sabato 7 ottobre 2017

tutti i gatti della mia vita

In estate, nella cucciolata campagnola della gatta perfettamente non-di-razza (tigrata a toppe bianche) di mia sorella grande si è generata una gattina simil-pregiata (siamese linx point), meraviglie della genetica! E' nata bianca come la neve, poi ha cominciato a scurirsi alle estremità, ha gli occhi blu e potrebbe ingannare tutti spacciandosi per una micia col pedigree se non fosse per un minuscolo dito della zampetta sinistra intinto nel latte.
"La vuoi tu lalla?"

Premessa, io ho sempre adorato i gatti perché sono animali misteriosi, curiosi, puliti, maestosi e con altre 1000 qualità. Sono cresciuta con i gatti e credo che faccia davvero bene tenerli vicini a dei bambini (specialmente a quelli un po'
strani e solitari come ero io) perché è molto educativo vederli nascere sotto forma di teneri salsicciotti pelosi, osservarli crescere e quindi innamorarsi perdutamente di loro (che non ci amano e che sono totalmente indipendenti da noi), per poi vederli morire. E così tu soffri tantissimo (e si dice appunto soffrire come un cane, non come un gatto, perché i felini sono troppo superiori agli umani per abbassarsi a certi sentimenti). Che cosa c’è di buono in tutto questo? Per esempio c'è che ti si chiarisce bene in testa, fin da subito, il cerchio della vita, non è poco. E può anche capitare l’immensa fortuna di incontrare un gatto un po’ particolare, funziona come per gli umani, anche loro sono tutti diversi e quelli speciali esistono.

Da bambina in casa c'era la gatta della mamma, Mascherina, tipo “Gatto Silvestro” ma con due macchie nere sotto al naso che ricordavano i baffetti di Hitler. E infatti era un animale piuttosto fetente, faceva il suo e se gli giravano mi graffiava senza troppe cerimonie, ma era intelligentissima e noi due avevamo un accordo: a me non andava di mangiare carne, lei ne andava pazza. Mi sedevo a tavola leggermente in avanti lasciando lo spazio perché lei si insinuasse dietro al mia schiena, se ne stava in silenzio, paziente, e io le passavo da sotto al braccio succulenti bocconcini di bistecca… così io ero contenta, la gatta pure, e anche il resto dei commensali (convinti che fossi io a mangiarla). Nessuno si è mai accorto di nulla. Le volevo bene, è stata con noi molti anni, cadde due volte dalla finestra del primo piano senza morire, credevo che a forza di bistecca fosse diventata immortale, o che per lo meno le restassero ancora 7 vite, invece ad un certo punto cominciò ad invecchiare e se ne andò.
Poi ho avuto Topina, una micetta grigia che passava ore immobile sulla mia spalla (come i pappagalli dei pirati), mi ha tenuto compagnia pochi mesi, poi è finita schiacciata da mio padre con un pestone (del tutto involontario), un vero trauma infantile…
Ricordo una figlia di Mascherina, Mafalda, che adoravo, tigrata ma con la maschera e i calzini bianchi della madre, in seguito si è scoperto essere Mafaldino ed è sparito in cerca di gatte … 

