lunedì 18 settembre 2017

dimenticatevi di me

Stanotte non dormo, stanotte piango.
Non mi piace piangere, mi piace dormire perciò per favore, io ve lo chiedo seriamente: dimenticatevi di me, dimenticatevi di noi, non mi chiedete più “Adesso con lui va meglio?” “Con i bambini è bravo, no?” “Elia l’ha presa bene?”. Non mi chiedete più niente perché altrimenti io vi risponderò e comincerò a vomitarvi addosso tutto quello schifo tremendo che c’ho in mezzo alla gola (cazzo, non ce la fo ancora a stare zitta e fare un semplice sorriso di cortesia!). Non è vero che fa bene sfogarsi, non più, perché voi tutti siete sordi e ciechi. Non è colpa vostra, ma basta, dimenticatevi di me. Continuate a pensate quello che vi piace pensare, che lui sia la persona più empatica e profonda del mondo e il padre dell’anno, fatelo, ma non chiedetemi più niente. Mi fa male parlarne, io voglio pensare ad altro, io voglio parlare di quanto sono speciali i miei bimbi, dei viaggi, dell’arte, dell’insegnamento, io voglio parlare di cose belle. Voi cercherete di dirmi la cosa giusta e invece mi ferirete perché la cosa giusta da dire non esiste. Voi mi farete piangere, ma io non voglio più piangere, io voglio dormire. Quanto vi piacciono i lieto fine, mi fate queste domande perché vorreste tanto sentirvi rispondere che ormai il dolore è passato, che l’ho capito, che l’ho perdonato, che son cose che capitano, che ci vogliamo sempre un mondo di bene nonostante tutto e che gestiamo i figli in armonia, ma io questo non ve lo posso dire. Chiedetelo a lui, vi dirà tutto quello che volete sentirvi dire, ma a me no, lasciatemi in pace, lasciatemi dormire, io ho il bisogno (e il diritto) di dormire.
Ieri mi è stato pure detto “Tu sei stata la sua musa ispiratrice” ed era un complimento, io lo so che era un complimento, ma niente, mi fa star male anche questo. Perché è vero, ha preso tantissimo da me, tutto quello che ha voluto (mi sarei ammazzata per lui), ma non è bello ricordare questo, non è giusto. Io non volevo essere la musa di nessuno, io volevo essere amata. Invece lui mi ha succhiato via tutto. Allora se l’amore deve essere questo mostro che usa e abusa, io preferisco stare da sola, preferisco essere la musa di me stessa.
Lo sapete cos’è che fa stare ancora più male una persona abusata? Non essere creduta.
Non mi è rimasto nessuno, tranne la mia mamma e la mia sorella grande (ma quelle non contano, giusto?) e due amiche che comunque col tempo, forse dovrò lasciare andare, perché è giusto così, che possano staccarsi da me e seguire i propri uomini (compagni di merenda del suddetto) nella serenità del “volemosi tutti bene”.
Le persone abusate avrebbero bisogno di essere riconosciute per quello che sono, delle vittime.
Avrebbero bisogno di essere circondate da persone simpatiche, cioè che, letteralmente, “patiscono insieme”, quindi che “sentono insieme”, che provano sentimenti in sintonia con i loro. Ma non esistono persone così, gli altri non hanno subito alcun abuso (o almeno credono di non averlo subito), l’unica a riconoscere il proprio carnefice è la vittima.
Le persone abusate avrebbero bisogno (io credo, avrebbero diritto) a un po’ di giustizia, ma la giustizia non esiste. Voi non siete giusti perché è troppo difficile esserlo, perché prendere posizione è doloroso e scomodo. Oppure perché non ci capite nulla da fuori e avete ragione, non è facile (io non ci capivo nulla manco da dentro).
Lo sapete cos’è la violenza psicologica? Non fa meno male di quella fisica. Non lascia lividi all’esterno (non si fa vedere), ma li lascia dentro ed è ancora più difficile levarseli di dosso. Se mi avesse picchiato sarebbe stato diverso? Io non credo, io penso che non mi avreste creduto lo stesso.
Perché lui sa quale faccia mostrare, perché lui è affascinante, perché lui è furbo, perché lui è piacevole, perché fin dall’inizio è andato in giro a dire le cose giuste (quelle che a voi piace sentirvi dire): che moglie meravigliosa ero, che matrimonio fantastico avevamo avuto, il bene infinito che vuole ai figli, il bene infinito che mi ha sempre voluto e mi vuole, che addirittura ha fatto le sue scelte per il nostro bene e che mi augura solo il meglio…
le ha scritte anche a me tutte queste stronzate (sulla chat che dovrebbe servire solo a gestire gli orari con i figli), tra una crudeltà e l’altra (per farmi soffrire), tra una minaccia e l’altra (per farmi paura), tra un giochino psicologico e l’altro (per farmi sentire in colpa), tra un tentativo di manipolazione e l’altro (per dominarmi). Ormai faccio finta di non sentirlo, tiro dritto, poi ogni tanto mi capita ancora di mandarlo affanculo (porca vacca, non ce la fo a trattenermi). E allora non sapete quanto ci gode a compatirmi. “Sei una povera bambina ferita, non crescerai mai”, “Mi dispiace che tu sia divorata dalla rabbia, da questi sentimenti così negativi. Io invece sono in pace e vivo nell’amore”.
