domenica 23 dicembre 2012

Buon Natale, col fiocchetto rosso


In casa nostra festeggiamo il Natale con due giorni di anticipo perché abbiamo il fiocchetto rosso.
Il 23 dicembre di sedici anni fa (oddio, ero proprio una ragazzina!), in un’auto parcheggiata nel piazzale Michelangelo (per una che veniva dalla campagna, faceva parecchio esotico), ai piedi di un enorme e scintillante albero di Natale, proprio poco prima del cornicione, con davanti tutto lo spettacolo dei monumenti di Firenze illuminati dalle luci vibranti sotto la pioggia, dopo esserci scambiati i doni natalizi, io e Theo ci siamo dati il nostro primo bacio.
Eravamo compagni di banco alla scuola di fumetti da due anni, da uno giocavamo a “migliori amici” e “Cecco mi tocca”, ma solo da un mese uscivamo insieme (mi veniva a prendere in auto da Empoli fino a Reggello, mi portava al cinema a Firenze, poi mi riaccompagnava a Reggello ed infine tornava a Empoli, quattro ore di guida per due ore di film, a me pareva una follia, ma lui sembrava contento, mal vorsuto...).
Era chiaro all’intero universo quanto fossimo cotti, ma lui cincischiava, non si decideva, voleva farla sembrare una cosa poco importante, così la sera precedente quel primo bacio gliel’avevo negato, non la volevo una storia come tutte le altre, io volevo il fiocchetto rosso.
Da quella sera, dalla mattina seguente, ho avuto il mio fiocchetto e me lo tengo stretto. Theo è proprio giusto per me, è la chiave della mia felicità. Abbiamo condiviso tutto, era con me quando è venuto al mondo il nostro splendido Re, era con me quando la nostra sfortunata principessa l’ha lasciato, è con me ogni giorno a prendermi in giro e a condividere le stupidaggini e le cose serie di questa bellissima vita.
Gli scienziati sostengono che non esista l’amore, che quello che proviamo sia solo uno squilibrio di serotonina. Un filosofo, non ricordo bene quale, mi pare fosse tedesco, era della stessa idea, diceva che l’unico sentimento possibile per l’essere umano è l’invidia. E’ l’invidia che muove l’umanità verso le scoperte, le guerre ed il progresso. E va bene, allora io sono una persona senza sentimenti, perché non invidio proprio nessuno. Me ne sto tranquilla nella mia caverna come una qualsiasi donna preistorica, abbacinata dagli istinti primordiali, dall’attaccamento verso il mio cucciolo e verso il mio compagno (entrambi inevitabili a garantire una prosecuzione della specie). Me ne sto qui ad intrecciare giunchi con un sorriso ebete, a sollazzarmi nella mia illusione di felicità, senza inventare nulla e senza contribuire ad alcun progresso. Finché dura.
Tra qualche mese, o qualche anno, Theo potrebbe anche incontrare una bella ragazza capace di farlo sentire di nuovo un aitante conquistatore, mollare la gallina vecchia per la nuova, può succedere, io che ne so, non sono mica veggente, nessuno lo è, nemmeno quei gufi dei Maia.
Potrebbe, ma anche no, e fino a prova contraria continuerò a sentirmi il fiocchetto rosso e a festeggiare il Natale con due giorni di anticipo.

lalla

P.S. Theo si arrabbierà molto per questo post, non vorrebbe mai che parlassi di lui, ma è inutile che faccia finta di odiare il romanticismo e pure il Natale, io so che anche lui vive sereno nella nostra caverna, che come me pende dalle labbra del nostro piccolo Re e si lascia illudere dalla serotonina, lo so ed è soprattutto questa consapevolezza a rendermi felice.

mercoledì 19 dicembre 2012

percorso netto

Cerco di essere una buona mamma, spero di essere una brava insegnante, so di essere una pessima sportiva. Ma soprattutto c'è una cosa che sono stata, che sono, e che, volente o nolente, sarò per sempre: una schifosissima secchiona.
Non ho mai preso un'insufficienza al liceo, non sono mai bocciata ad un esame universitario, nè ad alcuna selezione, piazzandomi sempre, inesorabilmente, nei primi posti ed ottenendo sempre, inesorabilmente, il massimo dei voti. Ogni volta, negli anni, ho giustamente attirato su di me una buona dose di antipatia e invidia. Questa volta non è stata l'eccezione che conferma la regola, quando il tecnico ha letto il mio rilustato, ho riconosciuto perfettamente lo sguardo dell'intero gruppo dietro di me, che non ha superato la prova, quello sguardo che dice "se avessi un coltellino svizzero la sgozzerei".
Chi mi conosce pensava, sapeva, che sarei passata. Io stessa pensavo, sapevo, che sarei dovuta passare e proprio per questo temevo fortemente di non farcela. Ed è sempre stato questo a fare di me una secchiona, una terrificante paura di sbagliare. Non mi sono mai affidata al caso, il "speriamo che vada bene" non fa per me, non mi tuffo nel vuoto, mai, non me la sento. Per paura di far male alla fine esagero e strafaccio.

