giovedì 14 gennaio 2010

le mie metope

Non si può studiare tutta la vita l'arte antica, amarla come io la amo, e non esserne influenzati una volta scelta questa strada.
Dei greci ammiro soprattutto il senso di assoluto.
Si erano prefissi uno scopo: rappresentare attraverso l'arte la loro superiorità.
Non si sa come, ma alla fine hanno raggiunto la prefezione che tanto cercavano.
Per capire cosa intendo, ai ragazzi, a scuola, faccio sempre questo esempio: provate a chiudere gli occhi e a immaginarvi un rettangolo... fatto?
Adesso aprite gli occhi e ditemi: com'era il rettangolo?

Posso dirvelo io com'era: avete immaginato tutti la facciata del Partenone di Atene, il Rettangolo con la "R" maiuscola, quello della "sezione aurea".
Ecco cosa sono riusciti a fare i greci spingendo la loro ossessiva ricerca di perfezione fino a raggiungere le proporzioni intrinseche nell'essere umano, capaci di trasmettergli il senso di eterno e di vero.
Non lo hanno fatto solo in architettura, ma anche in scultura e in pittura.

La loro ricerca è stata tanto assoluta da lasciare un segno indelebile in tutta l'arte occidentale, tanto forte da tornare periodicamentre e sempre, tanto inevitabile da potersi definire "classica".
Però l'arte greca che è giunta fino a noi si è caricata degli inevitabili segni del tempo, è solo una rovina (in architettura), un frammento o una copia (in scultura), niente più che una descrizione scritta (in pittura).
La sua perfezione è stata scalfita, spezzata, erosa.

Forse proprio per questo irrompe nel nostro immaginario ancora più spettacolare e romantica.
Le metope greche sono elementi architettonici e scultorei che, alternati ai triglifi, componevano il fregio nel tempio dorico.
Non sono qualcosa di integro e finito, sono parti, frammenti di un insieme.
Stranamente però, anche decontestualizzate e appese in un museo, conservano il loro fascino
. Al di là del soggetto sempre diverso, ognuna raggiunge perfettamente, pur nella propria asimmetria e originalità, quel senso di assoluto e di vero. Il segreto è nella composizione delle parti, nell'armonia dei vuoti e dei pieni, nell'equilibrio dei segni.
Ed ecco le mie metope.
Sono anch'esse dei frammenti, parti di un'insieme (di un corpo).
Non possiedono la forza delle loro antenate e per questo acquistano un senso solo se poste l'una accanto all'altra.
Nella loro precarietà cercano, timidamente, di catturare quell'attimo di eternità e di assoluto tanto cari alla classicità.


lalla


metope, olio su quattro pannelli di masonite 25x25.


metopa 1



metopa 2


metopa 3


metopa 4

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