lunedì 16 luglio 2018

chi vogliamo far vivere per sempre?


Pochi giorni fa, siamo all’Elba, a fare il bagno in mezzo al golfo di Marina di Campo, dove c’è la secca, l’acqua è cristallina e tocca anche la Piccola Fata. C'è poca gente.
Il Re dei Sugolini canta “Who want to live forever”. Ora, così a mollo in mezzo al paradiso saremmo stati bene anche in silenzio, ma comunque non mi lamento, prima di tutto perché il Re non ha attaccato con uno dei suoi soliti jingle dei videogames che mi fanno uscire di cervello e poi perché non sarà Freddie, ma ha una voce bellissima e in fin dei conti non ne viene fuori lo scempio che potreste immaginare.
Poi si ferma e tenta di fare il simpatico improvvisando una delle sue solite battute che non sono molto ben calibrate e spesso risultano, loro sì, un po’ stonate: “Ganzo, no? Voleva vivere per sempre, invece è morto”.  Che allegria.
Mitighiamo, va, cerchiamo di alleggerire e recuperare la spensieratezza dell’ammollo: “A parte che questa canzone è la colonna sonora di un film su un tizio immortale, comunque, Freddie Mercury è stato davvero grande e adesso tu stai qui, in mezzo al mare, a cantare una sua canzone, tutti si ricordano di lui, si può dire che un po’ vivrà per sempre, non credi?”
Ma lui non è mica un ragazzino qualunque, abbagliabile con facili miti, è il Re dei Sugolini e anche se ha un umorismo davvero strano e spesso indelicato, sa darti quelle risposte lì, secche e precise, che non ti aspetti.
“Potremmo dire lo stesso di Hitler, anche di lui si ricordano tutti”.
Questo è profondamente vero, e ingiusto.
Spensieratezza addio.
“E’ vero, in effetti anche lui è stato grande, purtroppo, grande nel male… “ Sto faticando “Voglio dire: le persone cattive esistono e nella storia dell’umanità ce ne sono state e ce ne sono anche adesso crudeli quanto lui, però lui è stato uno davvero “bravo” nell’attuare il suo terribile disegno, pensa che è riuscito a convincere una nazione intera (mica erano tutti cattivi come lui i tedeschi, ma li aveva convinti) che l’origine di ogni male fosse un popolo “diverso” da loro, quello ebraico, e che la cosa giusta da fare fosse uccidere milioni di persone o più semplicemente far finta che tutto questo non stesse neanche avvenendo. Nel suo orrore, se ci pensi, non è mica una cosa da poco!”.
“Sì, mamma, ma si tratta solo di saper essere convincenti, di saper parlare alla gente, di condizionare gli altri e invogliarli a fare quello che vuoi tu, di manipolarli, come Ulisse con i suoi compagni: gli fece un bel discorsino e quelli tutti contenti lo seguirono al purgatorio”.
Allora rimango in silenzio, perché non è facile ribattere, va a finire che dalla laguna paradisiaca dove siamo, c’infiliamo in un ginepraio.
Pochi capiscono le sue battute e non è un manipolatore proprio per niente, questo un po' mi consola, magari verrà ricordato per cose belle... due schizzi in faccia e riporto tutto a una dimensione più ludica. La Piccola Fata vuol giocare alle sirene.
Però la cosa non mi piace per niente e in realtà vorrei dirgli: “Hai ragione figliolo mio, alla morte non sopravvivono i giusti, le persone di valore, ma più spesso chi “ci sa fare”, i carismatici, gli imbonitori, quelli pieni di fascino e privi di scrupoli. E’ profondamente ingiusto che certi individui si guadagnino l’immortalità!”

Dopo, con calma, mi metto a riflettere sulla questione.
Gli ebrei hanno perfino istituito un Giorno della Memoria, col cavolo che si scordano Hitler!
Non sono per niente brava con i grandi numeri, allora provo a scendere nel piccolo, nel conosciuto, nel personale, d'altronde le persone cattive (che fanno del male) esistono nella vita di tutti i giorni, non c’è bisogno di scomodare i grandi sterminatori della storia.
Di fronte a un abuso, a un male fatto da qualcuno, le possibilità sono due.
La prima: provare a minimizzare, far finta di non vedere, girarsi dall’altra parte oppure guardare con una calibrata disattenzione, e presto dimenticare. Lasciare che il tempo lavi il ricordo, farlo scorrere via, come se il male provato non fosse mai esistito e quindi non fosse mai stato fatto. Si comportano così il 90% delle persone, quasi sempre quelle non direttamente interessate dagli spregi (le non-vittime) e qualche volta anche chi ha subito, ma non ha la forza di ricordare e la sente come unica strada possibile. Fanno così non solo per piccole questioni, lo fanno con tutto, anzi: più il fatto è brutto e spiacevole, più è ingiusto e ripugnante, più è insopportabile associarlo a un amico, a un conoscente o a un connazionale, quindi (per continuare a vivere sereni) più velocemente va minimizzato o dimenticato.
Nel ricordo di questi “smemorati” si sostituiscono velocemente versioni più edulcorate, più piacevoli, “che infondo che vuoi che sia” “alla fine è stato meglio così” “non si rendeva conto di quello che faceva” “ormai è acqua passata”… infine si arriva al negazionismo, al mettere in discussione che i fatti siano veramente successi.
Insieme con Elia abbiamo visto il film “La verità negata”, mica era uno scherzo.
O.K., allora io dico (sia che venga applicata a un abuso privato, che al genocidio di un popolo): questa prima possibilità fa schifo!