Questo risultato ai fini del concorso non serve a niente, la mia prova sarà valutata nello stesso modo di quelle superate sbagliando fino a 10 domande. Quando ho terminato il test ero consapevole di averlo superato, ero incerta solo su una risposta, poi è comparsa questa schermata e, un po' mi vergogno, ma ve lo confesso, mi ha fatto piacere. 
Negli ultimi giorni mi ero fatta tramortire dall'ansia, l'altro grande motore della mia vita insieme al senso del dovere. Da domenica sera non riuscivo più a dormire, avrei fatto un vero casino se fossi arrivata in quello stato davanti al quel malefico monitor di computer. Poi, ieri mattina, ho smesso di arrovellarmi il cervello e mi sono messa a disegnare per rilassarmi un po', mi sono resa conto che la questione mi era sfuggita di mano. Per quale motivo era diventato così importante passare? In fondo lo sappiamo tutti che poi arrivare nei primi 8 sarà pressappoco impossibile. E allora perchè ci tenevo così tanto?
Mi conosco piuttosto bene, so di avere anch'io le mie piccolezze.
La verità è che era diventata solo una questione d'orgoglio. Non riuscivo ad ammettere con me stessa la possibilità di essere giudicata "non all'altezza" da un cavolo di computer, che la mia logica si fosse arrugginita, che stessi invecchiando, cerebralmente parlando.
Tanto per capirsi, come quei quaranta/cinquantenni che si svegliano un giorno, sentono un dolorino alla schiena, nello specchio vedono troppe rughe o fanno fatica a portare una valigia, quindi presi dal panico si mettono ad allenarsi tutti i giorni per correre una maratona e dimostrare agli altri, ma soprattutto a se stessi, di essere ancora giovani.
Gli anni stanno passando anche per me, come ho già detto sono una pessima sportiva quindi l'opzione maratona era inattuabile, diciamo che ho deciso di gareggiare in un campo dove avrei potuto dimostrare agli altri, ma soprattutto a me stessa, di potercela ancora fare.
Maratone, sportive o cerebrali che siano, sono chiaramente del tutto inutili, tanta fatica sprecata, niente può cambiare la realtà: che io sto effettivamente invecchiando e che con il mio tanto osannato cervellino non sono mai riuscita a combinare granchè.
Ricapitoliamo: questo risultato non conta niente ai fini concorsuali, nè cambia niente su quali siano i miei affettivi meriti o demeriti... 
vabbè, per lo meno non mi rovinerà il Natale!

lalla

mercoledì 5 dicembre 2012

mi impegno anima e corpo in attività stupide

Non sono molto reperibile in questo periodo perchè mi sto impegnando anima e corpo in una delle mie solite attività stupide.
Intendendo per "attività stupida" qualcosa che richiede un impegno enorme, che si mangia ore, giorni e perfino mesi della tua vita e che con grandissima probabilità non ti porterà mai a nulla.
E' la storia della mia vita.
Mesi (anni?) a dipingere, sperando di poter trasformare questa inutilissima dote in un lavoro, oppure anche solo a far finta di avere qualcosa da dire, quando in realtà io con la pittura non voglio dire proprio niente di niente a nessuno e se ne sono accorti tutti fin troppo bene...
mesi e mesi a scrivere la sceneggiatura de "il volo di Emma" e a preparare 10 tavole di prova per sentirmi dire che il mio non è un soggetto "di un benchè minimo interesse commerciale", che disegno bene e che un giorno, chissà quando, forse mi daranno una prova da fare...
mesi e mesi a scrivere il racconto de "il Re dei Sugolini" divertendomi e pensando, in quei momenti, che stavo facendo qualcosa di bello ed importante, che un giorno magari avrei potuto perfino illustrarlo, per poi capire, dopo averlo fatto leggere a pochi e clementissimi parenti, che scrivo in modo dimosogeneo e che quello che scrivo altro non è che un diario delle mie emozioni, che non potrebbe mai interessare nessuno tranne me...
e adesso, mesi e mesi a cercare di avvicinarmi all'inglese il più secchionescamente possibile, facendo esercizi su esercizi, illudendomi persino di essere diventata bravina, per poi scoprire, la settimana scorsa, una volta usciti i test preselettivi del concorsone, che il mio è un livello B1, tragicamente lontano dal B2/C1 richiesto...
eppure mi sono messa sotto sul serio, tutte le ore e tutti i minuti che posso dedicare a preparare quel dannato quiz li sto sfruttando fino in fondo. Sono un mulo e non mi fermerò fino al 18 dicembre, quando, alle ore 15.00, dovrò sedermi davanti a uno schermo e dimostrare in 50' allo stato italiano di non essere deficiente (anche se effettivamente lo sono: deficito sia in inglese, sia nelle competenze digitali, sia nella quantità di sangue freddo). Non sono bocciata in nessuna delle simulazioni che ho svolto, la logica mi aiuta parecchio, ma sono pronta a bocciare nell'unica che conta, quella che mi permetterebbe di accedere al concorsone...
e se passassi? Sarebbe comunque inutile, ecco perchè, fondamentalmente, si tratta dell'ennesima attività stupida.
Una volta superata la preselezione (consideriamolo possibile, stasera voglio accedere in ottimismo), dovrei sostenere a inizio anno due scritti inerenti alla mia materia e guadagnare ottimi voti (consideriamo possibile pure questo, un po' di fortuna ci sta), quindi ammaliare la commissione a primavera facendo una lezione (ok, se, dopo 9 anni di insegnamento e un'innata propensione all'esibizionismo e al teatro, non riesco a fare quella è bene che mi dia all'ippica) ed infine sostenere una conversazione in inglese di circa 15' (e qui, ottimismo a parte, almeno che non mi rapiscano gli alieni prima del colloquio, mi sembra assai improbabile fare una figura decente)... se, alla fin dei salmi, sfoderando tutte le armi a mia disposizione, anche le più vili,  riuscissi a piazzarmi nei primi 8 (questo è il numero di posti in Toscana per la mia classe di concorso) avrei miracolosamente diritto ad accettare (non a scegliere) una sede in Toscana offertamisi nei prossimi 3 anni...
Prospetto scenari di tregenda:
1) boccio il 18, o a uno degli step seguenti, rimango precaria a vita e pace all'anima mia.
2) supero tutte le prove brillantemente e mi piazzo al 9° posto, che sarebbe come dire: "arrivederci e grazie".
3) supero tutte le prove brillantemente ed entro nell'olimpo dei primi 8!!! Che faccio quando, tra due anni, mi offrono un posto a Massa Carrara?
Condiderando altamente probabile la prima e pochissimissimo probabili le altre due, penso che me ne andrò a letto piuttosto serena...

