sabato 24 gennaio 2009

il cambiamento

E' da qualche mese ormai che ho ricominciato stabilmente a dipingere e a pubblicare articoli sul mio blog.
In questi giorni pensavo a questa "rinascita artistica" e mi auguravo di poterla portare avanti, anche se ancora non ho ben capito dove voglio andare a parare.
La vita è strana: non sempre prende la direzione che vorresti, nonostante ciò ad un certo punto ti ci abitui e ti metti in pace con te stessa, proprio allora, sorpresa: succede qualcosa che ti costringe per forza a cambiare strada!
Non è raro nel corso degli anni, a me è successo almeno 4 volte, meno male.
Quando, dopo il liceo artistico, mi lasciai convincere ad abbandonare il mio sogno di frequentare l'accademia e "scelsi" di laurearmi in architettura credevo di aver chiuso per sempre con pennelli e colori. L'unica speranza era il miraggio, un giorno, di poter insegnante la storia dell'arte.
Era il 1° anno con accesso a numero chiuso, mi dissi:"io non mi preparo, alle selezioni ci vado così, se è destino che faccia l'architetto, l'esame lo passerò".
Lo passai.
Il primo giorno varcai la soglia dell'università vestita a lutto, convinta di aver accettato di vivere un compromesso per sempre.
Sorpresa n° 1: l'agosto seguente fui attratta da un trafiletto di giornale che parlava di una fantastica "scuola internazionale di comics" a Firenze. Una vera "sola" a parer mio, per lo meno quando la frequentai io, ma almeno ho placato la mia voglia di disegnare per 3 anni.
E poi, ecco una svolta: lì ho conosciuto Theo.
Ma i 3 anni son finiti e il mio mediocre destino di secchiona si stava compiendo: macinavo esami come uno schiacciasassi. Una volta laureata, la scuola era ingolfata, l'unica alternativa "concreta" erano 8 ore al giorno al CAD in uno studio d'architettura.
Rassegnata, ho iniziato a lavorare dal Prof. Maestro, una persona suggestiva, ma che tristezza fare qualcosa quando non è quello che vorresti fare.
Sorpresa n° 2: in seguito a una terribile tragedia e a strani eventi, la vita mi ha presentato un maestro ceramista, il Sig. Mattioli, anche lui un personaggio fuori dall'ordinario, Giorgio mi ha trovato in gamba e mi ha offerto di rimanere a "imparare il mestiere" al suo laboratorio.
Ed ecco quindi che al mio matrimonio ho potuto regalare agli amici piatti dipinti da me, iniziare una nuova vita con Theo, facendo un lavoro che ho adorato per 5 anni.
"Evviva" ho pensato "sono una ceramista e lo sono diventata andando a bottega dal mio maestro, come i grandi artigiani del Rinascimento!".
Sorpresa n° 3: istituiscono la SSIS per abilitarsi nella materia che ho sempre desiderato insegnare, ci sono solo 15 posti a Firenze per tutta la Toscana, cosa devo fare?
Mi son detta: "io non mi preparo, alle selezioni ci vado così, se è destino che faccia l'insegnante, l'esame lo passerò"
L'ho passato.
Ho iniziato a insegnare, è arrivato Elia, gestire anche il lavoro di ceramista era impossibile.
Come al solito l'arte ci rimette sempre.
"Questa volta è fatta" mi sono detta "la maternità è la svolta decisiva, è una questione di priorità e adesso Elia viene prima di tutto... questa è la mia vita: insegnante e mamma".
No, l'arte è sempre la prima che ci rimette, ma è anche quella che torna sempre a bussare alla mia porta.
Sorpresa n° 4: l'anno scorso ho avuto pochissime ore di servizio e così, volente o nolente, son tornata a far ceramica stabilmente al laboratorio (che liberazione!).
Quest'anno a scuola ho un orario completo che mi piace e mi sfinisce, ma mi sono detta: "basta! Sono vecchia per aspettare che la vita mi sorprenda e mi obblighi a tornare a prendere in mano un pennello. Questa volta mi ci rimetto da sola ..."
Ecco perché esiste questo blog.

