giovedì 28 gennaio 2010

lavori in corso 2

I lavori in corso al laboratorio di Sesto procedono in vista della mostra con sempre maggiore fermento ed eccitazione.
Ho fatto un po' di brutte foto col cellulare per documentare la nascita di una nuova scultura appena sistemata sul telaio a seccare.
E' ancora morbida, ma spero tanto di poterla cuocere in
tempo e portarla con me alla Galleria Mentana il 20 febbraio.
Non ha ancora un nome perchè l'ho modellata in modo spontaneo, senza aver fatto un progetto preciso.


Intanto "l'arcipelago" è finalmente finita e montata su un pannello ligneo.
L'ho portata a casa ieri, ogni tanto passo nello studio e la accarezzo un po'.
Come temevo, mi ci sono affezionata troppo ed ella esercita su di me un fortissimo fascino e un dolce effetto terapeutico.

lalla

"l' arcipelago", modellato in terracotta.
Larghezza 33, altezza 91, profondità 15 cm. circa.

venerdì 22 gennaio 2010

la prima vera mostra

Incredibile ma vero: partecipo a una mostra di pittura e scultura dal titolo "INDIVIDUAZIONI"!!!
Ora non eccitiamoci troppo, innanzi tutto non è una personale, ma una collettiva.
Inoltre non è un gran riconoscimento, ma è solo segno che potevo permettermi la quota di partecipazione.
Però, ad onor del vero, la proprietaria della galleria si è detta felicissima della mia partecipazione e ha predetto una lunga e proficua collaborazione...
si, "proficua", nel senso che le opere sono in vendita (ho deciso di correre il rischio, ipotizzando una certa scarsità di acquirenti e poi è arrivato il momento di capire se i miei quadri piacciono ad altri oltre che a me).
Aggiungerò maggiori dettagli più avanti.
Intanto posso dirvi che l'inaugurazione si terrà Sabato 20 febbraio alla
Galleria d'Arte Mentana in piazza mentana a Firenze.
Quell'infausto primo giorno sarò presente anch'io (in preda a un'orribile miscuglio di imbarazzo e soddisfazione, probabilmente scossa da tic, risolini isterici e ondate d'adrenali
na) e la TV Toscana (pronta a documentare il mio pietoso stato).
I miei lavori (dovrebbero essere 4 quadri e 2/3 sculture) rimarranno in mostra per 20 giorni, fino al 16 marzo.
Spero di non far eccessive figuracce e di conservare un buon ricordo del tutto.
E' troppo, vero, sperare che si tratti dell'inizio di qualcos'altro?

lalla


"poltrona Chesterfield", olio su masonite, 47,5 x 65 cm.

venerdì 15 gennaio 2010

Serena

Serena è un Dottore.
C'è una grossa differenza tra "fare il Dottore" ed "essere Dottore".
Lei è, non fa.
Passa gran parte del suo tempo in reparto, a Careggi.
Quest'anno ha lavorato 600 ore in eccedenza al suo orario, queste ore le verranno cancellate senza pietà dalla busta paga, le ha lavorate "non a scopo di lucro" direi, ma solo per il bene dei suoi pazienti.
Poi, quando stacca, dopo un turno massacrante di 24 ore, e se va verso casa per rilassarsi, magari le arriva la telefonata di qualcuno di famiglia.

Serena è mia cugina e qualche volta la rompipalle al telefono sono io.
Mi dispiace molto importunarla, ma mi fa anche piacere perchè ogni malanno è una scusa per parlare un po' con lei.
Quindi, oltre a seguire i suoi pazienti, ha tutta una ciurma di parenti piagnucolosi alle calcagna.
Lei si dedica a tutti, senza chiedere nulla e senza risparmiarsi, ha sempre un sorriso e un consiglio per ciascuno.
Spesso si scorda di mangiare o di dormire, tanto è presa dal salvare tutto e tutti intorno a se.
Il suo corpo minuto sprigiona una forza inesauribile.
Non sapendo come ringraziarla per avermi sempre aiutato, ho provato a ripagarla con l'unica cosa che forse so fare.

Dipingerla è stato un vero piacere, mi è venuta di getto, senza alcuno sforzo.

Non le ho reso giustizia perchè è difficile cogliere la bella luce che brilla nei suoi occhi vivi, spero che mi perdoni e apprezzi comunque.

lalla


Serena, olio su masonite, 30x40 cm.

giovedì 14 gennaio 2010

le mie metope

Non si può studiare tutta la vita l'arte antica, amarla come io la amo, e non esserne influenzati una volta scelta questa strada.
Dei greci ammiro soprattutto il senso di assoluto.
Si erano prefissi uno scopo: rappresentare attraverso l'arte la loro superiorità.
Non si sa come, ma alla fine hanno raggiunto la prefezione che tanto cercavano.
Per capire cosa intendo, ai ragazzi, a scuola, faccio sempre questo esempio: provate a chiudere gli occhi e a immaginarvi un rettangolo... fatto?
Adesso aprite gli occhi e ditemi: com'era il rettangolo?

Posso dirvelo io com'era: avete immaginato tutti la facciata del Partenone di Atene, il Rettangolo con la "R" maiuscola, quello della "sezione aurea".
Ecco cosa sono riusciti a fare i greci spingendo la loro ossessiva ricerca di perfezione fino a raggiungere le proporzioni intrinseche nell'essere umano, capaci di trasmettergli il senso di eterno e di vero.
Non lo hanno fatto solo in architettura, ma anche in scultura e in pittura.

La loro ricerca è stata tanto assoluta da lasciare un segno indelebile in tutta l'arte occidentale, tanto forte da tornare periodicamentre e sempre, tanto inevitabile da potersi definire "classica".
Però l'arte greca che è giunta fino a noi si è caricata degli inevitabili segni del tempo, è solo una rovina (in architettura), un frammento o una copia (in scultura), niente più che una descrizione scritta (in pittura).
La sua perfezione è stata scalfita, spezzata, erosa.

Forse proprio per questo irrompe nel nostro immaginario ancora più spettacolare e romantica.
Le metope greche sono elementi architettonici e scultorei che, alternati ai triglifi, componevano il fregio nel tempio dorico.
Non sono qualcosa di integro e finito, sono parti, frammenti di un insieme.
Stranamente però, anche decontestualizzate e appese in un museo, conservano il loro fascino
. Al di là del soggetto sempre diverso, ognuna raggiunge perfettamente, pur nella propria asimmetria e originalità, quel senso di assoluto e di vero. Il segreto è nella composizione delle parti, nell'armonia dei vuoti e dei pieni, nell'equilibrio dei segni.
Ed ecco le mie metope.
Sono anch'esse dei frammenti, parti di un'insieme (di un corpo).
Non possiedono la forza delle loro antenate e per questo acquistano un senso solo se poste l'una accanto all'altra.
Nella loro precarietà cercano, timidamente, di catturare quell'attimo di eternità e di assoluto tanto cari alla classicità.


lalla


metope, olio su quattro pannelli di masonite 25x25.


metopa 1



metopa 2


metopa 3


metopa 4