lalla

martedì 30 ottobre 2012

Giulietta e altre cose belle

Oggi alla simulazione del test di preselezione per il concorsone sono passata, evviva! Ieri ero bocciata...
mi sembra leggermente un terno al lotto, è meglio che ci pensi poco altrimenti perdo la testa.
Ed in effetti non lo faccio, quasi mai, penso solo positivo.
Per esempio, che a scuola va tutto bene. Per la prima volta ho due classi che avevo lo scorso anno! Peccato che abbia solo quelle due. Peccato che se passano certe riforme proposte dal governo, dal prossimo anno non avrò più neanche quelle...
no, no, no: ho detto solo pensieri positivi!
Quando la mia sveglia suona all'alba, mi alzo, mi preparo in fretta e poi guido per 45' col sorriso sulle labbra pensando a dove sto andando, alle tante cose di cui voglio parlargli, non vedo l'ora di arrivare, di salutarli, di cominciare il racconto...
il mio lavoro, lo so, è il più bello ed importante del mondo.
Ed il mondo è pieno di cose belle a cui pensare.
Per esempio, alla piccola Giulietta, il cui sguardo pungente sbuca a sorpresa da sotto ciuffi di morbidi ed eterei capelli castani. E' uno sguardo vivo e furbo, è lo sguardo di chi la sa lunga, è lo stesso sguardo che mi lanciò dalla cullina vitrea dell'ospedale quando ci incontrammo la prima volta, dopo solo un'oretta che era venuta a stare sulla terra. Quegli incredibili occhi scuri, così simili a quelli della sua grande mamma, hanno il pepe dentro e la rendono irresistibile.

lalla
Giulietta, matite colorate su carta cotone 20x30 cm.

mercoledì 17 ottobre 2012

sentirsi bene

Lo so che fuori piove un giorno sì, uno no, e un altro sì,
lo so che le analisi del fegato stavolta hanno detto picche (ma io me l'aspettavo dopo una cena dall'indiano che mi fatto letteralmente vedere i sorci verdi),
lo so che non ho il fisico da pin-up (e non ce l'ho mai avuto),
lo so che non sono bionda col naso all'insù e che non indosso i tacchi con questa nonchalance,
lo so che se me ne andassi davvero in giro per le strade gnuda e cruda le forze dell'ordine probabilmente non comprenderebbero il mio stato d'animo e opterebbero per l'arresto,
ma che volete che vi dica,
io in questi giorni mi sento così,
ed è un bel sentirsi!
lalla


"Pin up", china, matite colorate e acquerello su carta, 30x40c.

sabato 6 ottobre 2012

Enrico, come nel Rinascimento

Oggi sono rimbalzata alla mia seconda convocazione scolastica, quindi per adesso sono ancora ufficialmente disoccupata. Non me la prendo troppo, anzi sono già pronta a rimbalzare col sorriso anche alla mia prossima chiamata di lunedì. Intanto sto facendo carte false per cercare di tornare nelle mie due classi dell'anno scorso a Campi Bisenzio. Due giorni in sù e in giù in auto per fare 4 ore di lezione alla settimana, economicamente sarebbe un suicidio, ma so che, se potrò farlo, lo farò. Sento già i brividini per la schiena al pensiero di poter afferrare, per la prima volta, la continuità didattica...
e adesso smettiamola di gufarci e passiamo ad altro, ieri sera ho consegnato un ritratto su commissione (non vale la pena esaltarsi troppo dato che il committente era mia sorella!). Però un po' di merito me lo prendo, perchè era un ritratto particolarmente difficile: avrebbe dovuto unirsi a quello di Chiara del 2009 per crare un dittico e andava fatto in segreto (quindi senza poter far posare il soggetto). 
Ora, io di solito lavoro così: convinco la cavia a passare con me un'oretta, io e lei da sole, quasi sempre tra una chiacchera e l'altra la faccio denudare, la avvicino, le giro intorno, la guardo, scelgo pose e luci, la fotografo. E' qualcosa di molto intimo, fondamentale per permettermi di scoprire tutte le sue peculiarità, non solo fisiche, ma psicologiche. Dopodichè la mia documentazione fotografica è tanto ricca, personale e approfondita da permettermi di dipingere in santa pace.
Non potendo lavorare come al solito, ho provato a lavorare come facevano i pittori del Rinascimento: fare una sintesi ed idealizzare. Con Enrico è stato possibile perchè è una persona che conosco da dieci anni. Ho fatto un disegno preparatorio molto dettagliato creando dal niente una posa, un chiaroscuro e un'espressione, cercando con tutte le mie forze di distillare "Enrico" da quella misera documentazione di cui disponevo (fotacce col flash e il sorrisone scattate ai compleanni o al mare, col sole negli occhi e i contrasti cromatcici bruciati).
E' stato rischioso, è stato bello. 
Ciò che ne risulta è sicuramente meno aderente al vero di come sarebbe stato se avessi avuto una foto, ma è in fondo più sincero: è ciò che davvero penso di lui, come lo vede la mia testa e non come lo vedono i miei occhi (o peggio ancora l'obiettivo della mia Canon).
E messo accanto a Chiara a per mio funziona. 
Lei è una maestosa valchiria, piena di fuoco, lui un filosofo meditabondo, più silenzioso e mite, ma non meno forte, alla fine, dei due, è lei che guarda a lui.
lalla

 
"Chiara ed Enrico", olio su masonite

venerdì 28 settembre 2012

il Re ha 7 anni

Ho pochi minuti,
poi vado ad anglosassonarmi un po'... 
solo il tempo di mettere su questo. Tanto per ricordare che l'estate non è stata bella solo perchè era vacanza/caldo/mare/gioia/spensieratezza, ma anche perchè il 29 luglio abbiamo festeggiato il 7° compleanno del piccolo Elia.
Auguri!
lalla
 

















"Elia, 7 anni", matite colorate su carta, 33x30 cm.

sabato 22 settembre 2012

noi disegnatori venderemo cara la pelle

Ieri mi sono davvero spaventata.
Mi è capitato di rileggere il post di settembre dell'anno scorso: era identico a quello che ho scritto una settimana fa.
Io odio le situazioni di stallo, sono le peggiori.
Nove anni che lavoro nella scuola, nove anni che vivo nell'incertezza, non tanto dell'immediato, quanto del futuro. Il numero di studenti per classe sale, i posti per gli insegnanti scendono. 
I tagli al bilancio stanno sventrando la scuola, ma poco importa. Perchè in Italia, il paese dell'ingegno, della storia e della cultura, se insegni sei univocamente considerato uno scansafatiche, uno che ruba lo stipendio senza lavorare.
La mia classe di concorso ("Disegno e Storia dell'Arte") viene lentamente cancellata, tolta dai vari licei, rimane adesso solo allo scientifico. Che cos'ha l'attuale Ministro dell'Istruzione in comune con tutti i suoi predecessori? Odia la Storia dell'Arte e soprattutto il Disegno. Perchè in Italia, il paese del bello, dell'arte e del gusto, se disegni sei univocamente considerato uno strambo, un'artista squilibrato ed inaffidabile (non è un caso che Theo lavori per la Francia).
E siccome i governi (schifosi, corrotti o semplicemente flosci che siano) sono lo specchio della società che li elegge, fanno bene i vari ministri a tentare di cancellarci tutti, lavorativamente parlando, intendo.
E soprattutto me, che sono piena di tanti buoni propositi, ma inadeguata, ansiosa, poco moderna, un po' dislessica, non abbastanza europea (io che mastico poco l'Inglese e l'Informatica).  Ieri ho fatto questa simulazione gratuita del test di preselezione al concorsone.