Mamma mia come sono prolissa...
Allego un dittico che feci dopo ben 2 anni di completa astinenza, quando Elia aveva quasi 1 anno e mezzo.
E' stato dipinto come omaggio a un grande pittore post-impressionista, Gauguin.
Lo stesso vale per "Sassi in equilibrio" (già pubblicato su questo blog) realizzato in un solo giorno rubato alla SSIS e a tutto il resto, per trascorrere nel miglior modo che conosca il mio compleanno.
Gauguin non mi affascina soltanto per l'uso emotivo del colore (evocato dallo spirito e non copiato dalla realtà) o per il fascino dell'esotico e il ritorno a una sintesi delle forme quasi arcaica.
Non mi affascina solo per i suoi quadri, ma per il modo in cui ha vissuto.
Ha sempre amato l'arte, ma, per gran parte della sua vita, in segreto.
E' stato costretto a una vita convenzionale, un agiato e rispettabile agente di cambio parigino (ma che di nascosto di dilettava di pittura e cercava di stringere amicizia con gli impressionisti). All'età di quasi 40 anni probabilmente si era abituato all'idea di essere un grigio, serio e triste contabile, ma...
sorpresa: un crack economico lo lascia senza lavoro e lui manda tutto a quel paese e comincia a dipingere e a viaggiare prima in Normandia, poi nella splendida Thaiti.
Al di là delle collocazioni geografiche, il suo è un viaggio soprattutto interiore, un'immersione in un mondo di colori vibranti, di pennellate curvilinee, di creazione e sogno.
Scusate, quando parlo di Gauguin sembro un'invasata...
ma la sua vita è un inno al cambiamento, all'affermazione tardiva, ma furiosa, di se stessi.
Beato te, Gauguin!
Qualche volta penso "ormai è troppo tardi..." , poi mi ricordo che un genio come te è rimasto sopito per 40 anni... dopo tutto il mio piccolo talento dalla vita è stato fin troppo assecondato...

lalla


ALLEGORIA DELLA FAMIGLIA e MATERNITA', olio su legno, gennaio 2007.

venerdì 23 gennaio 2009

11/1/2009 - la tela

Premessa: una persona che prende 3 influenze in 3 mesi non è degna di esistere o di percepire uno stipendio.
Comunque, stavolta si è trattato in un virus leggero (almeno che adesso non si incancrenisca o che non mi regali una bella ricaduta...). Un virus che ho combattuto stoicamente giovedì recandomi a lavorare imbottita di tachipirina e che poi ha avuto la meglio su di me i soli giorni di venerdì e sabato.
In compenso una persona che si ammala spesso può consolarsi dipingendo.
Però, se in casa hai finito il tuo supporto preferito (la masonite), hai la febbre oltre i 38°, fuori ci sono 0° e Brunetta che ti attende, allora ti devi accontentare di ciò che hai a disposizione.
A disposizione non c'era altro che una tela, per fortuna non una vera e propria "tela molliccia", ma un rigido "cartone telato". Io, ormai da molto, odio le tele.
Però, mi sono detta: "E' il supporto universale, il più amato da Tintoretto ai giorni nostri... facciamo uno sforzo".
Quindi, controvoglia e reprimendo i miei pregiudizi, mi sono decisa.
I materiali, durante il lavoro, sono tutto.
Cioè: cambia il modo di dipingere, cambia il risultato.
Per i miei gusti e il mio divertimento, la masonite è splendida: rigida, liscia, il pennello scorre veloce, ma il colore viene presto assorbito e di conseguenza puoi correggere e intervenire liberamente. Con la masonite io controllo perfettamente il risultato. Alla fine il prodotto può piacere o no, ma com'è l'ho deciso io.
La tela è morbida, "rimbalza" ad ogni pennellata, non che questo sia un male, è solo che a me non piace. Inoltre sulla tela il pennello si inceppa e non assorbe il colore per niente, quindi ti ritrovi bioccoli sciolti di colore che si mescolano tra loro in modo incontrollato..
in poche parole: con la tela io non controllo il risultato, viene fuori un po' quel che gli pare!
Quindi ho faticato un po' per cercare di conformare l'immagine ai miei desideri, talvolta stupendomi di come il tutto prendesse una buona strada (sempre per volere della tela, non mio).
Ecco il quadro, più corposo e denso del solito, forse non peggiore, ma diverso.

lalla

P.S. comunque la prossima volta torno alla masonite e chi se ne frega di Tintoretto!




















