zeyaRH5Mosypknvlb1h-DeWEb3q6zSG8jCtJrqiJQZ07-0-oerHNyQpeLEI37eWBzWuxVLHQ6-aPLhmtiJSq7AnTMmop/s5115/IMG_3613.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="5115" data-original-width="3410" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnf9suqHa-kWYHI3szuw0lR5l5bfWB5ALkTn3AG4XxFnmVidbzWeRrc7023fJLAOpX5ztJONih0UMQxcQuyHfjvVpUS2q8zeyaRH5Mosypknvlb1h-DeWEb3q6zSG8jCtJrqiJQZ07-0-oerHNyQpeLEI37eWBzWuxVLHQ6-aPLhmtiJSq7AnTMmop/w266-h400/IMG_3613.JPG" width="266" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTUA70nktcTRqVZQO0Ctih3bfvq5Z9ABcbin1DoOblNx_OytR6oxQGz2qSh81Y3k93HzD4HvLZNwGisGneXaAjRpV6225PUx5QlidB4hxP3tZkUZ0apkPuELQaERTh_ao6blXWywSFY-VDDdIeIyEd9WaiQZcnMGtxCnse3aDjxpMjKDUA40FJomUA/s4697/IMG_3625.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4697" data-original-width="3131" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTUA70nktcTRqVZQO0Ctih3bfvq5Z9ABcbin1DoOblNx_OytR6oxQGz2qSh81Y3k93HzD4HvLZNwGisGneXaAjRpV6225PUx5QlidB4hxP3tZkUZ0apkPuELQaERTh_ao6blXWywSFY-VDDdIeIyEd9WaiQZcnMGtxCnse3aDjxpMjKDUA40FJomUA/w266-h400/IMG_3625.JPG" width="266" /></a></div><p class="MsoNormal"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMZXjMAZbzxraDQ1FVxuWavzJ9ycc_ZLXbhzYkqH5fiI0ahTdhpSlHiDpGHnbQkEHv5q72JsBrubcB9zIK4-p1MUG-gqKzbrnClObQccybgf5tYTABJySVhWYxKvYP1vLosm0AFtvdWFB42u7hgKmMC93KQNiSa73jDwFqT6DJgs2iqnl-iu5ag-yF/s4722/IMG_3615b.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4722" data-original-width="3148" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMZXjMAZbzxraDQ1FVxuWavzJ9ycc_ZLXbhzYkqH5fiI0ahTdhpSlHiDpGHnbQkEHv5q72JsBrubcB9zIK4-p1MUG-gqKzbrnClObQccybgf5tYTABJySVhWYxKvYP1vLosm0AFtvdWFB42u7hgKmMC93KQNiSa73jDwFqT6DJgs2iqnl-iu5ag-yF/w266-h400/IMG_3615b.jpg" width="266" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgY1_Q2Z10d_NhG3AWl_OKzQ5Y11sGWBRDVQB56k7utkbMo-dOWDFy3vSKWhq6W78SQNuqDDYN-dMrHfoxNDlUCuYsZvpD0GaiuGe41ByfW20WhAHsXjEGWeXVGqDS5oU-TZTfNastvncvmQ6_Wz3RkmhMvjOS9xsnhRd-5GkC0L05LqUTqrfAtcMtR/s4862/IMG_3654.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4862" data-original-width="3241" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgY1_Q2Z10d_NhG3AWl_OKzQ5Y11sGWBRDVQB56k7utkbMo-dOWDFy3vSKWhq6W78SQNuqDDYN-dMrHfoxNDlUCuYsZvpD0GaiuGe41ByfW20WhAHsXjEGWeXVGqDS5oU-TZTfNastvncvmQ6_Wz3RkmhMvjOS9xsnhRd-5GkC0L05LqUTqrfAtcMtR/w266-h400/IMG_3654.JPG" width="266" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAA9BagLw6hBOdCz9dsIr1gi2nx3b7c42lhBW3dX05MV4jLvZ-hwl9dOoC2Le1AtLLp_ouj08HEHBP6cCFwIaRXPDfEr8UP2K0KIe_a-PAa8EpFT-xb2gAdRiXF1LOoHoLFFq59J-QptdFM_kev6NVqSAs-Dz3ouj-gH_0IH5z6_bB0sRLqFqX6l_i/s5184/IMG_3666.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="5184" data-original-width="3456" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAA9BagLw6hBOdCz9dsIr1gi2nx3b7c42lhBW3dX05MV4jLvZ-hwl9dOoC2Le1AtLLp_ouj08HEHBP6cCFwIaRXPDfEr8UP2K0KIe_a-PAa8EpFT-xb2gAdRiXF1LOoHoLFFq59J-QptdFM_kev6NVqSAs-Dz3ouj-gH_0IH5z6_bB0sRLqFqX6l_i/w266-h400/IMG_3666.JPG" width="266" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjg1Z0cq6HE3YbOlCpSmUPY30umzum0LIcqw_9_4h4bTGNT1AveF_vQuQ1ekF9WzR2gfwR23-VREu0U9qANaB5aeDambizpLeMu3YlWbeDJVV5IoeNKOG6icMF19qDaOAmH2EGVPQ2aIwb93nDRgo23Hof_xmeunkUQIsLplWOJBGuGeMzZLwFC3fxp/s4974/IMG_3674b.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4974" data-original-width="3316" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjg1Z0cq6HE3YbOlCpSmUPY30umzum0LIcqw_9_4h4bTGNT1AveF_vQuQ1ekF9WzR2gfwR23-VREu0U9qANaB5aeDambizpLeMu3YlWbeDJVV5IoeNKOG6icMF19qDaOAmH2EGVPQ2aIwb93nDRgo23Hof_xmeunkUQIsLplWOJBGuGeMzZLwFC3fxp/w266-h400/IMG_3674b.jpg" width="266" /></a></div>
Dopo la mostra, porto la mamma in un ristorantino tipico, è vicino al Pantheon, ma poco turistico. Zuppa di ceci e baccalà per me e maccheroni alla matriciana per
lei. Già che siamo a patire, tanto vale lubrificare tutto con una birra
alla spina. E dopo, non lo vuoi prendere un gelatino?<p></p><p class="MsoNormal"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh52LWeRvbjJOqH7k6KKX4HS7XWyf0Hjg1LFR4zm_RZAFNuSpI4bUxwJLsDQrsnQUCa4Xi0hBM2j9i9bc9vOt1ys54FSS_-97E4Z3rbrioqn0G8mlUF07tjSH8BcdQlbaNQKcOVutgktaVBL0Q5wcvzt_g4z5bP59XjC4xvLDGk4dINiSE_NLs58oaP/s5184/IMG_3678.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="5184" data-original-width="3456" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh52LWeRvbjJOqH7k6KKX4HS7XWyf0Hjg1LFR4zm_RZAFNuSpI4bUxwJLsDQrsnQUCa4Xi0hBM2j9i9bc9vOt1ys54FSS_-97E4Z3rbrioqn0G8mlUF07tjSH8BcdQlbaNQKcOVutgktaVBL0Q5wcvzt_g4z5bP59XjC4xvLDGk4dINiSE_NLs58oaP/w266-h400/IMG_3678.JPG" width="266" /></a></div><br />Usciamo belle satolle e ci saluta anche il sole (evviva!), così ci facciamo una
lunga passeggiata digestiva/esplorativa da fontana a fontana. Ma come è bello
fare le turiste! E che colore splendido ha l’acqua nelle fontane romane? Ogni
volta mi stupisce. Questioni di travertino, credo. A farsi un bagnetto nella fontana di Trevi (invece di Anitona) c'è un gabbiano e se la gode proprio, manco fosse in Costa Smeralda.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqcOX0B4K5mk7MhOfKZ-4yflB3Pq252-2GvMJN90xk6QD-x6eZkCF-Awh-HOwo80cmu9aD6niXR9DdKSf_G8-FUVIssZ0LnBRyhUD0zDF4VB55ZMfq7aILK--5SNDlUkvE15O7_ypf_AprINUEhk060phQFgyYso862G_eepta3gT5Ef0DKGdkb-tI/s3894/IMG_3694b.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2595" data-original-width="3894" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqcOX0B4K5mk7MhOfKZ-4yflB3Pq252-2GvMJN90xk6QD-x6eZkCF-Awh-HOwo80cmu9aD6niXR9DdKSf_G8-FUVIssZ0LnBRyhUD0zDF4VB55ZMfq7aILK--5SNDlUkvE15O7_ypf_AprINUEhk060phQFgyYso862G_eepta3gT5Ef0DKGdkb-tI/w400-h266/IMG_3694b.jpg" width="400" /></a></div><div>Però Roma ci stupisce anche per quanto è sporca (oltre che bellissima) … e le
fontane sono tutte transennate, possibile che in tre anni si sia degradata
tanto?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYSZNKy4cSjCDyekg0k6R5h0DRHvIXSCp7cYrUy8wZke3ZetJv7YEIqniHk1kVsoEcCwUxNGJavhHFoLvML8Xn_ITcrCEu_otcM2xwZPe97P4Aq-7efTLxtItIXVsgc_kwRAUQJApBlZAZJZaKC0q6mTBW8vvfV30JS6b3U4NJl-ogorUbeQa_aO5Q/s5184/IMG_3702.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3456" data-original-width="5184" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYSZNKy4cSjCDyekg0k6R5h0DRHvIXSCp7cYrUy8wZke3ZetJv7YEIqniHk1kVsoEcCwUxNGJavhHFoLvML8Xn_ITcrCEu_otcM2xwZPe97P4Aq-7efTLxtItIXVsgc_kwRAUQJApBlZAZJZaKC0q6mTBW8vvfV30JS6b3U4NJl-ogorUbeQa_aO5Q/w400-h266/IMG_3702.JPG" width="400" /></a></div><p class="MsoNormal">Ai piedi della scalinata di piazza di Spagna, faccio sedere la mamma (altre
panchine non ce ne sono manco a pagarle) e, colmo dei colmi, un vigile viene a
farci alzare perché “non ci si può sedere su un monumento, questioni di decoro”.<br />
Ma davvero? Il decoro non conta per le strade dissestate, coperte di cartacce e
ortica cresciuta tra i sanpietrini?<br />
Trattengo la polemica a stento, in fondo lui sta solo eseguendo gli ordini di
qualcuno che evidentemente non sa che questi gradoni sono stati progettati
appositamente per questa funzione… in compenso, prima di defilarmi, gli faccio
notare che le transenne intorno alla Barcaccia a me non sembrano molto
“decorose”.<br />
