Non mi piace piangere, mi piace dormire perciò per favore, io ve lo chiedo
seriamente: dimenticatevi di me, dimenticatevi di noi, non mi chiedete più “Adesso
con lui va meglio?” “Con i bambini è bravo, no?” “Elia l’ha presa bene?”. Non
mi chiedete più niente perché altrimenti io vi risponderò e comincerò a
vomitarvi addosso tutto quello schifo tremendo che c’ho in mezzo alla gola
(cazzo, non ce la fo ancora a stare zitta e fare un semplice sorriso di
cortesia!). Non è vero che fa bene sfogarsi, non più, perché voi tutti siete
sordi e ciechi. Non è colpa vostra, ma basta, dimenticatevi di me. Continuate a
pensate quello che vi piace pensare, che lui sia la persona più empatica e
profonda del mondo e il padre dell’anno, fatelo, ma non chiedetemi più niente.
Mi fa male parlarne, io voglio pensare ad altro, io voglio parlare di quanto
sono speciali i miei bimbi, dei viaggi, dell’arte, dell’insegnamento, io voglio
parlare di cose belle. Voi cercherete di dirmi la cosa giusta e
invece mi ferirete perché la cosa giusta da dire non esiste. Voi mi farete
piangere, ma io non voglio più piangere, io voglio dormire. Quanto vi piacciono
i lieto fine, mi fate queste domande perché vorreste tanto sentirvi rispondere
che ormai il dolore è passato, che l’ho capito, che l’ho perdonato, che son cose che capitano, che ci
vogliamo sempre un mondo di bene nonostante tutto e che gestiamo i figli in
armonia, ma io questo non ve lo posso dire. Chiedetelo a lui, vi dirà tutto
quello che volete sentirvi dire, ma a me no, lasciatemi in pace, lasciatemi
dormire, io ho il bisogno (e il diritto) di dormire.
Ieri mi è stato pure detto “Tu sei stata la sua musa ispiratrice” ed era un
complimento, io lo so che era un complimento, ma niente, mi fa star male anche
questo. Perché è vero, ha preso tantissimo da me, tutto quello che ha voluto
(mi sarei ammazzata per lui), ma non è bello ricordare questo, non è giusto. Io
non volevo essere la musa di nessuno, io volevo essere amata. Invece lui mi ha succhiato via tutto. Allora se l’amore deve essere questo mostro
che usa e abusa, io preferisco stare da sola, preferisco essere la musa di me stessa.
Lo sapete cos’è che fa stare ancora più male una persona abusata? Non essere creduta.
Non mi è rimasto nessuno, tranne la mia mamma e la mia sorella grande (ma quelle non contano, giusto?) e due amiche che comunque col tempo, forse dovrò lasciare andare, perché è giusto così, che possano staccarsi da me e seguire i propri uomini (compagni di merenda del suddetto) nella serenità del “volemosi tutti bene”.
Le persone abusate avrebbero bisogno di essere riconosciute per quello che sono, delle vittime.
Avrebbero bisogno di essere circondate da persone simpatiche, cioè che, letteralmente, “patiscono insieme”, quindi che “sentono insieme”, che provano sentimenti in sintonia con i loro. Ma non esistono persone così, gli altri non hanno subito alcun abuso (o almeno credono di non averlo subito), l’unica a riconoscere il proprio carnefice è la vittima.
Le persone abusate avrebbero bisogno (io credo, avrebbero diritto) a un po’ di giustizia, ma la giustizia non esiste. Voi non siete giusti perché è troppo difficile esserlo, perché prendere posizione è doloroso e scomodo. Oppure perché non ci capite nulla da fuori e avete ragione, non è facile (io non ci capivo nulla manco da dentro).
Lo sapete cos’è la violenza psicologica? Non fa meno male di quella fisica. Non lascia lividi all’esterno (non si fa vedere), ma li lascia dentro ed è ancora più difficile levarseli di dosso. Se mi avesse picchiato sarebbe stato diverso? Io non credo, io penso che non mi avreste creduto lo stesso.