LIMONE, MELE E PEPERONCINI
, olio su cartone telato.

7/1/2009 - le vacanze

Durante le vacanze, per fare ciò che più ci piace, c'è ancora meno tempo.
Perchè le vacanze ci obbligano moralmente a tutta u
na serie di frequentazioni parentali e cerimoniali vari... inoltre nel momento esatto in cui le lezioni scolastiche sono state interrotte e io sono magicamente entrata nelle vacanze natalizie, è stata sospesa anche la scuola materna di Elia...
così, in realtà, per me non son state vere vacanze, ma la mia occupazione è semplicemente cambiata: da insegnante e mamma a soltanto mamma 24 ore su 24.
Quindi, tempo per dipingere o cose simili assolutamente zer
o.
Però le vacanze son state belle.
Innanzi tutto non ci siamo mossi, non s'è fatto granchè: serate impegnate a farsi gli auguri tra parenti o amici, belle magiate e sacrosante dormite fino alle 10.00/10.30 (anche io, miracolo, non mi succedeva da anni!).Ci siamo riposati... e ci voleva proprio!
Il Re dei sugolini è stato un tesoro, certo, ha preteso attenzioni, ma questo fa parte del personaggi
o.
Insomma, porca miseria, mi ci ero proprio abituata e domani l'idea di alzarmi alle 7.00, lo devo confessare, mi farà un po' fatica... ma tornare in classe no, quello per fortuna mi fa piacere.
Comunque stamani Elia ha già ricominciato la materna, mentre per me era il giorno libero settimanale. Così ho trovato 2 ore per fare dei ritrattini alle mie nipotine, glieli avevo promessi...
non sono niente di che, anche perchè non sono fatti per essere interessanti agli occhi di un adulto, ma pensati invece per piacere a due bambine di 6 e 8 anni. Quindi sono sdolcinati, accademici, leziosi... eppure mi son
divertita a farli, forse perchè voglio bene ai due soggetti.Quelllo di Lucia, più cupo e corposo, lo trovo meno scontato e più gradevole, proprio per questo temo che a lei non piacerà.

lalla


LAURA, lapis 2B su cartoncino fabriano, fondo in acrilico.


LUCIA, lapis 2B su cartoncino fabriano, fondo in acrilico.

2/12/2008 - l'influenza

Salve,
in questi giorni sarò a casa per influenza.
L'influenza è un virus del cavolo, stai malissimo quando ce l'hai, eppure è la più insulsa e trascurabile delle malattie.
Ricordo che una volta il mio Prof. di matematica al liceo mi disse: "l'influenza è quella malattia che, stando a letto e prendendo medicine, passa in 7 giorni, altrimenti dura addirittura un'intera settimana!".
I primi brividi, insieme a un latente mal di
testa, sono iniziati domenica pomeriggio, mentre perdevo la vista e il cervello nella correzione di un fascicolo di compiti. All'inzio ho fatto finta di niente e mi son sempre più accoccolata vicino a un termosifone, volevo a tutti i costi finire la correzione e l'indomani riportare in classe i lavori valutati. E' un diritto dei ragazzi sapere al più presto "di che morte si deve morire..."
Poi, verso le 20.00 la situazione è diventata evidente: ormai ero praticamente appollaiata sul termosifone, aggredita da dolori muscolari, un insidioso pizzicorino alla gola sempre più fastidioso, la sud
orina...
Porca miseria, ho posato i compiti (tutti corretti) sulla scrivania e mi son resa conto che, nostante avessi passato 3 ore della domenica a dedicarmi al mio lavoro, il g
iorno seguente sicuramente non avrei fatto il mio dovere.
Sensi di colpa a pioggia.
Come faranno i miei studenti senza di me? Hanno perso già troppi giorni quest'anno... come recupereremo il programma se io non riesco a essere presente?
Poi, una nottata insonne superata solo grazie alla Tachipirina ("santo subito" a chiunque ne sia stato inventore e/o produttore) e doloracci vari mi hanno fatto tornare alla ragione: in questo stato non sono in grado nè di guidare, nè tanto meno di insegnare.
Così, ansichè alla mia cattedra, sto trascorrendo queste ore nello studio di Theo a dipingere, ascoltando Radio DJ e le sue battute.
Sono in attesa che venga il medico mandato da Brunetta, mi piacerebbe molto che arrivasse, vorrei chiedergli di prescrivermi qualche sciroppo, ma non so se con questo tempaccio si farà vedere...

