mercoledì 25 giugno 2025

complimenti o suggerimenti che la gente mi dice in buona fede e che invece a me danno sui nervi

1) "Quando/perché non ti rifai una vita?"
Un grande classico, oserei dire, intramontabile, a cui io, stronza che non sono altro, sarei sempre più propensa di rispondere: "Perché non te la rifai tu?"

2) "Oddio, come stai bene, sei dimagrita tantissimo!"
In verità ho perso solo 4 kg e tutto questo entusiasmo mi pare sottintendere che prima sembrassi un bidone.
Comunque, devo anche io ammettere che fu più sgradevole quando tre anni fa una commessa mi consigliò di scegliere un modello di borsa più grande perché "più adatto alla mia stazza."

3) "Non andare avanti, lascialo così!" Ogni volta che mostro un work in progress dei miei dipinti. Anche in questo caso, sempre più stronza, avrei voglia di rispondere: "Dipingi il tuo quadro e lascialo al punto che preferisci."
Piccola parentesi: forse i miei non-finiti attraggono perché ho una strana tecnica pittorica: non creo un abbozzo generale (tanto ho già tutto in testa) e non c'è quasi nessun disegno preparatorio (solo una traccia), invece procedo per zone terminando una parte alla volta e mettendo via via le varie parti in equilibrio... Questo rende i vari step affascinanti, ma non significa che il quadro sia finito.

4) 5) 6) ... Ce ne sarebbero molti altri perché, lo ammetto, sono una a cui dà molto fastidio che la gente dica come sia meglio essere, fare o comportarsi, pure se lo fa attraverso dei complimenti (e mossa dalle migliori intenzioni).
Sappiatelo: con me è tutta fatica sprecata perché io continuerò a essere, fare e comportarmi solo come mi pare. Non a caso, sono una Strega!

lalla
Condizione femminile - inizio

Condizione femminile - Step 2


Condizione femminile - Step 3
Condizione femminile - Step 4
Condizione femminile - Step 5
Condizione femminile - Step 6
Condizione femminile - olio su masonite, 120 x90 cm

giovedì 12 giugno 2025

al mio corpo

Sto pensando al mio corpo perché, nonostante le tante arie che ci diamo, quello tutti siamo: dei corpi.
La nostra concretezza di carne è la prima parte di noi che la gente vede, forse l’unica che riuscirà mai a vedere. Forse l’unica che esista davvero. Il mio corpo, nonostante tutti i suoi problemi (piccole complicanze di salute, oltreché imperfezioni estetiche), l’ho sempre, visceralmente, amato.

Prima di tutto, perché mi concede di stare al mondo. E di starci bene grazie al delizioso cocktail chimico “gioia di vivere” che mi serve ogni mattina. Poi, perché sa fare molte cose: il mio cervello sa capire e imbastire percorsi logici spericolati, i miei occhi sanno osservare e la mia memoria ricordare, le mie mani sanno disegnare e modellare, la mia bocca sa assaporare, le mie gambe sanno vagare ed esplorare.
E pure due volte mamma m’ha fatto diventare.

Grazie care membra.
Vi ho sempre mostrato senza pudori perché mi piacete (così come mi piacciono i corpi in generale, solo che, devo ammetterlo: a voi sono più affezionata) e penso che meritereste baci e carezze quotidiane non solo da parte mia. Può darsi che non siate state apprezzate abbastanza dal resto del mondo e di questo mi rammarico, ma dovete capire che le persone faticano a riconoscere la bellezza, la propria e quella degli altri.

Un difetto vero ce l’avete: siete effimere così come lo sono le vostre capacità. In futuro camminerete con meno vigore, penserete con maggiore difficoltà, forse la vostra fame di scoperta si sazierà e smetterete anche di immaginare e creare. Arriverà persino il giorno in cui non riuscirete più a miscelare le dosi e vi dimenticherete la ricetta della gioia di vivere.
Ma fino ad allora, finché voi stesse me ne concederete la forza, sarò io, con gratitudine, a prendermi cura di voi.

lalla