Perché lui sa quale faccia mostrare, perché lui è affascinante, perché lui è furbo, perché lui è piacevole, perché fin dall’inizio è andato in giro a dire le cose giuste (quelle che a voi piace sentirvi dire): che moglie meravigliosa ero, che matrimonio fantastico avevamo avuto, il bene infinito che vuole ai figli, il bene infinito che mi ha sempre voluto e mi vuole, che addirittura ha fatto le sue scelte per il nostro bene e che mi augura solo il meglio…
le ha scritte anche a me tutte queste stronzate (sulla chat che dovrebbe servire solo a gestire gli orari con i figli), tra una crudeltà e l’altra (per farmi soffrire), tra una minaccia e l’altra (per farmi paura), tra un giochino psicologico e l’altro (per farmi sentire in colpa), tra un tentativo di manipolazione e l’altro (per dominarmi). Ormai faccio finta di non sentirlo, tiro dritto, poi ogni tanto mi capita ancora di mandarlo affanculo (porca vacca, non ce la fo a trattenermi). E allora non sapete quanto ci gode a compatirmi. “Sei una povera bambina ferita, non crescerai mai”, “Mi dispiace che tu sia divorata dalla rabbia, da questi sentimenti così negativi. Io invece sono in pace e vivo nell’amore”.
Anche leggendo questo post godrà tanto, si sentirà importante, si sentirà potente. Crederà di potermi dominare e sottomettere ancora, ma si sbaglia, non è così, è solo che io ormai so chi è (mi fa schifo), e tutti gli altri no.
Vi sembro vittimista e paranoica, avrei bisogno di curarmi, giusto? Bè, lui me lo dice da due anni. L’avrà detto anche a voi, no? Gli avete creduto su tutto perciò crederete anche a questo.
Lui è amabile, lui ama tutti e tutti lo amano, lui ha trovato la serenità eterna e ha capito l’universo mondo, lui è profondo, lui da solo amore e solo amore riceve… minchia, sembra Gandhi.
Ma come cazzo fate tutti a bervi questa roba? Non sentire sotto pelle una sensazione di falsità? Non vi stridono un po’ tutti questi discorsi da santone con il degrado dei fatti? Non vi è passato per la testa il sospetto che gli si sia intorcinato il cervello e che continui ad intorcinarglisi ogni giorno di più nel tentativo di trovare continue ed elevate giustificazioni ai suoi banalissimi e squallidissimi comportamenti? Non potrebbe essere, molto più semplicemente, che il suo ego immenso non gli permetta di ammettere di essere una persona normale (direi banale) e perciò fallibile, non un semidio, di aver fatto uno sbaglio a sposarsi (magari pure in buonafede, guarda, voglio essere clemente), di essersi illuso di poter mantenere una promessa che implicasse il “prendersi cura di qualcuno” e quindi essere capace di dare (oltre che prendere), ma che proprio no, non c’era tagliato. E invece niente, lui vi racconta (e si racconta) la sua bella favola dell’illuminazione e tutti voi gli credete.
Oppure no, non gli credete e non lo approvate, magari vi sembra un simpatico cazzone (pure un po’ ganzo, dai) e vi fa sorridere con i suoi discorsi da prete (sapeste quanto poco fa sorridere me) e vi va bene lo stesso: “è sempre un mio amico” “comunque io gli voglio bene”. Allora ditemi: quanto schifo deve fare una persona perché gli altri smettano di volergli bene? Mi correggo (sospetto che a parti inverse, il giudizio morale della comunità sarebbe stato un po’ diverso), quanto schifo deve fare un uomo perché gli altri smettano di volergli bene? Non conta niente il male che ha fatto a me e ai nostri figli (e che appena può continua a fare)? Non contano niente le torture psicologiche e le crudeltà gratuite?
Lo sapete cos’è che fa stare ancora più male una persona abusata? Non essere creduta.
Non mi è rimasto nessuno, tranne la mia mamma e la mia sorella grande (ma quelle non contano, giusto?) e due amiche che comunque col tempo, forse dovrò lasciare andare, perché è giusto così, che possano staccarsi da me e seguire i propri uomini (compagni di merenda del suddetto) nella serenità del “volemosi tutti bene”.
Le persone abusate avrebbero bisogno di essere riconosciute per quello che sono, delle vittime.
Avrebbero bisogno di essere circondate da persone simpatiche, cioè che, letteralmente, “patiscono insieme”, quindi che “sentono insieme”, che provano sentimenti in sintonia con i loro. Ma non esistono persone così, gli altri non hanno subito alcun abuso (o almeno credono di non averlo subito), l’unica a riconoscere il proprio carnefice è la vittima.
Le persone abusate avrebbero bisogno (io credo, avrebbero diritto) a un po’ di giustizia, ma la giustizia non esiste. Voi non siete giusti perché è troppo difficile esserlo, perché prendere posizione è doloroso e scomodo. Oppure perché non ci capite nulla da fuori e avete ragione, non è facile (io non ci capivo nulla manco da dentro).