Tutto sommato son dolci e bellissime mattine (soprassedendo sui sopracitati malesseri fisici).
Ogni tanto riaffiorano i sensi di colpa per il misero 50% di stipendio che sto percependo pur non essendo a lavorare, ma poi torna un brivido, la febbre risale a 38° e la mia coscienza torna in pace.

lalla

Ricordiamoci l'attenuante della febbre e del mal di gola... ecco che cosa ho prodotto:


ORCHIDEE, MELE E CACHI, olio su masonite, 50x70 cm.

23/11/2008 - 33 anni

In questi giorni ho compiuto 33 anni, come Cristo. Non male, no?
Blasfemia a parte, è stato un buon compleanno, ho fatto una festicciola circondata da amici, condita da polenta, salciccia e un adeguato grado alcolico nelle vene.
Però non son pochi 33 anni.
I compleanni son quei capolinea che ti obbligano a fare un punto della situazione. A tirare un po' di somme.
E dunque, ecco che cosa penso: sono sommersa di impegni e di passioni che non posso seguire, di idee che non posso sviluppare, di pensieri e sogni che non posso realizzare o che solo in parte riesco a sfiorare.
Che peccato...

vorrei chiarie: la mia vita mi piace, ma ne vorrei almeno altre due contemporanee a questa.
Una non mi basta!

- Nella prima vita sarei l'amorosa e responsabile MAMMA DI ELIA (e magari anche di qualcun'altro) e un'impegnata INSEGNANTE...
- Nella seconda vita sarei un'ARTISTA MALEDETTA, votata solo alla mia arte: pittura, ceramica, recitazione, scrittura... tutte le mie passioni sopite che finalmente divengono protagoniste assolute della mia esistenza!
- Nella terza vita sarei la COMPAGNA DI THEO, la sua amante appassionata, lo seguirei nei suoi viaggi in giro per il mondo, con lui intraprenderei nuove e sconcertanti avventure...
Insomma, 3 amori sono troppi, no?
Mi sento quasi bigama, anzi poligama... con Elia, Theo e l'Arte che si contendono la mie giornate.
Probabilmente finisco per non far bene nessuna delle cose.
E' il mio destino, credo: rimanere solo una DILETTANTE in tutto quello che faccio.
Spero che non me ne vogliano le persone che mi vivono accanto e che mi perdo
nino pensando all'attenuante generica: "nessuno ha il dono dell'ubiquità".
forse Cristo l'aveva... ma dicevo, appunto: blasfemia a parte.

lalla
.


olio su masonite, 50 X 70 cm.

31/10/2008 - soggetto e sfondo

Salve,
torniamo a parlare un pò di pittura.
Stanotte ho finito un nuovo quadretto che farà coppia col nudo disteso sul divano blu.



NUDO DI SCHIENA, olio su masonite, 35x50 cm.

