lunedì 28 ottobre 2013

in attesa

In questi ultimi mesi ho faticano come una bestia.
Il fatto è che non mi piace (e non so) mentire. Alcuni potrebbero obiettare che si trattava solo di "dover tenere un segreto", ma sinceramente: non è più o meno della stessa cosa? Ho cercato di limitare il numero delle menzogne al minimo e anche per questo ho preferito non aggiornare queste pagine. Farà pure schifo quello che scrivo, ma almeno è vero.
Le bugie servivano a proteggere tutti gli altri dal partecipare alla difficile situazione in cui mi trovo. La situazione di chi aspetta, di chi è in attesa. In attesa di qualcuno che ti dica se è il caso di essere felice o disperata. In attesa, affamata, davanti a una pentola d'acqua che non bolle mai.  Ho fissato da sola la pentola per quasi tre mesi, ancora non bolle, ma è cresciuta troppo perchè gli altri non cominciassero a notarla, così ho dovuto vuotare il sacco. E adesso il peso ricadrà su tutti gli altri e se c'è una cosa che proprio non sopporto è rompere le palle al mondo.
Non condivido il sentire comune secondo il quale ognuno ha diritto di scegliere come vivere, col cavolo! Quelle scelte le pagheranno tutti gli altri, nella fattispecie: la mia famiglia, i miei studenti e i miei amici. Le pagherò io, se alla fine quella pentola bollente dovesse decidere di scoppiarmi in faccia.
L'ultima volta che ho visto il Dottore mi passava il sensore gelido sulla pancia, meno di dieci minuti prima mi aveva trapassato l'addome con un ago di venti centimetri, stantuffando e risucchiando sangue, aveva ancora il camice insozzato e sentenziava compiaciuto: "Va tutto bene...".
"Per ora" ho aggiunto io.
Allora lui, sarcastico: "Accidenti Signora, lei è proprio un bell'esempio di ottimismo!".
Caro Dottore, sarò pure sotto shock, ma non mi sono ancora bevuta il cervello: ricordo il mio nome e la mia storia, mi creda: ottimismo e pessimismo non c'entrano proprio nulla.

lalla

P.S. Sto aspettando, anche, i risultati della "Prova Pratica" del Concorsone.
Potrei stare qui a raccontarvi tutto di quel 4 settembre, ad esempio di come inizialmente, quando ci hanno distribuito i fogli 50x70cm su banchetti 50x50cm, abbia creduto di trovarmi in una scena di "Men in Black"; oppure di come in quella malefica palestra ci fossero 40° e che per poco alla fine della sesta ora io non abbia avuto le stesse visioni di "Fantozzi"... ma in verità vi dico che non me ne frega più niente.
Sapevo già di non essere sola quel 4 settembre, ma non sapevo per quanto ancora non lo sarei stata, perciò ho stretto i denti e ho fatto quello che mi veniva chiesto. Prima o poi qualcuno avrà il buon gusto di farmi sapere quando e se la commissione desidera conoscermi di persona, allora mi rimboccherò le maniche, mi metterò a studiare leggi e definizioni e vedrò di limitare i danni.
Che non aspettino troppo però, potrei, sinceramente, avere cose più importanti da fare.

4 commenti:

  1. E' vero che le scelte che facciamo ricadono su chi ci circonda, ma credo anche che se quelle persone hanno deciso di salutarci...di accompagnarci...e di sorridere con noi lungo il nostro percorso...credo che saranno felici di sostenerci...appoggiarci...prenderci in giro e ogni tanto...piangere con noi...perchè in fondo è stata quella la loro scelta...la scelta di volerci bene...
    perlomeno per me è così...ti voglio un mondo di bene..

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  2. Ciao Lalla,
    ormai da qualche anno fa all'Elba, l'ultima volta che siamo viste, leggo il tuo blog. Sono stata sempre felice di sapere che stavi bene e ho spesso sorriso condividendo con te ricordi e speranze. Oggi posso solo dirti che far uscire le proprie emozioni è di certo più salutare che lasciarle rimbombare dentro di noi. Sai, come te ho avuto paura e fingere di essere serena era la cosa più dolorosa.
    Vorrei lasciarti con un sorriso citando una frase che mi accompagna da quando potevo solo sperare di diventare mamma :
    Liberamente tratto da Konfu Panda "...il passato è storia, il futuro è mistero, il presente è un dono...."
    un abbraccio grande Simona C.

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  3. Grazie Simona, comunque andranno le cose farò del mio meglio per conservare una certa serenità che devo soprattutto a Elia. Per adesso cerco di vivere tutto con un certo distacco, so che sembra brutto da dire, ma è una necessità per sentirmi un minimo più protetta... ho preso delle sberle troppo forti in passato. Diciamo che se le cose, un passetto alla volta, andranno nella direzione giusta, pian piano comincerò a rilassarmi.
    Pance a parte, sono felicissima di sentirti così vicina. Le nostre strade hanno preso direzioni diverse, ma anche io ogni tanto ripenso agli anni passati insieme e sono l'aspetto dell'università che ricordo con più affetto.
    Comunque vada questa avventura, penso che ognuna di noi abbia già vinto molte battaglie e ottenuto tanto dalla vita, io mi considero una ragazza fortunata e anche un po' curiosa su cosa mi riserva il futuro... stiamo a vedere.

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