mercoledì 6 ottobre 2010

dilettante allo sbaraglio

Nella vita ho incontrato spesso persone che provano per me sentimenti molto contrastanti.
Ricevo grandi complimenti e lodi, posso, a pelle, stare simpaticissima e con la stessa facilità risultare del tutto insopportabile, diventare bersaglio anche di sfoghi plateali...
Bisogna ammettere che ho qualche pregio: sono diligente nel lav
oro (il senso del dovere mi perseguita dalle medie), entusiasta di tutto ciò che faccio, facilitata da un'ottima memoria fotografica, logica matematica e doti artistiche semi-inutili (ma vistose e ammalianti), quasi sempre cordiale e accogliente (almeno spero), abbastanza determinata e pressapoco inaffondabile.
Innegabilmente però, ho molti difetti: parlo troppo, troppo a voce alta e troppo in fretta (e in più in uno strano linguaggio tutto mio e con la voce da gallina), talvolta sono davvero
prolissa e pallosa (specialmente quando attacco un bottone sull'arte a poveri amici e parenti che, inconsapevolmente e per sola cortesia, avevano sfiorato l'argomento), sono approssimativa (sbaglio nomi, date, sono sprecisa nelle citazioni), mi infilo nei discorsi di tutti, ho una visione distorta e romanzata della realtà che mi circonda, sono un'esibizionista convinta e , soprattutto, sono stata, e sono anche adesso, una dilettante in qualsiasi campo.
Questo credo che sia, più di tutte le altre cose, deprecabile e odioso.
Tanto per approfondire, entriamo un po' nel dettaglio.
Al liceo sono riuscita in breve tempo a inimicarmi tutto l'istituto: io non ho dovuto faticare più di tanto per studiare, mi bastava leggere una volta gli appunti presi in classe e risultavo immediatamente la migliore, facevo gli esercizi di matematica con la spensieratezza con cui molti, rosolando al sole d'agosto, affrontano la "Settimana Enigmistica", disegnavo senza fatica appoggiandomi solo al talento e non a infiniti esercizi di pratica. Agli occhi della massa non ero solo secchiona, insomma, ma fetente.
Quando, uscita dall'Università di Architettura, mi recai al laboratorio di Giorgio per chiedergli sostegno nella realizzazione di una sepoltura in ceramica per un'amica, non sapevo niente di creta e colori, come al solito mi buttai allo sbaraglio, alla fine lui mi chiese di rimanere a lavorare con lui, per 5 anni ho realizzato manufatti e insegnato alle stagiste che venivano da noi dopo aver fatto la "scuola per ceramisti", io, che ero solo una dilettante.
Da due anni mi sono messa a scrivere su questo blog, ma leggo pochissimo, sono leggermente dislessica, scrivo quello che sento e che emerge spontaneo nella mia testa, ma inbevo ogni post di terribili "orrori" ortografici che Theo mi indica penosamente e che solo così posso correggere.
Questa domenica, che mi passi o meno questa cavolo di tonsillite, parteciperò finalmente alla prima rappresentazione dello spettacolo teatrale che proviamo da più di un anno, siamo 6 attrici (4 hanno seguito corsi teatrali con istruttori seri, alcune per anni). Io ovviamente faccio l'autodidatta, la "dilettante allo sbaraglio", che si butta senza un minimo di tecnica, sostenuta solo dalla sfrontatezza e, appunto, dall'esibizionismo.
Un ultimo esempio. L'anno scorso, in penuria di guad
agni, molti amici mi hanno suggerito di dare corsi di pittura per cercare di arrotondare un po'.
E cosa avrei potuto mai insegnare a quei poveracci che si fossero iscritti? Io non conosco la tecnica dell'olio, non so niente, non è un modo di dire, vedete, quando dico "dilettante".

