lunedì 23 ottobre 2017

un po' di compiti, un po' di ricordi

Siamo arrivati stanchi al fine settimana perciò sabato è trascorso molle e lento, ci voleva.
Hanno dormito dal padre venerdì e sono tornati da me a fine mattinata, in ritardo, il Re dei Sugolini doveva ancora svolgere molti compiti per scuola anche perché oggi ha la sua lezione di canto e dovrà anche trovarsi con dei compagni per una ricerca di scienze… insomma, doveva avvantaggiarsi pure per il martedì.
Ha 12 anni, verrebbe da pensare che ormai ci pensi da sé a certe cose, non ci pensa invece, la sua mente sembra galleggiare continuamente in mezzo a roba strana, poi approda quando meno te l'aspetti a roba alta, non trova il tempo, forse non c’è lo spazio, per concentrarsi anche su roba banale e bassa. Non lo so come funziona, provo a spiegarmelo così. Delle volte è estenuante cercare di ancorarlo a terra, lui che vorrebbe sempre prendere il volo, ma insomma poco male, anzi, molto bene. Col tempo forse riuscirò a, fatemi usare una parola proprio orrenda, da insegnante, riuscirò a… “scolarizzarlo”. In poche parole, la monotonia e il rigore forse si insegnano, è possibile, il genio certamente no.
Quando si mette a fare i compiti non è tutto rose e fiori. Se mi chiede aiuto, ci provo, ci mancherebbe, ma non è facile aiutarlo, non è mai facile aiutare nessuno, neanche quando ti viene chiesto, i propri figli, men che mai.
Il problema maggiore da affrontare per me è che la sua intelligenza, il modo in cui connette, è molto diversa dalla mia. L’intelligenza emotiva, quella mi pare che ce l’abbiamo entrambi e pure troppa. Però io possiedo una memoria visiva pazzesca, un pensiero logico matematico piuttosto infallibile e una potentissima visione spaziale astratta… in compenso sono abbastanza discalculica e dislessica, perdo per strada nozioni, parole e numeri. Lui possiede uno strano pensiero parallelo e creativo, una facilità assurda di danzare e giocare con le parole (quelle che io mi perdo), di incasellare e rigirare nozioni e numeri (quelli che io sbaglio), di far collegamenti e giochi con tutto quello che apprende… in compenso ogni tanto inciampa nel pensiero astratto, cerca la scorciatoia perché si annoia e qualche volta la trova (in un modo tutto suo e particolare), qualche volta invece salta a caso e finisce nel vuoto.
Quando mi chiede aiuto è perché si sente annegare, io provo a tuffarmi, cerco di tirarlo dalla mia parte, lui annaspa, cerca di trascinarmi dalla sua e quasi sempre mi tocca stordirlo per poterlo portare in salvo (altrimenti va a finire che anneghiamo entrambi)! Fare i compiti insieme diventa farli l’uno contro l’altra, aiutarci diventa ostacolarci a vicenda, in qualche modo, alla fine ci salviamo.
Sabato in particolare doveva fare dei problemi di logica matematica con le frazioni (roba tipo: un fioraio vende i 3/5 dei 2/3 delle sue rose, cioè 6… quante rose aveva in tutto?). Roba divertentissima per me, una gran rottura di palle per lui che non voleva capire
davvero, voleva solo cercare una scorciatoia, finire in fretta e poi (anzi, durante) parlarmi del suo progetto di diventare Yutuber e di come sia ganzo il nuovo videogioco di Sonic the hedgehog... e allora era una scenetta tragicomica: io che gli spiegavo la logica del grafico a quadretti tutta eccitata “lo vedi no, come torna bene così?”, lui che da un certo punto in avanti sembrava capirlo (ma con molta meno euforia di me), ci infilava una spiegazione sulla giusta attrezzatura che gli servirebbe per fare delle buone riprese video e quindi mi faceva notare che avevo sbagliato i calcoli di una semplificazione… perché è vero: anche il mio cervello ha fretta, anche lui cerca delle scorciatoie, gli interessa solo la logica e i calcoli se li dimentica...
Com’è come non è, alla fine ce l’abbiamo fatta.
Poi toccava al Disegno Tecnico e lì casca l’asino. Lì c’è poco da fare, come per la Storia dell’Arte, se mi chiedi qualcosa mi si attiva spontanea la modalità “professoressa” e mi trasformo in un’emerita rompicoglioni… devo tentare di disattivarmi, di trattenermi, non solo per non stressare troppo il malcapitato ragazzino, ma anche per non sminuire l’autorità della sua insegnante.
Ma, cavolo, come si fa? Ci sono dei trucchi per usare bene riga e squadra, se nessuno te li insegna è difficile scoprirli da soli. In classe non si sono esercitati per niente l’anno scorso… mi dispiace così tanto! Ci vuole pratica, si devono creare degli automatismi. Il Disegno sì che ti obbliga al rigore, all’ordine e all’inizio è un supplizio contro natura (cercare di rappresentare un punto senza farlo sembrare una polpetta, ma un “ente geometrico senza dimensioni”, come si fa a disegnare qualcosa senza dimensioni?), è un lavoro di astrazione mentale prima che di controllo manuale. Solo dopo tanto esercizio, arrivano l’ordine a la pulizia e quella “bellezza” non è solo grafica, puoi riapplicarla in tutto quello che pensi e in tutto quello che fai.
Se non imparerà queste basi, come potrà mai affrontare la Geometria Descrittiva al liceo?
Vabbè, trattieniti lalla… se proprio lo vedo brancolare, mi concedo di allungargli lì qualche buon consiglio, qualche trucchetto e poi sto a guardare cercando di non storgere troppo la bocca. Non è facile. Non è facile neanche mostrargli come gestire le squadre, come impugnare il lapis… lui è mancino, io sono destrorsa, è tutto alla rovescia per me. E’ tutto alla rovescia per lui.
Qualcosa alla fine è riuscito a disegnare, nonostante stessimo entrambi a testa all’ingiù.
Queste battaglie si son svolte nel pomeriggio di sabato, nello studio, dopo una buona pasta zucchine e gamberoni (che ci aveva messo di buonumore, riducendo le ostilità). Intanto io intrattenevo anche Matilde sul divano. Una piroetta o il pizzicorino con Matilde, una tirata d’orecchie tra me ed Elia, un disegno con i pennarelli, una tirata d’orecchie a Matilde (perché decora il divano appena mi concentro troppo sul fratello), un racconto e una barzelletta per tutti, un bel po’ di tatuaggi glitterosi per la piccola, una tirata d’orecchie di Matilde a Daenerys (tanto così per il gusto di fargliela)… a forza di tirare, il pomeriggio è passato.
Verso sera Matilde ha cominciato a prendere gli album di fotografie dalla libreria, le foto le piacciono molto.
Ho sempre sentito una fortissima urgenza di catturare le immagini e i ricordi, di documentare viaggi, compleanni, Natali… o anche solo la quotidianità. Gli album sono lì, a portata di mano, con tutte le persone della mia vita dentro.  Nel 2016 ho provato il desiderio di stracciarne gran parte, ma mi sono obbligata ad essere politicamente corretta per il bene dei miei figli (come volevasi dimostrare, rigore e correttezza, una volta apprese, si riapplicano all’infinito): sono anche i loro ricordi, è anche la loro vita, nessuno ha il diritto di stracciargliela davanti, neanche io.
Matilde comincia da un album in cui sono appena adolescente, mi riconosce subito, mi indica contenta “sei tu mamma!”, appena mi vede in compagnia di una bimba (quasi sempre una nipotina) dice “e questa è Matilde”, non proprio, ma vabbè. Non avevo ancora una bella macchina fotografica, sono immagini oggettivamente non belle, ma soggettivamente meravigliose, c’è il mio babbo, ci siamo tutti, ridiamo, siamo al mare, peschiamo pesci, ci tuffiamo… Matilde scambia Chiara per la piccola Giulia, riconosce solo me a la mia mamma, la nonnalucia.
Cambia album (si scoccia presto).
2003, siamo a Parigi, sorrido beata, come al solito Matilde mi indica contenta,
c'è anche lui, ha gli occhi buoni, allora io le chiedo: “E questo chi è?”
“Non lo so, chi è?”
“Ma come? Ieri siete stati insieme tutto il giorno…”
“No, non lo conosco”.
“E’ il tuo babbo, amore!”
“No, non è il mio babbo”. E’ molto convinta e mi lascia di stucco. Perchè non lo riconose?
Elia molla per un attimo le squadre (non vedeva l’ora di trovare una scusa) e viene a vedere: “Per forza non lo riconosce: in queste foto era giovane”.
“Che strano però, perché riconosce me? Anche io ero giovane e adesso sono vecchia”.
“Non è strano invece: tu mamma sei sempre la stessa, lui no."
Poi aggiunge deciso: "Lui è cambiato”. 

