mercoledì 30 giugno 2010

Angelique

Credo che Angelique sia una delle donne più sensuali che conosco.
Il segreto della sua sensualità non sta nel fatto di essere bella, o di parlare con un irresistibile accento francese, ma è soprattutto nella sua mistura di esuberanza e timidezza.
La muscolatura tonica, quasi ginnica, il portamento altero e la capigliatura infuocata le regalerebbero un aspetto da regina delle Valchirie. Ma tanta maestosità intimorisce anche lei, così spesso si ritrae, si strugge e si nasconde in un sorriso, vela di smarrimento e malinconia lo splendido sguardo acquoso.
Angelique ha lavorato per molti anni allo studio di illustrazione con Theo... spero vivamente che lui non fosse tanto permeabile e sensibile al suo fascino quanto me!

lalla

P.S. Grazie Angelique di aver posato per me, spero che questo ritratto ti renda giustizia. Mi sono un po' allontanata dalla realtà, lasciandomi trasportare
dal linearismo liberty delle ciocche di capelli e dal contrasto un po' esasperato tra i colori complementari. Volevo cogliere il dualismo che ti pervade, ma cercando di catturare il fuoco ho forse perso l'acqua...


"Angelique", olio su masonite, 40x50 cm.

giovedì 24 giugno 2010

dopo molte premesse, Emma.

La visione degli scarabocchi a seguito di questo testo, ha bisogno di alcune premesse.

Premetto che la mia prozia Emma Chiarugi fu una brava pittrice, allieva del grande Giovanni Fattori. Quando ero piccola, le sue nature morte e i suoi paesaggi mi guardavano dalle pareti della mia casa natale, ammaliandomi. Passavo ore ad osservare, mi perdevo tra quelle pennellate vigorose e quelle calde macchie di colore. Ho mitizzato la sua persona, il fatto che fosse moderna e ardita, e il suo talento, tanto da desiderare con vigore crescente una sua riemersione dall'oblio e una sua resurrezione artistica. In verità, sognavo di poter essere come lei. Crescendo ho abbandonato l'infantile sogno di emularla (come disse il Grande Courbet:"E' inutile che tenti di dipingere come Raffaello, anche se tu riuscissi ad avvicinarti a lui, tu non sei Raffaello e non lo sarari mai"), sostituendolo con quello più realistico di poterle regalare una ricollocazione al'interno della storia dell'arte (magari con una mostra e una biografia).

Premetto che all'età di 19 anni, iscritta da un'anno alla facoltà di Architettura e in piena crisi d'astinenza da disegno, decisi di frequentare la "scuola internazionale di Coomics". A dispetto del nome pretenzioso e ridondante, non è che la scuola fosse un granchè, ma può anche darsi che la colpa fosse mia: la consideravo più che altro uno svago, una scusa che mi permettesse, tra un esame e l'altro, di diseganre un po'. Detto questo, almeno la scuola mi è servita come agenzia matrimoniale! Theo era il più bravo della classe e aver trovato finalmente qualcuno più dotato di me nel disegno era terribilmente attraente.
Il suo talento, più che la sua bellezza, mi ha fatto innamorare.

Premetto che il progetto scemo a cui sto lavorando in queste settimane, ormai non mi sono ravveduta e quindi ve ne posso parlare, è preparare un fumetto sulla storia di Emma Chiarugi, romanzandola un po', e propormi con qualche tavola d'esempio al mercato francese. Ora, io lo so di non essere il geniale Raffaello, ma la scemenza sta nel fatto di aver creduto almeno di poter emulare un Ghirlandaio, cioè un eccelso artigiano. Io fumettista non lo sono mai stata, meno ancora che artista. Mi manca la regia, la visione d'insieme, un rendimento costante qualunque sia il soggetto o al scena da rappresentare. Per questo, nonostante i preziosi consigli di Theo il risultato è per il momento altalenante, dilettantistico e non merita di essere mostrato a dei professionisti.
Porca miseria, non c'è verso che io riesca a guadagnarmi da vivere con questo mezzo dono che ho in testa e nelle mani, ma a che cavolo serve saper disegnare?


