Tante
persone sono profondamente egoiste (e deboli), io non ho mai voluto essere come
gli altri.
Però detto così non è del tutto vero: io non ce l’ho mai fatta a essere come
gli altri, non ho mai potuto. Non potevo già alle elementari, figuriamoci
adesso.
Ognuno ha la sua natura. Voglio dire: da un certo punto di vista, ma beati
quelli che se la spassano!
Io non obbligo me stessa a stare sempre attenta e a prendermi cura degli altri,
lo faccio e basta, perché sono fatta così. Ho bisogno di cercare di fare sempre
la cosa giusta per tutti. Il ché è abbastanza impossibile, ma comunque devo
provarci. E ho perennemente paura di sbagliare, di turbare il resto del mondo,
di disturbarlo. Io sono un essere disturbante, lo sono sempre stata. Socialmente
strana, disomogenea.
La mia disomogeneità mi regala il dono di essere incompresa. Così le
persone, anche quelle che mi apprezzano, non mi vedono mai per quella che sono, mi fraintendono, non mi
capiscono. Posso risultare invadente e inadeguata. Probabilmente lo sono. Esibizionista?
Sicuramente lo sono. Basta che una sola persona mi faccia notare quanto io sia stonata per essere ferita, anche
con uno sguardo o una sola parola, anche da chi non conta nulla.
Perché, tra le tante, sono pure ipersensibile e se sapeste quanto fa male...
ma poi mi rialzo e me ne vado dritta (e sola) per la mia strada perché sono pure
fiera della mia diversità (e perché in fondo non potrei fare altrimenti).
Per fare questa vita fuori dagli schemi dovrei essere più forte di quella che
sono, ma forse questa forza non esiste. Forse nessuno lo è.
Forse nessuno può procedere dritto (e solo) per il mondo senza vacillare ogni
tanto.
Ma prima che forte, e prima di ogni altra cosa, desidero essere sincera. Non
posso esserlo ogni giorno con le persone che mi fraintendono e che si aspettano
altro da me. Per loro io sono (e devo essere) quella forte e premurosa, quella disponibile.
Quella che sorride sempre.
In verità, non sempre. Ogni tanto mi sento un po’ mesta e sola. Ma questo non
posso dirlo a nessuno perché nessuno vuole sentirselo dire da me. Ma almeno a
me stessa posso dirlo. E posso ascoltarmi.
Detesto il contatto fisico con gli sconosciuti, ma adoro coccolare le persone
che amo. Mio figlio ormai è un gigante, eppure ancora non si scansa del tutto
se ogni tanto lo abbraccio. Mia figlia mi stringe forte quando lo faccio, ogni
giorno. Più volte al giorno.
Ma entrambi stanno crescendo e (è bene che io me lo ricordi sempre) non sono su
questa terra per me, devono esserlo per loro stessi. Sono io ad averceli messi
e sono io a prendermi cura di loro. Un giorno se ne andranno entrambi, così come
se ne vanno i miei studenti e tutte le persone di cui mi prendo cura.
Va bene così, razionalmente sono convinta di poter bastare a me stessa, che il
mio valore di essere umano non dipenda dall’avere accanto una persona e, a
dirla tutta, neanche da aver messo al mondo la mia prole.
Ma ogni tanto vacillo. Sono gli ormoni, quelle merde!
Ogni tanto devo ammettere con me stessa che mi gratificherebbe molto piacere a
qualcuno che non fosse geneticamente obbligato a farlo. Ogni tanto mi chiedo quanto possa essere bello
essere visti per quello che si è veramente e piacere lo stesso.
State tutti
fingendo o a qualcuno succede davvero?
Quanto è bello? Raccontatemelo, voi che potete. Voi che sapete chiedere e prendere, oltre che dare.
Sappiate che anche alla mia pelle (e alla mia anima) piacerebbe essere toccate e carezzate. Io non
mi scanserei mai, non l’ho mai fatto. Eppure, nella mia vita, in così pochi mi
hanno accarezzato. Perché mi hanno sempre frainteso, perché nessuno si è mai reso
conto di quanto ne avessi bisogno.
Di quanto, oltre ad amare, mi piaccia essere amata.
lalla
P.S. non c’è da preoccuparsi, è solo la primavera, presto gli ormoni si arrenderanno e io tornerò stoicamente padrona della mia vita. Nell'attesa, come sempre ci ha pensato la mia migliore amica a darmi ciò di cui avevo bisogno.