1988, Chiara, Eva, io e Mafaldino

tanti gatti, tanti aspetti e caratteri diversi, accomunati da un’unica caratteristica: prima o poi morivano tutti.
Durante l’adolescenza mi ero stufata di affezionarmi e soffrire, così per un po' di tempo ho lasciato perdere, gatti per casa ne giravano, ma nessuno di loro lo consideravo mio, poi, da ragazza, ho accettato di prendere l’ennesima gatta senza troppe aspettative e partendo dal presupposto che “non sarebbe durata” e così, senza saperlo, ho inizato la storia d’amore felina della mia vita.
Elsa (da “nata libera”) era una gatta maculata che ho accudito dall’età di 20 giorni, allattandola col biberon e facendole fare i bisogni con un batuffolino di cotone inumidito. La tenevo a dormire nella mia mano sinistra mentre studiavo per la maturità. Crebbe inaspettatamente sana, nonostante condividessi con lei ogni Fiesta (ne ha mangiate centinaia, davo per scontato che sarebbe vissuta poco e volevo che si divertisse). All'età di pochi mesi la nostra canina Beagle le piombò addosso staccandole in modo irreversibile il tendine di una delle zampe posteriori, nessun problema, ma da quel momento ogni volta che si sedeva la distendeva come una ballerina di danza classica. Era una gatta magica, mi aveva scelto come suo umano (solo loro a scegliere noi, non viceversa), ha studiato con me tutti gli esami dell’Università (accoccolandosi sui miei libri), mi baciava, faceva le fusa appena mi vedeva entrare in una stanza, dormiva nel mio letto sino alle 5.00 del mattino, poi mi chiedeva educatamente di uscire battendomi il musino sulle guance e io le aprivo la finestra.
Un anno dopo strappammo un dolcissimo micetto nero alla morte, aveva solo 15gg quando lo portammo via dall'Elba ... Cacao diventò un gigante buono dal pelo lungo, fecero coppia fissa per 5 lunghi anni (finché dei cacciatori non lo impallinarono scambiandolo per non so che tipo di preda). Elsa partoriva valanghe di gattini (solo con me presente e sempre di notte) e poi mi affidava i cuccioli quando al mattino voleva uscire a cacciare (era una grande cacciatrice), li lasciava a me perché si fidava. Appena i micetti erano abbastanza cresciutelli trovavo loro una nuova casa, erano sempre tigrati o neri e avevano il carattere docile dei genitori, era facilissimo farli adottare. All’ennesimo parto non ce la fece, dopo una notte di agonia la portai dal nostro veterinario campagnolo, la ricoverò immediatamente, c’era poco tempo. Un attimo dopo mi chiese di entrare nella sala operatoria, non mi dimenticherò mai quello che vidi, Elsa era già sedata, sventrata e aperta come una pelle di coniglio: “Signora, alcuni gattini sono morti nell’utero e hanno generato un’infezione, ma altri, come vede, sono vivi e si muovono ancora, ma appena taglierò via l’utero soffocheranno, se invece incido l’utero per tirarli fuori l’infezione si diffonderà e ucciderà la gatta…”.
Ero sotto shock, va bene educarsi alla biologia, ma c'è un limite a tutto!

“Cosa preferisce che faccia? Salvo la gatta o salvo i gattini?”.
Sembrava la battuta di un brutto film.
“Ma che è scemo!? Salvi la gatta! Si sbrighi!!!”
Se la cavò, temevo che le cambiasse il carattere, invece smise soltanto di partorire valanghe di gattini, ma con me rimase magica. Quando mi sposai aveva quasi 10 anni, ristrutturai la nostra piccola casina di Firenze facendo inserire una gattaiola nella porta che dava sui tetti, la feci mettere per lei, ma Elsa non è mai venuta ad abitare con noi. Il mio nuovo coinquilino mi fece notare che era nata per stare libera, in campagna, che noi saremmo stati via tutto il giorno per lavoro e che avrebbe dovuto passare tante ore da sola chiusa in un appartamento, che non era il caso di farle del male rivoluzionando tutto il suo mondo, che era meglio per lei rimanere dov’era…
mi sono fatta convincere (probabilmente aveva ragione), la mia famiglia ha continuato ad accudirla per altri 5 anni e lei è diventata più dolce con tutti gli altri (prima lo era solo con me), “è vissuta meglio così” me lo sono ripetuta milioni di volte in questi anni, continuo a ripetermelo, ma io no, non sono vissuta meglio così, a me mancava da morire e appena arrivavo dai miei era la prima che cercavo, ogni volta mi riempiva di coccole, sapevo che non avrei avuto mai più la fortuna di essere scelta da una gatta così speciale.

2005, io ed Elsa

Perciò i primi anni di matrimonio ho vissuto senza un gatto, lui non li voleva e neanche io perché sono monogama e la gatta ce l’avevo già solo che vivevamo lontane (diciamo che avevamo un rapporto a distanza). Infine è arrivato anche per lei il momento di morire (ormai aveva circa 15 anni, alla faccia degli zuccheri raffinati) e ho sentito un rimorso fortissimo per non averla tenuta accanto a me, almeno negli ultimi giorni. Adesso vi sembrerò una pazza, lo so, ma devo ammettere che l’ho amata come una persona e che talvolta mi capita di sognarla ancora.
Nel 2009 ho perso qualcuno che (non me ne voglia la mia felina prediletta) era molto più importante, probabilmente feci pena a mio marito perché una domenica d'ottobre mi concesse di prendere un gattino a casa di mia sorella grande e portarlo da noi.
Tigro era un micetto meraviglioso (sembrava una tigre siberiana dagli occhi verde/acqua), ma
era agitatissimo, mordeva tutti e tutto. Elia aveva solo 4 anni, si indispettì e si ingelosì subito, tentò perfino di (s)terminarlo tirandolo contro un muro, non sono mai andati molto d’accordo.
Invece poi con Matilde grande feeling.