Anche leggendo questo post godrà tanto, si sentirà importante, si sentirà potente. Crederà di potermi dominare e sottomettere ancora, ma si sbaglia, non è così, è solo che io ormai so chi è (mi fa schifo), e tutti gli altri no.
Vi sembro vittimista e paranoica, avrei bisogno di curarmi, giusto? Bè, lui me lo dice da due anni. L’avrà detto anche a voi, no? Gli avete creduto su tutto perciò crederete anche a questo.
Lui è amabile, lui ama tutti e tutti lo amano, lui ha trovato la serenità eterna e ha capito l’universo mondo, lui è profondo, lui da solo amore e solo amore riceve… minchia, sembra Gandhi.
Ma come cazzo fate tutti a bervi questa roba? Non sentire sotto pelle una sensazione di falsità? Non vi stridono un po’ tutti questi discorsi da santone con il degrado dei fatti? Non vi è passato per la testa il sospetto che gli si sia intorcinato il cervello e che continui ad intorcinarglisi ogni giorno di più nel tentativo di trovare continue ed elevate giustificazioni ai suoi banalissimi e squallidissimi comportamenti? Non potrebbe essere, molto più semplicemente, che il suo ego immenso non gli permetta di ammettere di essere una persona normale (direi banale) e perciò fallibile, non un semidio, di aver fatto uno sbaglio a sposarsi (magari pure in buonafede, guarda, voglio essere clemente), di essersi illuso di poter mantenere una promessa che implicasse il “prendersi cura di qualcuno” e quindi essere capace di dare (oltre che prendere), ma che proprio no, non c’era tagliato. E invece niente, lui vi racconta (e si racconta) la sua bella favola dell’illuminazione e tutti voi gli credete.
Oppure no, non gli credete e non lo approvate, magari vi sembra un simpatico cazzone (pure un po’ ganzo, dai) e vi fa sorridere con i suoi discorsi da prete (sapeste quanto poco fa sorridere me) e vi va bene lo stesso: “è sempre un mio amico” “comunque io gli voglio bene”. Allora ditemi: quanto schifo deve fare una persona perché gli altri smettano di volergli bene? Mi correggo (sospetto che a parti inverse, il giudizio morale della comunità sarebbe stato un po’ diverso), quanto schifo deve fare un uomo perché gli altri smettano di volergli bene? Non conta niente il male che ha fatto a me e ai nostri figli (e che appena può continua a fare)? Non contano niente le torture psicologiche e le crudeltà gratuite?
Ve lo dico io? Non contano, se un uomo sa porsi, può fare schifo quanto vuole e continuerà a piacere a tutti. Però lasciate che ve lo dica: avete proprio dei gusti di merda, se io lo avessi incontrato negli ultimi 4 anni, manco il numero di telefono gli avrei dato.
“a me fa pena, mi dispiace per lui, poverino”.
A me no, cazzo! Dispiacetevi per noi, siamo noi le vittime, se non si fosse capito.
Non è poverino! E’ stato sfortunato da piccolo, molto sfortunato davvero e mi dispiace per lui, ma per quanto ha intenzione di farsi compatire? In seguito aveva avuto la botta di culo di incontrare me (che lo adoravo) e di generare un figlio meraviglioso, nella bilancia metteteci anche questo, no? Ha sputato sulla nostra famiglia, sulla nostra fortuna. Mi ha spinto in ogni modo verso un secondo figlio, a costo di rovinarmi la salute fisica e mentale (è bravissimo a manipolare le persone e io ve l’ho detto: mi sarei ammazzata per lui), durante la gravidanza mi ha offeso e torturato psicologicamente, alla fine Matilde è arrivata ed era stupenda, lui mi ha chiesto perdono e io gli ho creduto, la bambina non aveva ancora 4 mesi quando il padre dell’anno ha cominciato a far giochetti oltralpe! Mi ha candidamente confessato di aver progettato un viaggio in Francia al solo scopo di farsi una scopata perché il nostro era un matrimonio felice, ma gli mancava qualcosa (ma povero cucciolo) mentre il mio babbo crepava, ma che cazzo! Lo conosceva da 20 anni, lo aveva accolto come un figlio, mancava solo lui a salutarlo, solo lui. Il giorno del suo funerarle rideva. Un mese fa muore una povera ragazza, lui l’aveva intravista due volte nella vita, ma si autoconvince (e convince tutti) che sta soffrendo tantissimo per quanto la amava, scrive un post su facebook che pare sia morta sua madre. Tutti a mettere “like” così lui si sente così buono, così profondo… tra due mesi non si ricorda manco più chi era.
