giovedì 25 aprile 2019

buona libertà, a tutti.

Oggi è la “festa della liberazione” dal Nazifascismo. E’ un giorno importantissimo e l’argomento, davvero fondamentale, è sia storico che politico. Io però vorrei andare un po’ fuori tema.
In senso più universale (o più personale), che cos’è la libertà?
Io credo, un desiderio che nasce da una certa propensione umana alla ribellione (vedi Adamo con la famosa mela), un’affermazione del proprio io (talvolta bizzarro) che implica la rottura di schemi imposti e quindi percepiti come forzosi e opprimenti. Ha a che vedere con la rivendicazione di tutta una serie di comportamenti stonati rispetto al pensiero comune (solitamente piuttosto stereotipato e banale) quindi estranei al galateo e allergici alle ipocrisie. In conclusione, si tratta di una conquista personale che nella maggior parte dei casi non viene compresa, nel peggiore rende sgraditi, nel migliore ridicoli. Eppure, chi come me coltiva da sempre la volontà di vivere la vita con sincerità (come le pare e piace e secondo una propria impeccabile coerenza) potrà confermarvi che questo principio, col passare degli anni, si fortifica sempre di più fino a diventare tutto ciò a cui non si è più disposti a rinunciare. E riguarda anche cose sciocche, non solo argomenti elevati.
Per esempio, per me libertà è entrare in casa e togliermi il reggiseno (oggi manco me lo sono messo).
Per me libertà è portare solo biancheria di puro cotone, magari scolorita e fuori moda, ma comoda.
Per me libertà è fare a meno delle creme solari (basta esporsi al sole in modo graduale), non usare creme per il viso mattina/notte/anti-age/varie (sono fermamente convinta che tutta la cosmetica sia un'enorme truffa: dai alla pelle delle creme e questa si abitua a riceverle e a non farne più a meno) e non andare dal parrucchiere, in casa nostra applichiamo il seguente metodo: lavarsi spesso con acqua e sapone e il taglio fai-da-te.
Per me libertà è fare poco shopping, quando ero magra, giovane e bella mi annoiava parecchio, adesso mi deprime parecchio, in ogni caso meglio spendere in un altro modo i pochi soldi e il poco tempo a disposizione.
Per me libertà è decidere di vestirmi di nero (che sfina) oppure a righe orizzontali (che ingrassano) o, in alternativa, colorata come una rificolona, a seconda dell'umore.
Per me libertà è scegliere di indossare un costume intero al mare, così non devo preoccuparmi della mia pancia e posso rilassarmi. Lo stesso ragionamento vale in classe, libertà è non vestirsi scollacciata, così non devo preoccuparmi di dove guardano gli studenti e posso concentrarmi sull'insegnamento.

Per me libertà è sorridere tanto, è scherzare spesso e manifestare apertamente i miei sentimenti, è mostrarmi a tutti come un libro aperto perché io sono fatta così, a costo di rischiare, di espormi troppo e di lasciarmi ferire con facilità.
Per me libertà è gesticolare e permettermi di parlare a voce alta e stranamente, inventandomi parole buffe, usare un lessico familiare con i miei figli e pure le parolacce quando ci va (lasciarle dire anche a loro purché lo facciano per scherzo e non con rancore) anche se “non sta bene” perché ci tengo che capiscano che non serve alzare la voce o usare parole “maleducate” per trasmettere un messaggio di odio e umiliazione, che molte persone lo sanno fare benissimo con le buone maniere e sono quelli i comportamenti da cui prendere davvero le distanze.
Per me libertà è poter dire quello che penso (anche attraverso le mie lezioni e i miei insegnamenti) che, non preoccupatevi, è quasi sempre una cosa abbastanza sensata e gentile, quindi far spesso un sacco di ragionamenti (spero interessanti) ed essere accogliente.
Per me libertà è decidere di impegnarmi al massimo e fare del mio meglio in un lavoro che mi piace (che mi sono guadagnata senza l'appoggio di nessuno, ma studiando duramente) e che mi fa sentire indipendente.
Per me libertà è avere il culo di andare a scuola in bici col mio cestino fuxia, di poter salutare la Torre di Arnolfo e arrampicarmi su Ponte Santa Trinita, ogni mattina.
Per me libertà è fischiettare tutto il giorno se mi va (e mi va spesso).
Per me libertà è non dover sottostare a rapporti di comodo (non l’ho mai fatto) o a frequentazioni d’apparenza, non dover ascoltare i discorsi ridicoli e banali della gente (in passato questo mi è capitato spesso, ma ho sviluppato un’allergia terribile verso i luoghi comuni e sono diventata abbastanza stronzetta a riguardo, il “fare finta” e il “volemosi tutti bene” non lo sopporto proprio più!).
Per me libertà è, ogni giorno di festa, riunire la mia famiglia nel lettone e fare colazione lì (Matilde è più mattiniera, Elia di solito ci raggiunge più tardi), giocando tra le lenzuola e facendolo diventare una cuccia ignobile, attardandoci troppo e rischiando continuamente il ribaltamento di qualche tazza e il disastro che prima o poi avverrà (ma anche oggi l’abbiamo scampata).
Per me libertà è lasciare che la mia Piccola Fata decori casa nostra (tanto ci viviamo noi tre e a nessun altro deve piacere), con scotch colorati sui mobili, istallazioni di nastri e disegni incollati sui muri, la lascio essere una fiera “dipingitora” e un’arredatrice folle (come d’altronde lo sono io, che appendo liberamente i miei quadri e pitturo i vari mobili a piacimento).
Per me libertà è raccogliere e conservare ricordi, anche sotto forma di oggetti e sistemarli nel mio cervello e intorno a me secondo un (dis)ordine particolarmente elaborato. Sono quindi anche una collezionista (di sassolini e conchiglie, di Barbie e di tanto altro) come lo è stato il mio babbo (di coleotteri,  di riviste e di tanto altro) e, come tutti i collezionisti, vivo a un passo dall'essere un'accumolatrice seriale.
Infatti, per me libertà è aver rinunciato da tempo a essere una brava donnina di casa, odio rassettare e odio buttare via le cose, lo faccio il minimo indispensabile a garantirci una sopravvivenza dignitosa.
Per me libertà è non dover cucinare a pranzo (sono brava ai fornelli, ma mai più di un’ora, per carità, farlo una volta al dì è più che sufficiente), quando torno alle 14.30 mi piace prendere il Re dei Sugolini e concederci  uno spuntino fuori, abbiamo i nostri posticini preferiti che frequentiamo a rotazione (dal trippaio e dal gelataio ho realizzato un sogno: quando arriviamo basta dire “il solito”).
Per me libertà è concedermi di mangiare tantissima cioccolata fondente, troppa effettivamente.
Per me libertà è scappare via, viaggiare e sentirmi un'esploratrice, l'ideale è farlo con la mia mamma, che ha quasi i miei stessi gusti, i miei stessi orari e soprattutto è entusisasta e curiosa quanto me.

