Tanti auguri a me!
Me li faccio in anticipo, nella vigilia, perché sono una Strega, me ne frego della sfiga e con
le superstizioni ci vado a nozze. Adoro il mio compleanno, mi garba parecchio essere nata e a dire il vero mi sento già in odore di
festeggiamenti da almeno una settimana. Mi sono già comprata una nuova splendida orchidea e dei fantastici pantaloni a quadretti colorati.
Quest’anno poi, mi sono fatta un regalone! Ma facciamo un passo indietro.
Nel giugno 2017 scrissi questo post dove esprimevo 3 desideri al Genio della
Lampada:
il
Re dei Sugolini: è estate, adesso ci vuole il Genio della Lampada!
Brava grulla.
Ovviamente il Mago onnipotente in questi 4 anni non si è mai
palesato, ma poco male.
Da quando vivo in questa bella età di mezzo, mi sono resa definitivamente conto che
devo darmi da fare da sola per realizzare i miei sogni, perché se aspetto che (non
dico lo faccia qualcun altro al posto mio, ma neanche che) qualcuno mi aiuti a
farlo, sto fresca.
Meglio così, chi fa da sé, fa per tre!
Certo, anche a me per una volta nella
vita, piacerebbe che qualcuno mi organizzasse una fantastica festa a sorpresa
(io adoro le sorprese!) o mi invitasse a cena fuori tutta in ghingheri (tipo Cenerentola al ballo), ma visto che non è mai accaduto, di solito a organizzarmi le serate ci penso
io.
E torniamo ai desideri, che senso avrebbe tenerli in un cassetto? Meglio
procedere, quando possibile.
Il primo dei desideri era pubblicare un libro, il secondo, che mi sparisse la
pancia, il terzo, di divertirmi in una tresca amorosa.
Sulla pancia preferirei sorvolare, ogni tanto mi impongo 6 mesi di orribili privazioni alimentari che mi portano a perdere giusto quei 4 kg che poi riprendo nei 6 mesi
successivi (e la pancia, nelle varie oscillazioni, non si smuove di un etto, è
la mia ultima, inespugnabile, resistenza adiposa). Stendiamo un velo pietoso (soprattutto sul punto vita).
Per la tresca, trovare qualcuno di interessante non è facile, ma i miei
ormoni non sono ancora deceduti e ogni tanto mi danno il tormento (ovviamente indirizzandomi
verso un personaggio sbagliato). In questi anni, due o tre volte, c’ho pure
provato, ma devo aver frainteso qualcosa nelle tecniche di base per l’abbordaggio…
e se non le ho capite a quest’età, che aspetto? La menopausa?
Insomma, com’è, come non è, alla fine mi becco sempre il 2 di picche. Altro
velo pietoso.
Ma parliamo del libro, il desiderio n°1, quello più importante, in alto lassù sul
podio.
Ecco il regalone: l’ho scritto e farlo è stato uno spasso!
Nessuna pretesa, un simpatico romanzetto rosa. La verità è che a settembre
avevo ancora tanta voglia di mare e di un po’ di batticuore.
Di fatto, non avrei potuto avere nessuno dei due se non me li fossi inventati,
invece così, soddisfazione massima! Sono tornata in vacanza e mi sono innamorata
dei miei personaggi, loro mi hanno ricambiato impregnandomi la mente di passione.
Che botta!
Per un mesetto buono, occhio pallato alle 5:00 del mattino con i
dialoghi che mi fiorivano spontaneamente in testa (orariuccio, lo so, ma il
giorno c’avevo da fare altro, tipo vivere una vita reale, per esempio). A
bruzzico mi toccava alzarmi e scendere a digitare le scene sul pc, altrimenti
non riuscivo a riprendere sonno. Poi alle 7:00 mi suonava la sveglia e via a
lavorare. Sicché, oltre a che botta, anche che fatica!
