sabato 27 febbraio 2010

il Re dei Sugolini

Sempre più frequentemente, al momento di trascrivere l'indirizzo del mio blog, le persone fanno una strana espressione perplessa e poi pronunciano una sfilza di domande:
"ma chi è il Re dei sugolini? E i sugolini chi sono? Cosa c'entrano con te e con la pittura?".
Allora d'accordo, mi rimbocco le maniche e provo a spiegare, solo che non è facile per un folle razionalizzare la propria pazzia...
Innanzi tutto il mio cervello un po' particolare ha sempre avuto uno strano rapporto con la lingua italiana.
Una lieve forma di dislessia mi ha costretto a leggere sillabando fino a oltre i 10 anni di età, tutt'ora mi impedisce di gustarmi con facilità un bel romanzo, farcisce di "orrori" ortografici tutto ciò che scrivo e rende comiche alcune mie frasi scambiando a sorpresa intere parole.

Se ciò non bastasse, alla mia mente le parole "vere", che circolano in giro, non sono mai bastate. Quindi, al bisogno, ne ho coniate di nuove.
Ed eccoci appunto a "sugolino".
Provate a stringere tra le braccia un cucciolo, non obbligato
riamente un cucciolo d'uomo, ma anche un gattino o un cagnolino. La lingua italiana non ha un aggettivo che riesca a descrivere quella sensazione di estrema morbidezza e fragilità, quel profumino di pane che quasi ubriaca e quel desiderio irrefrenabile di stringerlo.
E' dolce? Ma no, non è mica una torta.
Allora è tenero? Non è detto, gli ossicini ci sono e guai a strizzarli troppo!

E' profumato? Non basta...
In una sola parola, un cucciolo è sugolino.
E perchè Elia sarebbe il Re di tutti i cuccioli del mondo, di tutti i sugolini?
Da piccolo Elia era particolarmente sugolino, lo è anche adesso.
E' sempre stato bello in modo imbarazzante (io lo posso dire, sono la mamma), particolarmente dolce (a 5 mesi mi metteva le manine grassocce intorno al collo e mi abbracciava) quasi geniale (ha imparato a leggere da solo a 3 anni e mezzo) e abbastanza furbo da usare sapientemente ogni sua dote per arruffianarsi ed esercitare il suo potere.

Non è facile crescere un tipo così, resistere al suo fascino e imperdirgli di divenatre un dittatore ingiusto e malvagio. Io ci provo, ma è una bella responsabilità, non so se ce la faccio.
Quando era ancora nella culla, per addormentarlo, inventai una storia (capiva solo la metà di ciò che dicevo e così pensai che non mi avrebbe preso per una pazza).

Era la storia del "Re dei sugolini".
Parla di tutti i neonati del mondo, che ci guardano perplessi e intrappolati in un corpo che non gli concede nè di muoversi, nè di parlare. Una volta addormentati però possono risvegliarsi in un posto caldo e accogliente, l'Isola dei Sugolini, lì possono ridere, comunicare, muoversi, divertirsi. Ogni volta eleggeranno "il più sugolino", egli sarà Re per un giorno, deciderà i giochi da fare e il cibo da mangiare. Probabilmente vi gira già la testa, quindi sorvolerò sulle varianti della storia, ma posso dirvi con certezza che negli ultimi 4 anni sull'"Isola dei Sugolini" hanno mangiato spesso cioccolato, fiesta e carciofi e hanno giocato con le macchinine...
Ok, appurato chi sia il Re dei Sugolini e perchè, non avrei potuto esimermi dal dedicargli questo blog.
Lo so, questi post parlano soprattutto di pittura, di arte, di insegnamento, di cose creative e spensierate, inomma: di tutto ciò che sono io oltre ad essere sua madre.
Ma la verità è che dal primo momento che l'ho visto (anche se aveva la bocca congestionata e gonfia come il figlio di Mick Jagger) mi sono perdutamente
innamorata di lui e non ho avuto più scampo: sono diventata la sua suddita n°1.
In una giornata c'è il tempo che passo "con lui" e quello che passo "senza di lui", ma c'è sempre lui, nella mia testa, ad esercitare la sua monarchia.
Tutto ciò che faccio, o che farò, è quindi legato al Re dei Sugolini e ed è, infondo, merito suo.
Da quando lo conosco, sento che, se sono stata capace di fare lui, non c'è cosa al mondo che non potrei fare.
E non è un caso se solo dopo essere diventata sua madre ho avuto il coraggio di mettermi veramente in gioco, anche con l'arte.
Posso solo dirgli: grazie, amore mio, per avermi resa quella che sono.

lalla

P.S. la gallerista mi ha chiesto il ritrattino di un bambino di un'anno da far vedere ad un cliente.
Sono andata a ripescare un po' di foto di Elia a quell'età e mi sono messa a dipingere. Non so se è stata colpa della febbre (che ho da due giorni), ma l'intera faccenda è stata tanto dolce e nostalgica da spingermi a scrive questo post.

"Elia a 1 anno", olio su masonite, 20x30 cm.

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