Ogni volta che ha ricevuto ascolto (che lui scambia sempre e comunque per approvazione) è venuto subito a raccontarlo a me. Ogni “like”, ogni battuta, ogni commento, ogni rapporto superficiale e perfino ogni appuntamento goliardico, tutto gli serve. Gli avevo chiesto “lasciami qualcuno, per favore”. Macché. Tante persone inizialmente sembravano scandalizzate poi, come dire, il tempo passa, le cose cambiano, le persone hanno la memoria corta… “Vedi? Tutti pian piano mi hanno capito, tutti mi vogliono bene. Solo tu non riesci a capire”. E io faccio finta di niente. Quest’estate è arrivato persino a dirmi: “Io amavo il tuo babbo e lui amava me, mi avrebbe certamente capito e approvato. Tu non lo conoscevi bene”. E io a quel punto non ce l’ho fatta, mi sono incazzata come una vipera (e purtroppo gli ho dato di nuovo soddisfazione).
Non è poverino, forse è malato (chi di noi non lo è?), ma soprattutto è crudele! E se davvero tutti questi comportamenti deviati si spiegano con la sua infanzia difficile, allora mi chiedo: c’era proprio bisogno di traumatizzare così i propri figli (i miei figli) e ricominciare tutto da capo? Cos’è? Gli sembrava che i suoi genitori avessero inaugurato un circolo troppo virtuoso per non interromperlo?
Voglio dirvi una cosa a cui so già che non crederete (non ci ho voluto credere neanche io quando era il momento), ma io ve la dico comunque, tanto non dormo stanotte, almeno rompo i coglioni al resto del mondo.
Ai suoi amici, ai suoi colleghi, ai suoi parenti: voi gli volete bene, voi siete sinceri e qualunque cosa faccia voi gliene vorrete sempre, voi lo scuserete, voi lo capirete, ma la verità è che lui no, lui non ve ne vuole.
Sì, lo so che non volete sentirvelo dire, che fa male e che è impossibile da credere perché lui è speciale, perché lui è pieno di talento, perchè lui è ironico, perché lui è intelligente, perché vi piace tanto, siete quasi innamorati di lui e pensate che ci sia qualcosa di esclusivo tra voi, un legame vero… mi dispiace, vi state sbagliando. Non è capace di amare nessun altro tranne se stesso (e secondo me, scava scava, neanche tanto se stesso). E’ una persona anaffettiva e superficiale, perfino lui non lo sa, non riuscirebbe ad accettarlo, per questo vive completamente distaccato dalla realtà, fa una cosa (di merda) e ne dice un’altra (da santone). Vi ha scelto e addomesticato come aveva fatto con me, si sente superiore a ciascuno di voi e da tutti sa di poter prendere qualcosa, gratificazioni. Voi tutti gli servite, ha bisogno di sudditi. Ha bisogno di sentirsi ammirato, seguito e approvato.
Non mi credete, lo so, le persone abusate non ottengono mai giustizia, è più facile pensare che siano le vittime ad avere qualcosa di sbagliato, che siano loro le colpevoli, che se la siano cercata… io sono gelosa, io non riesco ad accettare la realtà, io devo farmi aiutare, giusto?
Lasciatemi in pace, non mi interessa più di avere giustizia, voglio solo essere felice con i miei figli. Ho bisogno di uscire con persone nuove, come sto già facendo, persone che non lo conoscono, persone che sono solo mie, persone con cui parlare di cose belle.
Voi continuate pure a fare il suo gioco, continuate a volergli tutti bene, ma per lo meno abbiate la cortesia di smettere di volerne a me. Vi garba di stare alla corte del fumettista più bello del mondo? Volete partecipare ai suoi dialoghi adolescenziali tra celebrolesi in calore? Vi garba fargli i complimenti e gratificare il suo ego? Per me siete tutti un po’ complici, sappiatelo. Oppure: gli volete sinceramente bene, vi fa pena e cercate di salvarlo? Poveri ingenui…non ce la farete mai, non è possibile salvarlo da se stesso. Ma la sindrome della crocerossina è un morbo invincibile (ci sono passata pure io) e voi non potete fare a meno di provarci, vero? E allora prego, fate pure tutto quello che vi pare, però, per favore, almeno evitate di chiamare me, di incontrare me, di leggere me, di commentare me. Cari ex-amici comuni, se non lo avete ancora capito, ve lo dico per l’ultima volta: noi in comune non abbiamo più niente. E nonostante questo, dobbiamo per forza crescere ed educare due figli insieme.
Devo consegnarglieli col sorriso, questo sforzo sovrumano è tutto quello che sono in grado di fare, tutta la mia concentrazione sta lì, nel tentativo di fare la cosa giusta (o la meno sbagliata), non ce la faccio anche a dare a voi il lieto fine. Vi garberebbe tanto, ma rassegnatevi, non c’è verso, non ce la farò mai.
Lasciatemi in pace e dimenticatevi di me.

