domenica 23 gennaio 2022

Ci siamo quasi...

Siccome c’ho spesso troppe cose da fare e troppissime cose che mi frullano in testa, tempo e voglia per mettermi ai fornelli: poca. Lo faccio il minimo indispensabile e almeno una volta al mese ordino il cinese. Fatica zero, figlioli felici come pasque e io pure.
A dicembre ci è capitato di ricevere in omaggio i biscottini della fortuna. Non ne aprivo uno dal 30 dicembre 2016 e ci avevo trovato scritto: “this is going to be a turbolent year”… maledetti dolcetti , fortuna una cippa!
Comunque, credevo fosse una pratica estinta (e pensavo a causa delle rimostranze di certi clienti), ma invece no, evidentemente sono temerari questi asiatici.
Sapete che cosa ho trovato scritto stavolta nel mio biscottino?
“You’ll make it!”
Col punto esclamativo, eh!
Antichi risentimenti cancellati in un attimo. E non è che ne ho sgranocchiati venti per trovarlo, c’avevo questo e rizzati. A Tinne è toccato uno tristissimo sull’andamento delle proprie finanze, per dire.
E a gennaio? Ne ho aperto un altro: “Respect! You show courage.”
E ai miei figli sempre roba banalotta e tristanzuola.
Ho preso i magici fogliettini motivazionali e li ho appiccicati sullo schermo del PC così da poterli venerare a dovere. Ormai li amo questi cinesi veggenti della rosticceria. E cucinano pure da Dio!

Ho finito il mio libro, l’ho fatto.
E, alla faccia di coloro che potranno pensare che sia troppo leggerino o più semplicemente una emerita schifezza, intendo pubblicarlo. Coraggio.
Questa consapevolezza mi dà alla testa, mi fa sentire tutta friccicarella. E magari è solo il canto del cigno e tra un pochino si verificherà la catastrofe, ma speriamo di no! E poi anche se fosse, ma mettiamoci un bel chissenefrega. Mi sono divertita tanto a scriverlo, è questo che conta.
Le mie sante nipoti mi hanno aiutato nell’editing e adesso la mia storia d’amore è (abbastanza) pronta per uscire da questo computer.
Condurlo fuori nel modo giusto non sarebbe propriamente un gioco da ragazzi(e). Dovrei iscriverlo a concorsi letterari, inviarlo e aspettare almeno un anno la risposta di una casa editrice che si rispetti… ci vorrebbero molta strategia e pazienza, doti che io non possiedo.
E sicché mi sto già organizzando per fare tutto da sola. In fondo fare è più divertente che delegare, no?
Ammetto con serenità di essere una maniaca del controllo. Ci tengo che per lo meno sia tutto schifo del mio sacco… o fragrante farina.
Mi tocca specificare che è un libro dai 18 in su (non volendo farmi mancare nulla, c’ho infilato pure le parolacce), ma il reale bacino di possibili lettrici penso possa comprendere tutte le ragazze dai 16 ai 76 anni che gradiscano svagarsi con un rosa.
E mica sono poche ‘ste tipe, ce ne sarà almeno una decina tra loro a cui piacerà?
Vedremo. O meglio: leggerete, se vi va.

lalla

P.S. Eccomi alla ricerca di ennesimi refusi sulla prova di auto-pubblicazione di Blu Maria con Amazon KDP arrivata ieri sera fresca fresca. Con gli occhiali, sì, perché è inutile negarlo: ormai sono presbite (dal greco, vecchia). Ma chi se ne frega, anzi, ma meno male: mica me li concedevo tuti questi divertimenti da giovane! Vi giuro che tenere tra le mie mani per la prima volta il libro vero e proprio, fatto di carta e non di pixel, è stata un’emozione da capogiro! Poi mi sono accorta di tutte le beghe sul colore delle illustrazioni e sull’impaginazione… è tutto da aggiustare, mannaggia. Ma d’altronde le prove si fanno per questo, no?

martedì 18 gennaio 2022

il mio capodanno con Silvia

Silvia è un’adolescente.
A dispetto di ciò che pensa la maggioranza delle persone, io adoro quest’età fragile e precaria. Un’età fuggevole e imperfetta, dove tutto sembra ancora possibile.
Ho fotografato Silvia nella sua casa. Prima abbiamo pranzato, era rientrata da scuola tutta spettinata e imbacuccata in una felpa. Dopo il pasto l’ho convinta a cambiarsi e l’ho accompagnata in camera della sua mamma per rubarle un abito leggero. Era troppo grande e così mi piace anche di più. Lascia intuire quanto sia esile e giovane il suo corpo, lascia scoperte le braccia magrissime. Silvia possiede braccia splendide, di un’eleganza inusuale.
L’ho fatta sedere nel salone. Il salone ha grandi finestre. La casa è liberty, luminosa ed elegante come la sua piccola abitante. Mentre la fotografavo pensavo proprio a questo: a come fosse perfetta tra quelle mura. Il contrasto di quel volto così pulito, ancora da bambina, con quel corpo già adulto, slanciato e fiero. Perfino il taglio dei capelli mi ricordava quello di una fanciulla dei primi del novecento.
E che occhi limpidi ha Silvia. Che sguardo. Timoroso e fiducioso insieme. Curioso. Vibrante.
Ad un certo punto ha preso in braccio la sua gatta e io ho trovato la composizione.
Silvia, Sabrina, la luce di quella casa. Un’eleganza fuori dal tempo.
Ho cercato di ricreare queste sensazioni durante la pittura e non sono certa che il risultato piacerà ai committenti (a dire il vero, un po’ ci spero perché mi piacerebbe tenere il quadro per me).
La mia non è una pittura cosmetica: non rende mai più belle o più rassicuranti. La mia è una pittura indagatrice, che scava in cerca dell’anima, nel tentativo di rubarla.

Lalla

"Silvia e Sabrina", olio su masonite, 50 x 60 cm.

P.S. Ho deciso di passare per la prima volta nella mia vita da sola la notte di San Silvestro. Non avendo i miei figli, l’alternativa forse sarebbe stata reggere il moccolo a qualche coppia di amici e a mezzanotte sbaciucchiarsi (come se non ci fosse una pandemia) e far finta di gioire augurandosi “buon 2022!”
Poco allettante.
Così ho deciso di provare qualcosa di diverso: ho organizzato una sorta di performance.
Nel primo pomeriggio ho acquistato una vaschetta da 1 kg di meraviglioso gelato artigianale al gusto cuneese (cacao e rum) e varie cialde. Poi, alle 18:00, mentre il resto degli italiani cucinava il pesce, io ho iniziato a dipingere. L’idea era di arrivare al 2022 (intervallando con qualche cono di gelato in caso di bisogno). Ogni due ore ho aggiornato i miei progressi su FB. Sei ore di countdown artistico che non dimenticherò mai e nelle quali sono riuscita a delineare un primo abbozzo del volto. Non ero sicura di come mi avrebbe fatto sentire passare una capodanno del genere, ma alla fine è andata benissimo. Ho salutato il 2021 e accolto il 2022 facendo qualcosa che amo e in cui credo profondamente. Io e la pittura siamo vecchie amiche. In verità, non ero sola.