martedì 4 maggio 2021

la Bellezza mi salva dalla distopia

E’ più di un anno che siamo impantanati in una pandemia mondiale. 
Roba da film di fantascienza di quella pesa, dove nella descrizione leggi “ambientato in un futuro distopico” e tu non sai bene cosa significhi “distopico” finché non lo vedi e allora capisci: significa “di merda”. 
Eppure gli sventurati protagonisti in qualche modo ci vivono nella distopia (pure se puzza) e gli succedono delle cose, tipo che sopravvivono (o anche no), lavorano (o anche no), si ribellano (o anche no), si innamorano (o anche no) e robe così. 
La sopravvivenza mia e dei miei cari per adesso è OK e non so dirvi quanto mi senta grata per questo. Ma la strage giornaliera è insopportabile. Se ne sta andando una fetta enorme di popolazione e il fatto che siano quasi tutte persone di una certa età è ancora più grave in Italia che in altre nazioni. Da noi gli anziani fanno parte della famiglia, siedono al tavolo per il pranzo domenicale, raccontano aneddoti ai nipoti, tramandano il lessico famigliare, custodiscono la memoria. Alla fine di questo massacro avremo perso una parte importante e bella del nostro paese, solo allora ci renderemo conto di essere un po’ meno italiani di prima e tutto sarà ancora più triste. 
Parlando del lavoro, vista la situazione sono fortunata ad averne ancora uno e sono fiera di averlo portato avanti con dignità, in un anno non ho perso un’ora di lezione e i miei studenti non sono rimasti indietro in niente nella mia materia, tantomeno nell’entusiasmo (che è la cosa più importante). Ma quanto mi è costato, quanto mi/ci costa, sembrano passati due, tre anni, non uno. Siamo inevitabilmente tutti molto stanchi e chi ha parlato di allungare l’anno scolastico per “recuperare” le ore perse, è un folle. 
Durante il primo lock-down la gestione della scuola è stata durissima e totalizzante, in più mi sono fatta un mesetto di polmonite e nonostante questo ho continuato a insegnare come nulla fosse, a pre-registrare lezioni nelle ore più impensate e caricarle su You-tube, sempre disponibile a rispondere alle domande, collegata con studenti e colleghi h24 su tre diversi canali virtuali (Argo, Teams, Whatsap). Contemporaneamente, la gestione del mio ragazzino (che intanto cambiava voce e diventava un ragazzone) e della mia bambina (a cui insegnavo a leggere, scrivere e far di conto). Tempo per la pittura: zero. Sul finale ero abbastanza stremata, ma ce l’ho fatta, sono un essere altamente adattabile. Aiutava pensare al “prima” che era ancora molto vicino, il “durante” sembrava faticoso e orribile, ma passeggero.
Il lock-down ha funzionato, ma lo Stato non ne ha approfittato per fare un cavolo di nulla (tipo restaurare qualche scuola che cade a pezzi o aumentare i mezzi pubblici, per dire). Esame di maturità e poi finalmente è arrivata l’estate che abbiamo passato al mare con la mia mamma e isolati dal resto del mondo. Da lontano guardavo afflitta e disgustata le immagini di folle in discoteca e ammucchiate negli apericena, consapevole che in autunno saremo tornati nella merda distopica. Tutti a dire “che brutto anno scolastico è stato il 2019/20” e io che non mi capacitavo, non capivano che il prossimo sarebbe stato peggiore?
Da settembre ci hanno ributtato in classe, 20-25 studenti senza mascherina, distanza legale di 1m tra le rime boccali (il ché significa che bastava che si chinassero a prendere entrambi un libro nello zaino per baciarsi in bocca). Scientificamente parlando, incredibile.
E mentre la pandemia riprendeva (ovviamente) vigore, abbiamo sperimentato in presenza tutte le percentuali possibili, il 75%, il 100%, il 25% lo 0% (prima di Natale), poi il 50%, di nuovo lo 0%... ogni volta colleghi eroici hanno dovuto reinventare un orario nuovo per l’intero istituto in meno di 48h. Devo confessare che quando due settimane fa dal ministero hanno tirato fuori il 60% e infine il 70% avrei voluto indire una marcia di studenti e insegnanti (tutti ben distanziati) per chiedere una percentuale a caso tipo il 58% o meglio il 69 (che almeno fa goliardia), per una volta sarebbe stato giusto prendere un po’ per il culo questi imbecilli che ci governano, dato che quest’anno si son divertiti così tanto a farlo loro. Possibile che nessuno sappia che per garantire una didattica efficace e un apprendimento sereno degli studenti, la prima cosa che serve è un minimo di chiarezza e stabilità? Vabbè.