Colgo l'occasione per parlare un pò di soggetti e sfondi.
Concludere un quadro col suo sfondo è stato per me sempre un grosso problema. Quando mi metto a dipingere lo faccio per soddisfare un desiderio interiore e inizialmente ho una spinta fortissima a procedere, tanto che non sento nè fame (miracolo!), nè sonno. Finchè non vedo concludersi il soggetto scelto è veramente una tortura doversi fermare. Quando ciò avviene però l'interesse a potare in fondo il lavoro cala drasticamente.
Ho cercato di oppormi in varie maniere a questo fatto e anch'esso, nel corso degli anni, è stato un problema. Uno di quei problemi che metteva in dubbio tutto il mio rapporto con la pittura e la capacità di poterla fare. I soliti espertoni non dimenticavano di mettermi in crisi...
adesso sono arrivata alla conclusione che il mio non è un modo strano di dipingere, è forse perfino sincero.
L'occhio umano non vede la realtà come la prospettiva rinascimentale, non è capace di cogliere in perfetta messa a fuoco un ambiente architettonico e i personaggi che lo abitano. La prospettiva rinascimentale era uno strumento non di realismo, ma di astrazione verso un mondo perfettamente razionale, misurabile e matematico.
L'occhio umano si concentra di volta in volta sul particolare, l'oggetto che gli interessa e il resto è sfocato, incerto.
Così, ho escogitato un trucco: anzichè forzarmi a dipingere tutto il quadro con la stessa messa a fuoco, mi lascio libera di cambiare scala di dettagli e attenzione, come faccio nella realtà quando osservo qualcosa che mi interessa e lascio perdere il resto.
Funziona! Concludere un quadro non è più un processo penoso, ma rilassante.
Il lato pratico non sempre è all'altezza del ragionamento.

lalla

21/10/2008 - Sentirsi stanche e inutili

Salve,
sono reduce da quasi 10gg di occupazione a scuola.
Innanzi tutto va precisato che al giono d'oggi l'occupazione non è come quella di un tempo (quando gli studenti si barricavano letteralmente nell'edificio, non facevano passare nessuno e ci mettevano la faccia con i carabinieri che arrivavano e prendevano i nomi dei presenti...).
Magari, i suddetti studenti sfasciavano pure qualche banco e imbrattavano le pareti, quindi non sto dicendo che andassero presi come esempio comportamentale, però almeno una protesta era e una protesta sembrava.
Oggi, nell'epoca del politically correct, perfino l'occupazione ha perso la sua naturale connotazione di azione estrema.
Quindi lunedì 13 ottobre son rimasta sorpresa di veder appesi gli striscioni ai cancelli di scuola accupata, ma soprattutto son rimasta esterrefatta nel vedere gli studenti spostarsi e lasciarmi passare con gentilezza "venga Prof, entri pure".
Per farla breve: tutti abbiamo convissuto tranquillamente, i ragazzi hanno giocato a carte, la segreteria è rimasta in funzione, noi insegnanti abbiamo passato 10gg in aula docenti, abbiamo preso servizio firmando il registro e non svolgendo il nostro lavoro guardandoci nelle palle degli occhi per ore e ore...
... un 'attività terribilmente stancante, credetemi, sentendosi allo stesso tempo totalmente inutili.
Nel contempo ho dovuto sorbire i comizi politici dei vari Prof-colleghi, dovendomi mangiar le dita per non intervenire... mi viene quasi da pensare:" meno male che mi sono presa l'influenza con 38° di febbre, che almeno per 4 giorni ho evitato questo strazio".
Il fatto è che non considero l'occupazione una forma di protesta produttiva.
E, diciamocelo, sono anche convinta che l'80% degli studenti ha votato di occupare per farsi una bella vacanza e senza conoscere per niente la riforma Gelmini.
Il restante 20% era convinto invece, ed è anche peggio, perchè probabilmente è stato soltanto sfruttato a livello politico, e non lo sa.
Scrivo queste cose consapevole di non essere riuscita io stessa, con tutta la mia buona volontà, a capire il senso di questa riforma. Quel che ho capito è che mancano i soldi e come al solito si va a tagliare sul sistema scolastico.
Che bellezza... saremo tutti più ignoranti e forse più felici.
La cosa più triste è che di proteste gli studenti dovrebbero proprio farne tante e di una riforma seria da tempo se ne sente il bisogno!
Per esempio, quest'anno ho conosciuto una 5° che si affaccia all'ultimo anno avendo svolto in modo frammentario e superficiale il programma di disegno e risultando nella storia dell'arte indietro di 2 anni. Quando ho chiesto spiegazioni, la classe ridacchiando si è quasi vantata che per i primi due anni l'insegnante ganzo di turno li ha fatti riposare anzichè lavorare...
... e io mi sono sentita triste.
Triste per quell'insegnante, che è un povero fallito e per di più delinquente perchè ha rubato il diritto a 20 persone di conoscere una materia che poteva anche cambiargli la vita.
Triste per quegli studenti, che pochi giorni dopo hanno cominciato una protesta a testa bassa contro un sconosciuta, ma che non hanno alzato un dito, nè una parola contro il loro professore ganzo che li ha defraudati per 2 anni.
Perchè agli studenti non interessano i propri diritti?
Potrebbero pretendere, per esempio, delle belle telecamere in classe per impedire ai loro presunti educatori di fare porcate... io sarei d'accordo, non ho niente da nascondere.
Come si fa a parlare di privacy se devo far lezione a 20 ragazzi? Un insegnante svolge un lavoro pubblico, non privato.
E gli studenti universitari? Nessuno che si lamenti mai del fatto che i dottorati e gli assegni di ricerca vengono dati solo ai raccomandati figli di papà o all'amante del professore... eppure questa è la pura verità, l'ho provata sulla mia pelle.
Porca miseria, svegliatevi ragazzi, fatela una bella protesta contro le ingiustizie che conoscete da vicino! Così per una volta ci vengo anch'io in piazza e non mi sentirò più così stanca e inutile.