Il "NON AMMESSO" in rosso significa "BOCCIATO", per chi non fosse dell'era politicamente corretta.
A Dicembre mi toccherà vedere come andrà quello vero, ma ancora non m'arrendo, sarò anche antiquata, ma almeno vendo cara la pelle.
 
Intanto studio Inglese e ogni tanto mi faccio anche un giro sull'Isola dei Sugolini (il libretto che ho scritto è al vaglio di alcune persone fidate pronte a stroncarmi).
Questo è un primo esperimento di illutrazione, non è proprio come doveva essere, fatico a tirare fuori uno stile personale e accattivante, rimango sempre me stessa (anch'io un po' floscia come il governo).
Però non è neanche così male: somiglia un po' ad un capoverso miniato, i due bimbi si divertono e, per chi non l'avesse capito: io adoro l'azzurro!

lalla

mercoledì 12 settembre 2012

settembre

Settembre.
Ed ecco che, puntuale come le bollette del gas, arriva un filo di depressione stagionale.
Come potrebbe non essere così?
Prima cosa: è già passato un mese dal nostro rientro a casa, io adoro viaggiare e quell'effimero senso di conforto per essere tornata al sicuro nella "cuccia" è come al solito durato non più di un'oretta (dopo di che, rendendomi conto dell'inevitabile fine delle vacanze, avrei voluto scappare via urlando).
Seconda cosa: le giornate si occorciano inesorabilmente e comincia ad essere umidiccio e anche un po' freddino (che nostalgia  gli estivi 38° alle sei di sera e la siccità).
Terza cosa: mi scoloro, ho di nuovo la mia solita faccia verde oliva del cavolo invece di quel bel visino cioccolato che mi regala una settimana di mare.
Quarta cosa: il mio lavoro è sempre più incerto, non si sa nulla di come, di quando, o di se, insegnerò...
eppure, nonostante le moleplici storture da associare a questo mese oggettivamente pessimo, io quest'anno me la cavo proprio bene. La depressione sopracitata si riduce ad un lievissimo retrogusto di malinconia.
Probabilmente mi aiutano un po' di progetti da portare avanti, in attesa di un impiego e con Elia occupato a scuola, ho finalmente il tempo per seguirli.
Primo: sto studiando inglese (sono alla unit six del mio fantastico libro), ci sto provando davvero, un po' è frustrante, un po' è anche divertente.
Secondo: ho un ritratto da fare, una commissione difficilissima, ma non vedo l'ora, evviva!!!
Terzo: a fine settembre esce il bando del nuovo concorsone della scuola, sarà la prima volta per me, che emozione! A ben pensarci non è che sia poi questa occasione pazzesca, nella mia materia ci saranno, se ci saranno, 3 posti in tutta la regione Toscana e 1000 disperati a litigarseli. Oltretutto esiste anche l'eventualità di umiliarmi a Novembre bocciando i test attitudinali...
No, adesso non voglio pensare nè al concorsone, nè tantomeno a Novembre, un mese deprimente alla volta!  Prima digeriamo Settembre, poi Ottobre, poi Novembre, infine Dicembre e poi saremo finalmente fuori dall'autunno, che è il mio vero tallone d'Achille!
E a ben vedere nel mezzo all'autunno ci sono un sacco di belle ricorrenze, Natale e compleanni vari. Ma sì, mi sento ottimista, saprò riempire con attività ed invenzioni anche quelle seratacce piovose di Novembre con il buio pesto che ti aggresce alle 16.30...
ottimista, ma non scema: continuo a preferire quelle splendide serate di Luglio, dopo che hai corso e sudato mezzo nudo per l'intera e lunghissima giornata, quando finalmente alle 21.00 il cielo si tinge di rosa, la temperatura molla giusto quei 2-3 gradi e ti senti in paradiso!

lalla

martedì 26 giugno 2012

voglia di vacanze e di eritema

Volevo fare tutto per benino: ho comprato il libro per prendere la patente europea del computer, ho programmato di sfruttare questi 2 mesi per provare ad imparare qualche parola di inglese (per l'ennesima volta), ho procurato anche i libri per i compiti estivi ad Elia... tanti buoni propositi, ma la verità che nessuno dei due ha più voglia di fare niente.
Abbiamo solo voglia di vacanze (ce l'avrebbe anche quel pover'uomo di Theo, ma lui è un "libero professionista", orribile definizione che significa che per portare a casa la pagnotta deve lavorare parecchio e bene, anche quando altri possono permettersi di cazzeggiare). 
Va detto che Elia le vacanze se le è meritate proprio tutte (io forse no, ma mi accodo volentieri), a scuola la sua originalità e la sua mente così stravagante sono state molto apprezzate. Ha ottenuto lodi e voti stratosferici e qualche rimbrotto perchè perde troppo tempo con la testa tra le nuvole... loro non sanno che il Re ogni tanto ha bisogno dei suoi momenti da dedicare al proprio regno sull'isola dei Sugolini.
E quindi: vacanza, vacanza, vacanza!
Siamo già stati a Strasburgo due week-end fa, invitati dall'organizzazione del festival di BD, il babbo a lavorare, noi due a fare gli ospiti bighellonanti. Ci siamo divertiti tutti moltissimo, il clima era primaverile e la città bellissima (case medioevali, cattedrale (che è piaciuta molto ai più grandi), canali con chiuse, battello, museo con kandinskij (che è piaciuto molto a me) ed un "uomo di cacca" (che è piaciuto molto ad Elia), tram, parlamento europeo, parco con mini-zoo e barchette a remi sul lagnetto (che sono piaciute ad entrambi i bighelloni).
Sabato e domenica abbiamo fatto la prima puntatina al mare.
Che poi le vacanze non sono mai rose e fiori come te le immagini (prima) mentre le organizzi o come te le ricordi (dopo) riguardando splendide foto. Durante, fai una fatica bestia.
Soprattutto al mare: ogni giorno preparare borsoni carichi di provviste e suppellettili è uno sfinimento, una volta raggiunta la spiaggia la macchina dovresti mettertela in testa, nel pomeriggio ritornare ai parcheggi lontanissimi sotto il sole carichi come muli è una vera ritirata di Russia, alla fine, crema o no, ci piglia sempre l'eritema (orribile sventura pizzicante che inaugura la stagione estiva regalandoti almeno 3 giorni di martirio in cui ti scorticheresti la pelle a morsi, soprattutto Theo è una vittima sacrificale).
Eppure ci garba lo stesso.
Guardate questa foto del piccolo Re alle spiagge bianche di Rosignano, sembra un cartellone pubblicitario, sapeste come rideva schizzandosi con Theo, saltando i cavalloni o tentando per la prima volta il bagher, soda inquinante ed eritema compresi, com'è possibile che non ne sia valsa la pena?