Lo sapete cos’è la violenza psicologica? Non fa meno male di quella fisica. Non lascia lividi all’esterno (non si fa vedere), ma li lascia dentro ed è ancora più difficile levarseli di dosso. Se mi avesse picchiato sarebbe stato diverso? Io non credo, io penso che non mi avreste creduto lo stesso.
Perché lui sa quale faccia mostrare, perché lui è affascinante, perché lui è furbo, perché lui è piacevole, perché fin dall’inizio è andato in giro a dire le cose giuste (quelle che a voi piace sentirvi dire): che moglie meravigliosa ero, che matrimonio fantastico avevamo avuto, il bene infinito che vuole ai figli, il bene infinito che mi ha sempre voluto e mi vuole, che addirittura ha fatto le sue scelte per il nostro bene e che mi augura solo il meglio…
le ha scritte anche a me tutte queste stronzate (sulla chat che dovrebbe servire solo a gestire gli orari con i figli), tra una crudeltà e l’altra (per farmi soffrire), tra una minaccia e l’altra (per farmi paura), tra un giochino psicologico e l’altro (per farmi sentire in colpa), tra un tentativo di manipolazione e l’altro (per dominarmi). Ormai faccio finta di non sentirlo, tiro dritto, poi ogni tanto mi capita ancora di mandarlo affanculo (porca vacca, non ce la fo a trattenermi). E allora non sapete quanto ci gode a compatirmi. “Sei una povera bambina ferita, non crescerai mai”, “Mi dispiace che tu sia divorata dalla rabbia, da questi sentimenti così negativi. Io invece sono in pace e vivo nell’amore”.
Anche leggendo questo post godrà tanto, si sentirà importante, si sentirà potente. Crederà di potermi dominare e sottomettere ancora, ma si sbaglia, non è così, è solo che io ormai so chi è (mi fa schifo), e tutti gli altri no.
Vi sembro vittimista e paranoica, avrei bisogno di curarmi, giusto? Bè, lui me lo dice da due anni. L’avrà detto anche a voi, no? Gli avete creduto su tutto perciò crederete anche a questo.
Lui è amabile, lui ama tutti e tutti lo amano, lui ha trovato la serenità eterna e ha capito l’universo mondo, lui è profondo, lui da solo amore e solo amore riceve… minchia, sembra Gandhi.
Ma come cazzo fate tutti a bervi questa roba? Non sentire sotto pelle una sensazione di falsità? Non vi stridono un po’ tutti questi discorsi da santone con il degrado dei fatti? Non vi è passato per la testa il sospetto che gli si sia intorcinato il cervello e che continui ad intorcinarglisi ogni giorno di più nel tentativo di trovare continue ed elevate giustificazioni ai suoi banalissimi e squallidissimi comportamenti? Non potrebbe essere, molto più semplicemente, che il suo ego immenso non gli permetta di ammettere di essere una persona normale (direi banale) e perciò fallibile, non un semidio, di aver fatto uno sbaglio a sposarsi (magari pure in buonafede, guarda, voglio essere clemente), di essersi illuso di poter mantenere una promessa che implicasse il “prendersi cura di qualcuno” e quindi essere capace di dare (oltre che prendere), ma che proprio no, non c’era tagliato. E invece niente, lui vi racconta (e si racconta) la sua bella favola dell’illuminazione e tutti voi gli credete.
Oppure no, non gli credete e non lo approvate, magari vi sembra un simpatico cazzone (pure un po’ ganzo, dai) e vi fa sorridere con i suoi discorsi da prete (sapeste quanto poco fa sorridere me) e vi va bene lo stesso: “è sempre un mio amico” “comunque io gli voglio bene”. Allora ditemi: quanto schifo deve fare una persona perché gli altri smettano di volergli bene? Mi correggo (sospetto che a parti inverse, il giudizio morale della comunità sarebbe stato un po’ diverso), quanto schifo deve fare un uomo perché gli altri smettano di volergli bene? Non conta niente il male che ha fatto a me e ai nostri figli (e che appena può continua a fare)? Non contano niente le torture psicologiche e le crudeltà gratuite?
Ve lo dico io? Non contano, se un uomo sa porsi, può fare schifo quanto vuole e
continuerà a piacere a tutti. Però lasciate che ve lo dica: avete proprio dei
gusti di merda, se io lo avessi incontrato negli ultimi 4 anni, manco il numero
di telefono gli avrei dato.