lalla

16/10/2008 - autoritratti

Buon giorno,
è il terzo inserimento in 3 giorni, ma di certo non aggiornerò più con questa frequenza il blog, è solo che sono a casa malata in questi giorni e quindi c'è un pò di tempo a disposizione che in futuro non ci sarà.

Parliamo un pò di soggetti.

Lo so che un bel paesaggio può essere meraviglioso, ma a me non interessa (creativamente, intendo).Da quando ho 5 anni faccio ritratti o disegno donne, nude preferibilmente.
Quando ero più inesperta e credevo subito a ciò che mi dicevano, questo era un problema per me ("non sei una vera artista se non sai dipingere tutto" ; "non sei una vera artista se no
n senti il bisogno di disegnare ogni giorno").
Adesso che sono cresciutella di essere "una vera artista" non me ne frega proprio nulla e ho un pò più di cultura (potrei citare Amedeo Modigliani, senz
a nessuna pretesa di paragone, e zittire così i miei detrattori).
Sul fatto delle donne nude si son sprecate facili psicanalizzazioni saffiche e battute negli anni...
sul fatto dei ritratti, credo di essere una buona ritrattista, però c
'è un problema: IL SOGGETTO NON E' MAI CONTENTO ("sono somigliante, ma triste" ; "sembro più vecchio" ; "io ho il naso più piccolo!...")
Quindi preferisco ritrarre me stessa, così almeno non mi lamento...

ed ecco che ancora il campo dei soggetti si restringe (ma per fortuna ho nel taschino un'altra citazione: la grande Frida Khalo)
In conclusione quindi, ecco un pò di lalle attraverso gli anni.

lalla


una lalla in completo relax dipinta ai tempi dell'università, olio su masonite, 70x50.

SASSI IN EQUILIBRIO, una lalla dipinta in onore di Gauguin il giorno del mio compleanno, nel 2003, olio su masonite, 70x50.

una lalla Pierfrancescana del 2004, olio su cartone telato.
Aggiungi immagine
una lalla finita ieri (infatti nella foto ci sono alcune parti ancora bagnate che risultano traslucide come nella gota, nel sotto mento o nella mano). Lo so, non è granchè, Theo mentre la facevo mi guardava male... e in effetti non è un'immagine felicissima, la metto solo perchè voglio farvi vedere come sono oggi. olio su masonite, 50x35.

15/10/2008 - un po' di miei lavori...

Innanzi tutto, mettiamo le mani avanti.
Io non sono un'artista, sono solo una persona che sa disegnare e che sa tante cose sulla storia dell'arte. Cioè, su quelli che l'arte l'hanno fatta davvero.
Io invece, fin da quando ero piccola, disegno per divertimento, per lasciarmi andare, per farmi rapire dal processo creativo.
Non ho nessun messaggio da dare al mondo, non ho nessuna s
offerenza interiore da comunicare e non voglio rivoluzionare l'arte.
La verità è che mentre dipingo o modello la creta, sono felice e libera.
Il prodotto può risultare più o meno convincente, ma infondo mi interessa poco, non faccio questo per guadagnarmi da vivere. Faccio questo, e tanto altro, vivendo.


lalla

AUTORITRATTO, terracotta 18x35x10 (profondità) c.


