martedì 2 febbraio 2021

Caro babbo, guardiamo avanti

Caro babbo, questi giorni dell’anno sono particolari, sono i tuoi.
Noi facciamo finta di andare avanti come niente fosse, ma è appunto, solo una finta.
Oggi sei nato e tra circa 24 ore, sei morto. A qualcuno succede di nascere e morire negli stessi giorni dell’anno. Penso che sia una cosa molto giusta, in equilibrio, come chiudere un cerchio.
Il 2 febbraio 2016, quando nel letto hai detto: “che brutto compleanno”, non devi averla pensata così. Anche se, in effetti, questa frase per te non significava “che brutta fine”, bensì “il prossimo compleanno sarà migliore”. Hai sempre guardato avanti, nonostante l’evidenza. Babbo, non sai che anno di merda è stato il 2020, ci saresti voluto tu in questi mesi di pandemia, avresti pensato solo al dopo, solo al futuro.
Anche io guardo sempre avanti e ci provo a percorrere la direzione migliore, ma devo ammettere che ultimamente mi sento un po’ stanca.
Quello che mi manca è la tua sicurezza, tu, nel bene o nel male, eri sempre sicuro di avere ragione. Non avevi dubbi, non avevi ripensamenti. Eri sfacciatamente ottimista. Questi tratti li hai passati alle mie sorelle, non a me. Quanto invidio le persone sicure di sé! Quanto deve essere bello sentirsi sempre nel giusto, che grande senso di serenità. Io nel giusto mi ci sento (perché faccio di tutto per comportarmi dignitosamente) ma mi muovo sotto revisione continua (da parte mia), non me ne faccio passare una. Ripenso costantemente a tutte le scelte, pondero, confronto, soppeso ogni decisione.
La verità è che sono attanagliata dall’ansia da prestazione in qualsiasi cosa faccia. E’ la cosa a cui tengo di più: comportarmi nel modo giusto, fare del mio meglio, non danneggiare nessuno.
E’ un po’ stressante. Per questo sono stanca.
Anche tu eri una persona correttissima, ma eri anche un carro armato, a un certo punto mettevi il turbo e agli altri toccava spostarsi, c’era poco da fare.
In questo periodo il mio rapporto con la scuola mi preoccupa più del solito, sento ancora di più il peso dei miei studenti sulle spalle. Di solito, bene o male, come insegnate riesco ad assolvermi (non sarò perfetta, ma ce la metto tutta). Ma col coronavirus, da quasi un anno, viviamo didatticamente alla giornata. Abbiamo già provato 3 percentuali di distanza/presenza. E’ un continuo reinventarsi e non riesco a capire se e quanto sto facendo bene (o male). La didattica a distanza è diventata sempre di più una prova di resistenza: loro che spengono le telecamere e si ammosciano e io che cerco con ogni sforzo di tenerli vivi e farli reagire. Se non li fai lavorare, li perdi per strada, se li fai lavorare troppo, li sovraccarichi. La didattica in classe è diventata un casino: devo rendermi odiosa vigilando che rispettino le regole (anti-covid) e una mascherina mi impedisce di trasmettere le espressioni (e le emozioni) facciali. E’ tutto un linguaggio del resto del corpo e della voce, ma neanche facendo le piroette potrei compensare la mancanza del mio sorriso. Affronto le problematiche di sempre, ma con intensità e ostacoli triplicati… che fatica! In questi giorni abbiamo gli scrutini, giuro che mi sento stanca come fossero quelli di giugno, me lo dici tu adesso dove le raccatto le energie per portare avanti tutto il secondo quadrimestre?
E non solo, babbo... quando cavolo finirà? Quanti altri anni così dovremo sopportare? Io sono spaventata: ho paura di disamorarmi del mio mestiere.
Sai che un’altra attività per cui vado matta, oltre a cullarmi nell’ansia, è preoccuparmi.
Sono preoccupata per i tuoi nipoti, per forza, per il grande (che sembra enorme, ma ancora è un bambinone e mi sembra particolarmente cotto ultimamente) e per la piccola (che è fin troppo grande per la sua età e si è ritrovata per la prima volta a scuola in una scuola così, che non è certo come dovrebbe essere la scuola!).
Viviamo molto isolati da tutti (ore in classe a parte), anche questo non è un bene per loro. Spero che lo sia per la comunità. Cerco di trasmettergli senso civico, di resistenza, di coerenza. Sono tutte robe belle, ma impegnative. Almeno l’80% dei loro coetanei si incontra a giardini, festicciole e altro… ne sto facendo degli emarginati, ma forse lo sarebbero stati comunque, essendo figli miei.
Mi preoccupo anche per la mamma, che in questo isolamento prolungato e forzato, sente di più la tua mancanza. Quest’estate non siamo potute andare in viaggio, chissà se e quando potremo farlo di nuovo. In questi giorni si sta rimettendo a posto “il dente” dal dentista ed è parecchio acciaccata. Ti ricordi come eri birbone quando la prendevi in giro dicendoci: “vi rendete conto figlioli di quanto amo la mamma? Quando l’ho conosciuta avena “il dente” davanti nero e spezzato, ma a me sembrava bellissima lo stesso”. Lo dicevi sempre davanti a lei (per farti sentire) e lei protestava "ovvia Beppino", ma si struggeva perché era vero che l’avevi sempre amata e ti era sempre sembrata bellissima. Avevi quel modo un po’ strano di fare i complimenti, pensavi che anche io fossi bellissima e lo dicevi sempre alla mamma (con me nella stanza, per farmi sentire): “Lucia, ma quanto è bella la lalla? Ti somiglia così tanto, sembra te da ragazza!”. Anche io mi struggevo e così prendevi due piccioni con una fava. Io non lo so se somigliavo davvero alla mamma, mi sembrava di somigliare poco a te, in famiglia tutti la pensavamo così. Ma col passare del tempo mi rendo sempre più conto che non è vero.
Va bene, sono anche io una “caca-dubbi” (come appellavi poco carinamente la mamma), non ho certo la tua sicurezza e prepotenza, ok?
Ma so arrangiarmi e far di tutto con le mani come te, sono una cantastorie come te, sono una teatrante come te, sono soprattutto un’esibizionista, come te. E anche se ultimamente sono un po’ più stanca del solito, ho tanta voglia di vivere, come te. E tanta voglia di coinvolgere gli altri in una battuta, in un sorriso, in una danza.
Sai che non mi hai mai insegnato davvero a ballare? Sapevi fare un sacco di cose, ma avevi poca pazienza e eri un po' troppo geloso del tuo sapere per essere un buon insegnante. Peccato, io avrei imparato tutto volentieri da te.
Questo twist che ci siamo concessi al matrimonio di Guido è stato il nostro ultimo ballo insieme. Non mi avrai tramandato i passi, ma l'entusiasmo sì ed è ciò che conta, dico bene babbo?
Anche io ti somiglio!
Continuerò a ricordare il passato e a guardare avanti, questo momento passerà.
Buon compleanno.