A quel punto il vigile ci rassicura che le transenne l’indomani non ci saranno
più, ma “oggi è una giornata particolarmente sfortunata per visitare Roma, aspettiamo
una tifoseria davvero pericolosa che minaccia di danneggiare i monumenti”.<br />
Meno male per le fontane, però pure la tifoseria pericolosa?! Ma tutte oggi?!<br />
“Suvvia, tornate anche domani, da Firenze in treno è un amen!”. <br />
Binari di Rovezzano a parte. Comunque il tipo in divisa è piuttosto belloccio e
simpatico.<br />
Ma rientrando verso la stazione troviamo anche Santa Maria della Vittoria (con
l’Estasi di Santa Teresa del Bernini) chiusa per “danni alla cupola”, sicché un
po’ di degrado purtroppo c’è, partita di calcio a parte…</p><p class="MsoNormal"></p>Insomma, ci riposiamo in Santa Maria degli Angeli di Michelangelo e poi rientriamo
a Firenze con il primo Italo senza ritardo (il guasto è stato riparato). <br />
La sera ci sentiamo arzille e pimpanti, la mamma ha zompettato tutto il giorno e io
ho digerito la qualunque. Altro che sciatica e fegato scassato. <br />Ne è valsa
proprio la pena e ‘fanculo ai segnali astrali!<br />
<br />
lalla<div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHGQtq9pXzzCWG2SgtfLU1vj3D1f9eCWmdPxiBwew6sUzECSYuIhNDessjIayzaZgzNAoIyDjAmie7VCxFtSH8jh5miJpnPMmKHLeGx0jciV0MR-kDQgpbzgBLgdAuWcWvLchbEmyhk5FQ-6zjEA1gswVyh14vK8Srctt_ocBA4pqnLht64lzW6v46/s5031/IMG_3588.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3353" data-original-width="5031" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHGQtq9pXzzCWG2SgtfLU1vj3D1f9eCWmdPxiBwew6sUzECSYuIhNDessjIayzaZgzNAoIyDjAmie7VCxFtSH8jh5miJpnPMmKHLeGx0jciV0MR-kDQgpbzgBLgdAuWcWvLchbEmyhk5FQ-6zjEA1gswVyh14vK8Srctt_ocBA4pqnLht64lzW6v46/w400-h266/IMG_3588.JPG" width="400" /></a></div>P.S. Però, devo aggiungere una cosa. All’inizio dell’esposizione, sono stata sorpresa dal ritratto di uomo sul letto di morte. Per poco non ho avuto un mancamento, è praticamente uguale all’ultima immagine che ho del mio babbo. Lì per lì, ho cercato di dissimulare e non far notare il dipinto alla mamma (questa fuitina serviva a rallegrare entrambe, non ad aumentare il senso di malinconia), ma in verità ripensarci mi ha lasciato una buonissima sensazione. Non è affatto una cosa triste pensare che Klimt abbia dipinto il mio ultimo ricordo di lui: canuto, affilato ed elegante come un direttore d’orchestra. </div><br /></div>lalla ilaria.gonnelli12@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/13167849010862103346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4178449698599889378.post-61805444914023642012022-02-10T13:38:00.007+00:002022-02-13T07:28:01.492+00:00Blu Maria<p><span style="font-family: inherit;">Alla fine resto sempre la solita: investo (butto?) tante, tantissime
energie in più settori, progetti e folli idee. Tre vite, l’ho sempre detto, mi
ci vorrebbero tre vite!<br />Ma di vita ne hai una e così finisci per non fare mai niente bene fino in fondo, così rimani una dilettante in tutti i campi!<br />Può darsi, ma che vi devo dire, me ne farò una ragione, d’altronde così sono
fatta: a cazzo, o multifunzionale che dir si voglia.<br />Ragazze e ragazzi miei, proprio perché la vita è una, io voglio viverla come mi
pare e piace, senza farmi mancare niente. Anche se non tutti se ne sono resi conto, l’ho sempre vissuta così. Da fuori
potrei sembrare una persona inquadrata, precisa, seria… per certi versi lo
sono, eccome. Anche molto onesta e secchiona… sì, sì, ma sono anche una ribelle e una pazza!
E ne vado pure fiera.<br />Chi mi conosce sa con quale responsabilità io abbia rispettato (e rispetti tutt’ora)
ogni regola e limitato al massimo ogni rischio per combattere insieme a tutti
gli altri questa pandemia, ma non esiste solo il Covid19, non esistono solo i
doveri e non esiste solo la sopravvivenza. Io voglio vivere, voglio sognare, voglio
assaporare, voglio ridere delle scemenze, voglio divertirmi ed essere felice.<br />E c’è chi lo fa comprando vestiti e cose (se gli garba e c’hanno i soldi che
facciano pure, ma io anche no), chi prendendosi uno sprits in compagnia e chi
(pur non disdegnando lo sprits e una compagnia scelta e interessante) lo fa
soprattutto architettando, progettando e facendo, preferibilmente da sola.<br />Lasciatemi fare, assecondatemi, i pazzi vanno assecondati.<br />Dopo più di due mesi di insonnia d’amore e scrittura alle 5.00 del mattino,
dopo circa tre mesi di revisioni, editing, bozze e correzioni, adesso basta
aspettare: i colori in stampa non sono il top, ma la perfezione non è di questo
mondo, mi piace finire le cose. E mi piace condividerle.<br />Circa una settimana fa ho caricato il libro su KDP, ovviamente ho fatto casino
e il nome dell’autore è uscito Ilaria Gonnelli, non Lalla come avrei voluto (ma
un po’ è colpa del portale che accetta solo nomi composti da due parole). Sono andata
per correggere, ma a quel punto avrei dovuto chiudere il progetto e caricare di
nuovo, ho notato che Amazon aveva scelto arbitrariamente come data di uscita il
2 febbraio, il giorno del compleanno del mio babbo. E io sono abbastanza miscredente,
ma certe coincidenze mi garbano assai. Allora pace, non lo tocco più. Il babbo era anche lui un narratore, sosteneva sempre i miei colpi di testa creativi ed era pure un inguaribile romantico. Q</span>uesta iniziativa gli sarebbe piaciuta.<span style="font-family: inherit;"><br />Oggi mi sento emozionatissima, piena di felicità e paura... elettrizzata!<br />Incrocio tutte le dita delle mani e dei piedi, spero di non offendere nessuno e chissà, forse la storia di Maria a qualcuno piacerà.<br /></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: inherit;">Lalla<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjNSxH-tJYjfuY2tW0Gbo6_9VPDpyg71nMO4ZqU6aH0WqASB4ejjEq9ZwBO2z8bmARPOHqrBTShJNnz1_WtMKlxeSpolVxHVWLY27NaDfTRkNrjC1ZGUERzAwaSjCatH-JrjUObwIdGC7OGt18lTXJwdf_bFAN8PY7JzfhBuzL81mKlqjPQbJbXtOip=s3056" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3056" data-original-width="2240" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjNSxH-tJYjfuY2tW0Gbo6_9VPDpyg71nMO4ZqU6aH0WqASB4ejjEq9ZwBO2z8bmARPOHqrBTShJNnz1_WtMKlxeSpolVxHVWLY27NaDfTRkNrjC1ZGUERzAwaSjCatH-JrjUObwIdGC7OGt18lTXJwdf_bFAN8PY7JzfhBuzL81mKlqjPQbJbXtOip=w294-h400" width="294" /></a></div><span style="font-family: inherit;">P.S. </span><a href="https://www.amazon.it/Blu-Maria-Ilaria-Gonnelli-ebook/dp/B09RR1KLGZ/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=BMHWNKIOSGHS&keywords=ilaria+gonnelli&qid=1644499597&sprefix=ilaria+gonnelli%2Caps%2C67&sr=8-1" style="font-family: inherit;" target="_blank">Blu Maria</a><span style="font-family: inherit;"> è scaricabile gratuitamente su
Kindleunlimited, costa pochi euro come e-book, ma ben 16e nella versione
cartacea a colori. Sedici non sono pochi per una scrittrice che non si fila
nessuno, ma io ne prenderò solo uno per copia ed è veramente un compenso
simbolico pensando che ho fatto tutto da sola (dallo scritto, all’impaginazione,
alle illustrazioni, alla copertina, alla pubblicazione). Non importa, ho cercato di abbassare il prezzo il più
possibile per rendere questa storia accessibile anche nella sua versione reale,