ELIA, olio su masonite, 24x29.

DIVANO BLU, olio su masonite, 50x35.

IL CIELO DI PIAZZA SIGNORIA, olio su masonite, 35x50.

14/10/2008 - Ciao a tutti

Ciao a tutti, vi racconto in breve la mia vita, così chiudiamo l'argomento e non ne parliamo più.
Ho quasi 33 anni, ho raggiunto di corsa, ma con determinazione
e calma ogni obiettivo che mi sono posta. Da piccina non ho frequentato nessun asilo, ma ho scorrazzato libera per i campi fino a 5 anni e mezzo. Alle elementari sono stata una specie di bambina prodigio nel disegno, leggermente dislessica e molto asociale. Poi dalle medie, trainata da un inspiegabile senso del dovere, ho rivelato la mia vera natura: una super-secchiona (vispa per giunta). Quindi arrivano di conseguenza il 60/60 alla maturità artistica, il 110 e lode all'università di architettura conseguito non ancora ventiquattrenne e una cronica tristezza e solitudine. Per fortuna insieme all'università ho frequentato la scuola internazionale di comics, che per il lavoro non mi è servita proprio a niente, ma come agenzia matrimoniale sì: il mio compagno di banco si chiamava Theo. E' stata una storia d'amore molto bella, romantica e avventurosa, mi ha riscattato di una gioventù seriosa e monotona.
6 anni dopo ci siamo sposati, 3 anni dopo ci siamo allargati...
nel frattempo ho frequentato anche la ssis e sono entrata a far parte d
el temerario esercito di precari della scuola, mi son divertita a far la ceramista con impegno e buoni risultati e perfino a giocherellare in teatro.
Da quando è nato Elia, tutte le mie certezze e i miei interessi hanno perso di significato e l'unico pensiero fisso che valesse la pena di girare nel mio cervellino è diventato lui.
Fin dal primo momento che Theo l'ha messo sul mio corpo martoriato dalle flebo, dal catetere, dalle punture e dall'episiotomia, su quel corpo che non si poteva alzare e prendersene cura come tradizione vorrebbe, fin da quel momento ho deciso a mente fredda che c'era un unico modo per sopportare l'idea di quello strazio e non associarlo mai a lui. Quell'unico modo era non staccarlo mai più dal mio corpo e viziarlo nel modo più totale e deciso.
Ho tenuto fede a quel pensiero e, come faccio sempre, mi sono impegnata molto nel perseguirlo: ho consolato ogni sua lacrima, l'ho coccolato per ore, gli ho fatto millemila foto al mese. Elia è diventato la mia vita. Una mielosa tortura, una totale perdita di libertà (unico sfogo, scapparsene a scuola).
D'altronde come fare diversamente: è bello come il sole (le mamme, si sa, sono di parte), vispo come un fringuello, egocentrico come un attore e prepotente come un dittatore.
Solo un anno fa, quando ormai Elia aveva compiuto 2 anni, la mia mente è stata obbligata a liberarsi da questa dolce galera e a seguire la malattia del mio babbo, un periodo terribile che ha cancellato la mia consueta serenità per l'intero inverno trascorso. Quegli eventi si sono in parte placati, ma un leggero retrogusto di fiele avvelena il miele della mia vita.
Quindi, dopo questo scossone, tento di riacquistare un pò di spazio anche per me.
Di conseguenza questo blog in onore di Elia si chiama "il re dei sugolini", ma al suo interno ci saranno le mie "opere" di dubbio valore artistico, le mie esperienze a scuola, i proble
mi con la linea e anche le mie ricette di cucina...

a presto
lalla

p.s. so bene che "millemila" non è proprio una parola (anche "sugolini" se è per questo), chi mi conosce sa che non considero un normale vocabolario adeguato ai mei pensieri...