lalla

P.S. A proposito, per quelli che davvero gli vogliono bene (che a rigor di logica sarebbero dovuti essere quelli che volevano davvero bene anche a me e ai miei figli): non vi è mai capitato di pensare che la cosa più giusta da fare (per il suo bene e quello dei miei figli) forse non era dargli modo di spiegare ascoltando i suoi deliri (ve l’ho detto, per lui ascolto = approvazione), ma giudicare i fatti freddamente e tiragli un bel calcio nel culo? No? Magari se fosse rimasto lui un po’ più solo forse a quest’ora sarebbe tornato sulla terra, tra i comuni mortali e qualche domandina seria in più sul proprio operato se la sarebbe fatta. 

martedì 12 settembre 2017

in caso di problemi: coccole e pre-adolescenza

IN-ESTATE, IN-FESTATE
Rientrata da NYC ho finalmente riabbracciato il mio ragazzino e la mia bimba.
Ero stanchissima e sballata sia per il fuso orario che per l’esamino a scuola, ma non importa, appena si sono attaccati al campanello sono rimbalzata sul divano e gli sono corsa incontro. Venivano dal mare, erano abbronzati e molto scarmigliati. Me li sono sbaciucchiati per tutto il pomeriggio, per tutta la sera, per parte della notte, per tutta la mattina e il pomeriggio seguente… poi ho iniziato a sentire uno strano prurito alla cute della testa, non so, forse la stanchezza eccessiva… in serata, mentre ci vedevamo un film tutti allacciati sul divano ho notato che anche la bimba si stava grattando e allora ho capito: nooooo… i pidocchi!
Era molto tardi quando è arrivata la sentenza, due giorni dopo saremmo dovuti partire alla volta dell’Elba, con altri svariati membri della mia famiglia che sono molto diversi tra loro tranne per un dettaglio: tutti ODIANO e TEMONO i pidocchi. Non sapevo che cavolo fare, io personalmente non li avevo mai presi e neanche Matilde. Prima cosa li ho messi a letto, tanto ormai eravamo fottuti, mezza casa andava “disinfestata” e a loro due, ai letti, al divano, avrei pensato l’indomani.
Poi ho cercato di liberare me stessa, mezz’ora di impacco velenoso e giù di pettinino in ferro, ma era sconfortante con il cuoio capelluto sensibile e la matassa di capelli fini e lunghi che mi ritrovo, mi sono accanita per circa un’ora e mezza per scovare cinque o sei ospiti indesiderati e allegramente zompettanti (alla faccia dell’impacco). A ogni passaggio mi si spezzavo e strappavo i capelli, mi dolevano le braccia, mi doleva la testa, era così tardi, ero così stanca… mi veniva quasi da piangere. Ad un certo punto mi sono arresa, ho cambiato le lenzuola e sono andata a dormire. Il mattino seguente ho chiesto a Elia di accorciarmi di almeno 15cm i capelli (erano troppo distrutti), poi ho ficcato in lavatrice la biancheria di tutta la casa e ho attaccato i ragazzini. Su Elia ho sinceramente trovato poca roba (comunque ho accorciato i capelli anche a lui per sicurezza), ma Matilde era piena. Un covo di lendini e bestie. Piena. Ora, va detto che lei ha i capelli lunghi e un po’ boccolosi, ma davvero finissimi, ha ancora i capelli “di latte”, quelli inconsistenti delle bimbe piccine. Credetemi, non c’è verso di togliere le lendini da dei capelli così! Siamo comunque partiti per il mare a fare lunghissimi bagni (nel tentativo di affogare i pidocchi!). Quattro trattamenti in due settimane e pettinino per tutti, tutti i giorni, mattino, pomeriggio e sera. Nonostante i litri di olio addolcente e tutte le precauzioni del caso, era fastidiosissimo per lei e non voleva. Ogni volta era più difficile cercare di convincerla (nonostante i trucchetti e le canzoni delle principesse), piagnucolava e mi guardava sempre più torva. Mi sentivo una merda, ma qualcuno doveva pur farlo quel lavoraccio e quel qualcuno ero io. Ogni giorno continuavano a saltar fuori nuove bestie sia su di me che su di lei (passavamo ore appiccicate, un ponte diretto, in fondo amarsi è un po’ anche scambiarsi i pidocchi). Ogni volta Matilde gli faceva delle specie di macumbe: “Via da me pidocchi, sciò!”. L’ultimo (vivissimo) animalaccio sulla sua testa si è manifestato ben 12 giorni dopo il primo. Tre giorni di pace e poi, perfettamente disinfestati, li ho dovuti salutare di nuovo.
RINCHIUSI
Anche la seconda settimana è passata ed è tornato il mio turno, non vedevo l’ora, avevo chiesto al padre di passarle il pettinino almeno una o due volte a metà soggiorno, ma ci speravo poco che facesse un buon lavoro (è fastidioso fare qualcosa che i figli non vogliono che tu faccia, è scomodo, è più facile lasciar perdere). Temevo delle ricadute pidocchiose.
La notte prima del loro arrivo al mare mi manda un messaggino: “Elia ha un po’ male all’orecchio da stasera, gli ho preso subito delle gocce in farmacia, sta già meglio”. Ohi, erano meglio i pidocchi.
E’ arrivato all’Elba conciato malissimo, non sentiva niente.
“Ma Elia come hai fatto a prendere un’otite se mi hai raccontato che non facevi neanche il bagno in mare perché era sporco?”
“In mare no, ma era un caldo… passavo ore a fare immersioni in una piscinetta del Bagno alta un metro”.
Che culo.
Ho provato a fare un lavaggio all’orecchio: usciva un sacco di pus e nel pomeriggio è salita la febbre, diretti dalla Guardia Medica. Erano un dottore e una dottoressa (entrambi giovani e gentili, soprattutto lei), hanno diagnosticato un’otite bollosa, Tachipirina, un antibiotico generico per 6-8 giorni, Cortisone per 3gg, niente sole perché prende il cortisone, niente testa sott’acqua… la bimba ci salutava al mattino e se ne andava a fare tuffi col resto della combriccola (nonna , zii, cuginetti), io e il Re dei Sugolini ce ne stavamo a casa. Non era il tipo di vacanza che mi aspettavo, faceva un caldo da ringrullire (sarebbe stato bello farsi un bel bagno!) e una cosa è stare male a casa propria (dove ci trovi un sacco di intrattenimenti), una cosa è ammalarsi in una casa al mare senza neanche internet … ma era anche molto dolce stare io e lui insieme, da soli. Ovviamente mi toccava prendermi anche le lamentele (non troppe a dire il vero) e la frustrazione, fare un po’ da pungiball insomma, ma qualcuno doveva pur farlo e quel qualcuno ero io.

