sabato 15 gennaio 2011

fantasia e nasi imponenti scarseggiano

Eccomi qua, la polmonite ce l'ho ancora e questo sembra suggerire che sia di origine virale.
Qualsiasi batterio al mondo, per quanto tenace, sarebbe caduto eroicamente sotto la mitraglia di veleni che mi hanno somministrato. Io stessa sono sopravvissuta a mala pena e detto tra noi, uccidere l'organismo ospite per liberarsi degli intrusi,
francamente mi sembra una terapia un po' estrema...
Comuque non mi lamento, ho attraversato influenze molto più noiose.
Però mi tortura abbastanza il senso di colpa verso i miei studenti. I recenti tagli alle scuole fanno sì che esse non abbiano i soldi per pagare una supplente, di conseguenza, fino a che non torno a scuola, le mie classi non faranno più lezione di Storia dell'Arte, ora, magari loro stanno saltando di gioia all'idea, ma pensare questo non mi fa sentire meglio...

Il tempo, stando chiusa in casa, passa lentamente, ma io ne approfitto per poter portare avanti il fumetto di Emma.
Innanzi tutto ho finito la prima stesura della sceneggiatura (da approfondire, tagliare, limare e rivedere cinquantamila volte prima che sia accettabile), ma così almeno ho un canovaccio su cui lavorare.
Quindi mi sono concessa di tornare a disegnare un po', le mani mi pizzicavano dalla voglia...
ma dato che ormai sono nell'ordine di idee di fare un lavoro serio, mi sono messa appositamente nelle pesti: ho scelto un dialogo (e non una scena spettacolare) dove ci fosse anche una figura maschile (tanto per vedere se me la cavo abbastanza con l'altro sesso, in caso contrario non sarei capace di disegnare la mia stori
a e tanto vale smetterla di approfondire, tagliare, limare e rivedere cinquantamila volte la sceneggiatura...).
Nel mio fumetto ho immaginato che il rapporto conflittuale col rigido padre padrone (intelligentissimo, ma arido di sentimenti) sia stata la molla di ribellione che ha animato molte scelte di Emma. Ad un certo punto del racconto mi serviva un amore giovanile e passionale che abbattesse le sue barriere legate all'educazione altoborghese, così ho avuto un'idea: regalarle qualche ora di passione col grande Amedeo Modigliani. Gli anni tornano, avrebbe potuto incontrarlo, entrambi sono stati allievi di Fattori e Amedeo è il personaggio perfetto: pittore, belloccio, donnaiolo, squattrinato, perso... il padre di lei lo avrebbe
detestato e questo lo avrebbe reso ai suoi occhi ancora più affascinante!
Lo so, lo so, è del tutto improbabile che ciò sia accaduto veramente, ma francamente non mi interessa, la mia Emma non corrisponde perfettamente a quella in carne ed ossa vissuta tre generazioni fa.
La mia Emma è un'essere ideale, generata dalla mia mente quando ero solo una bambina (quando per ore osservavo i petali dei fiori o i riflessi sui vasi delle sue splendide nature morte floreali), ha continuato a vagare in essa per tutti questi anni, è un mito, un sogno, ed è giusto che brilli di luce propria.

Questa passione giovanile con Modigliani è un piccolo dono che le faccio: aver avuto l'onore di toccare ed assaporare almeno per una volta il vero fuoco dell'arte, ardente e folle come lui era.
Sono certa che ne sarebbe contenta.
E non credo affatto alla frase "la realtà supera di molto la fantasia", ma chi l'ha detto?
Probabilmente qualcuno con poca immaginazione...

lalla

P.S.
Ho fatto ad Emma una rinoplastica al contrario rispetto ai disegni precedenti (che ho già corretto), per regalarle maggiore carisma e un aspetto più aderente alla documentazione storica in nostro possesso, d'altronde non credo neanche al luogo comune che i nasi imponenti (e magari un po' gobbuti) siano ineleganti sul volto di una donna, ma chi l'ha detto?
Probabilmente qualcuno con un piccolo ed inespressivo nasino all'insù...



Nelle tavole non si vedono ancora i baloon con il testo e questo le fa sembrare strane ed un po' vuote. Ma a parte questo devo ammettere che ancora il risultato non è del tutto coerente. C'è sempre qualcosa di buono e c'è sempre qualcosa di abbastanza pessimo... qualche volta dubito di essere all'altezza del compito che mi sono data.

