domenica 11 maggio 2025

la solitudine

All’inizio è un’esigenza. Una scelta di difesa, l’unica possibile.
Devi stare sola perché ti hanno fatto troppo male e hai paura che te ne facciano ancora. Qualsiasi bestia dopo aver combattuto, si rintana per leccarsi le ferite.

Nel tempo, si trasforma in conoscenza. Dei propri bisogni, dei propri gusti, dei propri tempi. Si adatta e riempie ogni tuo vuoto, ti avvolge e ti consola. C’è un momento in cui arriva a farti amare profondamente te stessa, a renderti fiera, a farti sentire completa, perfino fortunata.

Tutti dicono che è giusto, che è lì che dovevi arrivare, che è un bene, ma non è propriamente vero. Invece quel momento è pericoloso: la solitudine non ti sta solo convincendo che basti a te stessa, ma che sia meglio così. Ti sta seducendo. 

Quando te ne rendi conto, è già troppo tardi: da calda coperta è mutata in corazza. Adesso riesci a percepirla, rigida e fredda, così come possono farlo gli altri, nitidamente. E, a proposito, è per questo che gli fai paura, proprio come loro ne facevano a te. È per questo che ti scansano. Ed è spiacevole. Assolutamente spiacevole.

Finalmente lo ammetti: la solitudine non è più solo una tana, ma una gabbia che probabilmente non lascerai mai. Non ti resta che farci pace. Raschi fino in fondo ogni briciola della forza che lei ti ha insegnato e la riempi il più possibile di colori, di sole, di te. Sorridi e vai avanti. Puoi farlo e lo fai.

lalla

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