E si rimette a disegnare.
Forse si riferisce solo all'aspetto, ma io non ne sono certa e rimango ancora più di stucco, mi astengo dall'indagare o dal fare commenti (la solita piaga della correttezza), io e il Re dei sugolini non concordiamo affatto sull'importanza dei problemi matematici, né su quella delle avventure di un certo porcospino blu elettrico, ma su questo punto evidentemente sì.
Ecco, per "roba alta" intendevo anche questo.

Ecchissenefrega del Disegno Tecnico.


lalla

P.S. il fioraio aveva 15 rose.

2 commenti:

  1. Ciao, sono Theresa Williams. Dopo anni di collaborazione con Anderson, lui si è rotto con me, ho fatto tutto il possibile per riportarlo indietro, ma tutto era inutile, lo volevo tornare così a causa dell'amore che ho per lui, Gli ho pregato con tutto, ho fatto delle promesse ma lui ha rifiutato. Ho spiegato il mio problema al mio amico e lei mi ha suggerito che dovrei piuttosto contattare un incantesimo che potrebbe aiutarmi a lanciare un incantesimo per riportarlo indietro, ma sono il tipo che non credo mai in magia, non avevo altra scelta che provarlo. inviò il cinguettino e mi disse che non c'era nessun problema che tutto andrà bene prima di tre giorni, che il mio ex tornerà da me prima di tre giorni, lancia l'incantesimo e, sorprendentemente, nel secondo giorno, era intorno alle quattro. Il mio ex mi ha chiamato, sono stato così sorpreso, ho risposto alla chiamata e tutto quello che ha detto è che lui era così dispiaciuto per tutto quello che è accaduto che voleva che io torni a lui, che mi ama tanto. Sono stato così felice e sono andato a lui che è stato come abbiamo iniziato a vivere insieme felicemente felicemente. Da allora, ho promesso che chiunque conosco che abbia un problema di relazione, sarei d'aiuto a tale persona, facendo riferimento a lui o lei all'unico vero e potente cronometro che mi ha aiutato con il mio problema. email: {drogunduspellcaster@gmail.com} potrai inviarlo via email se hai bisogno della sua assistenza nel tuo rapporto o in qualsiasi altro caso.

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