ANTIBIOTICO SBAGLIATO, GIORNI SBAGLIATI
Ora, il problema è che dopo un lieve miglioramento iniziale, da metà settimana è rimasto tale e quale. A quel punto ho cominciato a preoccuparmi, qualcosa non stava andando nel verso giusto, sono tornata dalla Guardia Medica. “Non sarà il caso di cambiare antibiotico? Son passati 4gg, non mi sembra che funzioni più di tanto”. Ma loro, sempre gentilissimi, hanno nicchiato: “Infondo ci vogliono 3gg per cominciare a fare effetto, è troppo presto per capirlo, poi la febbre è passata... facciamo così: aumentiamo la dose di antibiotico e tornate tra 3gg”. mhm…
Dopo due giorni è peggiorato, cominciando anche a sanguinare, non ho aspettato l’appuntamento e sono tornata dai due dottori piuttosto sul piede di guerra perché va bene esser gentili, ma, se non si fosse capito, accanto all’orecchio c’è il cervello. Erano spaventati anche loro e contenti che non avessi aspettato un altro giorno, ci hanno spedito al Pronto Soccorso.
Sabato 12 agosto, all’ospedale di Porto Ferraio abbiamo dovuto aspettare un po’ mentre davanti ci passavano persone che si erano più o meno sbraciolate cadendo da uno scoglio o dalla moto (niente di grave per fortuna) e un ragazzo che aveva pesticciato per bene un riccio (ahi!)
Il Re odia aspettare, per ingannare l’attesa ho proposto di raccontarci barzellette, ce ne venivano in mente davvero poche così abbiamo iniziato a inventarne alcune di dubbiosissima qualità ed annotarle sulla piccola agendina che Elia mi ha regalato per Natale. Ridevamo come bischeri e gli altri in attesa ci guardavano strano, poi ci siamo ritratti a vicenda.
Il dottore di turno non era un otorino, ma comunque una persona molto pratica e capace: “E’ davvero un brutto orecchio, anche il timpano mi sembra in difficoltà, forse è forato, è sicuramente un germe resistente e l’Augmentin è l’antibiotico sbagliato, gli ha fatto come l’acqua fresca, passiamo alle punture di Rocefin e lo faccia vedere da un otorino”. Ok, ma dove?
“Sa Signora, purtroppo non si è ammalato nel momento giusto questo figliolo, oggi è sabato (prefestivo) domani è domenica (festivo), lunedì è il 14 (prefestivo), martedì è Ferragosto (festivo)… qui all’Elba non ci sarà un otorino fino al 16 agosto , ma può provare lunedì a Piombino, l’ambulatorio dovrebbe essere aperto”. Dovrebbe?
Vabbè, mica era colpa sua, niente polemiche, gli ho solo chiesto: “io non sono un dottore, non mi importa che giorno sia oggi, mi dica cosa farebbe lei se fosse suo figlio, aspetterebbe il 16 o troverebbe un modo per farlo vedere prima, a costo di prendere un traghetto?”:
“io lo farei visitare il prima possibile”. Il prima possibile, O.K.