Premetto che esattamente un anno fa si infrangeva un sogno durato 5 mesi di conoscere una piccola principessa che avrei chiamato Emma. L'avevo immaginata moderna, ardita e piena di talento come la mia prozia. Per questo, quando mi è balenato in mente questo progetto scemo, immediatamente ho pensato che se mai fosse andato in porto l'avrei dedicato a lei.
La vita va affrontata col sorriso ed io di solito lo faccio, a disposizione ho quello splendido del piccolo Re dei Sugolini, è l'unica cosa che conti veramente. Però è anche vero che oggi non riesco ad essere giuliva come sempre, è di nuovo il 25 giugno, il giorno che infrange i sogni.
Porca miseria, come ci sono rimasta male, dopo tutto questo tempo mi ci vuole ancora un grande sforzo per pensare che domani arriverà il 26 ed io ricomincerò a sognare.

lalla



prima prova, pagina n°1, Emma al funerale della madre Margherita, acquerello e china su carta.


seconda prova, pagina n° 12 c., Emma all 'Accademia, nella classe di pittura di Giovanni Fattori, acquerello e china su carta. L'idea di spostare il Ponte Vecchio a nostro piacimento per rendere il tutto un po' più interessante è uno dei molti consigli di Theo...

martedì 22 giugno 2010

ricascarci

Una parte con dei buoni propositi: starsene tranquillina a casa a lavorare, senza tanti sensazionalismi, esposizioni e conseguenti delusioni...
poi però è difficile non ricascarci, soprattutto se ho finalmente la possibilità di far vedere una delle mie opere preferite che alla Pizzeria avevano rifiutato "per carità, si vede il pelo, questo è un luogo per famiglie"!
A me la bacchettona giustificazione ha fatto sorridere: "un luogo per famiglie?" Il Re dei Sugolini sta crescendo in mezzo alle curve morbide e definite delle mie donne nude... verrà su un maniaco sessuale?
Ora che ci penso, in questi giorni mi racconta di essersi fidanzato con Sofia, una bellissima bambina di classe sua, ma anche con Angie, della sezione accanto...
e ha solo 5 anni!

lalla

P.S. per chi fosse interessato alle mie scandalose creazioni e a rimproverarmi di persona, l'inaugurazione con tanto di cocktail, della solita TV TOSCANA più svariata umanità (astronomi (?), poeti, notai...) sarà a Scandicci, via calamandrei n°5, dalle 18.30...

lunedì 14 giugno 2010

le prime volte

Nella vita ci sono un sacco di prime volte.
Alcune di esse sopravvivono nella memoria, indelebili, e altre si perdono, dimenticate.
L'esame di quinta elementare, il primo di un'interminabile serie, che adesso non lo fanno neanche più, ce l'ho stampato in testa.
Il primo amore che non si scorda mai, sarà... il mio era un bambino delle elementari, un certo Paolino, non ricordo proprio cosa mi affascinasse di lui, forse il fatto che mi trattasse peggio degli altri, credo.
La prima volta che assaggi il sushi e, superata la diffidenza, ti merav
igli della delicatezza del sapore e della scioglievolezza del boccone, a me è successo a Parigi, che meraviglia!
La prima volta che fai l'amore, quella sì che è indimenticabile, io l'ho fatto con Theo ed è stata anche la prima volta che ho pianto di commozione, che esperienza strana e totalizzante.
La prima volta che cerchi di partire con gli sci d'acqua, non riesci a tenere unite le gambe, gli sci e il giubbotto galleggiano e ti ritrovi trascinato tra le onde a bere litri di mediterraneo.

La prima volta che partorisci un bambino, fare il Re dei Sugolini è stata la cosa più difficile, pazzesca e straordinaria che mi sia mai successa. Per descriverla mi vengono in mente solo superlativi, ma per quanti ne usassi, non basterebbero mai.
E altre mille, diecimila "prime volte" più o meno importanti o banali.

