giovedì 12 giugno 2025

al mio corpo

Sto pensando al mio corpo perché, nonostante le tante arie che ci diamo, quello tutti siamo: dei corpi.
La nostra concretezza di carne è la prima parte di noi che la gente vede, forse l’unica che riuscirà mai a vedere. Forse l’unica che esista davvero. Il mio corpo, nonostante tutti i suoi problemi (piccole complicanze di salute, oltreché imperfezioni estetiche), l’ho sempre, visceralmente, amato.

Prima di tutto, perché mi concede di stare al mondo. E di starci bene grazie al delizioso cocktail chimico “gioia di vivere” che mi serve ogni mattina. Poi, perché sa fare molte cose: il mio cervello sa capire e imbastire percorsi logici spericolati, i miei occhi sanno osservare e la mia memoria ricordare, le mie mani sanno disegnare e modellare, la mia bocca sa assaporare, le mie gambe sanno vagare ed esplorare.
E pure due volte mamma m’ha fatto diventare.

Grazie care membra.
Vi ho sempre mostrato senza pudori perché mi piacete (così come mi piacciono i corpi in generale, solo che, devo ammetterlo: a voi sono più affezionata) e penso che meritereste baci e carezze quotidiane non solo da parte mia. Può darsi che non siate state apprezzate abbastanza dal resto del mondo e di questo mi rammarico, ma dovete capire che le persone faticano a riconoscere la bellezza, la propria e quella degli altri.

Un difetto vero ce l’avete: siete effimere così come lo sono le vostre capacità. In futuro camminerete con meno vigore, penserete con maggiore difficoltà, forse la vostra fame di scoperta si sazierà e smetterete anche di immaginare e creare. Arriverà persino il giorno in cui non riuscirete più a miscelare le dosi e vi dimenticherete la ricetta della gioia di vivere.
Ma fino ad allora, finché voi stesse me ne concederete la forza, sarò io, con gratitudine, a prendermi cura di voi.

lalla

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