Chi inizia un quadro a olio (e poi non può concedersi il lusso di finirlo tutto in una volta) per quel tempo che ci vorrà a concluderlo, fossero giorni, mesi o anni, ha un segreto.
Fa finta di condurre ancora una vita normale, fa finta di niente, fa la spesa (ogni tanto), la mattina si veste (in qualche modo), forse, si spera, ha “un lavoro vero” (cioè di quelli che danno da mangiare) perciò, abbastanza dignitosamente, ci va e fa pure finta quel giorno che gli stia interessando come tutti gli altri giorni dell’anno, si prende più o meno cura dei suoi affetti, sorride, saluta, sembra che mangi, sembra una persona qualsiasi, ma in verità questa persona ha un segreto. E a ben guadare un po’ si capisce perché è abbastanza sfuggente, può darsi che saltelli (tipo i bimbi che c’hanno il palletico) e che le venga pure da sorridere, spesso e abbastanza fuori luogo, potrebbe apparire un po’ picchiatella.
Ma non è picchiatella, credetemi: ha un segreto.
Il segreto lo sa solo questa persona (e gli altri che dipingono per diletto come lei) e non lo può dire a nessuno o il resto del mondo si arrabbierebbe parecchio, il resto del mondo sarebbe geloso.
Ma io oggi ve lo dico lo stesso, tanto nessuno mi prenderà sul serio...
Il segreto è che questa persona, da quel giorno che ha iniziato il quadro fino al giorno che lo finirà (e probabilmente anche per alcuni giorni a seguire) anche se vi saluta, vi sorride e sembra ascoltare quello che le dite, in realtà questa persona non vi sta ascoltando affatto e di quello che le raccontate (fosse la storia più bella del mondo o la più terribile) non gliene frega assolutamente niente.
Ecco il suo segreto: questa persona finge che le interessi ancora la vita di sempre, ma in realtà vorrebbe smettere di vestirsi, mangiare, lavorare e socializzare. In realtà il suo unico desiderio è chiudersi nel suo studio col suo quadro, col suo amore, perché lo ama, lo ama da morire, questa è la verità.
Non solo, ne è anche succube.
Quando intinge per la prima volta il pennello nel colore e inizia, prova un misto di eccitazione e paura perché teme il dominio dell’aguzzino che sta per generare e lo brama, anche.
Dipingere è un duello, è una guerra. Ed è la pace.
Dipingere le da l’illusione dell’immortalità e la fa sentire forte, invincibile, persino divina (perché che Dio abbia creato la donna e le zanzare è tutto da verificare, ma che questa persona stia creando un quadro è certo, e non ha nessuna rilevanza il fatto che sia bello come una donna o schifoso come una zanzara).
Spesso accade che arrivi un momento in cui il quadro le sfugge di mano (come forse l’umanità è sfuggita di mano a Dio), allora arriva a odiarlo. In linea di massima, è meno permalosa del Creatore ed evita di scagliargli contro un diluvio universale, comunque lo abbandona per giorni, gli tiene il muso, non lo guarda più. Ma poi le dispiace, sente il suo richiamo, allora ci torna e ricomincia la danza, ricomincia il tango… fino alla fine.
Una fine che sempre giunge, il quadro la lascerà e andrà per la sua strada. E allora un po’ sarà un dolore sentirne la mancanza e un po’ sarà un sollievo riassaporare la libertà. Dopo qualche tempo questa persona forse lo incontrerà di nuovo e quasi sempre gli apparirà brutto perché i suoi gusti e la sua tecnica sono andate avanti (o semplicemente da un’altra parte), eppure, anche sentendolo distante, gli sarà per sempre grata ricordando quelle dolci ore di passione.
Non ci credete che la pittura sia così potente? Perché non ci provate allora? Fregatevene di non saper disegnare, se non sapete farlo, non fatelo: colorate e basta, ma provate… però solo se avete molto coraggio perché la pittura ha una sua volontà ed è una brutta bestia da domare.
Dopo un lunghissimo anno finalmente ho ricominciato a dipingere, avevo paura e prima ho ripreso i pennelli in mano per pitturare mezza casa d’azzurro (le scale, la dispensa…). Adesso sono nella fase in cui, non arrabbiatevi, scendessero pure gli alieni sulla cupola del Brunelleschi, del resto del mondo non me ne fregherebbe niente.
Solo i bambini riescono a risvegliarmi dal mio innamoramento.
Non ascolto nessuna musica quando dipingo, mi disturba che qualcuno tenti di cantarmi nelle orecchie le sue emozioni, voglio sentire solo le mie.
Ascolto il silenzio, ascolto i colori e ascolto me stessa.
lalla
Anche Matilde ha assaporato l’ebrezza del cavalletto, i primi giorni l’ho
lasciata intervenire con le matite e un po’ di colore… ho creato un mostro: adesso
si aggira (pericolosissima) armata di pennarelli (predilige gli indelebili
neri) per “ritoccare” ogni mio quadro appeso in casa.
Questa foto me l’ha fatta Elia, l’altra sera mi ha sorpreso. Alle 22.00 tutti a
letto, ma io, una volta salutati i bimbi volevo concedermi, finalmente, un po’
di pittura e lui si è arrabbiato: “in questa casa ci sono delle regole, se andiamo
tutti a letto ci vai anche tu”... ma guarda questo: "tu hai 11 anni Elia e io ne ho 41!”… poi ho
capito: prima di tutto ha ancora un po' paura del buio, poi si è accorto che in questo momento c’è un altro nella mia vita e non ha alcuna importanza che il mio amante sia solo un pezzo di legno imbrattato di colore, ha scoperto il mio
segreto ed è geloso.
Non lo so, forse questa cosa è inevitabile, tutto il mondo lo è sempre stato, ma il mondo, ed Elia, dovranno abituarsi.
Non lo so, forse questa cosa è inevitabile, tutto il mondo lo è sempre stato, ma il mondo, ed Elia, dovranno abituarsi.