La seconda possibilità è ricordare.
Fanno benissimo gli ebrei ad aver instituito il Giorno della Memoria altrimenti le prime a essere dimenticate sarebbero state le vittime e il loro dolore. I fatti vanno ricordati per quello che sono. Certo, le persone che hanno subito un trauma vivrebbero meglio (più serenamente) se riuscissero a dimenticare e risulterebbero anche più simpatiche alla comunità. Così come sono (traumatizzate appunto) fanno tristezza a tutti, a tutti ricordano il crimine subito (da loro) e soprattutto commesso (dal proprio aguzzino), a tutti ricordano la vergogna di appartenere al genere umano. Per questo le persone traumatizzate vengono velatamente scansate da un bel po’ di gente, cioè da tutti quelli che preferiscono vivere smemorati (e sereni). Ma a loro, ai traumatizzati, va bene così, loro preferiscono ricordare (anche se è difficile e questo ricordo li condizionerà per sempre nella vita), perché almeno così il dolore che hanno provato ha un senso, portarselo dietro, accoglierlo e conviverci è un sacrificio necessario. La memoria non serve solo a condannare fermamente e a prendere le distanze, serve soprattutto a mantenere viva la speranza più importante: che certi fatti possano non risuccedere più. Serve a proteggerci e a proteggere.
Poi un’altra cosa: conservare la memoria della verità storica è faticoso e riuscire a farlo deve farci sentire fieri, non farci vergognare, si vergognino quelli che hanno fatto del male e anche quelli che dimenticano ed edulcorano, la via più giusta non è quasi mai quella più semplice da seguire!
Mi torna tutto, ma così l’inghippo rimane, non c’è una via d’uscita, ha ragione il Re dei Sugolini: Hitler non verrà mai dimenticato, al pari di Gandhi e Michelangelo e questo è ingiusto. Non solo, venendo conservato all’interno della storia dell’umanità, ogni tanto raccoglierà qualche allegro simpatizzante, ogni tanto nascerà qualche imitatore e i suoi metodi, la sua logica, il suo carisma, potranno sempre essere d’esempio.
Dobbiamo stare attenti: ricordare i cattivi è un'arma a doppio taglio.
Non va bene, porca miseria!

Ci vuole una terza possibilità.
Le vittime andrebbero sempre consolate, aiutate, frequentate e accolte (anche se portatrici di dolore, non sempre allegre, leggere e corrispondenti alla tipologia “Re della festa”), i fatti andrebbero sempre ricordati per come sono andati (anche se dolorosi o atroci), i carnefici no (per quanto carismatici e potenti), loro si meriterebbero solo due cose, non la memoria e neanche il rancore, solo la solitudine e l’oblio.
Questa terza possibilità e l’unica giusta davvero, io non so bene come fare a realizzarla, non so farlo nel mio piccolo (a livello personale), non credo sia possibile farlo nel grande (a livello storico e globale).
Non so farlo ma sono ottimista, il mio straordinario figlio sta crescendo, io lo ascolto con attenzione e chi lo sa, tra un tuffo nel blu e una battuta fuori luogo, un giorno non lontano forse sarà lui a suggerirmi il modo.

lalla

4 commenti:

  1. Ciao, sono Theresa Williams Dopo essere stata in relazione con Anderson per anni, ha rotto con me, ho fatto tutto il possibile per riportarlo indietro ma tutto era invano, lo volevo così tanto indietro a causa dell'amore che ho per lui, L'ho pregato con tutto, ho fatto delle promesse ma lui ha rifiutato. Ho spiegato il mio problema alla mia amica e lei mi ha suggerito di contattare un incantatore che potrebbe aiutarmi a lanciare un incantesimo per riportarlo indietro ma io sono il tipo che non ha mai creduto nell'incantesimo, non ho avuto altra scelta che provarlo, io ho spedito il mago dell'incantatore e lui mi ha detto che non c'era alcun problema che tutto andasse bene prima di tre giorni, che il mio ex tornasse da me prima di tre giorni, ha lanciato l'incantesimo e sorprendentemente nel secondo giorno, era intorno alle 16:00. Il mio ex mi ha chiamato, ero così sorpreso, ho risposto alla chiamata e tutto quello che ha detto è che era così dispiaciuto per tutto quello che è successo che voleva che tornassi da lui, che mi amasse così tanto. Ero così felice e sono andato da lui che è così che abbiamo iniziato a vivere felici insieme di nuovo. Da allora, ho promesso che chiunque conosca un problema di relazione, sarebbe di aiuto a tale persona riferendola all'unico e potente incantatore che mi ha aiutato con il mio problema. Sua e-mail: {drogunduspellcaster@gmail.com} puoi inviarlo via email se hai bisogno della sua assistenza nella tua relazione o in qualsiasi altro caso.
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