Alla fine, il romanzetto credo che parli soprattutto di un viaggio nel quale superare i
propri traumi affettivi, lasciarsi andare, mettersi in discussione e
riacquistare fiducia (soprattutto in se stesse). Comunque niente di
particolarmente illuminante, né originale, tutta roba abbastanza ironica e con poche velleità
artistiche.
Sono quasi certa che un editore disposto a pubblicarlo, non lo incontrerò mai. E
questo non dispende dalle poche velleità artistiche, credetemi, ma dal fatto
che non sono dell’ambiente e non conosco nessuno. Avessi pure scritto il capolavoro
rosa del nuovo millennio, non lo troverei comunque. Proverò a fare proposte e
vedremo. Mi concedo 6 mesi (giusto il tempo dell’usuale dieta), poi me lo auto-pubblicherò
su Amazon e chi s’è visto s’è visto.
Almeno è gratis, che è un po’ il motto della mia vita per quanto
riguarda la divulgazione della mia produzione.
E’ come per i dipinti, se non erro, ad eccezione di quelle organizzate da Alauda, non partecipo a una mostra dal 2012 e il
motivo è che mi rifiuto di dare dei soldi per esporre il mio lavoro.
Pubblico su internet, almeno è gratis, se alla gente fa schifo quello
che dico, scrivo o dipingo, che mi cancelli dai contatti o si giri pure dall’altra
parte. Ognuno ha il sacrosanto diritto di fare schifo quanto gli pare!
In ogni caso, io in quello che faccio ci investo tutta me stessa, mi ci impegno
parecchio (risultati a parte), insomma ci butto il sangue, non mi sembra il
caso di tirar fuori pure dei denari.
Dipingo per me (e mi fa anche da terapia, beata la pittura e chi l'ha inventata!). Oppure dipingo su commissione grazie al passa parola, e quando accade è
sempre un onore immenso.
Finché non incontro un gallerista disposto a farmi esporre gratuitamente e a
prendere una percentuale solo in caso di eventuali commissioni o vendite
(evento che sospetto essere più raro che incontrare il Genio della Lampada o un
editore per il mio libretto), mi arrangio da sola e mi va benissimo così.
In conclusione, da sole si può riuscire a fare tutto ciò che si vuole: io organizzo viaggi
(e poi li intraprendo), dipingo (e ogni tanto vendo), scrivo storie (e magari tra un po’ me le pubblico).
Posso viaggiare, dipingere, scrivere. Anche innamorarmi.
Sì, lo so, parecchie adesso staranno storcendo il naso.
Ma che tristezza questa poveretta ridotta a fantasticare del nulla.
Penserete che l’amore per un personaggio nato nella mia testa, non sia un
sentimento reale.
E quale lo sarebbe di più? Quello che le altre donne (molto più equilibrate di me) provano
per uomini in carne e ossa? L’oggetto dell’amore non è sempre e comunque una
proiezione?
Mi pare che parecchie (compresa io) si tenda a innamorarsi di un banale stronzo
narcisista e a vederlo attraverso due belle fette di prosciutto sugli occhi, come se fosse l’essere
più speciale, meritevole e elevato del mondo.
E’ comunque finzione allora, con lo scotto che (nel mentre) tocca lavare calzini
e mutande e (alla fine) una si fa pure molto male.
Non lo so… nella vita è giusto provare varie strade e fare ciò che ci si sente, nel mio caso, non provo il desiderio di ripetere esperienze già vissute. Non cerco un compagno, qualcuno che (ci scommetto!) alla fine si metterebbe la pantofola e pretenderebbe di sentirsi a casa sua (in casa mia). Semmai cerco un regalo tutto per me, un giocattolo divertente, una sorpresa appassionante.
E quindi, tanto per non stare a grattarsi la (odiata) pancia in attesa che il Genio si faccia vivo, perché non regalarmi viaggi indimenticabili e sorprendenti avventure? Perché non dipingere tutto il mio mondo? Perché non scrivere le mie storie?
Infondo, mi costa solo un po’ di
sonno... ma sapeste che goduria!
lalla
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