lunedì 20 settembre 2010

grazie Giulia

E' finita l'estate e il mio periodo di mamma 24 ore su 24, anche il piccolo Re è tornato alla materna e al suo lavoro.
Ed è finito anche un anno di totale precarietà economica e professionale.
Mercoledì scorso, dopo svariate peripezie e nonostante qualche pasticcio di troppo del provveditorato, mi aggiudico 8 ore settimanali ad Empoli. Domani mattina ho una convocazione che forse mi consentirà di aggiungerne 6 a Firenze... si ricomincia con montagne di compiti da corregggere, lezioni da preparare, ragazzi da conquistare e finalmente uno stipendio decente...
certo, sono contenta, ma la pittura? La scultura? Il fumetto di Emma?
Tutti questi sogni mi hanno coccolato e consolato della mia inutilità per un anno intero, adesso è difficile metterli da parte e mi rattrista pensare che fossero soltanto un'illusione.
Però lo penso spesso: sono solo un miraggio, un inganno, tutte le cose che faccio.
Ogni tanto ne aggiungo una ed è solo un'altra categoria nella quale sono e sarò sempre una dilettante (pittrice, scultrice, perfino attrice e anche insegnate).
So fare tutto e non so fare niente. Possiedo doti inutili e infruttuose, nessuna delle quali spicca davvero sulle altre, sono solo mezzi doni incapaci di servire davvero nè a me, nè ad altri.
Sempre più spesso mi balena per la testa il pensiero di essere una persona banale, senza talento, senza niente da dire e comunicare.
E adesso? Mi rimetto a insegnare e nascondo di nuovo i colori nella polvere del cantuccio dietro la scrivania e la voglia di dipingere in un pertugio in fondo al cuore?

Poi, vengo a spegnere il computer e vedo un messaggio di un'allieva di due anni fa che quest'estate ha preso la maturità. Quasi si scusa perchè è tanto che non scrive e questo mi sconcerta, ma porca vacca, avrai avuto di meglio a cui pensare che a una tua ex-ex-insegnate di arte! Mi scrive che finalmente ha il coraggio di inseguire i suoi sogni, che farà architettura, anche se è la scelta meno logica, che questo coraggio lo deve anche a me, mi scrive grazie, delle parole così belle, che non credo di meritarle. E' entusiasta, innamorata della vita e dell'amore.
Mi metto a piangere come una bambina, quasi mi spaventa pensare di aver influenzato la vita di una ragazza di 18 anni, averle fatto credere che sia giusto inseguire i sogni, non arrendersi di fronte alle difficoltà e cercare con tutte le forze di essere felici...
allora mi balena per la testa il pensiero di non essere poi così male come insegnate e come persona.
L'aver fatto architettura quasi per caso e non l'accademia, l'aver rinunciato alla matematica, l'aver scelto p0rima i fumetti, poi la ceramica e l'insegnamento, l'aver messo sempre tutto da parte in nome della famiglia e del Re dei Sugolini, tutta questa serie di contraddizioni, deviazioni, spreco di energie...
ho sempre pensato che mi avessero trasformato in qualcosa che non è "nè carne, nè pesce", e invece no, mi hanno portato ad incontrare Giulia.
Non ho sbagliato tutto, non esiste un'altra carriera (per quanto strapagata) che potrebbe regalarmi soddisfazioni così. Non c'è un lavoro più importante di quello che faccio, non una vita migliore di quella che sto vivendo e non sogni più dolci di quelli che mi culleranno stanotte.
Vado a letto felice, grazie Giulia.

lalla

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