solida, fatta di carta e colori (non solo di pixel)... e adesso ci siamo, speriamo bene dai, io ce l’ho messa tutta!</span><p></p><div><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div><div><span style="font-family: inherit;">P.P.S.S. E comunque stamani comprati stivali nuovi blu e stasera apericena con la mia migliore amica appena guarita dal Covid, tanto per festeggiare... e per essere coerenti!</span></div>lalla ilaria.gonnelli12@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/13167849010862103346noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4178449698599889378.post-38719156803274102442022-01-23T09:55:00.007+00:002022-01-23T12:21:36.419+00:00Ci siamo quasi...<p>Siccome c’ho spesso troppe cose da fare e troppissime cose che
mi frullano in testa, tempo e voglia per mettermi ai fornelli: poca. Lo faccio
il minimo indispensabile e almeno una volta al mese ordino il cinese. Fatica
zero, figlioli felici come pasque e io pure.<br />A dicembre ci è capitato di ricevere in omaggio i biscottini della fortuna. Non
ne aprivo uno dal 30 dicembre 2016 e ci avevo trovato scritto: “this is going
to be a turbolent year”… maledetti dolcetti , fortuna una cippa!<br />Comunque, credevo fosse una pratica estinta (e pensavo a causa delle
rimostranze di certi clienti), ma invece no, evidentemente sono temerari questi
asiatici.<br />Sapete che cosa ho trovato scritto stavolta nel mio biscottino?<br />“You’ll make it!”<br />Col punto esclamativo, eh!<br />Antichi risentimenti cancellati in un attimo. E non è che ne ho sgranocchiati
venti per trovarlo, c’avevo questo e rizzati. A Tinne è toccato uno tristissimo
sull’andamento delle proprie finanze, per dire.<br />E a gennaio? Ne ho aperto un altro: “Respect! You show courage.”<br />E ai miei figli sempre roba banalotta e tristanzuola.<br />Ho preso i magici fogliettini motivazionali e li ho appiccicati sullo schermo
del PC così da poterli venerare a dovere. Ormai li amo questi cinesi veggenti della
rosticceria. E cucinano pure da Dio!</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiuwWI1ixfmRJFZ0ONnFdfALgk1DAQh4FzBHhZeA2l7QkzJodX0el7594b8ATd219WYxFkGGg9MlFdrjuH6qe8kt4maevnUh-JQbmnqK3WCy9M4Zreip-C2sA41CpETclMGYNdAYfXC3mgd5BR4lXju7E3dfBOi8NplCxRnhmRuu57VjvEY26Wgcmqa=s1500" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="938" data-original-width="1500" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiuwWI1ixfmRJFZ0ONnFdfALgk1DAQh4FzBHhZeA2l7QkzJodX0el7594b8ATd219WYxFkGGg9MlFdrjuH6qe8kt4maevnUh-JQbmnqK3WCy9M4Zreip-C2sA41CpETclMGYNdAYfXC3mgd5BR4lXju7E3dfBOi8NplCxRnhmRuu57VjvEY26Wgcmqa=w400-h250" width="400" /></a></div><p>Ho finito il mio libro, l’ho fatto.<br />E, alla faccia di coloro che potranno pensare che sia troppo leggerino o più
semplicemente una emerita schifezza, intendo pubblicarlo. Coraggio.<br />Questa consapevolezza mi dà alla testa, mi fa sentire tutta friccicarella. E
magari è solo il canto del cigno e tra un pochino si verificherà la catastrofe,
ma speriamo di no! E poi anche se fosse, ma mettiamoci un bel
chissenefrega. Mi sono divertita tanto a scriverlo, è questo che conta.<br />Le mie sante nipoti mi hanno aiutato nell’editing e adesso la mia storia
d’amore è (abbastanza) pronta per uscire da questo computer.<br />Condurlo fuori nel modo giusto non sarebbe propriamente un gioco da ragazzi(e).
Dovrei iscriverlo a concorsi letterari, inviarlo e aspettare almeno un anno la
risposta di una casa editrice che si rispetti… ci vorrebbero molta strategia e
pazienza, doti che io non possiedo.<br />E sicché mi sto già organizzando per fare tutto
da sola. In fondo fare è più divertente che delegare, no?<br />Ammetto con serenità di essere una maniaca del controllo. Ci tengo che per lo
meno sia tutto schifo del mio sacco… o fragrante farina.<br />Mi tocca specificare che è un libro dai 18 in su (non volendo farmi mancare
nulla, c’ho infilato pure le parolacce), ma il reale bacino di possibili
lettrici penso possa comprendere tutte le ragazze dai 16 ai 76 anni che
gradiscano svagarsi con un rosa.<br />E mica sono poche ‘ste tipe, ce ne sarà almeno una decina tra loro a cui
piacerà?<br />Vedremo. O meglio: leggerete, se vi va.</p><p class="MsoNormal">lalla<o:p></o:p></p>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgdOBNk95_djI5i1HM8jx61YXfROMmRPZoolEGTeqLtw6GJ3I4lx8DlQjpq7xH2a94V-zeJFDnpqetHKPM1EHPOvWhn4jDLkTtusnSOCJU58LG--Sk1cPWyhoq8_lfEtyc3w09oOvLiobGwKca44Xi7vbtKcXmL_kpAA3BqymJ29mdryAaVWnB43eN8=s1200" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1200" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgdOBNk95_djI5i1HM8jx61YXfROMmRPZoolEGTeqLtw6GJ3I4lx8DlQjpq7xH2a94V-zeJFDnpqetHKPM1EHPOvWhn4jDLkTtusnSOCJU58LG--Sk1cPWyhoq8_lfEtyc3w09oOvLiobGwKca44Xi7vbtKcXmL_kpAA3BqymJ29mdryAaVWnB43eN8=w400-h400" width="400" /></a></div><p class="MsoNormal">P.S. Eccomi alla ricerca di ennesimi refusi sulla prova di auto-pubblicazione di <i>Blu Maria</i> con
Amazon KDP arrivata ieri sera fresca fresca. Con gli occhiali, sì, perché è inutile negarlo: ormai sono presbite (dal greco, vecchia). Ma chi se ne frega, anzi, ma meno male: mica me li concedevo tuti questi divertimenti da giovane! Vi giuro che tenere tra le mie mani
per la prima volta il libro vero e proprio, fatto di carta e non di pixel, è
stata un’emozione da capogiro! Poi mi sono accorta di tutte le beghe sul colore
delle illustrazioni e sull’impaginazione… è tutto da aggiustare, mannaggia. Ma d’altronde
le prove si fanno per questo, no?<br style="mso-special-character: line-break;" />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br style="mso-special-character: line-break;" />
<!--[endif]--><o:p></o:p></p>lalla ilaria.gonnelli12@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/13167849010862103346noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-4178449698599889378.post-79654358609068557222022-01-18T21:16:00.007+00:002022-01-18T23:02:36.854+00:00il mio capodanno con Silvia<p>Silvia è un’adolescente.<br />A dispetto di ciò che pensa la maggioranza
delle persone, io adoro quest’età fragile e precaria. Un’età fuggevole e
imperfetta, dove tutto sembra ancora possibile.<br />Ho fotografato Silvia nella sua casa. Prima abbiamo pranzato, era rientrata da
scuola tutta spettinata e imbacuccata in una felpa. Dopo il pasto l’ho convinta
a cambiarsi e l’ho accompagnata in camera della sua mamma per rubarle un abito leggero.
Era troppo grande e così mi piace anche di più. Lascia intuire quanto sia esile
e giovane il suo corpo, lascia scoperte le braccia magrissime. Silvia possiede braccia
splendide, di un’eleganza inusuale.<br />L’ho fatta sedere nel salone. Il salone ha grandi finestre. La casa è liberty,
luminosa ed elegante come la sua piccola abitante. Mentre la fotografavo
pensavo proprio a questo: a come fosse perfetta tra quelle mura. Il contrasto
di quel volto così pulito, ancora da bambina, con quel corpo già adulto,
slanciato e fiero. Perfino il taglio dei capelli mi ricordava quello di una
fanciulla dei primi del novecento.<br />E che occhi limpidi ha Silvia. Che sguardo. Timoroso e fiducioso insieme. Curioso.