2009, Elia e Tigro

2015, Matilde e Tigro
Oggi è un gatto davvero bellissimo, dal manto incredibilmente vellutato, docile e molto educato (qualche volta si siede come una sfinge all’altro capo del tavolo e ci guarda mangiare senza provare mai ad allungare una zampa), però è piuttosto riservato, non fa le fusa (mai fatte, avrà la macchinetta rotta)... insomma, è poco empatico… sarà perché gli ho fatto tagliare le palle? E' vero che l’ho fatto un po’ per noi (per dargli una calmata), ma molto l’ho fatto per lui (per non farlo finire spiaccicato sui viali di circonvallazione al primo calore)... ma Tigro non lo sa che l’ho fatto per lui e probabilmente non l’ha presa bene. Poveretto, mi dispiace tanto e non sono per niente sicura che sia stata la scelta giusta. Il primo veterinaio che chiamai per informarmi sulla procedura, una volta appresa l'età del gatto, mi aggredì: "Lei è un'incoscente, probabilmente il suo gatto ha già messo incinta delle gatte!".
Gli riattaccai il telefono in faccia, che deficiente, manco fosse un reato per due gatti accoppiarsi e seguire la propria natura. Il secondo fu più comprensivo e mi disse che non era una decisione facile e che comunque spettava a me prenderla, poi aggiunse: "a forza di sterilizzare i siamesi li abbiamo estinti a Firenze, non ne vedo più uno da anni!".
Gattolinzi (il nome l'ha scelto Elia) è arrivata un anno dopo Tigro (maculata come un ghepardo, la scelsi perché mi ricordava Elsa e sbagliai, non si deve mai cercare di sostituire qualcuno che non c’è più), oggi sarebbe bellissima se non fosse piuttosto obesa, ma il problema di base è che ha gravi problemi di socializzazione (con animali e persone), non è che graffi, ma si scansa appena ci vede, cioè, ci schifa proprio, a tutti. Ricordo quando andai a prenderla a Prato da una famiglia di cinesi strappandola a un futuro certo di raviolo al vapore, a casa nostra fu accolta benissimo dal Tigro, piuttosto indifferentemente da Elia e malissimo dal terribile Gatto Nero, il bullo felino del quartiere, un’imponente montagna di pelo corvino con la testa grossa come un melone che viene a menare a ripetizione i miei gatti. Comunque fin qui tutto bene, normali schermaglie tra bestie (sai che noia altrimenti!) ed è pure stato piacevole in questi anni vedersi in diretta un documentario del National Geografic in cui si azzuffano e si lisciano tigri, ghepardi e pantere, direttamente nel mio giardino. Poi però il dramma, il Gatto Nero (tra una botta e l’altra) l’ha pure messa incinta a 7 mesi, pregustavo già i micetti e invece niente, aborto spontaneo e infezione dell’utero. Di corsa da un altro veterinario cittadino che perdeva minuti preziosi perché non riusciva a capire il nome da scrivere sulla cartella.
"Come si chiama la gatta?"
"Si chiama Gattolinzi"
"Che?"
"GAT-TO-LIN-ZI"
"Come? Una gatta di nome Linzi?"...
Sì, come Lindsay Loan... "Dia qui, glielo scrivo io, lo so che il nome è brutto,
ma 'sta bestia magari tra 2h crepa, che almeno se ne vada col suo nome".
400e di operazione d’urgenza (lei sì che è diventata una gatta di lusso!), tolto tutto il toglibile. Cambiò molto poverina,
ha cominciato a staccarsi da tutti, a soffiare e sottomettere anche Tigro, non so, magari lei li avrebbe voluti i suoi micetti e da quel giorno le botte del Gatto Nero (ripetutasi ad oltranza) hanno perso ogni senso. Perciò insomma, anche se con me è proprio ingrata, ogni tanto penso: va capita anche lei se riempie di grasso la sua pancia vuota e ce l’ha col mondo intero. 