lunedì 3 gennaio 2011

broncopolmonite

Lo avevo detto che dopo la neve sarebbero arrivati i malanni...
due notti dopo la "battaglia di pallate" si presenta, puntuale, una tossaccia, una di quelle che ti tocca riaddormentarti seduta nel letto perchè se fai tanto di rimetterti distesa ti si spella la gola.
Porca miseria, è il 20 di dicembre, non è il momento adatto per ammalarsi, bisogna tener duro.
E così faccio: affronto diligentemente la maratona di scrutini per chiudere il trimestre, allegramente quella degli ultimi regali, stoicamente quella dei vari cenoni/pranzoni per festeggaire con amici e parenti il Natale. Mi travesto da sana con un bello strato di trucco sfavillante e ogni tanto, alla zitta, trangugio una tachipirina e gli antibiotici (dalla vigilia comincio a sospettare qualcosa: sputacchio orribile muco giallastro! bleah! Mi faccio schifo da sola!)
Reggo fino al 27, ma mi rendo conto che sto peggiorando, così, per telefono la Dottoressa mi raddoppia l'antibiotico, evvai! Forse ce la faccio a debellare gli orribili batteri con una doppia dose di veleni!
E invece no, il 31 sono a pezzi e la scatola di antibiotici è a fine, la dottoressa è allegramente in ferie...
alle 11.00, prima di mettermi ad affettare frutta per la macedonia, decido di recarmi alla guardia medica per sapere se servirà un'altra confezione di veleni, quella mi chiede: "ma lei da quanto tempo è in questo stato?" "Non saprei... che dice: continuo ancora un po' gli antibiotici?" La poverella chiama i rinforzi, arriva un'altra, più sgamata che sentenzia: "altro che antibiotici, lei ora va subito all'ospedale a farsi una lastra perchè ha la polmonite".
Eccoci, ci voleva anche la pomonite! Io devo cucinare il pesce per stasera!
Niente panico, alle 12.00 vado a piedi al vicino prontosoccorso di S.M.Nuova, come al solito appena mi vedono mi prelevano 6-7 provette di sangue (sono sempre più convinta che gli ospedali siano abitati da vampiri), mi fanno la lastra ai polmoni e poi mi scaraventano in un angolo del corridoio, apparentemente dimenticata.
Sono preoccupatissima di non riuscire a tornare a casa in tempo per prepare la cena. Alle 14.00 ho una fame da lupi, un'infermiera ha pietà di me e mi passa di straforo due fette di pane e stracchino, poi, finalmente, verso le 15.00 si fa viva la dottoressa: "lei ha una broncopolmonite al polmone destro, deve starsene almeno 15gg al calduccio e farsi una bella batteria di punture" "allora posso tornare a casa?" "si, la dimettiamo, purchè si riposi"
"ma io stasera ho amici a cena, che fo, gli dico di non venire?" "faccia pure la sua cena, ma mi prometta di non stancarsi troppo".
E quando mai.
Così sono scappata a casa, ho imbandito la tavola, addobbato la casa e me stessa, ho festeggiato l'ultimo dell'anno con la famiglia e gli amici, abbiamo mangiato, riso e sparato botti, come è giusto che sia... il giorno dopo ero un po' sfinita effettivamente.
Il vecchio anno si è chiuso con una broncopolmonite, il nuovo si è aperto con l'appuntamento giornaliero della puntura di Theo (sospetto che un po' si diverta a giocare al dottore... io odio le punture!).
Non è la prima volta che prendo la broncopolmonite, ne presi una molto seria in seconda elementare, gli antibiorici mi facevano effetto come l'acqua fresca e me ne dovetti stare 45 giorni a letto (volevano bocciarmi per troppi giorni d'assenza). Ho ricordi sfocati di quell'esperienza: la sensazione fredda che provai mentre in camiciolina mi facevano la radiografia; le sere in cui tutta la famiglia si riuniva sul mio letto bastardo a guardare la televisione insieme; il giorno in cui mi portarono uno scatolone di cartone, lo aprii e dentro c'era un piccolo cucciolo di beagle, la mitica Nina; il tempo lentissimo che sembrava infinito e i mille modi che avevo trovato per ingannarlo...
pensavo che prima o poi sarebbe passata, sarebbe stato solo questione di tempo.
Ed è così, i malanni passano sempre. Il guaio è che, forse proprio a causa di quella prima esperienza che minò il mio sistema immunitario, i malanni tornano anche.
Esistono malati immaginari (che son sani, ma si immaginano le malattie) io sono una che si immagina un sacco di cose, ma per le malattie non ne ho bisogno perchè di quelle ne frequento parecchie.
Niente di grave, per carità! Ma basta che passi un virus a tre chilometri di distanza e stai pur certa, si accorgerà di me e verrà a farmi visita (viaggio con una media di una tonsillite ogni due mesi...).
E poi ho anche qualche piccola cronicità, tanto per non farmi mancar niente: il reflusso grastroesofageo, l'ipotenzione ortostatica, un'epatite inspiegabile... che catorcio!
Non basta avere buona volontà e mettercela tutta con lo spirito se poi il fisico ti frana da tutte le parti!
Non potrò mai essere una persona ideale, sempre così malaticcia, manchevole, assente causa "non robusta e non sana costituzione"... che delusione,
povero Theo, povero piccolo Re e poveracci i miei studenti che il 10, puntualmente, non mi vedranno rientrare!

lalla