Vibrante.<br />Ad un certo punto ha preso in braccio la sua gatta e io ho trovato la composizione.<br />Silvia, Sabrina, la luce di quella casa. Un’eleganza fuori dal tempo.<br />Ho cercato di ricreare queste sensazioni durante la pittura e non sono certa
che il risultato piacerà ai committenti (a dire il vero, un po’ ci spero perché
mi piacerebbe tenere il quadro per me).<br />La mia non è una pittura cosmetica: non rende mai più belle o più rassicuranti.
La mia è una pittura indagatrice, che scava in cerca dell’anima, nel tentativo di
rubarla.</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Lalla<o:p></o:p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgZ5ZFt_SqyOZapW9vU67B0KiA0ERbo9keA5tZS-5jJw7s3288vYvoZM6pUOqgnwOxhMfWJku25Sq6SHIo-LzODwe5QrPXpSiUFEn2Zq283ZAosaUJliLXLNjartGz-N93xt894XqzqyI5E_ukqf8mwdfbfEEWGXB5SjBYThzL5la-65OyKAvN4EQ7V=s1500" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1500" data-original-width="1245" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgZ5ZFt_SqyOZapW9vU67B0KiA0ERbo9keA5tZS-5jJw7s3288vYvoZM6pUOqgnwOxhMfWJku25Sq6SHIo-LzODwe5QrPXpSiUFEn2Zq283ZAosaUJliLXLNjartGz-N93xt894XqzqyI5E_ukqf8mwdfbfEEWGXB5SjBYThzL5la-65OyKAvN4EQ7V=w533-h640" width="533" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">"Silvia e Sabrina", olio su masonite, 50 x 60 cm.</td></tr></tbody></table><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiSlrmv_gU0o7rP3QYvXGXk7TaE591tkv74N6blAvYhyQMDgAFcNlpSiyaeezSlY1HTeIPfLoM8VmLiu_3S00Jg2KxhqhRq9IUETSNRmllPf1wDkSlfCpn-fKQA-B2sKr2O22qA9JRxj8ZDCSstiuMiDpXkU96XeVnurnlFrFetwfRk1gBm_P6h3-xF=s3000"><img border="0" data-original-height="2000" data-original-width="3000" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiSlrmv_gU0o7rP3QYvXGXk7TaE591tkv74N6blAvYhyQMDgAFcNlpSiyaeezSlY1HTeIPfLoM8VmLiu_3S00Jg2KxhqhRq9IUETSNRmllPf1wDkSlfCpn-fKQA-B2sKr2O22qA9JRxj8ZDCSstiuMiDpXkU96XeVnurnlFrFetwfRk1gBm_P6h3-xF=w400-h266" width="400" /></a></div></div><p class="MsoNormal">P.S. Ho deciso di passare per la prima volta nella mia vita
da sola la notte di San Silvestro. Non avendo i miei figli, l’alternativa forse
sarebbe stata reggere il moccolo a qualche coppia di amici e a mezzanotte sbaciucchiarsi
(come se non ci fosse una pandemia) e far finta di gioire augurandosi “buon
2022!”<br />Poco allettante.<br />Così ho deciso di provare qualcosa di diverso: ho organizzato una sorta di
performance.<br />Nel primo pomeriggio ho acquistato una vaschetta da 1 kg di
meraviglioso gelato artigianale al gusto cuneese (cacao e rum) e varie cialde.
Poi, alle 18:00, mentre il resto degli italiani cucinava il pesce, io ho iniziato
a dipingere. L’idea era di arrivare al 2022 (intervallando con qualche cono di
gelato in caso di bisogno). Ogni due ore ho aggiornato i miei progressi su FB. Sei
ore di countdown artistico che non dimenticherò mai e nelle quali sono riuscita
a delineare un primo abbozzo del volto. Non ero sicura di come mi avrebbe fatto
sentire passare una capodanno del genere, ma alla fine è andata benissimo. Ho salutato
il 2021 e accolto il 2022 facendo qualcosa che amo e in cui credo profondamente.
Io e la pittura siamo vecchie amiche. In verità, non ero sola.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhPy87ceeY1Gyjn5IZ_E7MwZqAVWVzfs1Gu5N6cbGiW--VKbxMbrrZweb5okWBwjbLEzhlBnrVVtditlndrwbLQcZUWHwgPJ_OFIjYoOO-SJeW_1vZjKebHKz8gchJrHDLq10sYNOviIuGsxAph4-fL08s49F94ixM52VD1_GpBTmzAWWyLbrD72pUp=s1280" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1280" data-original-width="1000" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhPy87ceeY1Gyjn5IZ_E7MwZqAVWVzfs1Gu5N6cbGiW--VKbxMbrrZweb5okWBwjbLEzhlBnrVVtditlndrwbLQcZUWHwgPJ_OFIjYoOO-SJeW_1vZjKebHKz8gchJrHDLq10sYNOviIuGsxAph4-fL08s49F94ixM52VD1_GpBTmzAWWyLbrD72pUp=w501-h640" width="501" /></a></div><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>lalla ilaria.gonnelli12@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/13167849010862103346noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4178449698599889378.post-4315745313086893182021-11-11T16:19:00.002+00:002021-11-12T08:03:12.048+00:00tanti auguri lalla<p><span style="font-family: inherit;">Tanti auguri a me!<br /></span><span style="font-family: inherit;">Me li faccio in anticipo, nella vigilia, perché sono una Strega, me ne frego della sfiga e con
le superstizioni ci vado a nozze. Adoro il mio compleanno, mi garba parecchio essere nata e a dire il vero mi sento già in odore di
festeggiamenti da almeno </span>una settimana. Mi sono già comprata una nuova splendida orchidea e dei fantastici pantaloni a quadretti colorati<span style="font-family: inherit;">. <br />Quest’anno poi, mi sono fatta un regalone! Ma facciamo un passo indietro.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Nel giugno 2017 scrissi questo post dove esprimevo 3 desideri al Genio della
Lampada:<br /></span><a href="https://ilredeisugolini.blogspot.com/2017/06/e-estate-adesso-ci-vuole-il-genio-della.html?m=1" style="font-family: inherit;">il
Re dei Sugolini: è estate, adesso ci vuole il Genio della Lampada!</a><br /><span style="font-family: inherit;">Brava grulla. <br />Ovviamente il Mago onnipotente in questi 4 anni non si è mai
palesato, ma poco male.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Da quando vivo in questa bella età di mezzo, mi sono resa definitivamente conto che
devo darmi da fare da sola per realizzare i miei sogni, perché se aspetto che (non
dico lo faccia qualcun altro al posto mio, ma neanche che) qualcuno mi aiuti a
farlo, sto fresca. <br />Meglio così, chi fa da sé, fa per tre!<br /></span><span style="font-family: inherit;">Certo, anche a me per una volta nella
vita, piacerebbe che qualcuno mi organizzasse una fantastica festa a sorpresa
(io adoro le sorprese!) o mi invitasse a cena fuori tutta in ghingheri (tipo Cenerentola al ballo), ma visto che non è mai accaduto, di solito a organizzarmi le serate ci penso
io.<br /></span><span style="font-family: inherit;">E torniamo ai desideri, che senso avrebbe tenerli in un cassetto? Meglio
procedere, quando possibile.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Il primo dei desideri era pubblicare un libro, il secondo, che mi sparisse la
pancia, il terzo, di divertirmi in una tresca amorosa.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Sulla pancia preferirei sorvolare, ogni tanto mi impongo 6 mesi di orribili privazioni alimentari che mi portano a perdere giusto quei 4 kg che poi riprendo nei 6 mesi
successivi (e la pancia, nelle varie oscillazioni, non si smuove di un etto, è
la mia ultima, inespugnabile, resistenza adiposa). Stendiamo un velo pietoso (soprattutto sul punto vita).<br /></span><span style="font-family: inherit;">Per la tresca, trovare qualcuno di interessante non è facile, ma i miei
ormoni non sono ancora deceduti e ogni tanto mi danno il tormento (ovviamente indirizzandomi
verso un personaggio sbagliato). In questi anni, due o tre volte, c’ho pure
provato, ma devo aver frainteso qualcosa nelle tecniche di base per l’abbordaggio…
e se non le ho capite a quest’età, che aspetto? La menopausa?<br /></span><span style="font-family: inherit;">Insomma, com’è, come non è, alla fine mi becco sempre il 2 di picche. Altro
velo pietoso.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Ma parliamo del libro, il desiderio n°1, quello più importante, in alto lassù sul
podio.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Ecco il regalone: l’ho scritto e farlo è stato uno spasso!<br /></span><span style="font-family: inherit;">Nessuna pretesa, un simpatico romanzetto rosa. La verità è che a settembre
avevo ancora tanta voglia di mare e di un po’ di batticuore.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Di fatto, non avrei potuto avere nessuno dei due se non me li fossi inventati,
invece così, soddisfazione massima! Sono tornata in vacanza e mi sono innamorata
dei miei personaggi, loro mi hanno ricambiato impregnandomi la mente di passione.
