martedì 12 settembre 2017

in caso di problemi: coccole e pre-adolescenza

IN-ESTATE, IN-FESTATE
Rientrata da NYC ho finalmente riabbracciato il mio ragazzino e la mia bimba.
Ero stanchissima e sballata sia per il fuso orario che per l’esamino a scuola, ma non importa, appena si sono attaccati al campanello sono rimbalzata sul divano e gli sono corsa incontro. Venivano dal mare, erano abbronzati e molto scarmigliati. Me li sono sbaciucchiati per tutto il pomeriggio, per tutta la sera, per parte della notte, per tutta la mattina e il pomeriggio seguente… poi ho iniziato a sentire uno strano prurito alla cute della testa, non so, forse la stanchezza eccessiva… in serata, mentre ci vedevamo un film tutti allacciati sul divano ho notato che anche la bimba si stava grattando e allora ho capito: nooooo… i pidocchi!
Era molto tardi quando è arrivata la sentenza, due giorni dopo saremmo dovuti partire alla volta dell’Elba, con altri svariati membri della mia famiglia che sono molto diversi tra loro tranne per un dettaglio: tutti ODIANO e TEMONO i pidocchi. Non sapevo che cavolo fare, io personalmente non li avevo mai presi e neanche Matilde. Prima cosa li ho messi a letto, tanto ormai eravamo fottuti, mezza casa andava “disinfestata” e a loro due, ai letti, al divano, avrei pensato l’indomani.
Poi ho cercato di liberare me stessa, mezz’ora di impacco velenoso e giù di pettinino in ferro, ma era sconfortante con il cuoio capelluto sensibile e la matassa di capelli fini e lunghi che mi ritrovo, mi sono accanita per circa un’ora e mezza per scovare cinque o sei ospiti indesiderati e allegramente zompettanti (alla faccia dell’impacco). A ogni passaggio mi si spezzavo e strappavo i capelli, mi dolevano le braccia, mi doleva la testa, era così tardi, ero così stanca… mi veniva quasi da piangere. Ad un certo punto mi sono arresa, ho cambiato le lenzuola e sono andata a dormire. Il mattino seguente ho chiesto a Elia di accorciarmi di almeno 15cm i capelli (erano troppo distrutti), poi ho ficcato in lavatrice la biancheria di tutta la casa e ho attaccato i ragazzini. Su Elia ho sinceramente trovato poca roba (comunque ho accorciato i capelli anche a lui per sicurezza), ma Matilde era piena. Un covo di lendini e bestie. Piena. Ora, va detto che lei ha i capelli lunghi e un po’ boccolosi, ma davvero finissimi, ha ancora i capelli “di latte”, quelli inconsistenti delle bimbe piccine. Credetemi, non c’è verso di togliere le lendini da dei capelli così! Siamo comunque partiti per il mare a fare lunghissimi bagni (nel tentativo di affogare i pidocchi!). Quattro trattamenti in due settimane e pettinino per tutti, tutti i giorni, mattino, pomeriggio e sera. Nonostante i litri di olio addolcente e tutte le precauzioni del caso, era fastidiosissimo per lei e non voleva. Ogni volta era più difficile cercare di convincerla (nonostante i trucchetti e le canzoni delle principesse), piagnucolava e mi guardava sempre più torva. Mi sentivo una merda, ma qualcuno doveva pur farlo quel lavoraccio e quel qualcuno ero io. Ogni giorno continuavano a saltar fuori nuove bestie sia su di me che su di lei (passavamo ore appiccicate, un ponte diretto, in fondo amarsi è un po’ anche scambiarsi i pidocchi). Ogni volta Matilde gli faceva delle specie di macumbe: “Via da me pidocchi, sciò!”. L’ultimo (vivissimo) animalaccio sulla sua testa si è manifestato ben 12 giorni dopo il primo. Tre giorni di pace e poi, perfettamente disinfestati, li ho dovuti salutare di nuovo.
RINCHIUSI
Anche la seconda settimana è passata ed è tornato il mio turno, non vedevo l’ora, avevo chiesto al padre di passarle il pettinino almeno una o due volte a metà soggiorno, ma ci speravo poco che facesse un buon lavoro (è fastidioso fare qualcosa che i figli non vogliono che tu faccia, è scomodo, è più facile lasciar perdere). Temevo delle ricadute pidocchiose.
La notte prima del loro arrivo al mare mi manda un messaggino: “Elia ha un po’ male all’orecchio da stasera, gli ho preso subito delle gocce in farmacia, sta già meglio”. Ohi, erano meglio i pidocchi.
E’ arrivato all’Elba conciato malissimo, non sentiva niente.
“Ma Elia come hai fatto a prendere un’otite se mi hai raccontato che non facevi neanche il bagno in mare perché era sporco?”
“In mare no, ma era un caldo… passavo ore a fare immersioni in una piscinetta del Bagno alta un metro”.
Che culo.
Ho provato a fare un lavaggio all’orecchio: usciva un sacco di pus e nel pomeriggio è salita la febbre, diretti dalla Guardia Medica. Erano un dottore e una dottoressa (entrambi giovani e gentili, soprattutto lei), hanno diagnosticato un’otite bollosa, Tachipirina, un antibiotico generico per 6-8 giorni, Cortisone per 3gg, niente sole perché prende il cortisone, niente testa sott’acqua… la bimba ci salutava al mattino e se ne andava a fare tuffi col resto della combriccola (nonna , zii, cuginetti), io e il Re dei Sugolini ce ne stavamo a casa. Non era il tipo di vacanza che mi aspettavo, faceva un caldo da ringrullire (sarebbe stato bello farsi un bel bagno!) e una cosa è stare male a casa propria (dove ci trovi un sacco di intrattenimenti), una cosa è ammalarsi in una casa al mare senza neanche internet … ma era anche molto dolce stare io e lui insieme, da soli. Ovviamente mi toccava prendermi anche le lamentele (non troppe a dire il vero) e la frustrazione, fare un po’ da pungiball insomma, ma qualcuno doveva pur farlo e quel qualcuno ero io.

