"Ho pensato al primo luogo che tutti noi abbiamo visitato, il primo posto dove ci siamo sentiti curati, nutriti, al sicuro. Mi piace pensare che da un angolo dell'inconscio, da un cassettino segreto della memoria, il profumo e il tepore di questo paesaggio ci parlino d'amore e ci consolino, per tutta la vita."
Ebbene, dopo la ri-condivisione l'algoritmo mi ha bloccato il post che esso stesso mi aveva suggerito, rimosso la foto e penalizzato la visibilità del profilo. E vai di trafila per spiegargli che non si trattava di capezzoli reali, bensì di disegni realizzati con matite colorate. Che alla fine ha funzionato, però, io ve lo dico in piena sincerità: mi sono rotta altamente le palle (ovaie) con questa storia!
Sarà bene che il mondo intero, e non solo un algoritmo deficiente, si renda conto che non c'è niente di brutto e da nascondere nel capezzolo, nel seno e nel corpo femminile in generale. E va bene che ho la settima, ma non è possibile che mi basti togliere il collo alto perché le persone (uomini e donne) non riescano più a guardarmi negli occhi!
Datemi retta: sarà bene tornare presto a fare tutte il topless in spiaggia e a girare per strada scollate fino all'ombelico o, meglio ancora, con i seni fuori dagli abiti come le donne minoiche. Altrimenti credetemi che qui non se ne esce, che gli antichi Greci con la storia del Kouros nudo e della Kore vestita ci hanno rovinato abbastanza!
lalla
P.S.: Io il "pezzo di sopra" del costume in acqua non l'ho mai portato fino ai trent'anni e ho adorato fare il bagno libera e felice. Sia chiaro che adesso porto il costume intero solo perché non mi piace più la mia pancia, ma, fosse per me, a seni scoperti potrei andarci tranquillamente anche alla Coop!
Per chi non ci credesse, allego foto di repertorio (era il 2003), opportunamente censurata.
Nessun commento:
Posta un commento