Per me libertà è dedicare del tempo e prendermi cura delle cose che ritengo importanti e tralasciare tutte le altre.
Infatti, per me libertà è (sarebbe, ancora questa non l’ho conquistata) non occuparmi degli aspetti burocratici della vita, cercasi fidanzato ragioniere che non rompa sul resto e pensi a tutto lui.
Per me libertà è scrivere quando ne ho voglia, come adesso.
Per me libertà è stare senza dipingere anche molto a lungo e poi dipingere tante ore e tanti giorni di seguito, seguendo solo il mio istinto, senza preoccuparmi troppo di come verrà alla fine il quadro e senza pensare a quello che gli altri si aspetterebbero da me, ma solo come, quando e finché ho voglia di farlo.
Per me libertà è travestirsi da bella ragazza e andare a ballare (credo che lo farò domani), ma non secondo usanza e cioè allo scopo di imbroccare, bensì, come il verbo stesso suggerirebbe, allo scopo di ballare (in questo caso la vestizione scollacciata e il fatto che sceglierò il cubo più alto della sala per esibirmi é da intendersi come una "performance" teatrale).
Per me libertà è, fondamentalmente, comportarmi come più mi piace, purchè tutto ciò non vada a ledere la libertà degli altri. E' anche: comportarmi come più mi piace, rispondendo solo alla mia coscienza, quindi senza preoccuparmi di dover dimostrare niente a nessuno e fregandomene di cosa pensano gli altri di me. Lo sarebbe, ma ci vuole un'autostima infinita per farlo e in effetti non sempre ci riesco, mi dispiace, ancora non ho conquistato questa libertà, ma ottimismo: ci sto lavorando.
Per me oggi, che era il 25 aprile, libertà è stata avviare un nuovo pazzo progetto di arredo per la nostra casa. La mia mamma mi ha dato un vecchio tavolino da salotto in ferro, si tratta in verità di una struttura che prima portava due cristalli (troppo pericolosi con una Piccola Fata a piede libero). Qualche giorno fa ho ordinato due pannelli di MDF e oggi ci siamo dati all”Action Painting”, in casa, direttamente nel salone (operazione ad alto rischio di macchiare l’intero Universo).
Libertà è stata vestirmi in perfetto stile "uscita dalla piena", senza un filo di trucco e giocare con i colori fino quasi alle 13.00, poi fare una doccia caldissima con Matilde e quindi far scivolare il pranzo oltre le 14.30 (però oggi sono stata secchiona: seppur fuori orario, ho cucinato due volte).
Alla fase “Color Field” hanno partecipato anche i figlioli, in quella “dripping” facevano solo il tifo o davano qualche suggerimento sulle tonalità di colore. Il lavoro però sarà “double face” e così nei prossimi giorni anche loro prenderanno parte all’altro lato della pittura.
Una cosa la vorrei dire, com’è possibile che Jackson Pollock fosse tanto depresso e tormentato? Questo tipo di pittura è divertentissimo, beato lui!
Insomma, buon 25 aprile, buona libertà, che ciascuno possa comprendere quale sia la libertà che desidera, che riesca a conquistarla e a godersela come meglio crede.

lalla