Oggi, per la prima volta, ho finito di dipingere una piccola natura morta su commissione.
L'amico per cui l'ho dipinta, andandosene fiducioso, sulla porta mi ha detto: "fai tu, ma che ci siano fiori, le calle no, non mi piacciono, magari rose, un vaso, del panneggio..." ed ecco cosa ne ho tirato fuori.
Magari questa Natura Morta non sarà ricordata
per sempre, ma è pur sempre una prima volta, questo le va concesso.
Nonostante l'inziale diffidenza per il "lavorare su commissione", come per il sushi, mi sono dovuta ricredere: il tutto è risultato divertente e rilassante come sempre.

lalla

p.s. ora però sono un po' in ansia: il "committente", o "mecenate" che dir si volgia, non l'ha ancora vista, speriamo che gli piaccia!


Natura Morta con roselline, olio su legno, 30x40 cm.



Il fondamentale contributo del Tigro durante al pittura: dormirmi in braccio (certo d'inverno la cosa è più piacevole...).

giovedì 10 giugno 2010

di tutto un po'

Domenica 23 maggio: colpita da virus intestinale, 18 volte al gabinetto. E tutti penserete "e che sarà mai? Una volta all'anno capita a tutti", però nel mio caso, la via crucis verso il W.C. si è svolta durante una comunione con circa 60 invitati...
Lunedì 24 maggio: mi sveglio al mattino stile cencino molle, ma tiro avanti fino al pomeriggio. Nel recuperare il Re dei Sugolini dall'asilo noto una strana bollicina sul collo... "non sarà mica varicella?", lo spoglio seminudo in mezzo ai giardini pubblici e non noto altre bollicine, "bo, speriamo sia una pinzatura di zanzara..." ma ci credo poco...
Martedì 25 maggio: Elia si risveglia con una ventina di bollicine, è varicella!!! Che tempismo, evviva: il pomeriggio dovrò svolgere l'esame, il giorno dopo Elia ha lo spettacolo di fine anno (si stava preparando da mesi a impersonare il super-eroe che arriva all'improvviso e salva il treno della fantasia dall'incantesimo del mago cattivo ?!), due giorni dopo partirebbe il nostro aereo per Bruxelles.
Nonostante queste tragicomiche premesse:
1) L'esame For.Com. è andato come doveva andare: il 90% della gente aveva già le domande svolte e le ha soltanto ricopiate, erano generalissime, non c'entravano niente col programma dettagliato e super-specifico del corso, avrei tranquillamente potuto svolgerle senza studiare tre settimane, anche se, svolgerele sul momento, mi è costato una bella ondata di adrenalina e un bel po' di fatica. Il tutto è durato circa 1 ora e mezza e poi sono tornata a casa a spalmare pomatine antiprurito sul povero appestato.
2) L'indomani Elia ha saltato lo spettacolo, credo che non gliene sia importato nulla, al contrario della madre, non appartiene a quella categoria di esseri umani che gradisce esporsi al pubblico ludibrio.
3) E poi, nonostante il povero appestato (il cui stato di salute andava migliorando), nonostante la nube irlandese e nonostante la mia fifa pazzesca, sono volata a Bruxelles per accompagnare Theo in tour per dedicaces.
Il viaggio è stato piacevole, ma il Re dei Sugolini mi è mancato più del solito, sarà stato il fascino della pustola?
Ecco cosa mi resta di Bruxelles: la sporcizia (per una volta Firenze non ci sfigurava), l'armoniosa Gran Place, orde di turisti che si accalcavano per fotografare una misera fontana alta 40 cm con bimbo tronfio e pisciante (a sentir loro, il simbolo di Bruxelles), la triste mancanza dell'acqua (niente mare, niente fiume, niente lago, peccato), gli splendidi fiamminghi, i fascinosissimi edifici art nouveau (del tutto sottovalutati dagli indigeni e spesso inaccessibili), il museo Magritte, la sfrenata passione belga per il fumetto, le cibarie cattivelle e velenosissime per il mio fegato.

Ed eccomi tornata ad imperversare, per casa e al laboratorio: dipingo, disegno, modello e rompo le scatole.
Inoltre, dato che con la scuola sembra mettersi sempre peggio e fuori di casa non vedo la fila per accaparrarsi i miei ritratti e le mie sculture, nella mia testa balena un nuovo e buffo progetto, un altro tentativo di rimediare la pagnotta disegnando... non ne parlo ancora perchè mi sembra veramente un'idea campata in aria. Se tra qualche giorno non sono rinsavita allora forse ve ne parlerò, sappiate che ci sto già lavorando.

lalla