Tutte le età sono belle, ma al di là dei luoghi comuni e dei
punti di vista politicamente corretti: ce ne sono alcune più belle di altre.
Ne esiste una, oserei dire, "perfetta" in cui si è ancora abbastanza piccole dal credere
che il mondo sia composto di persone gentili e rispettose e che tutto andrà sempre
bene. Un’età in cui prevalgono curiosità e speranza, non timore. E dove si è già
abbastanza grandi per aver capito cosa ci piace ed aver elaborato sogni
complessi. Un’età che purtroppo, incaute, desideriamo abbandonare perché smaniose
di crescere convinte come siamo che il futuro non potrà altro che darci la
possibilità di realizzarli.
Quindi, un’età destinata a durare pochissimo e a scontrarsi con gli imminenti cambiamenti
fisici, chimici e mentali dell’adolescenza; per alcune tanto violenti dal
mettere in discussione tutto.
In ogni caso, anche l’età del sentirsi inadeguata e strana, passerà.
Arriverà quella adulta in cui si intraprendono avventure, si imbastiscono
progetti e si costruiscono cose, le occupazioni, il grande amore, i rapporti
umani, la propria casa e magari si lavora ancora incessantemente per inseguire gli
stessi sogni, quelli che avevamo immaginato nell’età perfetta. Magari solo un
po’ rivisti e più concreti.
Poi arriverà l’età delle scoperte, dove i rapporti umani si rivelano quasi
sempre rapporti di comodo, dove tante persone del mondo mostreranno la loro
vera faccia di egoismo e indifferenza. Dove ce ne saranno alcune che tenteranno
solo di sfruttarci e poi distruggerci, noi e i nostri sogni.
La disillusione rischierà di schiacciarti, ma invece no, andrà bene comunque
perché come tutte le età anche quella passerà.
Arriverà l’età della maturità e della consapevolezza, quella in cui ti renderai
conto che, se hai agito con impegno, coraggio, gentilezza e onestà, niente sarà
stato inutile e che in fondo non hai perso i tuoi sogni. Sono ancora lì
con te, a portata di mano. Forse non sono proprio gli stessi che avevi a dieci
anni, ma a dire il vero: neppure tu sei proprio la stessa. Magari sono cresciuti con
te, si sono evoluti e adesso sono perfino migliori.
Certo: ci vuole fortuna, non solo impegno.
Quella ti auguro, mia Piccola Fata, tanta, tantissima fortuna. La stessa che ho
avuto io e che mi ha concesso di continuare a sognare liberamente, scrivere, dipingere ed anche essere la tua mamma. Avere una figlia o un
figlio significa sdoppiare il proprio interesse, allontanarsi da sé stesse e
guardare da fuori la vita di un’altra persona, una persona più
importante di te. Diventare spettatrice oltreché attrice. Anche questo ti
auguro di provare un giorno perché è qualcosa di potentissimo, ma solo se lo
vorrai. Perché, innegabilmente, diventare madre complica le cose. Si rimane
fregate: la propria felicità non dipende più solo dalla fortuna e dall’impegno
personale, ma soprattutto dal riflesso di quella della propria prole. Potrà sembrare
poco femminista, ma che posso farci? Per me è un istinto naturale: da
quando vi ho messo al mondo le cose devono andare bene per voi e solo così sento
che stanno andando bene anche per me.
Eh, lo so, non è giusto caricare te e il Re dei Sugolini di questa
responsabilità, ma infatti tranquilla: io non ho intenzione di dirtelo. Ti
prometto che quando attraverserai età sfortunate io cercherò di rimanerti accanto
(o di spostarmi da una parte, se lo preferirai) e non verrò mai a dirti che vederti
delusa o infelice mi sta facendo soffrire. Le età di merda (alla faccia del “tutte
le età sono belle”) fanno già abbastanza schifo senza bisogno che una madre ci
metta il carico da undici. In cambio vorrei chiederti, se posso, di non
arrenderti mai, di lottare e avere fiducia. I momenti difficili, le
disillusioni peggiori: tutto passerà. Dalle cadute più rovinose ti rialzerai
più forte e io, se tu lo vorrai, sarò lì a porgerti una mano.
Non ho più dieci anni e sarei un’imbecille se ti promettessi che tutto andrà bene
proprio come vorrai, anzi, posso rivelarti in piena coscienza che non accadrà
di certo. Purtroppo, te lo confesso, un’altra cosa che una persona ansiosa come
me diventa partorendo è: "apprensiva". Su questo aspetto lavoro quotidianamente,
non voglio opprimere te ed Elia con le mie preoccupazioni e quindi adesso ti dico che con
tanto coraggio e, ribadisco, la giusta dose di culo, le cose evolveranno, si
sistemeranno e magari andranno perfino meglio di come ti eri immaginata. La
vita, scoprirai, possiede una certa ironia e sa essere molto fantasiosa.
Lasciati sorprendere, figlia mia.
Ma non scordarti mai di come sei adesso, di quello che hai provato nella tua
età perfetta, rimani amica di questa meravigliosa Piccola Fata come io lo sono
rimasta della mia piccola lalla. Questo è il segreto, sai?
Se i miei sogni si sono avverati, si stanno avverando e so che si avvereranno
ancora, molto lo devo a lei. A quella bambina di dieci anni che ogni giorno immaginava
storie con le sue Barbie e scriveva i suoi racconti su diari segreti, che osservava
il mondo con occhi curiosi (soprattutto il mondo della sua famiglia, fatto di tante
donne) e lo disegnava con cura chiusa nella sua camera. Ancora e ancora. Quella
piccola lalla che immaginava di diventare una celebre scrittrice, un’artista
famosa e avere una figlia con le trecce. Che celebre e famosa non è diventata,
ma chissenefrega perché ha imparato, sta imparando, che l’approvazione degli
altri e il sentirsi dire “brava” non sono così fondamentali se riesci a darteli
da sola. Che, inaspettatamente, ha partorito anche un figlio adorato e, nota
bene, quella bambina con le trecce sei tu. Arrivata quando mai avrei creduto,
dopo una lunga serie di aborti e aver detto la parola “basta”. E invece, a sorpresa:
ecco la Matilde! Che culo, per l’appunto.
Ma il mio babbo, accanito giocatore di carte, alle nostre continue lamentele
sulla sua fortuna sfacciata rispondeva convinto: “Tre volte culo è classe.”
Allora un po’ di classe ce l’ho anch’io e la stessa, credo e spero, saprai trovarla
anche tu.
lalla
"Tutto quello che verrà", olio su masonite, 60x60 cm, marzo 2024 |
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