Che botta! <br />Per un mesetto buono, occhio pallato alle 5:00 del mattino con i
dialoghi che mi fiorivano spontaneamente in testa (orariuccio, lo so, ma il
giorno c’avevo da fare altro, tipo vivere una vita reale, per esempio). A
bruzzico mi toccava alzarmi e scendere a digitare le scene sul pc, altrimenti
non riuscivo a riprendere sonno. Poi alle 7:00 mi suonava la sveglia e via a
lavorare. Sicché, oltre a </span><i style="font-family: inherit;">che botta</i><span style="font-family: inherit;">, anche </span><i style="font-family: inherit;">che fatica</i><span style="font-family: inherit;">!<br /></span><span style="font-family: inherit;">Alla fine, il romanzetto credo che parli soprattutto di un viaggio nel quale superare i
propri traumi affettivi, lasciarsi andare, mettersi in discussione e
riacquistare fiducia (soprattutto in se stesse). Comunque niente di
particolarmente illuminante, né originale, tutta roba abbastanza ironica e con poche velleità
artistiche.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Sono quasi certa che un editore disposto a pubblicarlo, non lo incontrerò mai. E
questo non dispende dalle poche velleità artistiche, credetemi, ma dal fatto
che non sono dell’ambiente e non conosco nessuno. Avessi pure scritto il capolavoro
rosa del nuovo millennio, non lo troverei comunque. Proverò a fare proposte e
vedremo. Mi concedo 6 mesi (giusto il tempo dell’usuale dieta), poi me lo auto-pubblicherò
su Amazon e chi s’è visto s’è visto.<br /></span><i style="font-family: inherit;">Almeno è gratis</i><span style="font-family: inherit;">, che è un po’ il motto della mia vita per quanto
riguarda la divulgazione della mia produzione.<br /></span><span style="font-family: inherit;">E’ come per i dipinti, se non erro, ad eccezione di quelle organizzate da Alauda, non partecipo a una mostra dal 2012 e il
motivo è che mi rifiuto di dare dei soldi per esporre il mio lavoro.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Pubblico su internet, </span><i style="font-family: inherit;">almeno è gratis</i><span style="font-family: inherit;">, se alla gente fa schifo quello
che dico, scrivo o dipingo, che mi cancelli dai contatti o si giri pure dall’altra
parte. Ognuno ha il sacrosanto diritto di fare schifo quanto gli pare!<br /></span><span style="font-family: inherit;">In ogni caso, io in quello che faccio ci investo tutta me stessa, mi ci impegno
parecchio (risultati a parte), insomma ci butto il sangue, non mi sembra il
caso di tirar fuori pure dei denari.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Dipingo per me (e mi fa anche da terapia, beata la pittura e chi l'ha inventata!). Oppure dipingo su commissione grazie al passa parola, e quando accade è
sempre un onore immenso.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Finché non incontro un gallerista disposto a farmi esporre gratuitamente e a
prendere una percentuale solo in caso di eventuali commissioni o vendite
(evento che sospetto essere più raro che incontrare il Genio della Lampada o un
editore per il mio libretto), mi arrangio da sola e mi va benissimo così.<br /></span><span style="font-family: inherit;">In conclusione, da sole si può riuscire a fare tutto ciò che si vuole: io organizzo viaggi
(e poi li intraprendo), dipingo (e ogni tanto vendo), scrivo storie (e magari tra un po’ me le pubblico).<br /></span><span style="font-family: inherit;">Posso viaggiare, dipingere, scrivere. Anche innamorarmi.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Sì, lo so, parecchie adesso staranno storcendo il naso.<br /></span><i style="font-family: inherit;">Ma che tristezza questa poveretta ridotta a fantasticare del nulla.<br /></i><span style="font-family: inherit;">Penserete che l’amore per un personaggio nato nella mia testa, non sia un
sentimento reale.<br /></span><span style="font-family: inherit;">E quale lo sarebbe di più? Quello che le altre donne (molto più equilibrate di me) provano
per uomini in carne e ossa? L’oggetto dell’amore non è sempre e comunque una
proiezione?<br /></span><span style="font-family: inherit;">Mi pare che parecchie (compresa io) si tenda a innamorarsi di un banale stronzo
narcisista e a vederlo attraverso due belle fette di prosciutto sugli occhi, come se fosse l’essere
più speciale, meritevole e elevato del mondo.<br /></span><span style="font-family: inherit;">E’ comunque finzione allora, con lo scotto che (nel mentre) tocca lavare calzini
e mutande e (alla fine) una si fa pure molto male.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Non lo so… nella vita è giusto provare varie strade e fare ciò che ci si sente, nel mio caso, non provo il desiderio di ripetere esperienze già vissute. Non cerco un compagno, qualcuno che (ci scommetto!) alla fine si metterebbe la pantofola e pretenderebbe di sentirsi a casa sua (in casa mia). Semmai cerco un regalo tutto per me, un giocattolo divertente, una sorpresa appassionante. <br /></span>E quindi, tanto per non stare a grattarsi la (odiata) pancia in attesa che il Genio si faccia vivo, p<span style="font-family: inherit;">erché non regalarmi viaggi indimenticabili e sorprendenti avventure? Perché non d</span><span style="font-family: inherit;">ipingere tutto il mio mondo? Perché non scrivere le mie storie?<br />Infondo, mi costa solo un po’ di
sonno... ma sapeste che goduria!</span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: inherit;">lalla</span><o:p></o:p></p><p class="MsoNormal"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-VHjU61TbrWs/YY1Bjhk0WbI/AAAAAAAAB1U/6G025lKS1gYZJYl1-yxs_19TMmlWRPsoACLcBGAsYHQ/s1500/lalla-pantaloni.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1500" data-original-width="1000" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-VHjU61TbrWs/YY1Bjhk0WbI/AAAAAAAAB1U/6G025lKS1gYZJYl1-yxs_19TMmlWRPsoACLcBGAsYHQ/w266-h400/lalla-pantaloni.jpg" width="266" /></a></div><br /><span style="font-family: inherit;"><br /></span><p></p>lalla ilaria.gonnelli12@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/13167849010862103346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4178449698599889378.post-68945855700552971822021-10-14T19:53:00.015+01:002021-10-15T06:39:31.405+01:00grazie Tigro<p><span style="font-family: inherit;">Prima
o poi se ne vanno anche i gatti, quelli belli paffuti e padroni di casa.<br />Quelli che bisogna temere, amare e ringraziare.<br />Grazie Tigro dei vaffanculo che mi hai soffiato e dei morsi che fingevi di darmi ogni sera, quando ti sollevavo per metterti a dormire fuori, mi sono serviti a ricordarmi sempre, in questi 12 anni, che avevi
una tua dignità. Che non ti saresti mai abbassato a fare il soprammobile peloso.<br />Grazie delle fusa e della vicinanza, che mi concedevi solo quando piaceva a te.<br /><span style="font-family: inherit;">Grazie di avermi accolto e salutato ogni volta che rincasavo, come fossi stato il migliore dei cani.<br />Grazie del tuo sguardo verde, truccato e affilatissimo.<br /></span></span><span style="font-family: inherit;">Grazie di aver partecipato (e controllato) tante cene, seduto sul tavolo occhi negli occhi, immobile come una sfinge, senza mai varcare il confine della tovaglia, neanche se sopra c'era una bistecca.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Grazie della morbidezza del tuo pelo, unico e spettacolare, mai sentito prima
su nessun animale del mondo. Era ancora splendido oggi, quando ti ho adagiato in
quella buca di terra. L’ho scavata io la buca, con pala, fatica e lacrime. Poi ti
ho acciambellato con cura, come se dormissi, e ti ho ricoperto. Te lo dovevo. Non potevo lasciarti su quel piano di metallo, dal veterinario, ti ho riportato a casa,
nel giardino dove sei sempre stato.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Grazie della bontà con cui hai accolto e cresciuto ogni piccolo gatto arrivato
in casa tua, Gattolinzi, Daenerys, Magellano e i loro figli. Sono tutti anche figli
tuoi Tigro.<br /></span><span style="font-family: inherit;">E a proposito, scusami tanto di averti sterilizzato, non sono mai riuscita a perdonarmelo,
spero che tu abbia avuto comunque una vita di gatto piena e soddisfacente.<br /></span><span style="font-family: inherit;">E poi, grazie di esserti nascosto in casa ieri sera (approfittando che io fossi dietro alle doglie della tua figliastra) e di aver
trovato poi, nel pieno della notte, la forza di salire le scale e montare sul
mio letto, non so come tu abbia fatto nelle condizioni in cui eri.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Grazie di aver passato la tua ultima notte con me, spero che stare vicini ti
