lunedì 17 luglio 2017

la prova costume incombe, affrontiamola all'americana

Possiamo nascondere il nostro corpo più o meno tutto l’anno e far finta che non ci interessi, ma da maggio in poi i centimetri di tessuto sulla pelle diminuiscono drasticamente e adesso è luglio, è davvero caldo, non ci resta che andare al mare e così, ogni giorno, la prova costume incombe su di noi povere e smagliate mortali.
Cioè, una può anche andare in giro strombettando che non gliene importa niente dell’aspetto esteriore, che conta essere bella dentro, che ognuna lo è a suo modo e bla, bla, bla… ma non è facile non interessarsene davvero (a come siamo fatte, a quello che si vede da fuori) anche perché i messaggi sono contrastanti e ci bombardano da quando eravamo fanciulle.
Da bambina ti salvi, ti senti bellissima in qualunque mise, hai un ego immenso: ti basta infilarti un tutù e sei certa di muoverti meglio di una ballerina della Scala o ululare in un rotolo di carta igienica finito per convincerti di saper cantare meglio della Callas!
Poi ti arriva tra capo e collo l’adolescenza e ingrani la retromarcia dell’autostima, da quel momento ti trasformi in un’esperta esteta in grado di calcolare con matematica certezza ogni millimetro di differenza del tuo corpo dallo standard di proporzioni perfette, addio serenità. Anche il “non starti sempre a misurare, sei bella come sei” della propria mamma non risulta molto credibile dato che la stessa lo pronuncia sfogliando un Novella2000 dove una starletta a caso dal corpo semi-divino è stata paparazzata in spiaggia e campeggia in copertina con un cerchio rosso sul culo e la scritta “ha la cellulite!”
La guardi con grande pena, poraccia, neanche avesse ammazzato qualcuno, magari passa 4h al giorno in palestra e in quello scatto stava pure facendo una torsione esagerata della coscia. Questo incubo della cellulite comincia a torturare i tuoi sogni di dodicenne, desideri che il tuo seno cresca, che i tuoi fianchi diventino morbidi, ma allo stesso tempo temi il lato oscuro delle forme… le mamme sussurrano sotto l’ombrellone “tutte le donne hanno la cellulite”… alla fine lo accetti come un fatto ineluttabile, succederà anche a te e sarà terribile girare con un cerchio rosso sul culo.
E va avanti così per un bel po’ di tempo, ti senti un cesso proprio mentre stai sbocciando, ti sembra che ogni essere dotato di sguardo lo stia posando proprio lì, sul tuo orribile difetto (una bischerata che in realtà noti solo tu) e cerchi di nascondere il tuo corpo il più possibile proprio quando avresti il diritto di girartene nuda dalla mattina alla sera perché sei uno splendore e non lo sai!
Diventando adulte tante insicurezze passano, alla fine questa cavolo di cellulite non era poi così tremenda, non è arrivata strombettando a devastarti le membra. Diciamo che esiste un breve periodo in cui ti consideri di nuovo belloccia, se sei fortunata una decina d’anni (dai 20 ai 30), in cui senti di giocarti le carte migliori e sei felice che arrivi l’estate anche perché sei fiera di indossare un bikini in pubblico (trattenendo il fiato). 
Dura poco. Le cose non migliorano invecchiando, siamo fatte di ciccia biodegradabile, va bene che man mano ti senti più sicura e abbastanza superiore rispetto a tutta questa storia dell’aspetto fisico… ma ti senti anche più pendente, c’è poco da fare!
Al giorno d’oggi poi ci sono i social network, c’è sempre più voglia di mostrarsi (barando) migliori di quello che siamo, ci sono i filtri (anticellulite?), c’è photoshop (per le starlette e i comuni mortali), è tutto patinato e non è tollerata più alcuna traccia di imperfezione. E allora tutte a gettarsi disperate nei saldi alla ricerca dei magici 40cmq che ci trasformino da noi stesse in J.Lo... e qui aprirei una piccola parentesi sulle commesse di costumi, creature infide che spingono verso incauti acquisti le ignare vittime con un bieco doppio gioco, prima deprimono con un “posso siutarla…Signora”, poi propongono un bikini succinto o un improbabile intero con lacci sadomaso che non sarebbe stato bene neanche a Kim Basinger in “9 settimane e ½” spergiurando che “le sta benissimo, sembra una ragazzina”… e giù a strisciare la Visa!
Ma hai voglia a fare shopping, fotografarti trattenendo il respiro, filtrarti e photoshopparti come Mariah Carey, alla fine arriva per tutte il momento di andare in spiaggia nella vita reale, anche per Mariah. Ora, magari Mariah non deve arrivarci come me: arrancando sotto il sole cocente carica come uno sherpa, spingendo un passeggino e trascinandosi dietro tutta una serie di indispensabili attrezzature di svago-bimbi che manco degneranno di uno sguardo. Magari lei non è mai arruffata e sudata come me, ma come saggiamente proclamavano le nostre mamme e come finalmente posso dire anche io “tutte le donne hanno la cellulite” perciò anche lei e aggiungerei un bel “tiè!”
 