lalla
















 P.S. Ripartiremo tra due giorni (girelloni, eh?) per un week-end a Venezia in occasione dei primi 10 anni di matrimonio di mammalalla e babbotheo (vecchiotti, eh?) e a fine luglio ci aspetta la Sardegna... chi si ferma è perduto!

domenica 10 giugno 2012

la pittura è terapeutica

Qualche giorno fa mi è successa una cosa spiacevole. 
Io sono molto brava ad affrontare le cose spiacevoli e a buttarmele dietro le spalle. 
Molto brava davvero.
Devo però confessare che sul fondo persisteva un po' d'amarezza.
Poi mi sono ricordata che c'è una cosa che posso fare e che mi fa stare bene.
L'ho fatta e, come sempre, ha funzionato.


lalla
































"Autoritratto con sciarpa di seta", olio su masonite, 50x41 cm.

domenica 13 maggio 2012

far contenti tutti è un difettaccio, le mamme lo sanno

Durante le ultime settimane piovose ho distillato una verità su me stessa, ed essendo notoriamente metereopatica, non è stata una bella scoperta. 
La verità in questione è che il motore propulsore di tutta la mia esistenza è cercare di fare tutti contenti qualunque cosa faccia.
"Qualunque cosa" significa anche comprare il pane, e questo non è un pregio.
Primo, perchè mi condanna ad un'eterna ansia da prestazione ed ad una perpetua frustrazione da fallimento (è matematicamente impossibile fare contenti tutti). 
Secondo, andando un po' più a fondo nella questione, perchè si tratta solo di un bisogno egoistico. Io sopravvivo grazie ai sorrisi della gente, agli sguardi di approvazione, ai complimenti. Mi sento contenta ed in pace con me stessa solo quando sento di aver soddisfatto gli altri, non ho abbastanza autostima per fregarmene nemmeno del giudizio della fornaia. Basterebbe un suo sguardo di disapprovazione per rovinarmi l'intera settimana. Le critiche mi distruggono. E' la sindrome della secchiona che mi perseguita da decenni: mi sento brava solo se raccatto un buon voto.
Ne ho parlato con Theo, il discorso gli tornava, ma mi ha detto di stare tranquilla: tutte le persone del mondo fanno ciò che fanno per un tornaconto personale, per un piccolo premio emotivo o monetario, e magari non è un atteggiamento troppo dannoso quando il premio che cercano è "sentirsi buone" o "sentirsi brave".
Ma c'è un terzo motivo per cui tutto ciò non solo non è un pregio, ma un vero difettaccio. Un motivo più grave: parecchie volte questa caratteristica mi impedisce di comportarmi nel modo giusto. Mi sono specializzata nel piacere, nel farmi amare da tutti e questo mi rende pericolosa e spesso inadeguata. Intendiamoci: ci sono volte in cui fare la cosa giusta coinciderebbe proprio con l'essere sgradevoli agli occhi degli altri, scontentarli e deluderli. Ecco, io ci patisco come una bestia, e alla fine, sbagliando, non ce la faccio quasi mai. Il proverbio "il medico pietoso fa la piaga puzzolente" sembra creato apposta per me.
Quest'anno insegnare è stata durissima. Ho sempre vissuto nell'illusione che per fare bene il mio lavoro dovessi essere coerente, puntuale nell'orario e nelle consegne degli elaborati corretti, giusta nelle valutazioni, ma soprattutto partecipe ed interessante nelle spiegazioni. Insomma, ho sempre creduto che chi da il buon esempio e ce la mette tutta fosse meritevole di rispetto. Non è vero, non sempre. Mi sono ritrovata a contatto con tre prime con evidenti e gravi problemi di disciplina (atti di bullismo, sospensioni scolastiche, valutazioni dello psicologo...). Ce l'ho messa tutta per essere all'altezza, ma i ragazzi ti guardano dentro e lo sentono subito che stai soffrendo più di loro mentre gli scrivi un rapporto, che non sei tu quella da temere, perchè in fondo in fondo vorresti solo piacergli. Ho sofferto molto quando mi sono resa conto che non riuscivo ad essere quella che professionalmente sarebbe stata la persona migliore per loro: un sergente dell'esercito.
Ne ho parlato con Theo, il discorso gli tornava, ma mi ha di nuovo detto di stare tranquilla: nessuna persona al mondo è professionalmente adatta a qualsiasi tipo o ambiente di lavoro, pur impegnandosi al massimo non potrebbe mai rendere allo stesso livello in ruoli diversi. Non è un caso che io abbia sposato Theo, sa dirmi sempre la cosa giusta.
E una volta che uno ha capito i suoi difetti, che fa? Si mette a combattere l'ansia da prestazione, la sindrome della secchiona e diventa sgradevole al punto giusto? 