“a me fa pena, mi dispiace per lui, poverino”.
A me no, cazzo! Dispiacetevi per noi, siamo noi le vittime, se non si fosse capito.
Non è poverino! E’ stato sfortunato da piccolo, molto sfortunato davvero e mi dispiace per lui, ma per quanto ha intenzione di farsi compatire? In seguito aveva avuto la botta di culo di incontrare me (che lo adoravo) e di generare un figlio meraviglioso, nella bilancia metteteci anche questo, no? Ha sputato sulla nostra famiglia, sulla nostra fortuna. Mi ha spinto in ogni modo verso un secondo figlio, a costo di rovinarmi la salute fisica e mentale (è bravissimo a manipolare le persone e io ve l’ho detto: mi sarei ammazzata per lui), durante la gravidanza mi ha offeso e torturato psicologicamente, alla fine Matilde è arrivata ed era stupenda, lui mi ha chiesto perdono e io gli ho creduto, la bambina non aveva ancora 4 mesi quando il padre dell’anno ha cominciato a far giochetti oltralpe! Mi ha candidamente confessato di aver progettato un viaggio in Francia al solo scopo di farsi una scopata perché il nostro era un matrimonio felice, ma gli mancava qualcosa (ma povero cucciolo) mentre il mio babbo crepava, ma che cazzo! Lo conosceva da 20 anni, lo aveva accolto come un figlio, mancava solo lui a salutarlo, solo lui. Il giorno del suo funerarle rideva. Un mese fa muore una povera ragazza, lui l’aveva intravista due volte nella vita, ma si autoconvince (e convince tutti) che sta soffrendo tantissimo per quanto la amava, scrive un post su facebook che pare sia morta sua madre. Tutti a mettere “like” così lui si sente così buono, così profondo… tra due mesi non si ricorda manco più chi era.
Ogni volta che ha ricevuto ascolto (che lui scambia sempre e comunque per approvazione) è venuto subito a raccontarlo a me. Ogni “like”, ogni battuta, ogni commento, ogni rapporto superficiale e perfino ogni appuntamento goliardico, tutto gli serve. Gli avevo chiesto “lasciami qualcuno, per favore”. Macché. Tante persone inizialmente sembravano scandalizzate poi, come dire, il tempo passa, le cose cambiano, le persone hanno la memoria corta… “Vedi? Tutti pian piano mi hanno capito, tutti mi vogliono bene. Solo tu non riesci a capire”. E io faccio finta di niente. Quest’estate è arrivato persino a dirmi: “Io amavo il tuo babbo e lui amava me, mi avrebbe certamente capito e approvato. Tu non lo conoscevi bene”. E io a quel punto non ce l’ho fatta, mi sono incazzata come una vipera (e purtroppo gli ho dato di nuovo soddisfazione).
Non è poverino, forse è malato (chi di noi non lo è?), ma soprattutto è crudele! E se davvero tutti questi comportamenti deviati si spiegano con la sua infanzia difficile, allora mi chiedo: c’era proprio bisogno di traumatizzare così i propri figli (i miei figli) e ricominciare tutto da capo? Cos’è? Gli sembrava che i suoi genitori avessero inaugurato un circolo troppo virtuoso per non interromperlo?
Voglio dirvi una cosa a cui so già che non crederete (non ci ho voluto credere neanche io quando era il momento), ma io ve la dico comunque, tanto non dormo stanotte, almeno rompo i coglioni al resto del mondo.
Ai suoi amici, ai suoi colleghi, ai suoi parenti: voi gli volete bene, voi siete sinceri e qualunque cosa faccia voi gliene vorrete sempre, voi lo scuserete, voi lo capirete, ma la verità è che lui no, lui non ve ne vuole.
“a me fa pena, mi dispiace per lui, poverino”.
A me no, cazzo! Dispiacetevi per noi, siamo noi le vittime, se non si fosse capito.