abbia un po’ consolato. Grazie di non essertene andato da solo, di aver
aspettato che rientrassi a casa e potessi accompagnarti io a morire. <br /></span><span style="font-family: inherit;">Grazie di tutto gattaccio bellissimo, non ti dimenticherò.</span></p><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: inherit;">
lalla<br /><br />P:S. la vita si diverte a chiudere strani cerchi, proprio oggi Daenerys ha partorito altri 4 micetti, senza il Tigro a coccolarli non sarà più la stessa cosa.<br /></span></span><div><br /></div><div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-kEAsdqh7CN8/YWh7C4jFTqI/AAAAAAAAB0o/aU-sfnrvrD0mP8zEPh9Xi4X4RfoOgP4FQCLcBGAsYHQ/s2048/IMG_0926.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-kEAsdqh7CN8/YWh7C4jFTqI/AAAAAAAAB0o/aU-sfnrvrD0mP8zEPh9Xi4X4RfoOgP4FQCLcBGAsYHQ/s320/IMG_0926.JPG" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tigro, ottobre 2009</td></tr></tbody></table><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-vLS8wDC8DAk/YWh7o47e-fI/AAAAAAAAB0w/Mql2AARHC8E2Y_NMWiOVnYIitdiUQ3puACLcBGAsYHQ/s1423/lalla-tigro-picc.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1423" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-vLS8wDC8DAk/YWh7o47e-fI/AAAAAAAAB0w/Mql2AARHC8E2Y_NMWiOVnYIitdiUQ3puACLcBGAsYHQ/w338-h400/lalla-tigro-picc.jpg" width="338" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">"il Gatto della Strega", primavera 2019</td></tr></tbody></table><br /><span style="line-height: 107%;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-7gQWrFN95y8/YWh4qZXzSjI/AAAAAAAAB0U/7CmgyOkD7REOuO1uT4gS1C9RMWKOADjtgCLcBGAsYHQ/s1500/amore%2Bdi%2Bzio.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1500" data-original-width="1000" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-7gQWrFN95y8/YWh4qZXzSjI/AAAAAAAAB0U/7CmgyOkD7REOuO1uT4gS1C9RMWKOADjtgCLcBGAsYHQ/w266-h400/amore%2Bdi%2Bzio.jpg" width="266" /></a></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-fFiRs7i-URI/YWh4qY4qMEI/AAAAAAAAB0Q/YM_B6fuIilM29e3U9NO_o5SdF9skwPKlQCLcBGAsYHQ/s1500/amore%2Bdi%2Bzio%2B2.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="1500" height="266" src="https://1.bp.blogspot.com/-fFiRs7i-URI/YWh4qY4qMEI/AAAAAAAAB0Q/YM_B6fuIilM29e3U9NO_o5SdF9skwPKlQCLcBGAsYHQ/w400-h266/amore%2Bdi%2Bzio%2B2.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tigro e un cucciolino di Daenerys, primavera 2021</td></tr></tbody></table><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-M4JLsdDbq0o/YWh4d2GQaqI/AAAAAAAAB0M/Ob1lXrThyL8yy6ze8D3sfaImtFtyUZozQCLcBGAsYHQ/s2048/IMG_1764.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" height="266" src="https://1.bp.blogspot.com/-M4JLsdDbq0o/YWh4d2GQaqI/AAAAAAAAB0M/Ob1lXrThyL8yy6ze8D3sfaImtFtyUZozQCLcBGAsYHQ/w400-h266/IMG_1764.JPG" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tigro, ottobre 2021</td></tr></tbody></table><br /></span><br /></div>lalla ilaria.gonnelli12@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/13167849010862103346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4178449698599889378.post-46960935227469688672021-09-13T18:45:00.015+01:002021-09-13T19:11:58.242+01:00progetti brutti, ma forse divertenti<p><span style="font-family: inherit;">Per trovare l’umore giusto ed affrontare al meglio il nuovo
anno scolastico, a settembre, mi garba sempre mettermi seduta e compilare una lista delle “cose (belle)
da fare” oltre a lavorare.<br />Belle anche se, appena sotto il podio, è costantemente presente la voce
“perdere X kg” (ci terrei a precisare che X va intesa come una variabile e non come numero romano!)
quest’anno, fortunatamente, la X è una quantità < 5.<br />Nelle prime posizioni ci sono invece viaggetti, progetti di pittura e
scrittura. Quest’anno anche il forte desiderio di tornare a scolpire…<br />Ma non ci dilunghiamo, sono propositi segreti, invece vi svelo nel dettaglio solo una delle voci di questo 2021/22 perché è davvero
ridicola, ma forse, divertente. <br />Pronti… pausa ad effetto…</span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: inherit;">
Ho deciso di provare a scrivere un libro brutto, ta-dan!<br />Ci siete rimasti male? Potrei cercare di passare meglio definendolo in modo più accattivante? Potrei dire
“da leggere sotto l’ombrellone”, “romantico”, “soft-erotico per casalinghe
disperate”, “rosa”? … <br />
Vabbè, via, si fa prima a dire brutto.<br />
Da qualche anno, in mezzo a libri drammatici, saggi, fantasy o spensierati ma con un minimo di sale, ogni
tanto anche io ci infilo uno di questi libri da encefalogramma piatto e facendolo, mi
sono resa conto di alcune cose:<br />
1. Tutti seguono uno schema particolarmente semplice e ripetitivo. <br />
Lei è povera, ma colta (requisito fondamentale è che conosca a memoria i libri
di Jane Austen e Thomas Hardy), è bellissima, ma ingenua e vergine (stranino, ma poi, una volta avviata all'argomento, si scoprirà essere parecchio focosa). Lui è ricco e potente, bellissimo e
mooolto esperto nelle arti amatorie (anche un po’ troppo), ma è un asociale con un carattere
di merda e di solito le donne le usa come strofinacci per il pavimento, c’ha le
turbe ed è pericoloso (comunque anche lui sotto sotto è un romanticone e
conosce a memoria i libri di Jane Austen e Thomas Hardy). Lei è attratta, ma ha
paura, però ci rimane impantanata intuendo che lui non è veramente uno stronzo
bensì un’anima tormentata con svariati traumi infantili (la crocerossina è
sempre di moda, come la letteratura inglese), è combattuta e proprio questo
dualismo attrazione-timore la fa innamorare come una pera cotta, si concede (il
sesso è fantastico e le garba un casino) e quindi viene accompagnata nel paese
delle meraviglie tra lusso e lussuria. Anche lui è combattuto, desidererebbe dominarla
e possederla tipo un oggetto (è psicologicamente parecchio
messo male), ma non vorrebbe ferirla/distruggerla (sai com’è, potrebbe capitare stando accanto a uno spostato), attraverso
vari lasciamenti/fughe/ritorni, alla fine, inaspettatamente (si fa per dire) anche
lui si innamora di lei perché lei è speciale (vabbè), entra in modalità pera
cotta ricoperta di caramello fuso e si redime. Insomma lei col suo amore lo ha
salvato (evviva le crocerossine!). E vissero per sempre felici e contenti con
tanto di figliolanza al seguito, ma nonostante ciò, continuando a fare sesso
stellare. L’apice del realismo e dell’originalità.<br />
2. Nonostante la demenza di fondo, credeteci che anche ‘sta roba va saputa
scrivere. Alcune saghe “prendono”, altri libri sono veramente illeggibili e,
ombrellone o meno, non resta che cestinarli senza pietà dopo le prime 10 pagine.<br />
3. Quasi tutte sono trilogie, ma sospetto che ciò dipenda solo dal fatto che il
primo abbia venduto, quindi mungiamo la mucca e infine facciamoci il film hollywoodiano (brutto anch’esso).<br />
Ecco, io </span>non sono mai riuscita a pubblicare una sola riga, <span style="font-family: inherit;">alla soglia dei 46 anni, del tutto disincantata sul reale valore culturale di un tale tipo di scrittura (zero), ma anche sulle mie doti narrative, vorrei provare a divertirmi e a rientrare almeno nella prima tranche del punto 2. Non a caso scelgo un termine finanziario, tante le volte venisse bene (“bene”
si fa per dire, quanto può venire bene una roba del genere), lo pubblicassi (miracolo!), ci
guadagnassi pure due euro e poi mi facessero scrivere la trilogia e vai di filmone
con protagonisti sexy (e perché no?)!</span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: inherit;">
Adesso non mi resta che trovare un’ambientazione e una contestualizzazione
abbastanza originali (senza alterare lo schema, squadra vincente non si cambia).<br />
Devo concentrami sul personaggio maschile e le sue turbe. Lui è la chiave. Allora, vediamo… il
vampiro, l'uomo d'affari sadico dominatore, l’adolescente alcolizzato violento e il capo di
organizzazione criminale sono già presi, dovrò impegnarmi parecchio per trovare qualcosa
di interessante!<br />La damigella invece non richiederà
grande sforzo, in ogni romanzo è volutamente presentata come una tipa banalotta
e insicura (come si sente infondo la lettrice) e proprio per questo favorisce
un’immedesimazione e un grande effetto meraviglia quando il super figone
maniaco scopre che proprio lei è speciale ed è quindi l’unica in tutto l’Universo Mondo
in grado di far breccia nel suo cuore malato. In questo modo il cervello della
poveretta rosolata dal sole fa il pericoloso e del tutto diseducativo 2+2:
“allora potrebbe succedere anche a me!”. <br />