LA PRE-ADOLESCENZA
Dopo aver trovato a Procchio più o meno rocambolescamente una farmacia provvista dell’occorrente e ancora aperta alle 22.30, siamo tornati a casa a fare la famosa puntura.
E’ stata una cosa terrificante. Allora, io ho sempre avuto una fobia per gli aghi, quindi non voglio minimizzare, capisco quanto possa far paura la prima volta pensare che una lama sottile ti debba trafiggere, ma Elia ha proprio sbroccato. La mia mamma è molto esperta e ci avrebbe pensato lei, Elia voleva che aspettassimo che fosse lui a dare l’O.K., ma era agitatissimo, voleva guardare la siringa e aveva le mele dure come la pietra. Io lo abbracciavo e cercavo di calmarlo “cerca di rilassarti, vedrai che è una cosa veloce, è l’idea a darti fastidio, non guardare dietro, guarda me”, ma non c’era modo, respirava sempre più affannosamente, si dimenava, ad un tratto è andato in iperventilazione e ha cominciato a mandare gli occhi all’indietro, una vera e propria crisi di panico! Non l’avevo mai visto così, non sapevo che fare, gli ho tirato uno schiaffetto (non lo colpisco mai e ha funzionato): si è un po’ ridestato. Allora gliene ho tirato un altro un po’ più forte: ha sgranato gli occhi, è tornato vigile e la mia mamma ha inserito l’ago. A quel punto gli ho sussurrato “O.K., tranquillo, il più è fatto, adesso però stai fermo perché non puoi rischiare di spezzare l’ago, brucerà un po’ mentre entra la medicina, arrabbiati con me se ti va, ma stai fermo”. Me ne ha dette di tutti i colori “bugiarda, fa malissimo, ti odio!”
Non mi aveva mai detto “ti odio”. Che cosa ho provato?
Meraviglia, perché in effetti non me l’aspettavo, io ho affrontato tre travagli (il primo fisicamente dolorosissimo, il secondo psicologicamente dolorosissimo, il terzo davvero paurosissimo) ore e ore di sofferenza e di paura, eppure non ho maledetto nessuno, non ho offeso nessuno, non ho scacciato nessuno… non è una cosa che farei mai.
Una sorta di premonizione: forse sarà così l’adolescenza, con lui che perderà la testa, io che lo prenderò (metaforicamente) a schiaffi e lui che mi manderà (letteralmente) affanculo.
Tenerezza e orgoglio, perché infondo io sono l’unica persona nel mondo sulla quale sa di poter scaricare tutta la sua frustrazione, che, messo alle strette, sa di poter anche offendere certo che non mi perderà mai, che gli rimarrò sempre accanto, nonostante tutto. Mi sono sentita nel posto giusto al momento giusto: il posto delle mamme. E ho pensato che infondo l’adolescenza, considerandola inquesti termini, non sarà poi così male.
Pochi minuti dopo si era ripreso, era tornato se stesso.
“scusa ragazzino se ti ho dato uno schiaffo”.
“due me ne hai dati”.
“sì, due, ma uno era proprio leggero, quasi una carezza… non sapevo che altro fare per farti tornare in te. Mi sono spaventata, comunque scusa”
“no, no, mi sono spaventato anche io, hai fatto bene perché avevo proprio perso la testa. Grazie mamma”.
"In effetti... ti ricordi che mi hai detto ti odio?"
"sì..."
"Fa niente. Pensiamo a mangiare adesso, la nonna ci ha preparato la famosa spaghettata di mezzanotte, e quando ci ricapita?!".

La sera dopo non ha fatto una piega, un paziente perfetto, ormai era un impunturato esperto.