lalla



3 commenti:

  1. Ciao, sono Theresa Williams Dopo essere stato in relazione con Anderson per anni, ha rotto con me, ho fatto tutto il possibile per riportarlo indietro ma tutto è stato vano, lo volevo indietro così tanto per l'amore che ho per lui, L'ho pregato di tutto, ho fatto promesse ma lui ha rifiutato. Ho spiegato il mio problema alla mia amica e lei ha suggerito che avrei dovuto contattare un incantatore che potesse aiutarmi a lanciare un incantesimo per riportarlo indietro, ma io sono il tipo che non ha mai creduto negli incantesimi, non ho avuto altra scelta che provarlo, io ha spedito l'incantesimo e mi ha detto che non c'era problema che tutto andrà bene prima di tre giorni, che il mio ex tornerà da me prima di tre giorni, ha lanciato l'incantesimo e, sorprendentemente, il secondo giorno, erano circa le 16:00. Il mio ex mi ha chiamato, ero così sorpreso, ho risposto alla chiamata e tutto quello che ha detto è stato che era così dispiaciuto per tutto quello che è successo che voleva che tornassi da lui, che mi ama così tanto. Ero così felice e sono andato da lui. Fu così che ricominciammo a vivere insieme felici e contenti. Da allora, ho promesso che chiunque io conosca che ha un problema di relazione, sarei stato d'aiuto a una persona del genere indirizzandolo all'unico vero e potente incantatore che mi ha aiutato con il mio problema. La sua email: {drogunduspellcaster@gmail.com} puoi inviargli un'e-mail se hai bisogno della sua assistenza nella tua relazione o in qualsiasi altro caso.
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