Diseducativo sì, ma evidentemente, in prossimità del bagnasciuga, liberatorio e
rilassante.<br />
Non mi resta che cominciare e scoprire se scrivere storie un po’ melense possa
rivelarsi divertente come penso. Però mettendoci un po’ d’ironia, quella per forza, altrimenti, sai che noia!<br />
<br />
lalla<br /><o:p></o:p></span></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-D0D9ntInFuc/YT-JXuJHe4I/AAAAAAAABz8/0kQSO83KCt8CePB4EvntapsVMP8xTkrgACLcBGAsYHQ/s2048/IMG_5137.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-D0D9ntInFuc/YT-JXuJHe4I/AAAAAAAABz8/0kQSO83KCt8CePB4EvntapsVMP8xTkrgACLcBGAsYHQ/w400-h300/IMG_5137.JPG" width="400" /></span></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: inherit;">agosto 2012 - Io e "il Trono di Spade" (che non è affatto brutto) sulla spiaggia di Is Arutas (che è oggettivamente la fine del mondo).</span></td></tr></tbody></table><br />lalla ilaria.gonnelli12@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/13167849010862103346noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4178449698599889378.post-62388228632685690642021-09-11T12:02:00.010+01:002021-09-11T13:47:55.963+01:00rimanere umani, limitare i danni collaterali e spezzare il circolo vizioso<p> <span style="font-family: inherit;">L’11 settembre 2001 non ero andata a lavorare al laboratorio
di ceramica di Sesto Fiorentino come facevo ogni giorno, invece ero rimasta nella
mia casa natale a Reggello, con la mia mamma. La mattina avevamo girato nel Valdarno per ordinare
cotto e mattonelle in varie tonalità di blu. Ormai da mesi, con cura infinita,
stavo sistemando una splendida casetta appollaiata sui tetti di Firenze. Mi
stavo costruendo il nido insomma (come fanno le colombe). Ci sarei andata a
vivere la futura estate con l’amore della mia vita, dopo uno splendido
matrimonio campestre e un bel viaggio di nozze a New York! Finalmente io e lui saremmo
stati una famiglia e non vedevo l’ora, una famiglia fatta di avventure, coccole
e Arte, per sempre.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Sì, mi ero fatta un bel film.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Ma torniamo a quel giorno, io e la mia mamma avevamo appena pranzato, poi lei
accese la televisione come faceva sempre per rilassarsi davanti a una soap
opera. Quindi ecco che eravamo proprio lì, io e lei, davanti alla T.V. e non
servirono chiamate al telefono o avvertimenti da parte di nessuno, ad un tratto
tutte le reti si collegarono su quelle immagini incredibili. Mi è sempre
piaciuto andare al cinema (oltre che farmi dei film sulla mia vita) quindi
credetemi che sono un’esperta di disaster movies ed effetti speciali, posso
giurarvi che quello che stavano trasmettendo fu un incredibile spettacolo di
guerra. Altro che giochi gladiatori! Non credo che nessuno sia riuscito a
distogliere gli occhi dallo schermo per ore e non credo che neanche i Talebani
si aspettassero che venisse così bene. Potente, violentissimo e atroce. La
morte in diretta così, in mondovisione, non l’avevamo mai vista. All’inizio parlavano
di un incidente e ricordo la fitta di dolore che avvertii quando il secondo
aereo arrivò come un missile a trafiggere l’altra torre. Perché un conto è
veder morire degli esseri umani per errore o casualità, un altro è vederli
uccidere volontariamente. Ricordo la mia mamma che mi chiese: “le persone sopra
a quel piano in fiamme adesso come faranno a scappare?”<br /></span><span style="font-family: inherit;">Avevo da poco finito l’università, mi tornò immediatamente alla memoria una
lezione sulla struttura statica delle due Torri Gemelle di Yamasaki e altri, ogni
piano era una sorta di mensola aggrappata al blocco centrale portante di
ascensori e scale. Quel secondo aereo aveva sfondato col muso dall’altra parte,
l’aveva tagliata in due.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Così capii e le risposi: “Chi si trova sopra a quel piano è condannato, non c’è
più modo per scendere”. E infatti dopo un po’, sotto gli occhi orripilati dell’intero
mondo, quei poveretti cominciarono a buttarsi giù dalle finestre.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Passava il tempo e per me divenne chiaro anche che le torri sarebbero cadute,
così tagliate in due e infuocate, la struttura centrale in metallo non poteva
resistere a lungo. E infatti mi sono sempre chiesta del perché abbiano deciso
di mandare al martirio tutti quei pompieri su per le scale. A che scopo?<br /></span><span style="font-family: inherit;">Io sono piuttosto ignorante sulla politica estera, allora lo ero anche di più,
non sapevo bene chi fosse Osama Bin Laden e non mi capacitavo del perché qualche
terrorista avesse deciso di massacrare tutta quella gente, di sicuro era una
sorta di dimostrazione di potere, di rivalsa, ma in quel momento non mi
interessava, vedevo solo le persone morire mentre mi si attorcinava lo stomaco
dal ribrezzo.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Cominciarono a arrivare anche notizie di un terzo aereo schiantato sul Pentagono
e forse un quarto… allora davanti ai nostri occhi si stava scatenando una
guerra mondiale? Sembravano tutti piuttosto impanicati, io non lo so, ero più che altro atterrita.<br /></span><span style="font-family: inherit;">A un certo punto entrò un ragazzo che gravitava intorno a casa nostra (e che
avrò il buongusto di non nominare) uno che fino a quel giorno era sembrato
tutto carino, uno fin troppo casa e chiesa per i miei gusti e,
dopo aver dato un’occhiata allo schermo, se ne esordì con la seguente frase: “Ma
guarda che casino! Questo scherzetto sai quanto ci costerà a me e
mio padre? Le borse crolleranno domani!”. Mi sentii accapponare la pelle dallo
schifo, avrei voluto tirargli un ceffone, ma il tizio non gravitava lì per me.
Me ne stetti buonina e lasciai che se lo gestisse la diretta interessata. Per
inciso e per fortuna, se lo sarebbe levato di torno a breve.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Dopo poco più di un’oretta, una alla volta, le due torri collassarono. Lo fecero
nel modo migliore in cui avrebbero potuto farlo, perfettamente su se stesse e
riducendo al minimo i danni collaterali. Dimostrarono fino all’ultimo istante il
capolavoro di ingegneria che erano state. Si scavò un’incredibile voragine (nel
terreno e nel cuore degli americani) quindi si alzò un’incredibile nube di fumo
che inghiottì tutto e finalmente il supplizio ebbe fine. Si fece silenzio, un
silenzio che, credetemi, non ha più abbandonato il sito del World Trade Center.</span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: inherit;">Non sono mai andata in viaggio di nozze a New York.<br />
Invece ci sono stata nel 2017 con la mia mamma ed è stato il viaggio più bello
della mia vita.<br />
New York è qualcosa di spettacolare, ma parte della bellezza che percepivamo
stava, sicuramente, nella nostra sensazione di rinascita. Il 2016 era stato un
anno di merda per entrambe. Il mio babbo è morto a febbraio, il giorno del suo compleanno,
contemporaneamente la persona in cui avevo riposto tutta la mia fiducia (avete
presente quello che credevo essere l’amore della mia vita?) si era dimostrato tutto
d’un tratto un banale ometto, un narcisista distruttivo e incapace di starmi
vicino. Le disillusioni amorose sono cose che capitano, ma fanno molto male e anche a me si era momentaneamente aperta una voragine nel petto. Sei mesi di insonnia quasi
totale, ma certi drammi personali si superano certamente meglio di quelli
collettivi. Infondo se li gestisci bene fanno male solo a te, sono qualcosa che
non impatta troppo sul resto del mondo.<br />
Dopo un anno e mezzo impegnandomi per essere giusta (e limitare i danni
collaterali), a mantenere la mia umanità nonostante tutto, a reagire col sorriso di fronte a figli e studenti (soffrendo
come un cane la notte, da sola), mi ci voleva proprio una bella botta di
adrenalina per tornare a vivere!<br />
Per una che aveva sempre avuto paura di volare, anche solo pensare di
raggiungere la Grande Mela non era poco, ma diciamo che, dopo essere sopravvissuta al 2016, mi sono resa conto di non avere più paura di niente. Tranne che di certi rapporti umani, in
effetti, ma non certo degli aerei. E da allora la sensazione di potenza e forza
va intensificandosi ogni anno, per dire: ho sempre sofferto di vertigini, adesso
pure col paracadute mi butterei!<br />
Eravamo arrivate a Manhattan la sera precedente, la prima destinazione fu
proprio Financial District. Che effetto wow appena fuori dalla metropolitana, finalmente i grattacieli, quelli veri! <br />
Due foto al bruttissimo toro della borsa e poi cominciammo ad aggirarci tra un