Credete che non tenti di farlo da quando sono nata? 
Ovviamente continuerò a tentare, in modo che questo lato oscuro non prenda il sopravvento, ma sono abbastanza certa di non poterlo sconfiggere mai. Le persone non migliorano, diciamo che al massimo possono ritersi contente se non peggiorano ed imparano a convivere con i propri difetti.
Quindi un po' di allegria, per altro è tornato il sole e qualche pregio ce l'ho, qualche cosa di buono so farla davvero. Quando mi affidano una classe "scolarizzata", sono la persona giusta nel posto giusto. Con quattro classi quest'anno è andata così, le ho fatte lavorare tantissimo, col sorriso da entrambe le parti, divertendomi e divertendole, passando delle belle mattinate che mi mancheranno, e forse anche a loro.
E soprattutto mi rende serena una consapevolezza: esiste una persona al mondo per cui so essere migliore e superare me stessa. So essere dura, sopportarne lo sguardo arrabbiato e non aver paura di fare la cosa giusta, per sgradevole che sia. Sento forte un fine più alto, non ci penso proprio a ricevere un premio, penso solo a lui. Non c'è ruolo che io sappia interpretare meglio di questo: il ruolo della mamma del Re dei Sugolini.
E succede una cosa strana, che il piccolo Elia sappia intuire ciò che è giusto oltre l'apparenza e alla fine gratificarmi ancora di più.

lalla 

P.S. Se nel mestiere più importante del mondo faccio qualcosa di buono è perchè ho avuto una buona maestra. Auguri mamma.

martedì 20 marzo 2012

20 anni più giovane in 7 mesi

Sembra che ultimamente io abbia apportato, piuttosto casualmente, alcune sostanziali migliorie al mio aspetto fisico.
Prima di tutto, da settembre ho definitivamente detto addio ai grassi saturi e cioè a ogni tipo di cibo allettante, saporito e sfizioso. Adattarsi al mio nuovo regime alimentare non è stato facile (ancora faccio sogni erotici  di schiacciate bisunte e fumanti ripiene di mortadella) però i miei sacrifici non solo mi hanno fatto ottenere il mio obiettivo primario, ma anche piacevoli effetti collaterali. 
Obiettivo primario: da 7 mesi mi sento piena di energia, non ho più pesantezza, sonnolenza, stanchezza, difficoltà digestive, carenza di difese immunitarie, coliche e le mie analisi del sangue sono perfette. 
Piacevoli effetti collaterali: in 7 mesi sono dimagrita 8 chili, un evento a dir poco inaspettato e quanto mai gradito.
Alcuni conoscenti che mi hanno rivisto dopo qualche mese hanno commentato con la frase: "Come stai bene: sembri ringiovanita di 10 anni!".
E io: "Grazie, grazie"... però è strano, non si dice sempre che un po' di ciccia in più aiuta a spianare le rughe? Diciamo che per adesso la pelle regge, ma sarà meglio farla finita di calare di peso altrimenti quest'estate sembrerò un abito cadente su una gruccia, altro che ringiovanita...
detto ciò, qualche giorno fa, prima di lavarmi i capelli, mi sono incattivita contro il mio eccesso di doppie punte. Colta da raptus omicida ho cominciato a scalare/accorciare i capelli sul davanti (quelli che si sfibrano di più)... a forza di scalare m'è venuta la frangetta. Lì per lì, mi guardo, non mi riconosco e mi facco quasi paura.
Non la portavo dai tempi del liceo, ricordo che dovetti toglierla perchè favoriva il proliferare di bolllicini sulla fronte, beata gioventù, per lo meno a questo punto un inconveniente del genere penso sia da escludere.
Tempo due/tre giorni ci sto facendo l'occhio, diciamo che ho scongiurato l'effetto Maria Maddalena, o Gioconda che dir si voglia, precipitando in quello Cleopatra. Evviva la modernità! Hai voglia a tagliare, col viso ovale, il naso dritto, i capelli lisci come spaghi e la pelle olivastra, non c'è verso che riesca a sfuggire a qualche stereotipo stra-datato...
Alcuni conoscenti che mi hanno rivisto dopo qualche giorno (perfino gli stessi dell'altra volta) hanno commentato con la frase: "Come stai bene: sembri ringiovanita di 10 anni!".
E io: "Grazie, grazie"... però è sempre più strano, sorgono ipotesi grottesche:
1) I miei parenti sono dischi incantati e la suddetta frase è di pura circostanza.
2) Facendo un breve calcolo: oggi come oggi dimostro appena sedici anni.
3) Oppure: stai a vedere che fino a sette mesi fa ne dimostravo circa cinquanta e nessuno s'era preso la briga d'avvertirmi!
La prima è probabile, la seconda allettante, ma protendo per la terza: ecco perchè quelle merdaccie di commesse adolescenti sogghignavano passandomi delle brache informi taglia 46/48 e chiamandomi Signora...
Hi-hi-hi, l'altra settimana, nello stesso negozio, ho quasi avuto un'orgasmo acquistando un paio di jeans taglia 42.
Come siamo sceme noi donne: è proprio vero che un po' di shopping ben fatto può regalare a una trentenne attempata più autostima di 1 anno di analisi!