Sono tornata adesso da New York City, vorrei dire due cose che c’incastrano con l’argomento di questo post.
Prima cosa, mi sono rotta le scatole di dover per forza essere bella, di dover sembrare sempre a posto, di dover mettere in valigia un sacco di vestiti e scarpe magiche che ti fanno sentire più fica (e più scomoda) e poi indossare per tutta la vacanza sempre le solite tre magliette e le solite scarpe basse. Le valige pesano porca miseria! Ma perché mai tutta ‘sta pantomima? Siamo in vacanza o no? Rilassiamoci!
Così ho cominciato a togliere tutte le cose che non fossero comode o che avessero un buon 70% di probabilità di venirsene solo a fare un giro in valigia senza uscirne mai… togli, leva, alla fine ho deciso di non portarla proprio la valigia, ho viaggiato solo col bagaglio a mano.
“Ma come, vai a NYC senza valigia anche se ci sono 23 kg di bagaglio in stiva gratis?”
“Che me la porto a fare una valigia vuota?”
“Ma laggiù devi fare shopping! Hanno dei vestiti bellissimi che non costano nulla, le Nike te le tirano dietro a 14 dollari! Dove lo metti tutto quello che comprerai?”
“Se proprio mi si scatenerà la vena compratrice (cosa che dubito), mi comprerò anche una valigia”. Sono stata irremovibile, e meno male.
Ora, secondo voi, in una settimana che me ne stavo lì, con tutto quello che avevo da esplorare, fotografare, scoprire, assaggiare, sprecavo del tempo a fare compere? Manco lo trovo a casa!
E poi, scusate, ma avete mai guardato con attenzione i turisti americani in Italia? Con tutto il bene che gli si può volere, vi sembrano eleganti? Forse sarebbe il caso che se la portino loro a Firenze una bella valigia da riempire di vestiti, no? E col cavolo che le Nike te le tirano dietro… costa tutto tantissimo a NYC!
Seconda cosa, visto che stiamo parlando di aspetto fisico, le newyorkesi non sono tante star di Hollywood ma una massa di donne tutta accozzata, bianche di tutte le taglie, nere quasi sempre enormi, orientali piccolissime. Sembra che le varie etnie non si siano mescolate per niente tra loro e di “belle” ce ne sono davvero poche, ma non sono complessate e questo, alla fine, è “bello”. I primi giorni sono rimasta un po’ sbalordita nel vedere signore e ragazzine extralarge fasciate in canotte aderenti e minuscoli short, esporre con orgoglio i rotoli di grasso e le floride cosce cellulitiche (loro sì che ce l’hanno!). Poi, pian piano, hanno iniziato a piacermi sempre di più. Sì, perché c’è del bello anche nel cattivo gusto, nell’accettarsi e vestirsi come cavolo ti pare, anche quando “non te lo puoi permettere” (e chi l’ha stabilito?), ma che ganze queste americane, sono proprio libere e coraggiose!
Le ammiro, sì, ma comunque no, io non me le compro lo stesso le magliette aderenti sulla pancia e tantomeno i bikini bondage, è bene che le commesse di Intimissimi e Calzedonia se ne facciano una ragione: io non sono americana, sono terrona dentro e voglio l’intero nero!


lalla
P.S. Questa foto me l’ha scattata Elia. Niente tacchi, niente posa, niente photoshop, niente filtri. Sono solo io, alla fine abbastanza fiera delle gambe ancora piacenti nonostante gli anni che passano e i chili di troppo, delle mie proporzioni strane, del busto corto e del seno grande (da ragazza avrei dato tutto per una vita sottile, mi sembrava di assomigliare a una lattina con le poppe!). In questa foto nessun trucco tranne la spiaggia che tanto autentica non è: sembrano i Caraibi, invece siamo a Rosignano e la sabbia candida è frutto degli scarichi industriali della Solvay!
P.P.S.S. Sono molto di corsa, vado di nuovo al mare con i bimbi (a fare la sherpa) ma se ce la faccio scriverò un post tutto su NYC che è davvero spettacolare!