Comunque, nonostante il delirio delle percentuali, nonostante il mio ruolo di insegnante completamente denaturato (non posso più girare tra i banchi e nessuno può vedermi sorridere), nonostante le privazioni, nonostante i molteplici tamponi eseguiti (soprattutto sulla Matilde), nonostante le varie quarantene, nonostante le notizie funeste dei media, nonostante tutto quello che viene detto contraddetto ogni giorno sui vaccini, nonostante i 200 morti giornalieri, nonostante tutto, va ammesso, molto tristemente, che questa precarietà è diventata una sorta di normalità. Una normalità distopica.
Una normalità fatta di volti coperti e mani igienizzate, una normalità fatta di distacchi e solitudini profonde. Il “prima” ormai sembra lontanissimo e forse, irrecuperabile.
In autunno ho capito che non potevo permettermi il lusso di aspettare il suo ritorno, ho capito che l’attesa mi/ci avrebbe distrutto. Dovevamo accettare di essere diventati i protagonisti di questo maledetto film di fantascienza. Sono, appunto, un essere altamente adattabile, ho smesso di pensare al “prima” e mi sono costruita un “durante” accettabile.
I miei studenti rischiavano di lasciarsi andare e non avrebbero potuto vedermi sorridere? Li avrei sorpresi continuamente, avrei fatto sorridere loro! Le mie lezioni sono diventate ancora più informali, degli show di intrattenimento. Loro mi hanno ripagato continuando a impegnarsi e imparare.
I miei figli avrebbero dovuto rinunciare alla vita sociale? Li avrei coccolati, intrattenuti e scossi il più possibile! Siamo scappati sull’argine dell’Arno a fare un pic-nic cinese a ottobre (quando ancora si poteva), abbiamo comprato il gelato a dicembre, quasi ogni domenica abbiamo imbastito serate cinema con pizza sul divano, abbiamo giocato insieme, solo 4 volte siamo potuti tornare dalla mia famiglia in campagna (distanziati e mascherinati). Per fortuna Elia ha ripreso a cantare nel gruppo rock (sta prendendo le misure con i suoi nuovi bassi) e Matilde si è pian piano inserita in seconda elementare. Loro mi ripagano sempre e comunque, solo perché esistono.
Nel “prima” i week-end senza figli mi concedevo di andare a ballare, uscire con le amiche o fare un viaggetto, adesso avrei dovuto passare giornate intere chiusa in casa da sola? Mi sono concessa qualche passeggiata con la mia migliore amica e di riempire le ore con quello che più amo fare, soprattutto, dipingere! Il tempo non è mai abbastanza, non ci penso proprio a sprecarlo rimpiangendo la movida.
Ho scritto poco, ma è solo perché ho dipinto molto e per me sono la stessa cosa, dipingere e scrivere. Sono sempre io che cerco una via per uscire fuori, è solo la strada che cambia.
Da mesi l’immersione in questa maleodorante distesa di feci, in questo clima di orrore e insicurezza costante, mi fa desiderare di creare immagini che alludano alla Bellezza. Mi manca tanto la Bellezza, quella dei musei, dei viaggi, delle scoperte, dei sorrisi, della gioia sregolata (senza regole), della spensieratezza.
La Bellezza, qualcuno ha detto, ci salverà.
Io non so se questo sia vero, forse non lo è per tutti, per me credo proprio che sia così.

lalla

P.S. La mia splendida Piccola Fata ha posato per questo dittico. Dipingerla mi ha regalato un sollievo indescrivibile. Indescrivibile, nonostante io lo conosca molto bene. Lo provo ogni giorno da quando è arrivata su questa terra, da quando la osservo muoversi, meravigliosa, davanti ai miei occhi.
Questa bambina pochi giorni fa ha compiuto 7 anni.
Lei è la Bellezza e mi ha già salvato.




2 commenti:

  1. Mio marito mi ha lasciato per una donna più giovane ed ero devastata. Era come se lo avesse avuto sotto un incantesimo malvagio, Saul si è rivoltato contro di me durante la notte senza alcun preavviso. È successo l'anno scorso, ero disperato, quindi ho usato ogni singolo sito Web di incantesimi che potevo trovare senza risultati. Un amico mi ha mandato dal Dr. Adeleke e l'ho contattato. Ha iniziato a lavorare con me a giugno. Come risultato di tutto il suo meraviglioso lavoro, io e il mio uomo siamo tornati insieme. Sono così felice e privilegiato di avere una persona così grande come te al mio fianco. Grazie! Contatta aoba5019@gmail.com e su whatsapp:+27740386124

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