ANTIBIOTICO SBAGLIATO, GIORNI SBAGLIATI
Ora, il problema è che dopo un lieve miglioramento iniziale, da metà settimana è rimasto tale e quale. A quel punto ho cominciato a preoccuparmi, qualcosa non stava andando nel verso giusto, sono tornata dalla Guardia Medica. “Non sarà il caso di cambiare antibiotico? Son passati 4gg, non mi sembra che funzioni più di tanto”. Ma loro, sempre gentilissimi, hanno nicchiato: “Infondo ci vogliono 3gg per cominciare a fare effetto, è troppo presto per capirlo, poi la febbre è passata... facciamo così: aumentiamo la dose di antibiotico e tornate tra 3gg”. mhm…
Dopo due giorni è peggiorato, cominciando anche a sanguinare, non ho aspettato l’appuntamento e sono tornata dai due dottori piuttosto sul piede di guerra perché va bene esser gentili, ma, se non si fosse capito, accanto all’orecchio c’è il cervello. Erano spaventati anche loro e contenti che non avessi aspettato un altro giorno, ci hanno spedito al Pronto Soccorso.
Sabato 12 agosto, all’ospedale di Porto Ferraio abbiamo dovuto aspettare un po’ mentre davanti ci passavano persone che si erano più o meno sbraciolate cadendo da uno scoglio o dalla moto (niente di grave per fortuna) e un ragazzo che aveva pesticciato per bene un riccio (ahi!)
Il Re odia aspettare, per ingannare l’attesa ho proposto di raccontarci barzellette, ce ne venivano in mente davvero poche così abbiamo iniziato a inventarne alcune di dubbiosissima qualità ed annotarle sulla piccola agendina che Elia mi ha regalato per Natale. Ridevamo come bischeri e gli altri in attesa ci guardavano strano, poi ci siamo ritratti a vicenda.
Il dottore di turno non era un otorino, ma comunque una persona molto pratica e capace: “E’ davvero un brutto orecchio, anche il timpano mi sembra in difficoltà, forse è forato, è sicuramente un germe resistente e l’Augmentin è l’antibiotico sbagliato, gli ha fatto come l’acqua fresca, passiamo alle punture di Rocefin e lo faccia vedere da un otorino”. Ok, ma dove?
“Sa Signora, purtroppo non si è ammalato nel momento giusto questo figliolo, oggi è sabato (prefestivo) domani è domenica (festivo), lunedì è il 14 (prefestivo), martedì è Ferragosto (festivo)… qui all’Elba non ci sarà un otorino fino al 16 agosto , ma può provare lunedì a Piombino, l’ambulatorio dovrebbe essere aperto”. Dovrebbe?
Vabbè, mica era colpa sua, niente polemiche, gli ho solo chiesto: “io non sono un dottore, non mi importa che giorno sia oggi, mi dica cosa farebbe lei se fosse suo figlio, aspetterebbe il 16 o troverebbe un modo per farlo vedere prima, a costo di prendere un traghetto?”:
“io lo farei visitare il prima possibile”. Il prima possibile, O.K.