Non è poverino! E’ stato sfortunato da piccolo, molto sfortunato davvero e mi dispiace per lui, ma per quanto ha intenzione di farsi compatire? In seguito aveva avuto la botta di culo di incontrare me (che lo adoravo) e di generare un figlio meraviglioso, nella bilancia metteteci anche questo, no? Ha sputato sulla nostra famiglia, sulla nostra fortuna. Mi ha spinto in ogni modo verso un secondo figlio, a costo di rovinarmi la salute fisica e mentale (è bravissimo a manipolare le persone e io ve l’ho detto: mi sarei ammazzata per lui), durante la gravidanza mi ha offeso e torturato psicologicamente, alla fine Matilde è arrivata ed era stupenda, lui mi ha chiesto perdono e io gli ho creduto, la bambina non aveva ancora 4 mesi quando il padre dell’anno ha cominciato a far giochetti oltralpe! Mi ha candidamente confessato di aver progettato un viaggio in Francia al solo scopo di farsi una scopata perché il nostro era un matrimonio felice, ma gli mancava qualcosa (ma povero cucciolo) mentre il mio babbo crepava, ma che cazzo! Lo conosceva da 20 anni, lo aveva accolto come un figlio, mancava solo lui a salutarlo, solo lui. Il giorno del suo funerarle rideva. Un mese fa muore una povera ragazza, lui l’aveva intravista due volte nella vita, ma si autoconvince (e convince tutti) che sta soffrendo tantissimo per quanto la amava, scrive un post su facebook che pare sia morta sua madre. Tutti a mettere “like” così lui si sente così buono, così profondo… tra due mesi non si ricorda manco più chi era.
Ogni volta che ha ricevuto ascolto (che lui scambia sempre e comunque per approvazione) è venuto subito a raccontarlo a me. Ogni “like”, ogni battuta, ogni commento, ogni rapporto superficiale e perfino ogni appuntamento goliardico, tutto gli serve. Gli avevo chiesto “lasciami qualcuno, per favore”. Macché. Tante persone inizialmente sembravano scandalizzate poi, come dire, il tempo passa, le cose cambiano, le persone hanno la memoria corta… “Vedi? Tutti pian piano mi hanno capito, tutti mi vogliono bene. Solo tu non riesci a capire”. E io faccio finta di niente. Quest’estate è arrivato persino a dirmi: “Io amavo il tuo babbo e lui amava me, mi avrebbe certamente capito e approvato. Tu non lo conoscevi bene”. E io a quel punto non ce l’ho fatta, mi sono incazzata come una vipera (e purtroppo gli ho dato di nuovo soddisfazione).
Non è poverino, forse è malato (chi di noi non lo è?), ma soprattutto è crudele! E se davvero tutti questi comportamenti deviati si spiegano con la sua infanzia difficile, allora mi chiedo: c’era proprio bisogno di traumatizzare così i propri figli (i miei figli) e ricominciare tutto da capo? Cos’è? Gli sembrava che i suoi genitori avessero inaugurato un circolo troppo virtuoso per non interromperlo?
Voglio dirvi una cosa a cui so già che non crederete (non ci ho voluto credere neanche io quando era il momento), ma io ve la dico comunque, tanto non dormo stanotte, almeno rompo i coglioni al resto del mondo.
Ai suoi amici, ai suoi colleghi, ai suoi parenti: voi gli volete bene, voi siete sinceri e qualunque cosa faccia voi gliene vorrete sempre, voi lo scuserete, voi lo capirete, ma la verità è che lui no, lui non ve ne vuole.
Sì, lo so che non volete sentirvelo dire, che fa male e che è impossibile da
credere perché lui è speciale, perché lui è pieno di talento, perchè lui è ironico, perché lui è intelligente,
perché vi piace tanto, siete quasi innamorati di lui e pensate che ci sia
qualcosa di esclusivo tra voi, un legame vero… mi dispiace, vi state
sbagliando. Non è capace di amare nessun altro tranne se stesso (e secondo me,
scava scava, neanche tanto se stesso). E’ una persona anaffettiva e
superficiale, perfino lui non lo sa, non riuscirebbe ad accettarlo, per questo
vive completamente distaccato dalla realtà, fa una cosa (di merda) e ne dice un’altra (da
santone). Vi ha scelto e addomesticato come aveva fatto con me, si sente
superiore a ciascuno di voi e da tutti sa di poter prendere qualcosa, gratificazioni. Voi tutti
gli servite, ha bisogno di sudditi. Ha bisogno di sentirsi ammirato, seguito e
approvato.
Non mi credete, lo so, le persone abusate non ottengono mai giustizia, è più facile pensare che siano le vittime ad avere qualcosa di sbagliato, che siano loro le colpevoli, che se la siano cercata… io sono gelosa, io non riesco ad accettare la realtà, io devo farmi aiutare, giusto?
