Ieri la giornata è cominciata un po’ male con l’arrivo a
scuola e la scoperta che c’era “autogestione” e l’immediata rivelazione: avevo
sprecato il mio tempo preparando le lezioni e avrei trascorso le
seguenti 4h a strasciconi senza far niente… che noia. Poi una piacevole sorpresa:
un’intera seconda che abbandona le assemblee studentesche/i rigurgiti di
ribellione/il gioco di carte/le effusioni amorose/il fumacchiare (e non so
quale altra attività “autogestita”) e rientra in classe durante la mia ora per
fare la lezione di Disegno perchè “lei è la Proffe più cool” (che ho preso come un complimento nonostante somigliasse a una parolaccia).
Perciò insomma, ero tornata piuttosto di buonumore mentre, a fine mattinata,
pedalavo verso casa. Ormai in dirittura d’arrivo entro in zona ciclabile/pedonale
dove urge fare un po’ di slalom e andare parecchio piano. Ad un certo punto si
forma un piccolo ingorgo di mamme carrozzine dotate, mi fermo e metto un piede
a terra. In quel momento giunge dalla direzione opposta un altro ciclista in
velocità (ha un’enorme cassetta di cavoli verza legata dietro la bici), si infila
nel gruppo zigzagando e mi sbuca davanti, lo vedo in faccia, è scuro di pelle, non
frena, svolta a destra e mi evita per un pelo. Ormai è passato... NO! Non è vero, non mi evita in
effetti, prende male le misure, la cassetta sporge all’esterno e piomba sul mio
manubrio, trova la mano a contrasto, Ahi!
Un rumore forte, un dolore assurdo, alla bocca dello stomaco. Il
ciclista/verduraio scappa. Le mamme lo ingiuriano e poi si offrono di aiutarmi.
La mano comincia a grondare sangue. Immediatamente penso: “E’ la sinistra, meno
male!”. Mollo la bici e mi distendo sotto un loggiato (anche perché comincia a
girarmi un po’ la testa), uno sconosciuto si preoccupa e mi offre i suoi
fazzoletti per tamponare le ferite, anche lui è scuro di pelle e le mamme di tonalità varie (tanto per dimostrare,
se ancora ce ne fosse bisogno, che stronzaggine o gentilezza albergano in
ogni colore). Pigio forte e il sangue si ferma, il dolore scema, le mamme mi
mandano segnali di conforto a debita distanza dalla scena splatter. Guardo la situazione: indice e
mignolo sono solo sbucciati. Mi sfilo un anellino prima che gonfi l’anulare che,
col medio, è messo molto peggio. Provo a muovere le dita, tutto bene, non si è
rotto niente, ma ricominciano a dolere e sanguinare. Vabbè, ringrazio tutti e
me ne torno a casa a lavarmi e incerottarmi per bene prima che torni Elia.
Il pomeriggio ha un sottofondo di dolore continuo, non riesco a
spogliare e rivestire Matilde, non riesco a cucinare, mi faccio aiutare in
tutto da Elia.
Insomma, come bilancio della giornata non sembrava tanto positivo.
Poi, a ora di cena, la svolta.
Una cosa proprio inaspettata che mi rende felice come una bimba di 8 anni
davanti ai pacchi di Natale!
Premessa: dal 2008 (che ho ripreso a dipingere con continuità, che scrivo questo
blog e che sono un pochino più social) ho scoperto e seguo alcune artiste italiane
bravissime. Loro hanno creato un gruppo facebook che si chiama “Donne che dipingono donne (artiste italiane)”, non il solito gruppo/minestra di verdura,
è una pagina con opere di altissima qualità. Io le stimo proprio, non lo dico
per dire, e le seguo con grande piacere da quasi un decennio.
Tra l’altro, alcune di loro si sono dimostrate gentilissime con me, hanno
risposto alle mie curiosità e mi hanno dato preziosi consigli tecnici (parlo di Jara Marzulli, Elisa Anfuso, Cristina Iotti, Roberta Serenari... solo per fare alcuni nomi, mi perdonino le altre). E non è
scontata per niente una cosa del genere: è facile incontrare creativi che
guardano solo in alto, che si sentono superiori (o forse manco ci si sentono e
proprio per questo cercano di schiacciarti) ma invece trovarne che tendono la
mano a chi sta un po’ più in basso (a chi è meno introdotto o meno esperto), è cosa assai più rara. Insomma,
per me è stato molto bello conoscere tanta umanità e apertura in persone così dotate.
E, a pensarci bene, una cosa del genere non avrebbe dovuto stupirmi perché la
sensibilità e la grandezza che trasmettono le loro opere rappresentano alla
perfezione quello che queste donne sono.
Insomma, ieri sera mi scrive Cristina e così, senza avermi detto nulla
prima, mi fa vedere che mi ha aggiunto tra le artiste del gruppo… ma chi, io?!
Non so dirvi la soddisfazione e la gratitudine che ho provato (e che provo)!
Essere apprezzata da qualcuno che stimi così tanto è veramente bello, non solo,
è anche una roba che mi stupisce da morire! Come quando Enrica Tesio (che
scrive il blog più intelligente/esilarante/tagliente e vero che abbia mai letto
e che ha pubblicato adesso “12 ricordi e un segreto”, un libro davvero
prezioso) ha dedicato un po’ del suo tempo a leggere un articolo del mio blog e
mi ha detto che le è piaciuto molto, che è scritto in modo personale e molto
coinvolgente… capito? Enrica Tesio l’ha detto a me!!!
Voglio chiarire: non è che cambi niente, non è che mi sia passato il male alla
mano (anzi, adesso ho due salsicciotti al posto delle dita e non so manco come farmi la doccia), non è che adesso sia
diventata ricca o famosa, non è che un editore mi pubblicherà un libro o un
sacco di committenti vorranno i miei ritratti… niente di tutto questo, però porca
miseria, queste donne meravigliose mi hanno migliorato assai la giornata
(e la vita)!
E adesso sono cazzi.
Adesso dovrò migliorarmi (ancora e sempre) per cercare di essere all’altezza
della loro fiducia.
Grazie ragazze, grazie a tutte... e fanculo al ciclista/verduraio!
lalla
P.S. in questa sede non ho fatto i nomi di tantissime altre donne che mi appoggiano e mi seguono (del mondo dell'arte o meno), perdonatemi care e non abbandonatemi!
P.P.S.S. C'è anche qualche uomo a dire il vero (nonostante le mie intemperanze femministe)... grazie anche a loro!
santosha
1 settimana fa