LA PRE-ADOLESCENZA
Dopo aver trovato a Procchio più o meno rocambolescamente una farmacia provvista dell’occorrente e ancora aperta alle 22.30, siamo tornati a casa a fare la famosa puntura.
E’ stata una cosa terrificante. Allora, io ho sempre avuto una fobia per gli aghi, quindi non voglio minimizzare, capisco quanto possa far paura la prima volta pensare che una lama sottile ti debba trafiggere, ma Elia ha proprio sbroccato. La mia mamma è molto esperta e ci avrebbe pensato lei, Elia voleva che aspettassimo che fosse lui a dare l’O.K., ma era agitatissimo, voleva guardare la siringa e aveva le mele dure come la pietra. Io lo abbracciavo e cercavo di calmarlo “cerca di rilassarti, vedrai che è una cosa veloce, è l’idea a darti fastidio, non guardare dietro, guarda me”, ma non c’era modo, respirava sempre più affannosamente, si dimenava, ad un tratto è andato in iperventilazione e ha cominciato a mandare gli occhi all’indietro, una vera e propria crisi di panico! Non l’avevo mai visto così, non sapevo che fare, gli ho tirato uno schiaffetto (non lo colpisco mai e ha funzionato): si è un po’ ridestato. Allora gliene ho tirato un altro un po’ più forte: ha sgranato gli occhi, è tornato vigile e la mia mamma ha inserito l’ago. A quel punto gli ho sussurrato “O.K., tranquillo, il più è fatto, adesso però stai fermo perché non puoi rischiare di spezzare l’ago, brucerà un po’ mentre entra la medicina, arrabbiati con me se ti va, ma stai fermo”. Me ne ha dette di tutti i colori “bugiarda, fa malissimo, ti odio!”
Non mi aveva mai detto “ti odio”. Che cosa ho provato?
Meraviglia, perché in effetti non me l’aspettavo, io ho affrontato tre travagli (il primo fisicamente dolorosissimo, il secondo psicologicamente dolorosissimo, il terzo davvero paurosissimo) ore e ore di sofferenza e di paura, eppure non ho maledetto nessuno, non ho offeso nessuno, non ho scacciato nessuno… non è una cosa che farei mai.
Una sorta di premonizione: forse sarà così l’adolescenza, con lui che perderà la testa, io che lo prenderò (metaforicamente) a schiaffi e lui che mi manderà (letteralmente) affanculo.
Tenerezza e orgoglio, perché infondo io sono l’unica persona nel mondo sulla quale sa di poter scaricare tutta la sua frustrazione, che, messo alle strette, sa di poter anche offendere certo che non mi perderà mai, che gli rimarrò sempre accanto, nonostante tutto. Mi sono sentita nel posto giusto al momento giusto: il posto delle mamme. E ho pensato che infondo l’adolescenza, considerandola inquesti termini, non sarà poi così male.
Pochi minuti dopo si era ripreso, era tornato se stesso.
“scusa ragazzino se ti ho dato uno schiaffo”.
“due me ne hai dati”.
“sì, due, ma uno era proprio leggero, quasi una carezza… non sapevo che altro fare per farti tornare in te. Mi sono spaventata, comunque scusa”
“no, no, mi sono spaventato anche io, hai fatto bene perché avevo proprio perso la testa. Grazie mamma”.
"In effetti... ti ricordi che mi hai detto ti odio?"
"sì..."
"Fa niente. Pensiamo a mangiare adesso, la nonna ci ha preparato la famosa spaghettata di mezzanotte, e quando ci ricapita?!".

La sera dopo non ha fatto una piega, un paziente perfetto, ormai era un impunturato esperto.