Lasciatemi in pace, non mi interessa più di avere giustizia, voglio solo essere felice con i miei figli. Ho bisogno di uscire con persone nuove, come sto già facendo, persone che non lo conoscono, persone che sono solo mie, persone con cui parlare di cose belle.
Voi continuate pure a fare il suo gioco, continuate a volergli tutti bene, ma per lo meno abbiate la cortesia di smettere di volerne a me. Vi garba di stare alla corte del fumettista più bello del mondo? Volete partecipare ai suoi dialoghi adolescenziali tra celebrolesi in calore? Vi garba fargli i complimenti e gratificare il suo ego? Per me siete tutti un po’ complici, sappiatelo. Oppure: gli volete sinceramente bene, vi fa pena e cercate di salvarlo? Poveri ingenui…non ce la farete mai, non è possibile salvarlo da se stesso. Ma la sindrome della crocerossina è un morbo invincibile (ci sono passata pure io) e voi non potete fare a meno di provarci, vero? E allora prego, fate pure tutto quello che vi pare, però, per favore, almeno evitate di chiamare me, di incontrare me, di leggere me, di commentare me. Cari ex-amici comuni, se non lo avete ancora capito, ve lo dico per l’ultima volta: noi in comune non abbiamo più niente. E nonostante questo, dobbiamo per forza crescere ed educare due figli insieme.
Devo consegnarglieli col sorriso, questo sforzo sovrumano è tutto quello che sono in grado di fare, tutta la mia concentrazione sta lì, nel tentativo di fare la cosa giusta (o la meno sbagliata), non ce la faccio anche a dare a voi il lieto fine. Vi garberebbe tanto, ma rassegnatevi, non c’è verso, non ce la farò mai.
Lasciatemi in pace e dimenticatevi di me.
Non mi credete, lo so, le persone abusate non ottengono mai giustizia, è più facile pensare che siano le vittime ad avere qualcosa di sbagliato, che siano loro le colpevoli, che se la siano cercata… io sono gelosa, io non riesco ad accettare la realtà, io devo farmi aiutare, giusto?
Lasciatemi in pace, non mi interessa più di avere giustizia, voglio solo essere felice con i miei figli. Ho bisogno di uscire con persone nuove, come sto già facendo, persone che non lo conoscono, persone che sono solo mie, persone con cui parlare di cose belle.
Voi continuate pure a fare il suo gioco, continuate a volergli tutti bene, ma per lo meno abbiate la cortesia di smettere di volerne a me. Vi garba di stare alla corte del fumettista più bello del mondo? Volete partecipare ai suoi dialoghi adolescenziali tra celebrolesi in calore? Vi garba fargli i complimenti e gratificare il suo ego? Per me siete tutti un po’ complici, sappiatelo. Oppure: gli volete sinceramente bene, vi fa pena e cercate di salvarlo? Poveri ingenui…non ce la farete mai, non è possibile salvarlo da se stesso. Ma la sindrome della crocerossina è un morbo invincibile (ci sono passata pure io) e voi non potete fare a meno di provarci, vero? E allora prego, fate pure tutto quello che vi pare, però, per favore, almeno evitate di chiamare me, di incontrare me, di leggere me, di commentare me. Cari ex-amici comuni, se non lo avete ancora capito, ve lo dico per l’ultima volta: noi in comune non abbiamo più niente. E nonostante questo, dobbiamo per forza crescere ed educare due figli insieme.
Devo consegnarglieli col sorriso, questo sforzo sovrumano è tutto quello che sono in grado di fare, tutta la mia concentrazione sta lì, nel tentativo di fare la cosa giusta (o la meno sbagliata), non ce la faccio anche a dare a voi il lieto fine. Vi garberebbe tanto, ma rassegnatevi, non c’è verso, non ce la farò mai.
Lasciatemi in pace e dimenticatevi di me.
lalla
P.S. A proposito, per quelli che davvero gli vogliono bene (che a rigor di logica sarebbero dovuti essere quelli che volevano davvero bene anche a me e ai miei figli): non vi è mai capitato di pensare che la cosa più giusta da fare (per il suo bene e quello dei miei figli) forse non era dargli modo di spiegare ascoltando i suoi deliri (ve l’ho detto, per lui ascolto = approvazione), ma giudicare i fatti freddamente e tiragli un bel calcio nel culo? No? Magari se fosse rimasto lui un po’ più solo forse a quest’ora sarebbe tornato sulla terra, tra i comuni mortali e qualche domandina seria in più sul proprio operato se la sarebbe fatta.