2010, Tigro e Gattolinzi
Torniamo alla domanda: “La vuoi tu lalla?”.
Ho più di quarant’anni, ho due figli di cui occuparmi, abito in città, ho un giardino, è vero, ma ho già due gatti (di non grandi soddisfazioni) che lo hanno praticamente trasformato in una lettiera. A Elia non piacciono gli animali, o meglio, non li considera proprio, io e Matilde, noi ci andiamo matte, ma se poi questa c’avesse il carattere spregevole di Gattolinzi? E, carattere a parte; sarebbe comunque un altro essere di cui prendersi cura, insomma non ci serve proprio un nuovo felino!
Sono andata domenica 24 settembre a trovare i miei, manco la portantina mi ero portata (tanto non la prendo la gattina, inutile che ci provi la mia sorella grande!).
E l'ho incontrata, non mi pareva neanche così bellina, seccarella, abbastanza cisposa e col pelo ispido. L’ho presa in braccio, puzzava da morire (era stata chiusa alcuni giorni in una stanza con altri 5 fratelli pronti a partire per la fiera in cerca di padrone) ed era piena di pulci… poi mi ha guardata negli occhi ed è finita.
Senza portantina. L’abbiamo messa in una scatola di cartone legata con lo spago. Diluviava.
“La metto nel bagagliaio, ma Mamma, siamo sicuri che non mi scappa tra i piedi mentre guido in autostrada, vero?”.
“Non esagerare lalla, ho fatto due giri di spago, mica è una tigre, peserà due etti!”
E infatti, dopo 5’ che guidavo nella tempesta, mi arriva davanti, accosto, esco, mi bagno, la rimetto nella scatola nel bagagliaio, altri 5’, di nuovo tra i piedi (i gatti sono esseri che occupano un volume virtuale, capaci di appiattirsi e modellarsi meglio di Elastygirl per passare nelle fessure).
Allora l’ho guardata bene negli occhi e le ho detto: “Allora bruttarella, non mi va proprio di morire oggi, quindi le soluzioni sono due: o ti abbandono sul ciglio della strada, o, anche se non ci conosciamo, ti fidi di me, te ne stai buona nella mia mano sinistra e guidiamo insieme, in mezzo al traffico e sotto la pioggia”.
Credetemi, ci so fare con i gatti, siamo sopravvissute.
Appena arrivata a casa le ho fatto il bagno e se l’è lasciato fare senza batter ciglio. E’ molto diversa da Elsa, nel carattere oltreché nell'aspetto, e questo è un bene. E’ curiosa (si arrampica ovunque), ladra e un po’ petulante (mi chiama di continuo), però è molto dolce, mi lecca tutta la faccia, fa tante fusa e si fa stragiare da Matilde senza lamentarsi troppo. Inaspettatamente piace abbastanza anche a Elia. Il Tigro è un signore, insomma piace a tutti… quasi a tutti, Gattolinzi la disprezza (ma lei non conta, visto che è psicopatica). Per adesso la riparo dal gatto nero facendola dormire in casa. L’ho presa con noi senza troppe aspettative, sarà quel che sarà, spero che trovi il modo di vivere una bella vita. La mia lince è arrivata con la tempesta, ha i capelli (ops, i peli) chiarissimi e gli occhi color indaco perciò l’abbiamo chiamata Daenerys.
Benvenuta piccola regina dei gatti!


lalla 

2017, io e Daenerys
2017, Matilde e Daenerys



2017, Tigro e Daenerys

2 commenti:


  1. Ciao, sono Theresa Williams. Dopo anni di collaborazione con Anderson, lui si è rotto con me, ho fatto tutto il possibile per riportarlo indietro, ma tutto era inutile, lo volevo tornare così a causa dell'amore che ho per lui, Gli ho pregato con tutto, ho fatto delle promesse ma lui ha rifiutato. Ho spiegato il mio problema al mio amico e lei mi ha suggerito che dovrei piuttosto contattare un incantesimo che potrebbe aiutarmi a lanciare un incantesimo per riportarlo indietro, ma sono il tipo che non credo mai in magia, non avevo altra scelta che provarlo. inviò il cinguettino e mi disse che non c'era nessun problema che tutto andrà bene prima di tre giorni, che il mio ex tornerà da me prima di tre giorni, lancia l'incantesimo e, sorprendentemente, nel secondo giorno, era alle 16.00. Il mio ex mi ha chiamato, sono stato così sorpreso, ho risposto alla chiamata e tutto quello che ha detto è che lui era così dispiaciuto per tutto quello che è accaduto che voleva che io torni a lui, che mi ama tanto. Sono stato così felice e sono andato a lui che è stato come abbiamo iniziato a vivere insieme felicemente felicemente. Da allora, ho promesso che chiunque conosco che abbia un problema di relazione, sarei d'aiuto a tale persona, facendo riferimento a lui o lei all'unico vero e potente cronometro che mi ha aiutato con il mio problema. email: drogunduspellcaster@gmail.com potrai inviarlo via email se hai bisogno della sua assistenza nel tuo rapporto o in qualsiasi altro caso.

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