Non preparo il supporto, prendo i colori e comincio, senza dare una base, procedo spedita (rifinendo le varie parti via via che le affronto), così, come mi viene, ho pochissimi ripensamenti. Ho scelto di lavorare sulla masonite perchè è rigida e non rimbalza, come diluente uso l'olio extravergine d'oliva di mio fratello perchè ha un ottimo odore (non quello fresco, per carità, sarebbe peccato, quello degli anni prima, che mia Mamma di solito usa per friggere).
Insomma, il mio approccio alla pittura, come ad ogni altra cosa, è avvenuto in modo spontaneo e approssimativo ed ha più a che vedere con la frittura mista che con la tecnica accademica!
Non ci credete?

Ovvia, vi voglio far inorridire mostrandovi il "work in progress" del ritratto di Chiara M., guardare per credere...

lalla

P.S. Chiara M. è una ragazza minuta, all'apparenza fragile, ma piena di una forza interiore che non credo sappia di possedere. Ha preferito non ritrarre il proprio volto e inizialmente ero dispiaciuta, la ritengo un soggetto molto affascinante. Nonostante ciò, devo ammettere che mi ha colpito far posare un corpo così armonico e in forma (pratica Kung-fu).
La luce accarezzava le superfici toniche, i muscoli guizzavano nella penombra, sembravano trattenere a stento una grande energia. E poi questo suo mostrasi e fuggire allo stesso tempo, mi ha regalato una visione di lei molto misteriosa e intrigante.
Ha attraversato mezz'Italia in treno solo per posare per me.
E' stato un grande onore e spero che questo ritratto le piaccia almeno un po'.





"Chiara M.", olio su masonite, 50x60 cm.

7 commenti:

  1. cara lalla, ti ho conosciuta andando a cercarti un regalo per natale prima ancora che non di persona..ti ho ascoltato con interesse e passione nei racconti di un grande ammico, prima di poter associare un viso ad un'idea..e poi ti sei concretizzata. non potevi che essere tu, così come sei:energia e luminosità allo stato puro. le vite scorrono e ogni tanto si incrociano: una gita a bologna, un (anzi due) capodanno, una partita allo stadio... oggi, vedendo il ritratto di chiara, rimango senza parole..è proprio lei, la mia amata chiara, la mia sorellina ma anche migliore amica. non ho altre parole.. GRAZIE!

    RispondiElimina
  2. Sarranno state la febbre e la tonsillite a minare il mio stato emotivo, comunque mi sono venuti gli occhi lucidi. Grazie Silvia

    RispondiElimina
  3. sono venuti gli occhi lucidi anche a me...

    :-)

    e anch'io sono rimasta proprio senza parole...

    RispondiElimina
  4. Lavoro superbo, complimenti!! Solo un piccolo appunto: vedendolo in corso di lavorazione trovo forse più belli gli incompiuti..non so, forse meno marcati, più leggeri, ma ovviamente è solo un mio personalissimo parere!! Indubbia invece la tua bravura!

    RispondiElimina
  5. Grazie Arlette, riguardo al lasciare incompiuti i quadri, ci ho penstao anch'io talvolta, e forse farò degli esperimenti in questo senso, non è sempre facile in effetti riuscire a conservare in un quadro finito la freschezza e l'immediatezza di uno schizzo, di un primo abbozzo... vediamo in futuro che cosa sarò in grado di combinare!

    RispondiElimina
  6. il quadro è stato finalmente incorniciato e appeso... purtroppo un piccolo errore di centratura del gancetto fa sì che penda impercettibilmente ma irrimediabilmente verso un lato... dovrò quindi riportarlo dal corniciaio... appena il quadro sarà definitivamente alloggiato nella sua destinazione finale, ti manderò una foto!
    comunque mi stanno facendo tutti i complimenti, e chissà, magari ti procurerò qualche nuova cliente!

    RispondiElimina
  7. Cara Ky,
    non riuscirò mai a farti capire a parole quale onore sia stata per me tutta questa faccenda. Che iniezione di autostima e di coraggio!
    Se oltre a tutto questo portasse anche a poter ritrarre altre persone... sarebbe davvero troppo!
    I miei quadri e le mie sculture appensi per casa non saranno dei capolavori, ma mi trasmettono molta serenità e gioia; mi piace immaginare che anche il tuo potrà farti questo effetto, se così sarà è l'unico modo che avrò per dirti ancora grazie.

    RispondiElimina