lalla

venerdì 24 febbraio 2012

i bambini vagano un po' troppo con la mente, e meno male

E' qualche tempo che sono un po' combattuta sull'eventualità o meno di scrivere un post tanto odioso.
Non biasimatemi, ho resistito a lungo nel tentativo di non inimicarmi i miei esigui lettori facendo sempre la parte della mamma che si loda e si imbroda del proprio figlio. Tutti avranno ormai maturato nei confronti del Re una sacrosanta antipatia solo a causa della mia smelensaggine. Così ad esempio, a Natale, non ho subito ammorbato il mondo col racconto della recitina-canora scolastica, dove sono quasi svenuta scoprendo in diretta che c'era una sola voce solista ed era Elia...
... e adesso cedo, clamorosamente.
Ma chi se ne frega! Ne avrò di occasioni di lamentarmi e rodermi il fegato quando da adolescente mi darà solo tormenti, tanto vale che mi goda le mie soddisfazioni adesso.
E poi mi piace riflettere sul fatto che questo piccolo figlio continui sempre a meravigliarmi.
Sono più di sei anni che conosco Elia, ormai dovrei essere preparata, dovrei averlo capito, ed invece accade ancora, che mi prenda alla sprovvista. E' assurdo quanto sia, in ogni occasione, sempre migliore di me. 
La cosa non mi dispiace per niente, veramente, però mi sconcerta, questo sì.
Ci casco sempre come una pera, ma per lo meno non sono l'unica, mi considero in buona compagnia. Osservando con attenzione, mi sembra così palese che anche i figli delle altre coppie che conosco siano migliori dei genitori e che abbiano sempre ragione nei loro confronti.
Lo so, lo so, noi "grandi" siamo tutti più istruiti, più educati, sappiamo come gira il mondo... ma allora com'è che poi ci fregano sempre?
Non c'è da prendersela, anzi, forse per merito loro non è ancora detto che si vada tutti a rotoli come sembra. Sotto ogni prospettiva potremmo considerarlo un buon segno, incoraggiante per il futuro dell'umanità. Salvo valutare che i bambini di oggi dovranno per forza trasformarsi nei grandi di domani, sbiadendo i loro colori, mortificando la loro creatività, incasellando le loro stranezze, crescendo... e peggiorando.
Comunque, veniamo al dunque: cosa avevo tanto da meravigliarmi per poi gonfiarmi d'insano orgoglio materno?
Elia ha ricevuto la sua prima pagella. Delle elementari, quindi non ci voleva un genio perchè andasse bene, ma conoscevate i miei timori a riguardo...
... e, alla faccia di una mamma studente delle elementari dislessica e semi-disadattata che solo 7 post fa l'aveva chiamato Pinocchio, è stato bravissimo.
E come fa, vi domanderete voi, con una mamma studente delle elementari dislessica e semi-disadattata, ad essere bravissimo?
Facile: il furbo ha vinto al super-enalotto con una improbabile quanto meravigliosa combinazione genetica. Non si sa come cavolo abbia fatto, ma è riuscito a scartare tutte le caratteristiche mediocri/noiose/ordinarie di mammalalla e babbotheo, selezionando solo le qualità migliori per distillare se stesso: il Re di tutti i Sugolini. 
Un po' di sale in zucca l'ha preso da entrambi i genitori, io credo. L'estro ed un bel po' di esibizionismo li riconosco: sono i miei. La creatività è di Theo. Ma dal babbo ha soprattutto preso il fascino, c'è poco da fare, io quello non ce l'ho mai avuto.
Va detto quindi che tutte le valutazioni sono palesemente falsate: la maestra d'Italiano era già cotta dopo una settimana, quella di matematica ha resistito più a lungo, stoicamente, ma alla fine ha ceduto. Cedono tutti al Re dei Sugolini.
Nel giudizio, esagerato, c'è scritto "maturo ed equilibrato, curioso ed interessato, veloce ed intuitivo, notevoli capacità logiche, ottime proprietà di linguaggio, apprende con facilità
, autonomo, corretto e preciso" ....
va bene, va bene, in realtà non sono state solo rose e fiori,  c'è anche scritto che "è talvolta lento nel portare a termine il lavoro".
Ho chiesto chiarimenti, la maestra di matematica mi ha spiegato che ogni tanto "si perde" perchè vaga con la mente e "si fa troppo i fatti suoi", quella d'italiano (ormai suddita devota) ha puntualizzato che è una sua caratteristica essere uno spirito libero. In poche parole: è un po' svogliato.
A Theo è spiaciuto molto questo appunto.
A me è piaciuto molto questo appunto.
Non lo voglio incasellato, secchione e studente modello come divenni poi io fin troppo presto. Non lo voglio cresciuto prima del tempo.Voglio che con la mente vaghi lontano e "si faccia troppo i fatti suoi" più a lungo possibile. Che rimanga ancora migliore di noi per parecchi anni.


lalla

martedì 24 gennaio 2012

"plastiche seduzioni"

Qualche mese fa avevo già capito che una pseudo-carriera artistica sarebbe stata impossibile. Mi ci è voluto un po' di tempo per digerire l'incofutabile verità che passo molto del mio tempo compiendo gesti inutili.
Scrivendo sceneggiature per fumetti che faranno schifo agli editori, realizzando tavole che non saranno mai pubblicate, dipingendo quadri che non saranno mai acquistati e scrivendo racconti che non verranno mai letti....
Mentre tentavo di buttar giù l'amaro boccone trovai per caso questo video, volevo metterlo qua sopra, poi me ne sono scordata.
Oggi ci sono inciampata di nuovo così ho pensato che fosse il momento giusto per postarlo.
Non so, non riesco a capire neanche se conosco l'autore.
Però fa davvero un effetto strano pensare che da qualche parte di questo stranissimo mondo uno sconosciuto si sia messo lì, per il gusto di niente, a compiere anch'esso un'inutile gesto: montare della musica con i miei nudi... 
che dire?
Grazie sconosciuto, visto che siamo qui sulla terra a perdere tempo tanto vale divertirci!


lalla

mercoledì 18 gennaio 2012

negli occhi di E.

Il nuovo anno si è aperto con il ritorno ad un vecchio e caro amore: il ritratto.
E' stato il miglior regalo che ho scartato per le feste, il merito è del mio mecenate, della sua paziente consorte e della sua dolcissima infanta, ma anche della mia prolungata astinenza.
Quanto mi mancava la pittura!
Scrivere è molto bello, ma prende tanto tempo e per la gratificazione del risultato devi attendere a lungo.
La pittura è più immediata.
E quanto mi mancava un bel ritratto!
La pittura "di genere" è più serena. Non c'è niente da dimostrare, niente da inventare, nè alcun particolare messaggio da lanciare. Che sollievo per un pittore.
Alle fine tutto si risolve soltanto in una profonda immersione nelle pieghe, nelle curve e soprattutto negli occhi di un'altra persona. Teatralità a parte, in un viaggio nella sua anima.


I tre giorni passati sprofondando negli occhi di E. sono stati quindi meravigliosi, come sempre. Forse anche più di sempre, trattandosi degli occhi coraggiosi, puri e intelligenti di una bambina di soli due anni.
E nei bambini non sono solo gli occhi ad essere speciali: la loro pelle è così liscia, turgida ed elastica... luccica! Una delizia per il mio pennello. 


