Il Carnevale è una questione, oserei dire, genetica. C’è chi ha il gene del “trasformismo”
e chi non ce l’ha. Tipo quello che ti fa piegare la lingua in due oppure no. Non credo che nessuno scienziato ci si sia mai dedicato in
modo serio, a parer mio dovrebbe. Forse è un gene che nella giungla primitiva accomunava
il primate al camaleonte, valla a sapere… io sono un camaleonte! Anche i miei
figli lo sono. Noi ci travestiamo molto spesso, non solo quando il Carnevale lo
rende socialmente accettabile. E’ così divertente mascherarsi e interpretare un
ruolo diverso, è così liberatorio. Probabilmente è anche il gene degli attori. Mi
piace un sacco!
La mia mamma, la settimana scorsa, essendo che mi ama, mi ha detto una cosa molto bella: che è fiera di me per come ho reagito a quello che è successo, che ho una forza incredibile e che “si toglie tanto di cappello”. Io però ero preoccupata di non aver pensato abbastanza alle persone intorno a me e allora lei, essendo molto arguta, mi ha detto una cosa centrata: “Non dire fesserie! Devi pensare Lalla che è come se tu fossi stata schiacciata da un autobus e avessi dovuto passare 4-5 mesi tutta tritata al CTO, in una situazione disperata, senza sapere se avresti mai più potuto camminare… nonostante ciò, hai continuato a prenderti cura dei tuoi figli, dei tuoi studenti e a gestire tutti gli altri… nessuno sa come hai fatto, ma dopo nemmeno un anno, cammini di nuovo!”.
E’ vero: cammino di nuovo. E faccio anche dei bei saltelli a dire il vero.
La forza evocativa di questa metafora mi ha fatto venire in mente una grande pittrice che è stata davvero, letteralmente, schiacciata da un autobus. E’ tornata a camminare e non ha mai smesso di dipingere. Un giorno, rivolgendosi a Rivera (che gliene ha fatte di cotte e di crude) gli disse: "Ci sono stati due brutti incidenti nella mia vita, Diego: quell'autobus e tu. Tu sei di gran lunga il peggiore…". Nonostante abbia sofferto e zoppicato tutta la vita, neanche con i piedi in cancrena, ha mai abbassato lo sguardo.
Questo Carnevale, in onore a tutte le donne con le palle, io sono Frida.
lalla
La mia mamma, la settimana scorsa, essendo che mi ama, mi ha detto una cosa molto bella: che è fiera di me per come ho reagito a quello che è successo, che ho una forza incredibile e che “si toglie tanto di cappello”. Io però ero preoccupata di non aver pensato abbastanza alle persone intorno a me e allora lei, essendo molto arguta, mi ha detto una cosa centrata: “Non dire fesserie! Devi pensare Lalla che è come se tu fossi stata schiacciata da un autobus e avessi dovuto passare 4-5 mesi tutta tritata al CTO, in una situazione disperata, senza sapere se avresti mai più potuto camminare… nonostante ciò, hai continuato a prenderti cura dei tuoi figli, dei tuoi studenti e a gestire tutti gli altri… nessuno sa come hai fatto, ma dopo nemmeno un anno, cammini di nuovo!”.
E’ vero: cammino di nuovo. E faccio anche dei bei saltelli a dire il vero.
La forza evocativa di questa metafora mi ha fatto venire in mente una grande pittrice che è stata davvero, letteralmente, schiacciata da un autobus. E’ tornata a camminare e non ha mai smesso di dipingere. Un giorno, rivolgendosi a Rivera (che gliene ha fatte di cotte e di crude) gli disse: "Ci sono stati due brutti incidenti nella mia vita, Diego: quell'autobus e tu. Tu sei di gran lunga il peggiore…". Nonostante abbia sofferto e zoppicato tutta la vita, neanche con i piedi in cancrena, ha mai abbassato lo sguardo.
Questo Carnevale, in onore a tutte le donne con le palle, io sono Frida.
lalla
P.S. Sabato ho organizzato una festicciola per i ragazzini, un tè per le
signore e una pizzata per tutti.
Mentre mi disegnavo il monociglio, Elia mi guardava storto: “perché ti trucchi da sgorbio?”
“Ma che dici?! Mi sto travestendo da Frida Kalho! E’ stata una grande pittrice e una grande donna. E’ molto famosa, sai? Tu non la conosci perchè sei ancora un ragazzino, ma vedrai che i genitori mi riconosceranno”. Gli mostro la foto su google.
“Se lo dici tu, a me sembra un po’ sgorbio”.
Ok, ammetto che due genitori all’ingresso si sono complimentati: “che bel vestito da cinese” (?), ma gli altri mi hanno riconosciuta. Nessuno (forse per educazione) ha detto che ero sgorbia, ogni tanto coglievo degli sguardi straniti, probabilmente avranno pensato che sono un po’ strana a vestirmi in maschera a 41 anni, possibile? Ma se il cappellino di fiori l’ho confezionato io stessa e indossato per il matrimonio di mia sorella Chiara?… almeno stavolta era Carnevale!
Mentre mi disegnavo il monociglio, Elia mi guardava storto: “perché ti trucchi da sgorbio?”
“Ma che dici?! Mi sto travestendo da Frida Kalho! E’ stata una grande pittrice e una grande donna. E’ molto famosa, sai? Tu non la conosci perchè sei ancora un ragazzino, ma vedrai che i genitori mi riconosceranno”. Gli mostro la foto su google.
“Se lo dici tu, a me sembra un po’ sgorbio”.
Ok, ammetto che due genitori all’ingresso si sono complimentati: “che bel vestito da cinese” (?), ma gli altri mi hanno riconosciuta. Nessuno (forse per educazione) ha detto che ero sgorbia, ogni tanto coglievo degli sguardi straniti, probabilmente avranno pensato che sono un po’ strana a vestirmi in maschera a 41 anni, possibile? Ma se il cappellino di fiori l’ho confezionato io stessa e indossato per il matrimonio di mia sorella Chiara?… almeno stavolta era Carnevale!