LA SANITA’ ITALIANA
Domenica 13 ho chiamato l’ospedale di Piombino “Non è detto che domani ci sia qualcuno in ambulatorio, forse fate il viaggio a vuoto, essendo già sotto Rocefin può darsi che al Pronto Soccorso non la considerino un’emergenza e non ritengano di chiamare l’otorino con la reperibilità… poi chissà chi c’è con la reperibilità il 14 agosto… non so che dirle, non sono per niente i giorni giusti per ammalarsi”.
“Sì, questo l’ho capito”.
“Mi dispiace. In bocca al lupo”.
In bocca al lupo??? Mi è presa una rabbia, ma che cavolo di posto è l’Elba? Il terzo mondo? Adesso basta! Prenoto un traghetto e me ne torno diretta a Firenze, c’abbiamo il Meyer noi, l’ospedale dei bambini! … aspetta un po’, chiamo anche loro, tanto per sicurezza…
“Non se ne parla Signora, c’è il ponte, questi non sono mica i giorni giusti per ammalarsi, niente otorino al Meyer fino al 16 agosto”.
Ecco, senza parole, ma ho preso nota: Primo, l’Italia intera è il terzo mondo. Secondo, se proprio uno vuol farsi arrotare è meglio scegliere un martedì (evitare anche il lunedì, è lavorativo, ma hanno la testa tutta impastata dai risultati calcistici).
Sono tornata alla Guardia medica con gli occhi supplicanti, da quei due che gentili lo erano davvero, un po’ sottovoce, all’Italiana, la dottoressa mi ha confidato che c’era un otorino privato sull’isola… alle terme…
ma dillo subito, no???? E che si sta a fare 10 giorni di tentativi a vanvera e progettare fughe in traghetto?!
Il lunedì mattina l’espertissima Dottoressa otorino privato (che poi si è scoperto, ha in cura mezza isola) dopo 10’’ netti di visita ha aggiustato la diagnosi e la cura. “Questo bambino è stato per caso in una piscina? Perché ad occhio si riconosce: si tratta dello pseudo-monas, proprio un batterio antipatico, resistente anche al cloro, figuriamoci all’Augmentin!”. Cortisone, gocce e antibiotico più mirati… “Suvvia, adesso si guarisce ragazzone. Domani è Ferragosto”.
“Sì, lo sappiamo”.
“E allora festeggiate e fatevi un bel bagno! Ovviamente niente tuffi e immersioni per questa stagione, il timpano è un po’ lesionato, ti metti un tappo nell'orecchio sinistro per evitare che entri troppa acqua, una cuffia per reggerlo e ti fai pure snorkeling se ti va!”
Avreste dovuto vedere il suo sguardo, in quel momento la Dottoressa otorino privato l’ha amata più di me!
E per il resto, tutto liscio.

lalla
P.S. Nel bugiardino di uno dei prodotti anti-pidocchi (del tutto inefficaci) che abbiamo sperimentato c’era scritto che la pediculosi causa anche disturbi psichici: stanchezza, irritabilità, pessimismo. All’inizio ci ha fatto sorridere, ma alla lunga posso confermare: pessimismo cosmico, tipo: “non me ne libererò mai”. Anche nelle persone vicine e apparentemente pulite, tipo: “guarda bene, sento prudere, sicuramente li prenderò anche io, continueremo a passarceli all’infinito…non ce ne libereremo mai”.
La mia Piccola Fata inizia la materna tra tre giorni, sarà un divertimento!

P.P.S.S. Ecco alcune freddure made in hospital:
- Dove sta l’Elba?             … in un plato!
- Dove sta l’erica?           … in un ericottero!
- Il colmo per un carcerato in libertà vigilata?     … nuotare a stile libero!
- Il colmo per una rana?               … nuotare a farfalla!
- Sai quando cade la Pasqua?      … no, ma spero che non si rompa il guscio!
- Sai com’è una luna vanitosa? … piena di sé!
- Questo nuovo locale verrà una vera bomba! … speriamo che taglino il filo giusto all’inaugurazione!
Mentre Elia disegnava, ripiegato su una seggiolina della sala d'attesa e mezzo lessato dall'infezione, continuava a ripetermi: “non ci riesco mamma, io non so fare i ritratti” poi me l’ha fatto vedere e io gli ho detto che mi piaceva tanto il suo tratto espressivo (che era molto meno melenzo del mio) e che probabilmente (nonostante le divertentissime barzellette) avevo davvero quella faccia un po’ tesa e preoccupata.
“No mamma, non è vero dai, non è venuto bene, sembri la nonna!”
“Quello è perché hai segnato le rughe che forse nella realtà risaltano un po’ meno sul mio volto”.
“ma io, se guardo bene, le vedo le rughe”
Allora mi è partito il pippone da insegnante: “se guardi bene… ma il disegno è una questione di sintesi. Quando fai un ritratto cerca di capire quanto gli elementi pesino tra loro, cosa ti colpisce di più nel volto, se segni così le rughe allora dovresti fare i cappelli molto scuri per riequilibrare, magari in uno schizzo veloce era meglio non disegnarle…”
“questo no, mi dispiace, io sono una persona sincera, se le vedo le fo”.
“ma infatti a me va parecchio bene così, tra noi due, viva la sincerità!”.

