sabato 21 maggio 2011

Le emozioni più grandi ce le regala il Re dei Sugolini

Martedì siamo rientrati da un'allegra scampagnata tra Svizzera ed Alsazia nata da un invito per Theo al festival di fumetto di Colmar. Negli ultimi anni arrivano molti inviti e di solito il nostro criterio di selezione è: se il festival è importante ci va Theo, se il posto è bello turisticamente e ci rimborsano il viaggio mi accodo anch'io, se (come in questo caso) la città è anche raggiungibile con tappe interessanti in auto allora ci portiamo dietro anche Elia.
Così abbiamo visto e fatto tutta una serie di avventure: visitato Lugano (molto carina); guidato attraverso la Svizzera (autostrade dissestate tipo la Salermo-Reggio Calabria, con limiti di velocità tartarugherschi, ma naturalisticamente spettacolari); conquistato la vetta del monte Pilatus usando ogni tipo di mezzo di trasporto compreso il trenino a cremagliera più ripido del mondo, la funivia, l'ovovia e un esilarante bob (...per poi sentirsi dire dal piccolo Re che la cosa migliore della giornata erano stati i giochini fatti sul nuovo SmartPhone del babbo); passato 2 giorni a Colmar (che oltre a essere una marca di vestiti da sci è anche una splendida cittadina medioevale alsaziana, Theo ha fatto millemila dediche ai suoi fan, io ed Elia abbiamo visitato un museo di giocattoli in movimento, uno d'arte medioevale, passeggiato e attraversato i canali in canoa.); visitato Lucerna (splendida, bagnata dal lago, circondata dalle Alpi innevate e con museo dei trasporti interattivo).
Cavolo, quante cose!
E in tutto questo, ci ha pensato il piccolo Re dei Sugolini a regalarmi le emozioni più grandi...
Il primo giorno di dediche del babbo, io e lui abbiamo passato la mattinata passeggiando per il centro pedonale. Alle 12.30 uscendo da una chiesa gotica mi rendo conto dell'ora ed esordisco: "è quasi l'ora di pranzo, adesso torniamo da babbo". L'avessi mai fatto! Il piccolo Re, euforico e spensierato, in sella al suo monopattino, attraversa in un attimo la piazza, io gli sto dietro quasi correndo, poi, per circa mezzo secondo la mia vista è oscurata da due banchi del mercato che stanno smontando, quando giungo alla fine della piazza ci sono tre strade animate da turisti allegri e vuote di Elia. Lo chiamo, nessuna riposta. E' scomparso. Basta una frazione di secondo per farmi precipitare nello sconforto, mi trasformo nella classica mamma italiana disperata e comincio a urlare il suo nome con voce sempre più alta e straziante. Immediatamente molti sconosciuti, gentilissimi, mi aiutano ad attivare la polizia. Io chiamo Theo che si precipita per partecipare alle ricerche...
per fortuna si è risolto tutto in quindici minuti, il piccolo Re, preso da chissà quale ebbrezza, aveva monopattinato per circa 600 metri prendendo vari svincoli, poi ad un tratto si era ritrovato solo e si era messo a chiamarmi piagnucolocalndo e così due negozianti l'hanno trovato...
10-15 minuti per tutti hanno significato un breve momento di paura e scompiglio, per me è stato un tempo infinito nel quale ogni disgrazia che avrebbe potuto capitargli mi è passata nel cervello, l'illogicità del fatto che se ne fosse andato da solo alimentava un'orribile vocina nella mia testa che diceva "me l'hanno preso" e il terrore di non rivederlo mai più mi scaraventava nella disperazione... diciamo: 10 anni di vita in meno per me e va tutto bene ciò che finisce bene.
appena l'ho rivisto l'angoscia è passata, ho sentito le gambe molli e la testa vuota, era in braccio ad un vigile, in mezzo ad una strada, ci ha visto arrivare di buon passo, io e Theo, e deve aver pensato "la miglior difesa è l'attacco", con voce squillante mi ha apostrofato: "dov'eri mamma? Dovevi seguirmi!" e poi "la colpa è tua se mi sono perso, perchè non mi dai una mappa"... io intanto mi avvicinavo a lui senza più forze, nè voce, solo la voglia di toccarlo di nuovo, quando ha potuto guardare la mia faccia da vicino ha capito da solo che non era il caso, è diventato di miele, mi ha teso le braccia, come già faceva in fasce, a 6 mesi, mi ha abbracciato e baciato ripetendomi continuamente: "non pensarci più mamma, stiamo sempre insieme".
Per ore ho lasciato che quelle coccole sciogliessero ogni briciola di tensione.
A fine pomeriggio Elia aveva già smesso di pensare all'accaduto ed il suo cervellino ha iniziato a registrare l'importanza che le persone davano al lavoro del babbo. Si è messo anche lui a disegnare, nel salone medioevale del comune, accanto a Theo e davanti alle file di fans curiosi, sentenziando "devo fare le dediche perchè è una cosa molto importante".
Così la giornata si è conclusa per me con una splendida sensazione di deja-vu...

lalla

1996, Firenze. Depliant pubblicitario della scuola internazionale di comics con foto degli studenti.
Quella col caschetto a sinistra, spalmata sul disegno, sono io; quello accanto a me, composto ed educato, è Theo.

2011, Colmar. Dedicaces degli autori al Festival di BD di Colomar, salone del Koi Fuss.
Quello col caschetto a sinistra, spalmato sul disegno, è Elia; quello accanto a lui, composto ed educato, è Theo.

P.S. Riconsegnandoci Elia, i due negozianti francesi ci hanno mostrato perplessi un foglietto tipo post-it. In quei pochi minuti avevano cercato di far capire a gesti al piccolo Re che volevano sapere il nome dei suoi genitori ed il telefono di uno dei due, così lui aveva chiesto carta e penna, devono aver pensato che il poverino non sapesse in realtà scrivere o non avesse capito bene...
il post-it, poco utile ma decisamente esilarante, riporta una scritta in stampatello perfettamente leggibile "LALLA E THEO" e subito sotto un'altra scritta "SAMSUNG GALAXY", che è appunto
il nuovo SmartPhone del babbo...