Eccezion fatta per il mio "grillo parlante" Theo sempre pronto ad istillarmi dubbi, dare consigli, sottolineare carenze ed imperfezioni, sono state ore liete e spensierate. Che spasso, tanto mi sono divertita da chiedermi come abbia fatto nell'ultimo anno a vivere senza ritrarre nessun altro. Perchè ho lasciato passare così tanto tempo... avevo scordato come fosse bello?














Poi, quando ho finito, è riaffiorata la paura... anche quella l'avevo rimossa, ma l'ho riconosciuta subito.
E' la paura di aver male interpretato i segnali, di aver frainteso la lettura. La paura che ciò che hai visto scrutando quegli occhi non sia quello che il soggetto vede guardando se stesso allo specchio o, in questo caso, ciò che vedono i suoi genitori.
Quindi, un po' intimorita, ho invitato a pranzo il mio mecenate e famiglia per mostrargli il lavoro.
Non so, forse è stato più merito del mio strudel di mele che della pittura se poi si è dichiarato pienamente soddisfatto. Ricordo una frase sulle altre: "E' commovente". Probabilmente anche la birra alsaziana c'ha messo del suo.
Nel salutarlo ho sperato che una digestione un po' difficoltosa non favorisse poi un ripensamento nei confronti del ritratto (cinque fette di strudel con panna non sono da tutti!). Fortunatamente deve avere uno stomaco d'accaio perchè non si è fatto più risentire... od il mio quadro lo soddisfa davvero?
Stando così le cose, mi sento ottimista.


lalla


P.S. Grazie ancora W. e P. per l'opportunità e scusate se come sempre faccio un po' d'ironia.

venerdì 6 gennaio 2012

per Natale non ci siamo fatti mancare niente

A Elia piace molto farsi dire quali parti del corpo ha preso da chi per poi declamare tutto l’elenco ad ignari compagni che lo guardano come un alieno: “il mio naso è del babbo, la mia bocca è della mamma, i miei dentoni davanti sono della mamma...” Lo scanner dell’intera figura dura 2 minuti buoni. 
Per Natale non ci siamo fatti mancare proprio niente...
... Theo è arrivato al 24 dopo una settimana di febbre, ma ci siamo goduti lo stesso il cenone della vigilia con una marea dei regali ed Elia che cantava poesie o canzoni già esibite a scuola, la nottata in campagna e poi un piccolo diversivo il 25, tanto per essere originali.
Eravamo appena rientrati a casa, Elia era molto ansioso perchè sapeva che i regali chiesti a Babbo Natale con la letterina sarebbero arrivati nel nostro appartamento durante la nottata e quindi ancora non aveva avuto modo di sapere se le sue richieste erano andate a buon fine. Per fortuna il santo uomo aveva provveduto ad esaudire ogni desiderio con particolare lena (anche se non è stato furbo a delegare me per allestire la “valigia del fumettista” richiesta dal piccolo Re, ho gioiosamente sperperato 100 euro in pastelli ad olio, pennarelli che scrivono d’oro e d’argento, glitter, una gomma elettrica ed altri irrinunciabili strumenti di piacere).
Dopo aver scartato tutto quel ben di Dio Elia era felicissimo, ma soprattuttto sovraeccitato come un criceto russo. Theo aveva caricato le pile ad una macchinina telecomandata e stava facendola girare, Elia nitriva come un cavallino imbizzarrito.
Così, eseguendo una piroetta di gioia, ha perso l’equilibrio ed è cascato a pelle di leone. 
E’ stato un attimo, ma nel vederlo scivolare così stupidamente ho pensato immediatamente che si sarebbe spezzato i denti (io che passo le giornate a prevedere catastrofi più o meno probabili che potrebbero accadergli). L’incisivo sinistro ha tenuto fede al suo nome e prima di perire ha eroicamente “inciso” la mattonella di cotto in mezzo al salone. Se chiudo gli occhi posso ancora rivedere l’immagine del suo viso che si schianta sul pavimento e di due pezzi bianchi che schizzano in avanti.
Theo si è disperato, Elia si è preso un po’ paura (ma niente dolore per fortuna) ed io ho cercato di sdrammatizzare. Quindi, molto originalmente, abbiamo interpretato “Natale al Meyer 2011” e dire che lì non sapevano proprio che pesci prendere...
per farla breve: il nostro gentilissimo dentista, col cappone lesso sullo stomaco, ha visitato Elia il 25 stesso, escludendo che il nervo del dente fosse intaccato o le barbe lesionate (il 27 ha poi ricostruito un bel dente finto).
Elia ha acconsentito tranquillamente a tutta la procedura senza lamentarsi, non sembrava neanche troppo turbato, poi la sera di Natale, una volta a letto, mi ha fatto tre domande:
1) “Mamma, il dente rotto mi diveterà nero come successe alla nonna da piccola?”
“No amore, il dentista ha detto che dovrebbe restare bianco. Vedrai che lo rifarà bello come prima. Poi se non ti piace da grande ci metteremo una bella placchetta di ceramica come fanno gli attori di Hollywood”
2) Cos’è Hollywood mamma?”
“Il  posto dove girano i film con gli effetti speciali... ma insomma, ti sono piaciuti i ragali che ti ha portato Babbo Natale?”
Silenzio.
“Allora? Hai ricevuto tutto ciò che volevi, no?”.
3) “...secondo te Mamma, Babbo Natale lo sa che mi sono rotto un dente?”
Ma certo! Così adesso lo scanner della figura di Elia risulterà meno monotono e più accattivante: “il mio naso è del babbo, la mia bocca è della mamma, il mio incisivo sinistro è del Dentista...”

Allego numero 2 pensierini dal quaderno di italiano di Elia;

il primo è un resoconto molto più sintetico ed efficace del mio post (ho spiegato ad Elia che il nuovo dente è in pasta odontoiatrica, lui ha spiegato a me che “cristallo trasparente” faceva più scena... e poi dice di non conoscere Hollywood!), 


il secondo è uno dei molti scritti nella settimana successiva... siamo stati in viaggio a Madrid!
Aereo, musei, passeggiate, tempo primaverile, pattinaggio sul ghiaccio, barchetta a remi, parchi, metro, parrucche colorate e chicchi d'uva sotto Puerta del Sol... è proprio vero che per Natale non ci siamo fatti mancare niente!









lalla