lunedì 4 settembre 2017

solo per nerd

Dicono tutti che leggere faccia bene.
Io non sono una che legge tanto, ho sempre un libro sul comodino, tutta roba interessante (Baricco, Allende, Yoshimoto, Gamberale, Piccolo...) ma sono lenta, tanto lenta, giusto 2-3 pagine la sera e poi mi si chiudono gli occhi, i libri mi durano mesi. Almeno che non entri in fissa e quello accade quasi sempre con delle saghe fantasy imbarazzanti (tipo “Twilight”) o anche scritte parecchio meglio come “Le cronache del ghiaccio e del fuoco” di George R R Martin, 11 libri nella versione italiana, li ho divorati. Una meraviglia e una tragedia, considerando che l’autore le ha lasciate inconcluse! Ha promesso di finirle (ha pure pubblicato il titolo dei due volumi mancanti) e invece niente, non una riga da anni, bastardo, non si fa!
Tranquilli però, c’è il premio di consolazione: la serie T.V., che ormai è oltre l'ultima pagina mai scritta.
Tra ieri e oggi mi sono vista l'intera 7° stagione di "The Game of Trone" in meno di 24 ore.
Alcune considerazioni a riguardo:
- prima, sono una nerd senza speranza.
- seconda, ormai è chiaro che allo scrittore, ricoperto di dollari come si ritrova dopo il successo televisivo planetario, non passa neanche per l'anticamera del cervello di mettersi all'anima di scrivere i libri che mancano. Lo sa benissimo che noi fan semi-psicopatici ce ne siamo resi conto e siamo inferociti, ci teme (giustamente) e ci vuole imbonire... ecco perché ha buttato giù la sceneggiatura delle ultime due serie televisive e, ci scommetto, anche dell'8° e ultima, come se l'avessimo scritta direttamente noi. Tutto va come speravamo che andasse... ci tiene buoni, il furbone, ci da il contentino. Si aspetta che ci caschiamo come pere…
- ebbene, io ci sono cascata! Mi va strabene perfino che la storia abbia agganciato un ritmo narrativo forsennato e che eserciti e persone percorrano l’intero regno in tre secondi netti, ma sì, chissenefrega! Chi di noi (nerd) non sognava certi eventi già dopo il primo/secondo libro? Che goduria, sia la gola tagliata, che le effusioni amorose, che il grande mostro dagli occhi blu! Mi sono pure rivista alcune scene per 2 o 3 volte di seguito… fantastico… ho già cominciato a rimuginare sui possibili risvolti per il gran finale (che da anni il caro Martin ci deve).
Eccoci a noi, George, lo so che tu sai in che modo dovrai far andare le cose, giusto?... ora, so anche che c'hai il grilletto facile, ma se ti provi ad ammazzare chi so io, te la vedrai con me! Va bene quel tedioso di Ned Stark, va bene quella bietola del primogenito e pure quell'inconcludente di Stannis, mi dispiace per Hodor e ancora non mi va giù la bella bruta rossa (anche se era inevitabile), ma non ti provare manco a pensarci ai miei tre personaggi preferiti, chiaro? Loro non si toccano! A costo di farli salvare sempre nell’ultimo secondo utile (nei modi più rocamboleschi) o di farli resuscitare 15 volte a testa. D’altronde sono anche i tuoi personaggi preferiti, ammettilo! E manco puoi metterli uno contro l’altro, Capito? Che mi sono già accorta che ti garberebbe… non ti provare, sai!
Siamo intesi allora?
In conclusione, non è detto che leggere faccia poi così bene, per lo meno non a me. “Le cronache del ghiaccio e del fuoco” mi hanno ridotto peggio della protagonista di "Misery non deve morire". 



lalla

https://rhaegarys.files.wordpress.com/2016/05/iron-throne.png?w=1140

P.S. vogliamo parlare del lato B dell'attore che interpreta Jon Snow? No, niente, anche quello contribuisce alla mia uscita di senno, gli ormoni esistono, c'è poco da fare... ma, ripensandoci, non è per niente una brutta notizia che anche i miei ormoni, come i portagonisti di GoT, comincino a resuscitare.