venerdì 12 febbraio 2010

il mestiere più antico del mondo

Da un po' di tempo son tornata, con grande gioia, a fare il mestiere più antico del mondo.
Adesso non so cosa siate andati a pensare, ma oltre al più noto, ne esiste un altro millenario e dal fascino irresistibile.
Quel mestiere è lo scultore, o meglio: il ceramista.
Poco dopo aver scoperto il fuoco, l'uomo delle caverne si è reso conto che poteva servirsene non solo per cuocere pagnotte, ma anche per indurire la terra e ricavarne picoli manufatti. Se si fosse trattato soltanto di oggetti utili, come ciotole e piattini, sarebbe stato solo il progresso che rispondeva a dei bisogni primari, ma la cosa incredibile è che sono state ritrovate molte statuine antropomorfe (scolpite in pietra o modellate in terra cotta).

Il nostro peloso antenato ha risposto a un'urgenza ancora più forte della fame, ha affondato le sue dita callose nel fango al solo scopo di creare. Ha modellato un piccolo essere imperfetto, fatto a sua immagine e somiglianza. L'ha fatto per descrivere e capire se stesso, per farsi delle domande, per darsi delle risposte. In quel momento si è staccato dal resto del regno animale (che pensa solo a mangiare, dormire, riprodursi), e ha catturato una scintilla di divinità. Quel piccolo uomo ha percepito la grandiosità di quello che stava facendo e ha conferito a quelle statuine un valore sacro.
Quel gesto di creazione è stato tanto forte da finire, secoli dopo, nell'Antico Testamento (sorvolando sul fatto di "chi abbia creato chi").
Quel gesto era Arte ed è nata prima della scrittura, prima della Storia.
Quel gesto ha attraversato i millenni per giungere fino ad oggi a qualche folle e fortunato come me.
Un po' folli bisogna esserlo per sopportare l'argilla che scava la radice delle unghie e la irrita, per sforzare i muscoli della schiena china, per respirare e mangiare la terra secca che si volatilizza, per combattere ore ed ore con la materia molle ed obbligarla a perseguire una forma che esiste solo nella propria testa.
E non è un caso, credetemi, se ai pazzi fanno fare la ceramica, ma ne vale la pena, perchè ve lo giuro: è sfinente per il corpo, ma inebriante per la mente.
Quindi son fortunati quei pochi pazzi, me compresa, che possono sentirsi un po' meno bestie e un po' più vicini a Dio emulando quell'antico gesto di creazione.
Non c'è niente di razionale nel perdere il proprio tempo a sporcarsi nel fango e nel dare all'opera finita un valore superiore a un qualsiasi altro pezzo di pietra o melma.
Eppure, nonostante l'evidenza, quei pezzi di terra non sono solo quello che sono.
Quei pezzi di terra, alla stregua delle antiche figurette votive, sono sacri e possiedono un potere terapeutico.
Non si spiegherebbe altrimenti un sempilce fatto:
da quando sono tornata a scolpire, sono tornata felice.


lalla

"donna", modellato in terracotta.
Larghezza 25, altezza 63, profondità 13 cm. circa.


"il corpetto della sposa", modellato in terracotta.
Larghezza 52, altezza 51, profondità 13 cm. circa.


la mia firma: "I.G. fatto a mano".

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