LA SANITA’ ITALIANA
Domenica 13 ho chiamato l’ospedale di Piombino “Non è detto che domani ci sia qualcuno in ambulatorio, forse fate il viaggio a vuoto, essendo già sotto Rocefin può darsi che al Pronto Soccorso non la considerino un’emergenza e non ritengano di chiamare l’otorino con la reperibilità… poi chissà chi c’è con la reperibilità il 14 agosto… non so che dirle, non sono per niente i giorni giusti per ammalarsi”.
“Sì, questo l’ho capito”.
“Mi dispiace. In bocca al lupo”.
In bocca al lupo??? Mi è presa una rabbia, ma che cavolo di posto è l’Elba? Il terzo mondo? Adesso basta! Prenoto un traghetto e me ne torno diretta a Firenze, c’abbiamo il Meyer noi, l’ospedale dei bambini! … aspetta un po’, chiamo anche loro, tanto per sicurezza…
“Non se ne parla Signora, c’è il ponte, questi non sono mica i giorni giusti per ammalarsi, niente otorino al Meyer fino al 16 agosto”.
Ecco, senza parole, ma ho preso nota: Primo, l’Italia intera è il terzo mondo. Secondo, se proprio uno vuol farsi arrotare è meglio scegliere un martedì (evitare anche il lunedì, è lavorativo, ma hanno la testa tutta impastata dai risultati calcistici).
Sono tornata alla Guardia medica con gli occhi supplicanti, da quei due che gentili lo erano davvero, un po’ sottovoce, all’Italiana, la dottoressa mi ha confidato che c’era un otorino privato sull’isola… alle terme…
ma dillo subito, no???? E che si sta a fare 10 giorni di tentativi a vanvera e progettare fughe in traghetto?!
Il lunedì mattina l’espertissima Dottoressa otorino privato (che poi si è scoperto, ha in cura mezza isola) dopo 10’’ netti di visita ha aggiustato la diagnosi e la cura. “Questo bambino è stato per caso in una piscina? Perché ad occhio si riconosce: si tratta dello pseudo-monas, proprio un batterio antipatico, resistente anche al cloro, figuriamoci all’Augmentin!”. Cortisone, gocce e antibiotico più mirati… “Suvvia, adesso si guarisce ragazzone. Domani è Ferragosto”.
“Sì, lo sappiamo”.
“E allora festeggiate e fatevi un bel bagno! Ovviamente niente tuffi e immersioni per questa stagione, il timpano è un po’ lesionato, ti metti un tappo nell'orecchio sinistro per evitare che entri troppa acqua, una cuffia per reggerlo e ti fai pure snorkeling se ti va!”
Avreste dovuto vedere il suo sguardo, in quel momento la Dottoressa otorino privato l’ha amata più di me!
E per il resto, tutto liscio.

lalla
P.S. Nel bugiardino di uno dei prodotti anti-pidocchi (del tutto inefficaci) che abbiamo sperimentato c’era scritto che la pediculosi causa anche disturbi psichici: stanchezza, irritabilità, pessimismo. All’inizio ci ha fatto sorridere, ma alla lunga posso confermare: pessimismo cosmico, tipo: “non me ne libererò mai”. Anche nelle persone vicine e apparentemente pulite, tipo: “guarda bene, sento prudere, sicuramente li prenderò anche io, continueremo a passarceli all’infinito…non ce ne libereremo mai”.
La mia Piccola Fata inizia la materna tra tre giorni, sarà un divertimento!

P.P.S.S. Ecco alcune freddure made in hospital:
- Dove sta l’Elba?             … in un plato!
- Dove sta l’erica?           … in un ericottero!
- Il colmo per un carcerato in libertà vigilata?     … nuotare a stile libero!
- Il colmo per una rana?               … nuotare a farfalla!
- Sai quando cade la Pasqua?      … no, ma spero che non si rompa il guscio!
- Sai com’è una luna vanitosa? … piena di sé!
- Questo nuovo locale verrà una vera bomba! … speriamo che taglino il filo giusto all’inaugurazione!
Mentre Elia disegnava, ripiegato su una seggiolina della sala d'attesa e mezzo lessato dall'infezione, continuava a ripetermi: “non ci riesco mamma, io non so fare i ritratti” poi me l’ha fatto vedere e io gli ho detto che mi piaceva tanto il suo tratto espressivo (che era molto meno melenzo del mio) e che probabilmente (nonostante le divertentissime barzellette) avevo davvero quella faccia un po’ tesa e preoccupata.
“No mamma, non è vero dai, non è venuto bene, sembri la nonna!”
“Quello è perché hai segnato le rughe che forse nella realtà risaltano un po’ meno sul mio volto”.
“ma io, se guardo bene, le vedo le rughe”
Allora mi è partito il pippone da insegnante: “se guardi bene… ma il disegno è una questione di sintesi. Quando fai un ritratto cerca di capire quanto gli elementi pesino tra loro, cosa ti colpisce di più nel volto, se segni così le rughe allora dovresti fare i cappelli molto scuri per riequilibrare, magari in uno schizzo veloce era meglio non disegnarle…”
“questo no, mi dispiace, io sono una persona sincera, se le vedo le fo”.
“ma infatti a me va parecchio bene così, tra noi due, viva la sincerità!”.

1 commento:

  1. Possiamo sempre rendere il nostro rapporto il migliore per noi, ci vuole solo per mettere nel giusto sforzo. Dopo che il mio amante mi ha lasciato il cuore spezzato. Ero solo, devastato e triste per fortuna sono stato indirizzato a un uomo molto gentile e potente Dr Adeleke che mi ha aiutato a riportare il mio amante e ora mi ama molto più che mai sono così felice con la vita ora grazie mille È possibile inviarlo via mail aoba5019@gmail.com o whatsapp 27740386124 .... e ottenere il tipo di aiuto che si desidera........

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