colosso e l’altro, gli occhi sempre rivolti al cielo. Uno ornato in stile Decò,
uno specchiato e ultramoderno, uno verdeggiante, uno brunito… eravamo abbagliate
e euforiche. Non facevo altro che gioire e catturare foto.<br />
E poi arrivammo lì, dove in poche ore erano state abbattute le Torri Gemelle e
strappata la vita di quasi tremila persone. Tutta la nostra euforia fu divorata
in un attimo da quei due buchi enormi.<br />
E ci ha colpito il silenzio, quello che non se ne è mai andato. E il
rispetto. I turisti sono chiassosi e colorati, spesso sguaiati, ma lì non lo erano affatto.<br />
Arad e Walker hanno fatto un capolavoro, il Memorial è perfetto, l’acqua assorbe
i rumori della città, la guardi scorrere in quelle due voragini verso la
profondità del nulla e senti solo quello che è giusto sentire: la mancanza. <br />
Non conoscevo personalmente nessuna delle vittime ma le ho viste morire, le ho
sentite morire. Le ha sentite il mondo intero. Ho messo via la mia Canon e mi sono commossa, ho pianto per loro e per tutti quelli che se ne
erano andati, compreso il mio babbo.<br /></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: inherit;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-nL_wA45MgME/YTyGlXXNKWI/AAAAAAAABzY/VST-jt9pcoARJTj2p_wSxRx-RV_QmSkCgCLcBGAsYHQ/s2048/IMG_5660.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" height="266" src="https://1.bp.blogspot.com/-nL_wA45MgME/YTyGlXXNKWI/AAAAAAAABzY/VST-jt9pcoARJTj2p_wSxRx-RV_QmSkCgCLcBGAsYHQ/w400-h266/IMG_5660.JPG" width="400" /></a><a href="https://1.bp.blogspot.com/-3wQMD5J6g2w/YTyHFVIBZQI/AAAAAAAABzk/YNYZF3voRekAWD3V5q2LBap8KFsZCVxUgCLcBGAsYHQ/s2048/IMG_5663.JPG" style="font-family: inherit; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" height="266" src="https://1.bp.blogspot.com/-3wQMD5J6g2w/YTyHFVIBZQI/AAAAAAAABzk/YNYZF3voRekAWD3V5q2LBap8KFsZCVxUgCLcBGAsYHQ/w400-h266/IMG_5663.JPG" width="400" /></a><a href="https://1.bp.blogspot.com/-NoV75KD7jm0/YTyHPDPpZII/AAAAAAAABzo/A68twzONmkowHT7yRySNSEbvc7SF208KACLcBGAsYHQ/s2048/IMG_5667.JPG" style="font-family: inherit; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" height="266" src="https://1.bp.blogspot.com/-NoV75KD7jm0/YTyHPDPpZII/AAAAAAAABzo/A68twzONmkowHT7yRySNSEbvc7SF208KACLcBGAsYHQ/w400-h266/IMG_5667.JPG" width="400" /></a><a href="https://1.bp.blogspot.com/-v-GNGiNrkQ8/YTyHfDPW-XI/AAAAAAAABz0/_7nTcZu38ccyHNHAu8q-ofxBb-RpELcUACLcBGAsYHQ/s2048/IMG_5668.JPG" style="font-family: inherit; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" height="266" src="https://1.bp.blogspot.com/-v-GNGiNrkQ8/YTyHfDPW-XI/AAAAAAAABz0/_7nTcZu38ccyHNHAu8q-ofxBb-RpELcUACLcBGAsYHQ/w400-h266/IMG_5668.JPG" width="400" /></a></span></div><span style="font-family: inherit;">Oggi sono passati 20 anni e il mondo è sempre un gran casino.<br />
Avete presente il detto “il dolore aiuta a crescere”? Sospetto che sia una cazzata.<br />
O meglio, in qualcosa si cresce, in qualcosa si regredisce. E soprattutto dipende
il dolore da cosa è causato, va bene se è un incidente, una sfortuna, non va
per niente bene quando è stato fatto volontariamente da altri esseri umani.<br />
Ce lo hanno dimostrato gli atleti alle recenti Olimpiadi o Paralimpiadi, venivano
tutti da storie difficili, sono proprio quelle storie, quei dolori, quegli
infortuni, quelle malattie, quelle difficoltà, ad aver generato in
loro la forza e la potenza necessaria per vincere. Ma non era colpa di nessuno se certe
sciagure gli erano successe e infatti, attenzione, sono davvero belle le
vittorie conquistate con l’appoggio dei propri cari (a cui subito venivano
dedicate le medaglie) e non quelle raggiunte con la rabbia, contando solo su sé
stessi e schiacciando il mondo intorno a sé.<br />
Dai grandi traumi impartiti da altri esseri umani invece difficilmente se ne
esce migliori perché è quel tipo di vittoria rabbiosa e vendicativa che le
persone sono portate a desiderare. <br />
Se le vittime hanno un'indole pacifica, non pianificano vendette, ma si chiudono in sé stesse e si
lasciano impadronire da diffidenza e paura (e anche queste non sono
proprio migliorie del carattere).<br />
Gli ebrei sopravvissuti alla Shoah non sono diventati un popolo più fiducioso e
aperto con gli altri popoli della terra, semmai si sono fatti più guardinghi e pronti
a tutto pur di tutelarsi. Gli americani dopo l’11 settembre non sono diventati un popolo più caritatevole
e disposto a spartire la propria ricchezza, semmai sono diventati meno
creduloni (avevano insegnato loro ai due piloti kamikaze come guidare un aereo)
e gli è cresciuto ancora più pelo sullo stomaco. <br />
Per quanto riguarda la scarsa fiducia nel prossimo, la capisco perfettamente. <br />
Ma ho poco altro in comune con gli americani, il pelo sullo stomaco mi fa ribrezzo,
come gli investimenti in borsa. Le dimostrazioni di potenza e il menefreghismo verso
gli altri, sono atteggiamenti orribili.<br />
E a forza di vittorie rabbiose e vendette, il circolo vizioso non si interromperà
mai. Non dovrebbe essere questa interruzione la cosa più importante e l'unica aspirazione dell’umanità? E invece non c'è verso, tutte le energie vengono disperse nel tentativo di traumatizzarsi a vicenda.</span><br /><p class="MsoNormal"><span style="font-family: inherit;">Ora vorrei raccontare qualcosa su mio nonno Oreste Gonnelli, io non l’ho mai conosciuto
davvero, di lui mi raccontava il mio babbo. Allora, innanzi tutto va detto che i
miei nonni vivevano in campagna, a Reggello e che avevano una ditta di
trasporti. Mia nonna Silda era ebrea, al momento opportuno fecero una specie di
albero genealogico finto per negare la cosa. Comunque alcuni paesani lo avevano
capito e così cominciarono a andare a casa loro a prenderle i mobili, i vestiti
e i gioielli e loro dovevano stare zitti altrimenti li avrebbero denunciati. Carini
i paesani, non sapete quanto e anche per questo nonostante ami la natura
preferisco vivere in città (non è che i cittadini siano meglio, ma almeno si
fanno di più i fatti propri). Mia nonna aveva un bel caratterino ribelle, ma il
nonno era una persona pacifica, un bonaccione, forse persino un po' codardo, quindi la
teneva buona e al sicuro. Al passaggio del fronte i tedeschi arrivarono da loro
e comunicarono al nonno che avrebbe dovuto aiutarli altrimenti si sarebbero
presi la moglie e il figlio neonato (il mio babbo era nato proprio nel ’45), ovviamente
lui gli dette tutti i mezzi della sua ditta di trasporti e loro se ne
scapparono prima dell’arrivo degli alleati. Il nonno non era appunto un coraggioso,
né un eroe.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Una notte altri cari paesani, dichiarandosi partigiani, lo accerchiarono in un
campo, accusandolo di essere stato un collaborazionista, lo presero a botte, a pugni
e calci, lasciandolo in fin di vita.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Il mio babbo crebbe sano.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Ristabilita la pace, la nonna fermava le donne davanti a tutti, per strada, facendosi
restituire le proprie collane. E guidando da sola il suo calesse se ne andò
anche nelle case a riprendersi qualche mobile.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Il nonno invece non si riprese mai del tutto, né fisicamente, né psicologicamente,
ma non denunciò mai l’accaduto. La mia mamma, che si fidanzò col babbo quando
era una ragazzina, mi racconta che era una persona molto mite e di averlo visto
stare spesso male e sputare sangue. Morì piuttosto giovane per una serie di
emorragie interne.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Il mio babbo gli chiese il nome dei suoi aggressori, gli rispose di averli
riconosciuti subito, ma che non glielo avrebbe mai rivelato, né a lui né a
nessun altro “perché a un certo punto la guerra deve finire”.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Voleva essere lui quel punto, che cessassero odio o vendette. Voleva che la
guerra finisse con lui e la pace ricominciasse con mio padre. Mi piace pensare che il forte desiderio di limitare i danni collaterali sia genetico.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Mio nonno non era coraggioso, probabilmente non era un eroe, ma era una persona buona ed è comunque riuscito
a spezzare il circolo vizioso.<br /></span><span style="font-family: inherit;">Non saranno mai abbastanza le persone capaci di farlo.</span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: inherit;">lalla</span><br /></p>lalla ilaria.gonnelli12@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/13167849010862103346noreply@blogger.com1